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Silvano Rubino – In equilibrio tra due punti sospesi
un inedito ciclo di opere che l’artista veneziano ha realizzato appositamente per gli spazi espositivi di Palazzetto Tito.
Comunicato stampa
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La Fondazione Bevilacqua La Masa inaugura, giovedì 27 maggio 2010, la mostra personale di Silvano Rubino dal titolo In equilibrio tra due punti sospesi, un inedito ciclo di opere che l'artista veneziano ha realizzato appositamente per gli spazi espositivi di Palazzetto Tito.
La mostra si inserisce nell’ambito del progetto Spazio Elastico, un programma espositivo flessibile omaggio alla serietà, all'impegno e al valore di ricerche specifiche provenienti dal territorio.
L’esposizione si articola in cinque diverse installazioni che conducono il visitatore all'interno di un percorso obbligato, creato dalle opere e dalle loro dimensioni. Queste, tutte realizzate rigorosamente da accoppiamenti di differenti materiali: vetro e acciaio, ferro e marmo, audio e video, occludono completamente alcuni passaggi per aprirne, invece, di inaspettati. Ogni singola opera riporta l'attenzione alla narrazione, suggerita dal titolo stesso della mostra e individuata dall’autore nella tesa dicotomia esistenziale fra vita e morte. L’opposizione, la rivalità tra gli estremi in cui tutti gli esseri umani si collocano e con la quale sono chiamati a confrontarsi, è qui espressa in forme che alludono alla congiunzione e alla disgiunzione, allo spirituale e al materiale.
Il percorso inizia con “Qui o altrove”, una installazione con un doppio significato: la lastra di marmo rimanda alle steli cimiteriali rievocando, in questo modo, la materia morta, mentre le lastre di vetro, nelle loro trasparenza, richiamano l'essenza intangibile di ciascuno di noi.
La seconda opera “Addizione sottrattiva”, posta nell’uscio tra il portico e la prima sala, è un grande tavolo rettangolare che impedisce il passaggio e allo stesso tempo, la possibilità di un suo naturale utilizzo. I vuoti, corrispondenti alle zone in cui le stoviglie dovrebbero essere collocate, lo sottraggono alla sua quotidianità per inserirlo in un circuito simbolico e allusivo.
Nella sala successiva si incontra “Una candela accesa tra due sedie inutili sospese”, opera che sottolinea il livello di astrazione deciso per l'intera esposizione. Come afferma Silvano Rubino: “Del sogno, del sognare a occhi aperti. Della fiamma che illumina il pensiero, ma anche i sentimenti e le percezioni verso il mistero dell’esistenza. E’ la luce discreta del sognatore, del solitario che immagina cose impossibili e le rende reali in un immaginario tutto suo ed esclusivo. La mia candela è in equilibrio su un filo teso tra due sedie improbabili, troppo alte ed esili per servire a qualcosa, anch’esse sospese da terra, speculari. La fiamma è in bilico, nel punto centrale di osservazione, per testimoniare a se stessa, a me e al mondo la sua esile essenza”.
Nella terza stanza è posizionato un letto d'ospedale di cui rimane solo l'esile scheletro di vetro, una traccia di memoria, un monito alla fragilità dell'esistenza. “Morte annunciata all'orecchio di un sordo” è il titolo che Rubino ha pensato per questo lavoro.
Il percorso prosegue con l’opera “La scala illuminante per raggiungere le vette più alte”. Oggetto simbolico per eccellenza, la scala rappresenta il collegamento fra terra e cielo, tra il terreno e il divino, la possibilità di accedere al cielo. Sia in ambito laico, sia in quello religioso rappresenta il passaggio da uno stato di conoscenza a un altro, il collegamento con una sfera superiore.
L'ultima opera esposta, infine, è un video realizzato dall'autore nel 2008 nel quale il passaggio dal bianco e nero al colore e viceversa, riafferma l'aspetto tensivo di tutta l'esposizione e dichiara a livello cromatico la dualità, la duplicità dei punti di vista e dei modi di vita.
La mostra, che rimane aperta al pubblico fino al 18 luglio, è accompagnata da un catalogo, edito da Damiani e prodotto grazie anche al generoso contributo di Adriano Berengo Venice Projects, che verrà presentato al pubblico il giorno 19 giugno in occasione della chiusura del convegno “Diafano. Vedere attraverso”. Il convegno è organizzato dalla Facoltà di Arte e Design dell'Università IUAV di Venezia, dalla Fondazione Bevilacqua La Masa e dal Laboratorio Internazionale di Semiotica a Venezia.
* * *
Silvano Rubino nasce a Venezia nel 1952, dove vive e lavora.
Principali mostre personali
2006 In scala perfetta, a cura di Camilla Seibezzi, testi critici di Milovan Farronato e Camilla Seibezzi, Galleria Michela Rizzo, Venezia, Italia
2003 Lange Nacht der Museen, Europa design depot, a cura di Galerie Judith Walker, Klagenfurt, Austria Galerie Judith WalKer, Vienna, Austria
2000 Corpo a Corpo, diario di un delirio, Galeria Gabriela Mistral, testi critici di Antonio Arévalo, Riccardo Caldura e Sabrina Zannier, Santiago del Cile, Cile
Dissolvenze-Evidenze, a cura di Gianluca Marziani, Galleria Arte Contemporanea, Catania, Italia
Principali mostre collettive
2009 Glasstress, curata da Laura Mattioli, 53° Biennale d’Arte di Venezia (evento Collaterale)
2006 Catodica 2, rassegna internazionale di Video Arte, curated by Maria Campitelli, Teatro Miela,Trieste
Space and Empty, Videoscopie, a cura di Stefano Coletto, Teatro Junghans, Galleria Michela Rizzo, Venezia, Italia
2004 Per amore…, a cura di Salvatore Lacagnina e Paola Nicita, Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Montevergini, Siracusa, Italia
Videodays 1, a cura di Fiametta Strigoli, Vicchio, Firenze, Italia
La mostra si inserisce nell’ambito del progetto Spazio Elastico, un programma espositivo flessibile omaggio alla serietà, all'impegno e al valore di ricerche specifiche provenienti dal territorio.
L’esposizione si articola in cinque diverse installazioni che conducono il visitatore all'interno di un percorso obbligato, creato dalle opere e dalle loro dimensioni. Queste, tutte realizzate rigorosamente da accoppiamenti di differenti materiali: vetro e acciaio, ferro e marmo, audio e video, occludono completamente alcuni passaggi per aprirne, invece, di inaspettati. Ogni singola opera riporta l'attenzione alla narrazione, suggerita dal titolo stesso della mostra e individuata dall’autore nella tesa dicotomia esistenziale fra vita e morte. L’opposizione, la rivalità tra gli estremi in cui tutti gli esseri umani si collocano e con la quale sono chiamati a confrontarsi, è qui espressa in forme che alludono alla congiunzione e alla disgiunzione, allo spirituale e al materiale.
Il percorso inizia con “Qui o altrove”, una installazione con un doppio significato: la lastra di marmo rimanda alle steli cimiteriali rievocando, in questo modo, la materia morta, mentre le lastre di vetro, nelle loro trasparenza, richiamano l'essenza intangibile di ciascuno di noi.
La seconda opera “Addizione sottrattiva”, posta nell’uscio tra il portico e la prima sala, è un grande tavolo rettangolare che impedisce il passaggio e allo stesso tempo, la possibilità di un suo naturale utilizzo. I vuoti, corrispondenti alle zone in cui le stoviglie dovrebbero essere collocate, lo sottraggono alla sua quotidianità per inserirlo in un circuito simbolico e allusivo.
Nella sala successiva si incontra “Una candela accesa tra due sedie inutili sospese”, opera che sottolinea il livello di astrazione deciso per l'intera esposizione. Come afferma Silvano Rubino: “Del sogno, del sognare a occhi aperti. Della fiamma che illumina il pensiero, ma anche i sentimenti e le percezioni verso il mistero dell’esistenza. E’ la luce discreta del sognatore, del solitario che immagina cose impossibili e le rende reali in un immaginario tutto suo ed esclusivo. La mia candela è in equilibrio su un filo teso tra due sedie improbabili, troppo alte ed esili per servire a qualcosa, anch’esse sospese da terra, speculari. La fiamma è in bilico, nel punto centrale di osservazione, per testimoniare a se stessa, a me e al mondo la sua esile essenza”.
Nella terza stanza è posizionato un letto d'ospedale di cui rimane solo l'esile scheletro di vetro, una traccia di memoria, un monito alla fragilità dell'esistenza. “Morte annunciata all'orecchio di un sordo” è il titolo che Rubino ha pensato per questo lavoro.
Il percorso prosegue con l’opera “La scala illuminante per raggiungere le vette più alte”. Oggetto simbolico per eccellenza, la scala rappresenta il collegamento fra terra e cielo, tra il terreno e il divino, la possibilità di accedere al cielo. Sia in ambito laico, sia in quello religioso rappresenta il passaggio da uno stato di conoscenza a un altro, il collegamento con una sfera superiore.
L'ultima opera esposta, infine, è un video realizzato dall'autore nel 2008 nel quale il passaggio dal bianco e nero al colore e viceversa, riafferma l'aspetto tensivo di tutta l'esposizione e dichiara a livello cromatico la dualità, la duplicità dei punti di vista e dei modi di vita.
La mostra, che rimane aperta al pubblico fino al 18 luglio, è accompagnata da un catalogo, edito da Damiani e prodotto grazie anche al generoso contributo di Adriano Berengo Venice Projects, che verrà presentato al pubblico il giorno 19 giugno in occasione della chiusura del convegno “Diafano. Vedere attraverso”. Il convegno è organizzato dalla Facoltà di Arte e Design dell'Università IUAV di Venezia, dalla Fondazione Bevilacqua La Masa e dal Laboratorio Internazionale di Semiotica a Venezia.
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Silvano Rubino nasce a Venezia nel 1952, dove vive e lavora.
Principali mostre personali
2006 In scala perfetta, a cura di Camilla Seibezzi, testi critici di Milovan Farronato e Camilla Seibezzi, Galleria Michela Rizzo, Venezia, Italia
2003 Lange Nacht der Museen, Europa design depot, a cura di Galerie Judith Walker, Klagenfurt, Austria Galerie Judith WalKer, Vienna, Austria
2000 Corpo a Corpo, diario di un delirio, Galeria Gabriela Mistral, testi critici di Antonio Arévalo, Riccardo Caldura e Sabrina Zannier, Santiago del Cile, Cile
Dissolvenze-Evidenze, a cura di Gianluca Marziani, Galleria Arte Contemporanea, Catania, Italia
Principali mostre collettive
2009 Glasstress, curata da Laura Mattioli, 53° Biennale d’Arte di Venezia (evento Collaterale)
2006 Catodica 2, rassegna internazionale di Video Arte, curated by Maria Campitelli, Teatro Miela,Trieste
Space and Empty, Videoscopie, a cura di Stefano Coletto, Teatro Junghans, Galleria Michela Rizzo, Venezia, Italia
2004 Per amore…, a cura di Salvatore Lacagnina e Paola Nicita, Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Montevergini, Siracusa, Italia
Videodays 1, a cura di Fiametta Strigoli, Vicchio, Firenze, Italia
27
maggio 2010
Silvano Rubino – In equilibrio tra due punti sospesi
Dal 27 maggio al 18 luglio 2010
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE BEVILACQUA LA MASA – PALAZZETTO TITO
Venezia, Dorsoduro, 2826, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 2826, (Venezia)
Orario di apertura
da mercoledì a domenica 10.30 - 17.30
Vernissage
27 Maggio 2010, ore 18
Editore
DAMIANI
Ufficio stampa
STUDIO PESCI
Autore