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Deborah Ligorio – Poi non così diverso
A risultato di un viaggio di ricerca sul campo, Deborah Ligorio presenta una serie d’oggetti, video, montaggi su carta e un lavoro sonoro. La mostra mette in atto un’esplorazione poetica e critica del mondo delle cose, dei gesti e delle immagini.
Comunicato stampa
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Anthropology of the strange and exotic can teach us as much about ourselves and our own economic system as it does about the exotic [M. Taussig]
“Statuarie, mi guardano con la stessa curiosità con cui le osservo io, finché con un gesto automatico tiro fuori la macchina fotografica. Una delle donne urla alle altre di voltarsi. Velocemente si toglie il copricapo ricavato da una zucca, la blusa di pelle e la sciarpa di conchiglie. Tolti gli oggetti tradizionali rimane con la logora T-shirt che indossa sotto, e si volta anche lei.”
Le aree del mondo una volta conosciute come in via di sviluppo continuano a lottare per l'accesso. Ma il progresso arriva con un'invasione di prodotti.
Qui sfere di oggetti s’incontrano, ognuna con la propria economia, la propria logica di produzione. Un confine si sposta nel regime stesso delle cose.
Gli ultimi resti di prassi precapitalistiche svaniscono velocemente in favore delle merci del libero-mercato cambiando comportamento, cultura e soggettività.
Questa sostituzione ha luogo sia in termini di semplice utilità quanto in termini culturali.
A risultato di un viaggio di ricerca sul campo, Deborah Ligorio presenta una serie d’oggetti, video, montaggi su carta e un lavoro sonoro.
La mostra mette in atto un'esplorazione poetica e critica del mondo delle cose, dei gesti e delle immagini.
“Statuarie, mi guardano con la stessa curiosità con cui le osservo io, finché con un gesto automatico tiro fuori la macchina fotografica. Una delle donne urla alle altre di voltarsi. Velocemente si toglie il copricapo ricavato da una zucca, la blusa di pelle e la sciarpa di conchiglie. Tolti gli oggetti tradizionali rimane con la logora T-shirt che indossa sotto, e si volta anche lei.”
Le aree del mondo una volta conosciute come in via di sviluppo continuano a lottare per l'accesso. Ma il progresso arriva con un'invasione di prodotti.
Qui sfere di oggetti s’incontrano, ognuna con la propria economia, la propria logica di produzione. Un confine si sposta nel regime stesso delle cose.
Gli ultimi resti di prassi precapitalistiche svaniscono velocemente in favore delle merci del libero-mercato cambiando comportamento, cultura e soggettività.
Questa sostituzione ha luogo sia in termini di semplice utilità quanto in termini culturali.
A risultato di un viaggio di ricerca sul campo, Deborah Ligorio presenta una serie d’oggetti, video, montaggi su carta e un lavoro sonoro.
La mostra mette in atto un'esplorazione poetica e critica del mondo delle cose, dei gesti e delle immagini.
19
maggio 2010
Deborah Ligorio – Poi non così diverso
Dal 19 maggio al 24 luglio 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA FRANCESCA MININI
Milano, Via Massimiano, 25, (Milano)
Milano, Via Massimiano, 25, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 11 - 19.30
Vernissage
19 Maggio 2010, ore 19
Autore