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Francesco Nonino – Atmospheres
Francesco Nonino presenta un ciclo di immagini in bianco e nero il cui soggetto predominante è la nuvola.
Comunicato stampa
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Francesco Nonino presenta un ciclo di immagini in bianco e nero il cui soggetto predominante è la nuvola.
Il fenomeno delle nuvole, ”cloudness” – come lo definisce Roberto Pasini nel suo l’Informe nell’Arte Contemporanea –, esplode e viene ampiamente trattato agli inizi dell’Ottocento, sul versante scientifico (su cui torneremo) di Luke Howard, su quello poetico di Goethe e su quello pittorico con gli studi di cielo realizzati da Constable nel 1821-22.
Il pittore Alexander Cozens nel 1785 pubblica il New Method in cui paragona il fenomeno delle nuvole alla sua teoria del Blot, macchie casuali di inchiostro come base da cui partire per rappresentare un paesaggio: la macchia, blot, appunto, offre qualcosa di inatteso e dà l’idea del contrasto di chiaroscuro che esiste in natura; la nuvola sarebbe quindi una macchia in cielo, uno “sfumato meteorologico”, perché nulla più delle nuvole è casuale mutevole ed imprevedibile.
La nuvola e la sua dualità: macchia in cielo e garante atmosferica.
Il chimico inglese Luke Howard nel 1802, pubblica la prima classificazione delle nuvole, che è rimasta come riferimento di base per l’Atlante Internazionale delle Nuvole, il testo usato dai meteorologi di tutto il mondo.
Oltre alla nomenclatura in latino, evocativa di dogmi arcaici, un aspetto interessante dell’atlante è che i tipi di nuvole non vengono descritti mediante termini mutuati dalla fisica o da qualche altra scienza esatta, ma attraverso riferimenti a forme terrene. Così il Cumulonimbus è la nube che somiglia “a una montagna o a una enorme torre”, il Cirrus somiglia “ai capelli, e possiede un consistenza sericea”, e così via. Anche le scie di condensazione tracciate in cielo dagli aerei a reazione (“contrails”) vengono annoverate tra le nuvole e la loro descrizione si conclude dicendo che “in effetti è talvolta impossibile distinguere queste scie da altri tipi di nubi”. In questo modo si crea simbolicamente un legame tra due mondi paralleli: il segno dell’uomo diventa natura e si confonde con essa.
Nell’Atlante Internazionale si assiste quindi all’incontro tra il rigore scientifico e l’impossibilità di utilizzare terminologie estranee al familiare mondo terreno.
In Atmospheres Francesco Nonino cerca di mettere in relazione l’assoluto del cielo con i simboli della terra e del nostro vivere quotidiano: periferie, strade, case, luoghi più o meno affollati che ogni giorno abbiamo davanti agli occhi. E la fotografia è il suo strumento per convincere lo spettatore che ciò che vi è rappresentato esiste, è contingente e quindi “vero”.
Le fotografie in mostra sono analogiche (da negativo 35mm), ma stampate digitalmente (stampe giclée su carta Epson Archival Ultra Smooth, montate su alluminio), dimensione cm 100x135.
Francesco Nonino è nato a Udine nel 1960, vive e lavora a Modena.
Mostre personali recenti:
2009: Weber & Weber Contemporary Art, Torino;
2008: Galleria D406, Modena;
2007: Weber & Weber contemporary Art, Torino;
2006: My Gallery of Photography, New York.
Il fenomeno delle nuvole, ”cloudness” – come lo definisce Roberto Pasini nel suo l’Informe nell’Arte Contemporanea –, esplode e viene ampiamente trattato agli inizi dell’Ottocento, sul versante scientifico (su cui torneremo) di Luke Howard, su quello poetico di Goethe e su quello pittorico con gli studi di cielo realizzati da Constable nel 1821-22.
Il pittore Alexander Cozens nel 1785 pubblica il New Method in cui paragona il fenomeno delle nuvole alla sua teoria del Blot, macchie casuali di inchiostro come base da cui partire per rappresentare un paesaggio: la macchia, blot, appunto, offre qualcosa di inatteso e dà l’idea del contrasto di chiaroscuro che esiste in natura; la nuvola sarebbe quindi una macchia in cielo, uno “sfumato meteorologico”, perché nulla più delle nuvole è casuale mutevole ed imprevedibile.
La nuvola e la sua dualità: macchia in cielo e garante atmosferica.
Il chimico inglese Luke Howard nel 1802, pubblica la prima classificazione delle nuvole, che è rimasta come riferimento di base per l’Atlante Internazionale delle Nuvole, il testo usato dai meteorologi di tutto il mondo.
Oltre alla nomenclatura in latino, evocativa di dogmi arcaici, un aspetto interessante dell’atlante è che i tipi di nuvole non vengono descritti mediante termini mutuati dalla fisica o da qualche altra scienza esatta, ma attraverso riferimenti a forme terrene. Così il Cumulonimbus è la nube che somiglia “a una montagna o a una enorme torre”, il Cirrus somiglia “ai capelli, e possiede un consistenza sericea”, e così via. Anche le scie di condensazione tracciate in cielo dagli aerei a reazione (“contrails”) vengono annoverate tra le nuvole e la loro descrizione si conclude dicendo che “in effetti è talvolta impossibile distinguere queste scie da altri tipi di nubi”. In questo modo si crea simbolicamente un legame tra due mondi paralleli: il segno dell’uomo diventa natura e si confonde con essa.
Nell’Atlante Internazionale si assiste quindi all’incontro tra il rigore scientifico e l’impossibilità di utilizzare terminologie estranee al familiare mondo terreno.
In Atmospheres Francesco Nonino cerca di mettere in relazione l’assoluto del cielo con i simboli della terra e del nostro vivere quotidiano: periferie, strade, case, luoghi più o meno affollati che ogni giorno abbiamo davanti agli occhi. E la fotografia è il suo strumento per convincere lo spettatore che ciò che vi è rappresentato esiste, è contingente e quindi “vero”.
Le fotografie in mostra sono analogiche (da negativo 35mm), ma stampate digitalmente (stampe giclée su carta Epson Archival Ultra Smooth, montate su alluminio), dimensione cm 100x135.
Francesco Nonino è nato a Udine nel 1960, vive e lavora a Modena.
Mostre personali recenti:
2009: Weber & Weber Contemporary Art, Torino;
2008: Galleria D406, Modena;
2007: Weber & Weber contemporary Art, Torino;
2006: My Gallery of Photography, New York.
08
maggio 2010
Francesco Nonino – Atmospheres
Dall'otto maggio al 04 giugno 2010
fotografia
Location
DELLA PINA ARTE CONTEPORANEA
Pietrasanta, Piazza Duomo, 11, (Lucca)
Pietrasanta, Piazza Duomo, 11, (Lucca)
Orario di apertura
Giovedì - Domenica dalle 16,00 alle 20,00
Vernissage
8 Maggio 2010, ore 18:30
Autore
Curatore