Ilaria Caruso e Alessandro Mignemi da tempo conducono le loro ricerche esprimendosi con linguaggi diversi e adottando strumenti diversi, tuttavia, entrambi indagano sul medesimo sog-getto:l'UOMO.
L'UOMO che, in questo momento storico, vive in una "terra di mezzo", sperimentando in se stesso aspirazioni interiori e necessità tecnologiche,
talora disumanizzanti.
Gli artisti non rifiutano nè l'uno nè l'altro aspetto del loro tempo, scegliendo di indagarne le diverse pulsioni attraverso un percorso emozionale, che è peculiarità umana.
Per Ilaria Caruso il vissuto emotivo conduce all'introspezione, diventando strumento di indagine interiore, ricerca dell'energia cosmica che attraversa i chakra del nostro corpo; ogni quadro, infatti, rappresenta uno di questi punti nodali e ne riporta le caratteristiche cromatiche.
Per Alessandro Mignemi è melanconia; l'umanizzazione della macchina è l'espressione di ciò che sarebbe l'uomo ridotto a pura sintesi numerica (DNA), deprivato dei ricordi, della coscienza e del sentimento, relegato in un mondo di passiva fissità.
Le opere di questi giovani artisti sono segno dei tempi, testimonianze di un momento storico a cui noi tutti apparteniamo.
Per comprenderle dobbiamo lasciare che ci affascinino, aprendoci ad un approccio emozionale e lasciando che sia il nostro vissuto emotivo ad avvicinarci all'opera d'arte.
Daria Musso