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Trame di luce
questa esposizione mette a confronto quattro protagonisti della scena contemporanea che con il proprio lavoro affrontano in maniera radicalmente diversa il tema della luce.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 13 aprile 2010, alle ore 18, in concomitanza con il Salone del Libro di Torino, Novalis
Contemporary Art inaugura “Trame di Luce”, a cura di Demetrio Paparoni. La mostra comprende
opere di Domenico Bianchi, Ross Bleckner, Doug e Mike Starn, Franz West. Accompagnata da un
catalogo, questa esposizione mette a confronto quattro protagonisti della scena contemporanea
che con il proprio lavoro affrontano in maniera radicalmente diversa il tema della luce.
Scrive Demetrio Paparoni nella sua introduzione in catalogo: « In pittura la luce è sempre stata
metafora di conoscenza e di spiritualità. È stata tale nella rappresentazione pittorica del passato e
tale è rimasta anche per quegli artisti che in epoca moderna si sono espressi attraverso fotografia
e video. La breve parentesi in cui la luce è stata sottratta a questa connotazione va dalla fine degli
anni cinquanta alla fine degli anni settanta e riguarda il lavoro degli artisti che a quell’epoca hanno
sostituito la rappresentazione dell’oggetto con la sua mera presentazione. In quell’ottica sono
stati considerati oggetti autoreferenziali anche tela e telaio, linee e stesure di colore. Bisogna far
dunque ricorso al concetto di tautologia caro all’espressionismo postpittorico, al concettualismo,
al minimalismo e a tutta l’arte che a queste tendenze si è rifatta, per vedere la luce privata delle
sue implicazioni religiose e simbolico-letterarie. Nel corso di questa breve parentesi l’uso di tubi al
neon, assemblati per ottenere sculture o modellati per scrivere frasi con le quali affermare
concetti filosofici, testimonia l’inquietudine di quella linea di pensiero modernista che ha
considerato (e che si attarda a considerare) il linguaggio uno strumento che per esprimere lo
spirito del tempo deve sempre inventare qualcosa di inedito. Ma proprio nella logica modernista
dell’arte che supera l’arte, quando all’inizio degli anni ottanta un gruppo di giovani artisti diede
l’avvio al versante artistico del Postmoderno – e tra questi Ross Bleckner, che a quella svolta ha
dato un contributo determinante – l’uso reiterato di scritte al neon venne percepito come il
tentativo nostalgico di mantenere forzatamente in vita il sistema teorizzato dalle cosiddette
avanguardie. Se nei decenni precedenti si era parlato di “ritorno all’ordine” in relazione alla pratica
della pittura figurativa, con l’avvento del Postmoderno quello stesso concetto lo si è riferito all’arte
di quei giovani che, caduti nella trappola dell’accademismo, perseveravano ancora negli anni
ottanta (e perseverano tutt’oggi) nel presentare scritte al neon sulle pareti delle gallerie.
La questione non riguarda la libertà dell’artista di oggi di concepire l’arte come linguaggio che
analizza se stesso, né quella di utilizzare segni che rimandano tautologicamente a se stessi: se
una lezione ci viene dal Postmoderno questa è che strumenti e linguaggi possono essere
decostruiti, ricostruiti e sovrapposti perché non ci sono linguaggi e strumenti che possono essere
considerati antitetici. È tuttavia innegabile che è con il pensiero postmoderno che in arte la luce si
riappropria delle sue valenze simbolico-letterarie. Il tema è connesso al ruolo che le avanguardie
hanno conferito al concetto di bellezza, alla convinzione cioé che l’arte nuova (nel senso in cui
l’hanno intesa le avanguardie) non debba essere interessata alla ricerca della bellezza, a torto da
molti considerata estranea a tutto il modernismo. Con il Postmoderno dunque, vera o
rappresentata che sia, laddove utilizzata con valenze simbolico-narrative, la luce torna a
manifestare un fascino misterioso, ad attrarre, a chiamarci a sé. »
NOVALIS CONTEMPORARY ART
Note biografiche sugli artisti in mostra.
• Domenico Bianchi è nato nel 1955. Vive e lavora a Roma. Dopo aver frequentato l’Accademia
di Belle Arti a Roma esordisce nel 1977 con una prima personale al Fine Arts Building di New
York. Nel corso degli anni ha tenuto numerose mostre personali: Galleria Swart Amsterdam; Yvon
Lambert, Parigi. Salvatore Ala; Milano New York. Gianenzo Sperone, Roma-New York; Lars
Bhoman, Stockholm; L.A. Louver, Los Angeles; Christian Stein, Torino-Milano; Thaddaeus Ropac,
Salisburgo, Gianni Giacobbi e Peilares, Palma de Mallorca. Nel 1989 il Museo di Rivoli gli dedica
una mostra, nel 1994 ha una sala nel Padiglione Italiano della 45° edizione Biennale di Venezia ed
espone alla Galleria Comunale Villa delle Rose Bologna e allo Stedelijk Museum di Amsterdam.
Nel 2003 espone al Macro di Roma e sue opere sono installate in modo permanente nella
Stazione Materdei della Metropolitana di Napoli. Nelle ultime tre decadi ha preso parte a
numerose mostre internazionali.
• Ross Bleckner nasce a New York e cresce a Hewlett, NY, un sobborgo di Long Island. Nel
1971 consegue il Bachelor of Arts (laurea in discipline umanistiche) alla New York University, nel
1973 ottiene un master in Belle Arti alla Cal Arts e successivamente insegna in numerose
università, tra le più prestigiose del paese. Nel 1995 il Solomon R. Guggenheim Museum propone
un'importante retrospettiva della sua opera, riunendo due decenni di personali ospitate presso i
maggiori centri d'arte internazionali come il MoMA di San Francisco, il Contemporary Arts
Museum, lo Stockholm Moderna Museet e il Carnegie Museum of Art. Le opere di Bleckner sono
inoltre presenti in celebri collezioni pubbliche di tutto il mondo, tra cui MoMA, MoCA, Astrup
Fearnley, Museo National Centro de Arte Reina Sofía e il Whitney Museum of American Art.
Bleckner non ha solo esercitato un profondo impatto sull'universo artistico newyorkese, ma ha
anche profuso un vivo impegno filantropico aiutando molte organizzazioni sociali a compiere il
loro importante lavoro. Per dieci anni Bleckner è stato presidente dell'AIDS Community Research
Initiative of America (ACRIA), una CBO non-profit per la ricerca sull'AIDS e per l'educazione al
trattamento della malattia. Di recente ha lavorato con l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga
e il Crimine (UNODC) nell’Uganda del Nord, per la riabilitazione e la raccolta di fondi in favore di
ex bambini soldato. Nel maggio 2009 Ross Bleckner è stato nominato Ambasciatore di buona
volontà delle Nazioni Unite. Vive a New York.
• Nati in New Jersey nel 1961, i gemelli monozigoti Doug e Mike Starn lavorano insieme e
sfidano ogni classificazione, combinando discipline tradizionalmente separate come la scultura, la
fotografia, la pittura, il video e l’istallazione. Il Metropolitan Museum of Art (New York) gli ha
commissionato un’istallazione concepita specificamente per l’Iris and B. Gerald Cantor Roof
Garden (Doug + Mike Starn on the Roof: Big Bambú, 2010). Nella primavera del 2009, il
programma dell’Arts for Transit del Metropolitan Transportation Authority di New York ha
inaugurarto “See it split, See it change”, primo incarico pubblico degli Starn. Il lavoro, che è
istallato permanentemente alla stazione della metropolitana di South Ferry, ha vinto il Brendan Gill
Prize. Il loro lavoro è stato esposto a livello internazionale ed è presente in collezioni pubbliche e
private in giro per il mondo. Le loro mostre personali includono Gravity of Light (2004, 2008),
Absorption + Transmission (2005, 2006), Behind Your Eye (2004), Absorption of Light (2001-
2003), Size of Earth (1997), Doug and Mike Starn: Retrospective (1996), Sphere of Influence
(1994), Marking Time; Doug and Mike Starn Photographs (1993), Doug and Mike Starn (1990-91),
NOVALIS CONTEMPORARY ART
Mike and Doug Starn: Selected Works 1985-87 (1988), The Christ Series (1988), The Whitney
Biennial (1987). Gli Starn sono beneficiari di due sovvenzioni del NEA, hanno vinto l’International
Center for Photography’s Infinity Award e altri premi. I due artisti vivono e lavorano nella zona di
New York.
• Franz West vive e lavora a Vienna, città dove è nato nel 1947. La sua carriera è iniziata intorno
alla metà degli anni Sessanta nel momento di massimo sviluppo del cosiddetto azionismo
viennese. Le sue prime opere, che includevano sculture, performance e collage, sono nate in
reazione a quel movimento. Nei primi anni Settanta West ha iniziato a realizzare una serie di
piccole sculture portatili chiamate Adaptives (Paßstücke). Questi lavori sono direttamente
collegati alle sue installazioni di mobili che trasformano le gallerie, i musei e gli spazi pubblici in
ambienti simili a salotti. Da oltre trent’anni l’artista espone nelle gallerie e nei musei di tutto il
mondo. Ha partecipato a importanti festival d’arte, tra cui Documenta IX (1992) e Documenta X
(1997) a Kassel; Sculpture Projects a Münster (1997) e la Biennale di Venezia (1988, 1993, 1997,
2003, 2007). La prima retrospettiva americana intitolata Franz West, To Build a House You Start
with the Roof: Work, 1972-2008 ha debuttato al Baltimore Museum of Art (2008) ed è stata poi
allestita al Los Angeles County Museum of Art (2009). Le opere di West sono state esposte alla
Gagosian Gallery di New York (2008), alla Gagosian Gallery di Londra (2006); alla Kunsthalle Wien
di Vienna (2003), alla Whitechapel Gallery di Londra (2003) e al Museo Nacional de Arte Reina
Sofía di Madrid (2001). Nel 1997 il Museum of Modern Art di New York ha organizzato una sua
personale.
Contemporary Art inaugura “Trame di Luce”, a cura di Demetrio Paparoni. La mostra comprende
opere di Domenico Bianchi, Ross Bleckner, Doug e Mike Starn, Franz West. Accompagnata da un
catalogo, questa esposizione mette a confronto quattro protagonisti della scena contemporanea
che con il proprio lavoro affrontano in maniera radicalmente diversa il tema della luce.
Scrive Demetrio Paparoni nella sua introduzione in catalogo: « In pittura la luce è sempre stata
metafora di conoscenza e di spiritualità. È stata tale nella rappresentazione pittorica del passato e
tale è rimasta anche per quegli artisti che in epoca moderna si sono espressi attraverso fotografia
e video. La breve parentesi in cui la luce è stata sottratta a questa connotazione va dalla fine degli
anni cinquanta alla fine degli anni settanta e riguarda il lavoro degli artisti che a quell’epoca hanno
sostituito la rappresentazione dell’oggetto con la sua mera presentazione. In quell’ottica sono
stati considerati oggetti autoreferenziali anche tela e telaio, linee e stesure di colore. Bisogna far
dunque ricorso al concetto di tautologia caro all’espressionismo postpittorico, al concettualismo,
al minimalismo e a tutta l’arte che a queste tendenze si è rifatta, per vedere la luce privata delle
sue implicazioni religiose e simbolico-letterarie. Nel corso di questa breve parentesi l’uso di tubi al
neon, assemblati per ottenere sculture o modellati per scrivere frasi con le quali affermare
concetti filosofici, testimonia l’inquietudine di quella linea di pensiero modernista che ha
considerato (e che si attarda a considerare) il linguaggio uno strumento che per esprimere lo
spirito del tempo deve sempre inventare qualcosa di inedito. Ma proprio nella logica modernista
dell’arte che supera l’arte, quando all’inizio degli anni ottanta un gruppo di giovani artisti diede
l’avvio al versante artistico del Postmoderno – e tra questi Ross Bleckner, che a quella svolta ha
dato un contributo determinante – l’uso reiterato di scritte al neon venne percepito come il
tentativo nostalgico di mantenere forzatamente in vita il sistema teorizzato dalle cosiddette
avanguardie. Se nei decenni precedenti si era parlato di “ritorno all’ordine” in relazione alla pratica
della pittura figurativa, con l’avvento del Postmoderno quello stesso concetto lo si è riferito all’arte
di quei giovani che, caduti nella trappola dell’accademismo, perseveravano ancora negli anni
ottanta (e perseverano tutt’oggi) nel presentare scritte al neon sulle pareti delle gallerie.
La questione non riguarda la libertà dell’artista di oggi di concepire l’arte come linguaggio che
analizza se stesso, né quella di utilizzare segni che rimandano tautologicamente a se stessi: se
una lezione ci viene dal Postmoderno questa è che strumenti e linguaggi possono essere
decostruiti, ricostruiti e sovrapposti perché non ci sono linguaggi e strumenti che possono essere
considerati antitetici. È tuttavia innegabile che è con il pensiero postmoderno che in arte la luce si
riappropria delle sue valenze simbolico-letterarie. Il tema è connesso al ruolo che le avanguardie
hanno conferito al concetto di bellezza, alla convinzione cioé che l’arte nuova (nel senso in cui
l’hanno intesa le avanguardie) non debba essere interessata alla ricerca della bellezza, a torto da
molti considerata estranea a tutto il modernismo. Con il Postmoderno dunque, vera o
rappresentata che sia, laddove utilizzata con valenze simbolico-narrative, la luce torna a
manifestare un fascino misterioso, ad attrarre, a chiamarci a sé. »
NOVALIS CONTEMPORARY ART
Note biografiche sugli artisti in mostra.
• Domenico Bianchi è nato nel 1955. Vive e lavora a Roma. Dopo aver frequentato l’Accademia
di Belle Arti a Roma esordisce nel 1977 con una prima personale al Fine Arts Building di New
York. Nel corso degli anni ha tenuto numerose mostre personali: Galleria Swart Amsterdam; Yvon
Lambert, Parigi. Salvatore Ala; Milano New York. Gianenzo Sperone, Roma-New York; Lars
Bhoman, Stockholm; L.A. Louver, Los Angeles; Christian Stein, Torino-Milano; Thaddaeus Ropac,
Salisburgo, Gianni Giacobbi e Peilares, Palma de Mallorca. Nel 1989 il Museo di Rivoli gli dedica
una mostra, nel 1994 ha una sala nel Padiglione Italiano della 45° edizione Biennale di Venezia ed
espone alla Galleria Comunale Villa delle Rose Bologna e allo Stedelijk Museum di Amsterdam.
Nel 2003 espone al Macro di Roma e sue opere sono installate in modo permanente nella
Stazione Materdei della Metropolitana di Napoli. Nelle ultime tre decadi ha preso parte a
numerose mostre internazionali.
• Ross Bleckner nasce a New York e cresce a Hewlett, NY, un sobborgo di Long Island. Nel
1971 consegue il Bachelor of Arts (laurea in discipline umanistiche) alla New York University, nel
1973 ottiene un master in Belle Arti alla Cal Arts e successivamente insegna in numerose
università, tra le più prestigiose del paese. Nel 1995 il Solomon R. Guggenheim Museum propone
un'importante retrospettiva della sua opera, riunendo due decenni di personali ospitate presso i
maggiori centri d'arte internazionali come il MoMA di San Francisco, il Contemporary Arts
Museum, lo Stockholm Moderna Museet e il Carnegie Museum of Art. Le opere di Bleckner sono
inoltre presenti in celebri collezioni pubbliche di tutto il mondo, tra cui MoMA, MoCA, Astrup
Fearnley, Museo National Centro de Arte Reina Sofía e il Whitney Museum of American Art.
Bleckner non ha solo esercitato un profondo impatto sull'universo artistico newyorkese, ma ha
anche profuso un vivo impegno filantropico aiutando molte organizzazioni sociali a compiere il
loro importante lavoro. Per dieci anni Bleckner è stato presidente dell'AIDS Community Research
Initiative of America (ACRIA), una CBO non-profit per la ricerca sull'AIDS e per l'educazione al
trattamento della malattia. Di recente ha lavorato con l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga
e il Crimine (UNODC) nell’Uganda del Nord, per la riabilitazione e la raccolta di fondi in favore di
ex bambini soldato. Nel maggio 2009 Ross Bleckner è stato nominato Ambasciatore di buona
volontà delle Nazioni Unite. Vive a New York.
• Nati in New Jersey nel 1961, i gemelli monozigoti Doug e Mike Starn lavorano insieme e
sfidano ogni classificazione, combinando discipline tradizionalmente separate come la scultura, la
fotografia, la pittura, il video e l’istallazione. Il Metropolitan Museum of Art (New York) gli ha
commissionato un’istallazione concepita specificamente per l’Iris and B. Gerald Cantor Roof
Garden (Doug + Mike Starn on the Roof: Big Bambú, 2010). Nella primavera del 2009, il
programma dell’Arts for Transit del Metropolitan Transportation Authority di New York ha
inaugurarto “See it split, See it change”, primo incarico pubblico degli Starn. Il lavoro, che è
istallato permanentemente alla stazione della metropolitana di South Ferry, ha vinto il Brendan Gill
Prize. Il loro lavoro è stato esposto a livello internazionale ed è presente in collezioni pubbliche e
private in giro per il mondo. Le loro mostre personali includono Gravity of Light (2004, 2008),
Absorption + Transmission (2005, 2006), Behind Your Eye (2004), Absorption of Light (2001-
2003), Size of Earth (1997), Doug and Mike Starn: Retrospective (1996), Sphere of Influence
(1994), Marking Time; Doug and Mike Starn Photographs (1993), Doug and Mike Starn (1990-91),
NOVALIS CONTEMPORARY ART
Mike and Doug Starn: Selected Works 1985-87 (1988), The Christ Series (1988), The Whitney
Biennial (1987). Gli Starn sono beneficiari di due sovvenzioni del NEA, hanno vinto l’International
Center for Photography’s Infinity Award e altri premi. I due artisti vivono e lavorano nella zona di
New York.
• Franz West vive e lavora a Vienna, città dove è nato nel 1947. La sua carriera è iniziata intorno
alla metà degli anni Sessanta nel momento di massimo sviluppo del cosiddetto azionismo
viennese. Le sue prime opere, che includevano sculture, performance e collage, sono nate in
reazione a quel movimento. Nei primi anni Settanta West ha iniziato a realizzare una serie di
piccole sculture portatili chiamate Adaptives (Paßstücke). Questi lavori sono direttamente
collegati alle sue installazioni di mobili che trasformano le gallerie, i musei e gli spazi pubblici in
ambienti simili a salotti. Da oltre trent’anni l’artista espone nelle gallerie e nei musei di tutto il
mondo. Ha partecipato a importanti festival d’arte, tra cui Documenta IX (1992) e Documenta X
(1997) a Kassel; Sculpture Projects a Münster (1997) e la Biennale di Venezia (1988, 1993, 1997,
2003, 2007). La prima retrospettiva americana intitolata Franz West, To Build a House You Start
with the Roof: Work, 1972-2008 ha debuttato al Baltimore Museum of Art (2008) ed è stata poi
allestita al Los Angeles County Museum of Art (2009). Le opere di West sono state esposte alla
Gagosian Gallery di New York (2008), alla Gagosian Gallery di Londra (2006); alla Kunsthalle Wien
di Vienna (2003), alla Whitechapel Gallery di Londra (2003) e al Museo Nacional de Arte Reina
Sofía di Madrid (2001). Nel 1997 il Museum of Modern Art di New York ha organizzato una sua
personale.
13
maggio 2010
Trame di luce
Dal 13 maggio al 16 luglio 2010
arte contemporanea
Location
NOVALIS CONTEMPORARY ART
Torino, Via Carlo Alberto, 49/51, (Torino)
Torino, Via Carlo Alberto, 49/51, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato 11-19 - lunedì su appuntamento
Vernissage
13 Maggio 2010, ore 18
Autore
Curatore