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Joan Miró – Ubu Roi
La celebre opera teatrale Ubu Roi di Alfred Jarry, raccontata in tredici litografie a colori realizzate nel 1966 e firmate da uno dei geni dell’arte del ‘900, Joan Miró (Barcellona 1893 – Palma di Maiorca 1983), saranno esposte per la prima volta in Sardegna nel centro multimediale Arca del Tempo a Settimo San Pietro
Comunicato stampa
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La celebre opera teatrale Ubu Roi di Alfred Jarry, raccontata in tredici litografie a colori realizzate nel 1966 e firmate da uno dei geni dell’arte del ‘900, Joan Miró (Barcellona 1893 – Palma di Maiorca 1983), saranno esposte per la prima volta in Sardegna nel centro multimediale Arca del Tempo a Settimo San Pietro dal 23 aprile al 26 settembre.
La mostra, realizzata con il sostegno dell’amministrazione comunale di Settimo, è organizzata dal Consorzio Camù, dalla cui collezione d’arte provengono le opere esposte, e sarà inaugurata venerdì 23 aprile alle ore 18 alla presenza del Sindaco di Settimo Costantino Palmas e di Fabrizio Frongia Presidente del Consorzio Camù.
UBU ROI
Ubu Roi è una serie composta da 13 litografie a colori, edita a Parigi da Tériade in 204 esemplari e stampata il 29 aprile 1966 dall'Imprimerie Nationale di Parigi per il testo e dalla tipografia e dall’Atelier Mourlot di Parigi per le litografie.
Il lavoro di Miró è ispirato all’omonima opera teatrale di Alfred Jarry che fu rappresentata per la prima volta a Parigi il 10 dicembre 1896 destando da subito un enorme scandalo. L’Ubu Re è considerata infatti l’opera precorritrice del movimento surrealista e del teatro dell'assurdo e Jarry vi mescola provocazione, farsa, parodia e umorismo crasso e sbracato.
Padre Ubu, personaggio grottesco che rappresenta la caricatura di ogni abiezione umana, istigato dalla moglie Madre Ubu, organizza una congiura per spodestare Re Venceslao e prenderne il posto. La Rivoluzione riesce ed Ubu si insedia sul trono. Ben presto il nuovo sovrano si rivela dispotico, violento e meschino seminando il terrore fra la popolazione. Scoppia una guerra e Padre Ubu deve guidare il suo esercito contro il nemico. Ma Bugrelao, figlio di Venceslao, fuggito al golpe, approfittando di Padre Ubu si insedia sul trono e caccia l’usurpatore.
L’ARTE DI MIRO’
La fonte d’ispirazione primaria di Joan Miró è sicuramente la Catalogna, sua terra d’origine, e che è particolarmente evidente nella prima fase del suo percorso artistico. Trasferitosi a Parigi nel 1919 Mirò frequenta ambienti dadaisti e conosce Picasso e Tzara. Divenuto successivamente molto amico di Andrè Masson, entra in contatto con i letterati del nascente Surrealismo, come Antonin Artaud, Paul Eluard ed altri. La sua pittura si allontana da ogni tentativo di rappresentazione e arriva ad un astrattismo lirico fatto di calcolatissimi segni grafici che traducono impulsi dell’inconscio e della memoria. Nascono così opere come il celebre Carnevale di Arlecchino. Con lo scoppio della guerra civile spagnola, nel 1936, la sua produzione si fa più cupa e meno monumentale. Di questi anni sono i guazzi delle serie delle Costellazioni che rappresentano un ulteriore approfondimento del processo di decostruzione al quale l’artista sottopone il sistema scritturale da lui stesso creato, le figure sono dilatate e galleggianti, il segno è appena un filo.
Gli anni successivi sono caratterizzati da numerose retrospettive e riconoscimenti; trasferitosi a Palma di Maiorca intensifica infatti i rapporti con gli Stati Uniti, con il Giappone e con l’Italia.
Muore nel 1983 a Palma di Maiorca mentre gli vengono tributati numerosi omaggi in tutto il mondo.
Nella maggior parte della produzione grafica del maestro catalano è fuor di dubbio che il procedimento ‘pittorico’ utilizzato abbia molte affinità con la tecnica e il linguaggio di artisti come Dubuffet (la materia-colore), o Hartung (il segno), o addirittura Kline (la pennellata-gesto); è chiaro che la tensione e la ricerca di Miró non debbano essere interpretate come semplici moti dall’interno, ma anche come risultanti dalla sua grande capacità di rinnovarsi e rigenerarsi alla luce di una visione globale dell’arte. Un’arte vissuta con straordinaria curiosità e con una versatilità in grado di fornire strumenti sempre attuali, motivi d’indagine mai anacronistici con risultati spesso anche anticipatori.
La mostra, realizzata con il sostegno dell’amministrazione comunale di Settimo, è organizzata dal Consorzio Camù, dalla cui collezione d’arte provengono le opere esposte, e sarà inaugurata venerdì 23 aprile alle ore 18 alla presenza del Sindaco di Settimo Costantino Palmas e di Fabrizio Frongia Presidente del Consorzio Camù.
UBU ROI
Ubu Roi è una serie composta da 13 litografie a colori, edita a Parigi da Tériade in 204 esemplari e stampata il 29 aprile 1966 dall'Imprimerie Nationale di Parigi per il testo e dalla tipografia e dall’Atelier Mourlot di Parigi per le litografie.
Il lavoro di Miró è ispirato all’omonima opera teatrale di Alfred Jarry che fu rappresentata per la prima volta a Parigi il 10 dicembre 1896 destando da subito un enorme scandalo. L’Ubu Re è considerata infatti l’opera precorritrice del movimento surrealista e del teatro dell'assurdo e Jarry vi mescola provocazione, farsa, parodia e umorismo crasso e sbracato.
Padre Ubu, personaggio grottesco che rappresenta la caricatura di ogni abiezione umana, istigato dalla moglie Madre Ubu, organizza una congiura per spodestare Re Venceslao e prenderne il posto. La Rivoluzione riesce ed Ubu si insedia sul trono. Ben presto il nuovo sovrano si rivela dispotico, violento e meschino seminando il terrore fra la popolazione. Scoppia una guerra e Padre Ubu deve guidare il suo esercito contro il nemico. Ma Bugrelao, figlio di Venceslao, fuggito al golpe, approfittando di Padre Ubu si insedia sul trono e caccia l’usurpatore.
L’ARTE DI MIRO’
La fonte d’ispirazione primaria di Joan Miró è sicuramente la Catalogna, sua terra d’origine, e che è particolarmente evidente nella prima fase del suo percorso artistico. Trasferitosi a Parigi nel 1919 Mirò frequenta ambienti dadaisti e conosce Picasso e Tzara. Divenuto successivamente molto amico di Andrè Masson, entra in contatto con i letterati del nascente Surrealismo, come Antonin Artaud, Paul Eluard ed altri. La sua pittura si allontana da ogni tentativo di rappresentazione e arriva ad un astrattismo lirico fatto di calcolatissimi segni grafici che traducono impulsi dell’inconscio e della memoria. Nascono così opere come il celebre Carnevale di Arlecchino. Con lo scoppio della guerra civile spagnola, nel 1936, la sua produzione si fa più cupa e meno monumentale. Di questi anni sono i guazzi delle serie delle Costellazioni che rappresentano un ulteriore approfondimento del processo di decostruzione al quale l’artista sottopone il sistema scritturale da lui stesso creato, le figure sono dilatate e galleggianti, il segno è appena un filo.
Gli anni successivi sono caratterizzati da numerose retrospettive e riconoscimenti; trasferitosi a Palma di Maiorca intensifica infatti i rapporti con gli Stati Uniti, con il Giappone e con l’Italia.
Muore nel 1983 a Palma di Maiorca mentre gli vengono tributati numerosi omaggi in tutto il mondo.
Nella maggior parte della produzione grafica del maestro catalano è fuor di dubbio che il procedimento ‘pittorico’ utilizzato abbia molte affinità con la tecnica e il linguaggio di artisti come Dubuffet (la materia-colore), o Hartung (il segno), o addirittura Kline (la pennellata-gesto); è chiaro che la tensione e la ricerca di Miró non debbano essere interpretate come semplici moti dall’interno, ma anche come risultanti dalla sua grande capacità di rinnovarsi e rigenerarsi alla luce di una visione globale dell’arte. Un’arte vissuta con straordinaria curiosità e con una versatilità in grado di fornire strumenti sempre attuali, motivi d’indagine mai anacronistici con risultati spesso anche anticipatori.
23
aprile 2010
Joan Miró – Ubu Roi
Dal 23 aprile al 26 settembre 2010
disegno e grafica
Location
ARCA DEL TEMPO
Settimo San Pietro, Via L. Alagon, 36, (Cagliari)
Settimo San Pietro, Via L. Alagon, 36, (Cagliari)
Vernissage
23 Aprile 2010, ore 18
Ufficio stampa
CONSORZIO CAMU'
Autore