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Il vuoto e le forme 2010 – Metropoli. Antimetropoli
2. Esposizione Internazionale di Sculture, Installazioni e Dipinti
Comunicato stampa
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Di nuovo la città dove sono nata apre le porte a un evento di portata internazionale, questa volta dedicato a un tema che coinvolge qualunque persona abiti la terra. Metropoli//Antimetropoli dice in 14 voci il bene e il male, le speranze e le sconfitte, i sogni e i disinganni, le storie e le leggende, le realtà e le invenzioni del nostro mondo inquieto. I palazzi antichi Pretorio e Pestalozzi, gli spazi solenni dell’ex Convento dei Cappuccini, la piccola silenziosa chiesa adiacente, i meravigliosi e fiabeschi giardini di Palazzo Vertemate saranno per un mese il luogo deputato a raccontare cosa siano le città in cui viviamo, come e se il villaggio globale ci abbia per sempre catturati, quali certezze vorremmo salvare del nostro passato, quanti animali porteremmo su un’ipotetica arca del futuro prossimo e quali linguaggi abbiamo ancora voglia di parlare e di ascoltare. Perché l’arte sa suggerire e gridare, ricordare e inventare, spaventare e divertire.
Metropoli//Antimetropoli è una mostra pensata per chi abbia voglia di interrogarsi su ciò che siamo e ciò che ci (a)spetta.
Anna Caterina Bellati
TESTO CRITICO
Barbecoq, regista di filmati istituzionali, sociali e aziendali che gli sono valsi riconoscimenti in Italia e all’estero, più volte Finalist Award al Festival di New York (1996-; 2001; 2002) e Special Star al Premio Tecnico della Pubblicità Italiana (2000; 2002; 2003), da tempo si dedica alla fotografia risolta in chiave concettuale. A Chiavenna presenta alcune tavole su New York dall’emblematico titolo Blue Note. Della Grande Mela l’artista nato a il Cairo propone una lettura affascinante di linee verticali e spezzate filtrate attraverso la musica jazz. Da guardare nel refettorio dell’ex Convento dei Cappuccini.
Cristian Biasci partecipa alla manifestazione con un Trittico di grande impatto visivo che tocca le corde più segrete dell’osservatore. Collocato nella Chiesa dei Cappuccini spande il suo rosso sangue nel vuoto silenzioso. Un grido di colore, mentre il bianco di Carrara delle sculture allestite nel giardino all’italiana di Palazzo Vertemate con sapienza riprende il tema antico di un’arte scultorea che ha il compito di coagulare la luce suggerendo l’eternità del tempo e la caducità delle cose.
L’Incontro o la Scultura mancata di Rolf Bienentreu interrompe il sentiero delle rose nel meleto di Palazzo Vertemate. Due amici si sono ritrovati su un’ideale piattaforma in bianco di Carrara e si sono abbracciati così forte da mescolare il proprio sangue che è colato fino a sporcare la pietra in modo indelebile. Macchiando il marmo, questa traccia di vernice rossa ha impedito alla scultura di venire al mondo. Resta solo il ricordo di un incontro, come testimonia il video proiettato su una facciata del palazzo. La vita arriva e, prima di essere immortalata nel blocco da scolpire, se ne va.
Il circo magico di Stefano Bombardieri approda in piazza Bertacchi, nei giardini di Palazzo Vertemate e nella sala affrescata di Palazzo Pretorio. Le balene, i rinoceronti, gli elefanti, gli ippopotami e i gorilla di montagna che lo scultore bresciano costruisce con grande pazienza raccontano una brutta storia, quella del loro scontro con gli uomini che da sempre li hanno cacciati e sconfitti fino a ridurli a un pugno di sopravvissuti. Poetico e impressionante, malinconico e senza speranza, questo bestiario in estinzione dice la ridicola, interminabile e volgare violenza della nostra razza.
Le Trasparenze di Rossana Gallo parlano di sentimenti contrastanti, la rabbia, il dolore, la gioia, l’attesa, la malinconia, l’amore. Come una moderna Penelope, l’artista veneta adopera fili di diversa natura e colore per tessere storie che riguardano chiunque. Ingabbiati nel plexiglass le garze, le lane, le corde, i nastri metallici dorati o argentei assumono una valenza concettuale e nel loro andare e tornare attorno a una conocchia immaginaria lasciano intravvedere brandelli di vite vissute. In forma di quadri, tavoli, sculture monocrome nel refettorio dell’ex Convento dei Cappuccini.
Paola Giordano prosegue la sua ricerca sul caos metropolitano che coinvolge uomini, auto, case, strade, alberi, pensieri, preoccupazioni, impegni, traffico, colori, suoni, meraviglie e disperazioni della nostra vita. Le sue installazioni realizzate con acrilici e materiali industriali di scarto, puntano il dito contro la disgregazione sociale e la perdita di valori del nostro tempo. La radicale semplificazione della forma e l’uso del colore forte e senza compromessi caratterizzano anche i lavori che l’artista di New Bedford (Massachusetts-USA) presenta nelle sale di Palazzo Pretorio.
Margherita Leoni è una pittrice naturalista che si muove nella foresta amazzonica per salvare nei suoi acquarelli le specie rare di una natura incontaminata a rischio di distruzione. L’artista bergamasca che ha scelto di vivere in Brasile, dopo aver lavorato dal vero dilata a computer questi reperti delicati e perfetti trasferendone l’intatta fragranza su alluminio (alubond). Nel magnifico chiostro coperto dell’ex Convento dei Cappuccini le sue composizioni brillano di luce propria e rappresentano un’antimetropoli meravigliosa che ancora resiste alla barbarie degli uomini.
Giuseppe Linardi lavora sulla percezione. Se ci si avvicina alle sue tele frammentate in un caleidoscopio di colori lo sguardo è ingoiato dalla voragine della pittura. A distanza la composizione prende fiato e forma. Sono scenari umani dell’urbanizzazione contemporanea o animali grandiosi collocati nel loro ambiente naturale. L’artista toscano ripropone la scoperta impressionista della macchia che ricompone il mondo ma filtrata attraverso le nuove tecniche della figurazione. Le sue composizioni di grande respiro trovano posto nel chiostro e nel refettorio dell’ex Convento dei Cappuccini.
Mario Loprete si muove nel mondo sonoro dell’hip hop. Per i giovani cresciuti fra le pieghe di una cultura sbocciata nei ghetti delle metropoli americane e poi emigrata in ogni capitale del pianeta, la città è sia spazio vitale che luogo di espressione. Dei bad boys l’artista di Catanzaro ha studiato ogni mossa, come si vestono, cosa mangiano, dove si incontrano, quali siano le loro speranze. Trasferiti nel refettorio dell’ex Convento dei Cappuccini, furoreggiano da cartelloni pubblicitari giganteschi e proprio da questo palcoscenico si fanno beffe del villaggio globale.
Le metropoli sognanti di Ciro Palumbo mescolano surrealismo e iperrealismo. In un mare di stelle, nebulose, pianeti, palloni a righe che qualche bambino ha calciato troppo lontano, case coloratissime con aperture-pertugi verso un interno di ricordi, sapori, odori dell’infanzia, navigano personaggi inquieti, citazioni classiche, reperti antichi e omaggi al mondo allegorico dechirichiano. Nelle sale di Palazzo Pretorio questo artista rigoroso ma divertente porta uno spaccato di città fantastiche del presente-passato-futuro.
I personaggi che Mello Witkowsky Pinto realizza in bucchero sono gli abitatori della medesima foresta per cui combatte Margherita Leoni. Di questi bambini e dei loro genitori l’artista brasiliano racconta la vita quotidiana semplice e in armonia con la natura. Che vivano felici si coglie dai sorrisi e dagli occhi di una espressività impressionante. Portano a Chiavenna nel refettorio dell’ex Convento dei Cappuccini e nel chiostro coperto uno sguardo sulla terra a noi sconosciuto, dicendo di riti e modi di vita pacati e fluidi, come lento e immutato è il trascorrere delle stagioni.
Per la 2. edizione di Il vuoto e le forme Fulvia Zambon rilegge la tragedia delle torri gemelle e nelle sale di Palazzo Pretorio offre al visitatore uno spaccato newyorkese dove i personaggi ritratti fuggono in preda al terrore. Nel cielo plumbeo non c’è traccia di pietà, l’unica cosa cui aggrapparsi è chiedere aiuto a Dio. L’artista torinese che da anni vive negli USA, con la lucidità e il mestiere che caratterizzano la sua pittura sottolinea il disagio dell’uomo qualunque ingabbiato in una società ostile dove tutti siamo stranieri gli uni agli altri. Save Domino.
Edegildo Zava, artista multimediale, si serve delle più moderne tecniche visive per esprimere la sua lettura della contemporaneità. A Chiavenna, con un video e alcune sperimentazioni fotografiche (stampate lambda su dibond e plexiglass) presentati nelle sale di Palazzo Pretorio, offre allo spettatore una lucida analisi di una giornata qualunque vissuta da lavoratori pendolari braccati dal tempo e dai ritardi dei mezzi pubblici. Volti distorti dalla tensione, corpi gettati nel traffico simili a fantasmi che si liquefanno nell’aria. Ansia, tensione, zero sogni.
Susi Zucchi porta a Chiavenna alcuni lavori incentrati sul tema della femminilità che l’artista di Carpi indaga in ogni sua sfaccettatura. I colori sono il bianco, il rosso, il blu. Pizzi e merletti di altri tempi vengono incastonati su tele e tavole insieme a vetri, sassi, coralli, turchesi e corniole. Nel refettorio dell’ex Convento dei Cappuccini si possono ammirare le sue storie costruite attorno all’idea che le donne siano le depositarie della continuità del mondo ma spesso, per difendersi, il loro cuore deve vestirsi di una corazza di pietre.
Metropoli//Antimetropoli è una mostra pensata per chi abbia voglia di interrogarsi su ciò che siamo e ciò che ci (a)spetta.
Anna Caterina Bellati
TESTO CRITICO
Barbecoq, regista di filmati istituzionali, sociali e aziendali che gli sono valsi riconoscimenti in Italia e all’estero, più volte Finalist Award al Festival di New York (1996-; 2001; 2002) e Special Star al Premio Tecnico della Pubblicità Italiana (2000; 2002; 2003), da tempo si dedica alla fotografia risolta in chiave concettuale. A Chiavenna presenta alcune tavole su New York dall’emblematico titolo Blue Note. Della Grande Mela l’artista nato a il Cairo propone una lettura affascinante di linee verticali e spezzate filtrate attraverso la musica jazz. Da guardare nel refettorio dell’ex Convento dei Cappuccini.
Cristian Biasci partecipa alla manifestazione con un Trittico di grande impatto visivo che tocca le corde più segrete dell’osservatore. Collocato nella Chiesa dei Cappuccini spande il suo rosso sangue nel vuoto silenzioso. Un grido di colore, mentre il bianco di Carrara delle sculture allestite nel giardino all’italiana di Palazzo Vertemate con sapienza riprende il tema antico di un’arte scultorea che ha il compito di coagulare la luce suggerendo l’eternità del tempo e la caducità delle cose.
L’Incontro o la Scultura mancata di Rolf Bienentreu interrompe il sentiero delle rose nel meleto di Palazzo Vertemate. Due amici si sono ritrovati su un’ideale piattaforma in bianco di Carrara e si sono abbracciati così forte da mescolare il proprio sangue che è colato fino a sporcare la pietra in modo indelebile. Macchiando il marmo, questa traccia di vernice rossa ha impedito alla scultura di venire al mondo. Resta solo il ricordo di un incontro, come testimonia il video proiettato su una facciata del palazzo. La vita arriva e, prima di essere immortalata nel blocco da scolpire, se ne va.
Il circo magico di Stefano Bombardieri approda in piazza Bertacchi, nei giardini di Palazzo Vertemate e nella sala affrescata di Palazzo Pretorio. Le balene, i rinoceronti, gli elefanti, gli ippopotami e i gorilla di montagna che lo scultore bresciano costruisce con grande pazienza raccontano una brutta storia, quella del loro scontro con gli uomini che da sempre li hanno cacciati e sconfitti fino a ridurli a un pugno di sopravvissuti. Poetico e impressionante, malinconico e senza speranza, questo bestiario in estinzione dice la ridicola, interminabile e volgare violenza della nostra razza.
Le Trasparenze di Rossana Gallo parlano di sentimenti contrastanti, la rabbia, il dolore, la gioia, l’attesa, la malinconia, l’amore. Come una moderna Penelope, l’artista veneta adopera fili di diversa natura e colore per tessere storie che riguardano chiunque. Ingabbiati nel plexiglass le garze, le lane, le corde, i nastri metallici dorati o argentei assumono una valenza concettuale e nel loro andare e tornare attorno a una conocchia immaginaria lasciano intravvedere brandelli di vite vissute. In forma di quadri, tavoli, sculture monocrome nel refettorio dell’ex Convento dei Cappuccini.
Paola Giordano prosegue la sua ricerca sul caos metropolitano che coinvolge uomini, auto, case, strade, alberi, pensieri, preoccupazioni, impegni, traffico, colori, suoni, meraviglie e disperazioni della nostra vita. Le sue installazioni realizzate con acrilici e materiali industriali di scarto, puntano il dito contro la disgregazione sociale e la perdita di valori del nostro tempo. La radicale semplificazione della forma e l’uso del colore forte e senza compromessi caratterizzano anche i lavori che l’artista di New Bedford (Massachusetts-USA) presenta nelle sale di Palazzo Pretorio.
Margherita Leoni è una pittrice naturalista che si muove nella foresta amazzonica per salvare nei suoi acquarelli le specie rare di una natura incontaminata a rischio di distruzione. L’artista bergamasca che ha scelto di vivere in Brasile, dopo aver lavorato dal vero dilata a computer questi reperti delicati e perfetti trasferendone l’intatta fragranza su alluminio (alubond). Nel magnifico chiostro coperto dell’ex Convento dei Cappuccini le sue composizioni brillano di luce propria e rappresentano un’antimetropoli meravigliosa che ancora resiste alla barbarie degli uomini.
Giuseppe Linardi lavora sulla percezione. Se ci si avvicina alle sue tele frammentate in un caleidoscopio di colori lo sguardo è ingoiato dalla voragine della pittura. A distanza la composizione prende fiato e forma. Sono scenari umani dell’urbanizzazione contemporanea o animali grandiosi collocati nel loro ambiente naturale. L’artista toscano ripropone la scoperta impressionista della macchia che ricompone il mondo ma filtrata attraverso le nuove tecniche della figurazione. Le sue composizioni di grande respiro trovano posto nel chiostro e nel refettorio dell’ex Convento dei Cappuccini.
Mario Loprete si muove nel mondo sonoro dell’hip hop. Per i giovani cresciuti fra le pieghe di una cultura sbocciata nei ghetti delle metropoli americane e poi emigrata in ogni capitale del pianeta, la città è sia spazio vitale che luogo di espressione. Dei bad boys l’artista di Catanzaro ha studiato ogni mossa, come si vestono, cosa mangiano, dove si incontrano, quali siano le loro speranze. Trasferiti nel refettorio dell’ex Convento dei Cappuccini, furoreggiano da cartelloni pubblicitari giganteschi e proprio da questo palcoscenico si fanno beffe del villaggio globale.
Le metropoli sognanti di Ciro Palumbo mescolano surrealismo e iperrealismo. In un mare di stelle, nebulose, pianeti, palloni a righe che qualche bambino ha calciato troppo lontano, case coloratissime con aperture-pertugi verso un interno di ricordi, sapori, odori dell’infanzia, navigano personaggi inquieti, citazioni classiche, reperti antichi e omaggi al mondo allegorico dechirichiano. Nelle sale di Palazzo Pretorio questo artista rigoroso ma divertente porta uno spaccato di città fantastiche del presente-passato-futuro.
I personaggi che Mello Witkowsky Pinto realizza in bucchero sono gli abitatori della medesima foresta per cui combatte Margherita Leoni. Di questi bambini e dei loro genitori l’artista brasiliano racconta la vita quotidiana semplice e in armonia con la natura. Che vivano felici si coglie dai sorrisi e dagli occhi di una espressività impressionante. Portano a Chiavenna nel refettorio dell’ex Convento dei Cappuccini e nel chiostro coperto uno sguardo sulla terra a noi sconosciuto, dicendo di riti e modi di vita pacati e fluidi, come lento e immutato è il trascorrere delle stagioni.
Per la 2. edizione di Il vuoto e le forme Fulvia Zambon rilegge la tragedia delle torri gemelle e nelle sale di Palazzo Pretorio offre al visitatore uno spaccato newyorkese dove i personaggi ritratti fuggono in preda al terrore. Nel cielo plumbeo non c’è traccia di pietà, l’unica cosa cui aggrapparsi è chiedere aiuto a Dio. L’artista torinese che da anni vive negli USA, con la lucidità e il mestiere che caratterizzano la sua pittura sottolinea il disagio dell’uomo qualunque ingabbiato in una società ostile dove tutti siamo stranieri gli uni agli altri. Save Domino.
Edegildo Zava, artista multimediale, si serve delle più moderne tecniche visive per esprimere la sua lettura della contemporaneità. A Chiavenna, con un video e alcune sperimentazioni fotografiche (stampate lambda su dibond e plexiglass) presentati nelle sale di Palazzo Pretorio, offre allo spettatore una lucida analisi di una giornata qualunque vissuta da lavoratori pendolari braccati dal tempo e dai ritardi dei mezzi pubblici. Volti distorti dalla tensione, corpi gettati nel traffico simili a fantasmi che si liquefanno nell’aria. Ansia, tensione, zero sogni.
Susi Zucchi porta a Chiavenna alcuni lavori incentrati sul tema della femminilità che l’artista di Carpi indaga in ogni sua sfaccettatura. I colori sono il bianco, il rosso, il blu. Pizzi e merletti di altri tempi vengono incastonati su tele e tavole insieme a vetri, sassi, coralli, turchesi e corniole. Nel refettorio dell’ex Convento dei Cappuccini si possono ammirare le sue storie costruite attorno all’idea che le donne siano le depositarie della continuità del mondo ma spesso, per difendersi, il loro cuore deve vestirsi di una corazza di pietre.
17
aprile 2010
Il vuoto e le forme 2010 – Metropoli. Antimetropoli
Dal 17 aprile al 09 maggio 2010
arte contemporanea
Location
PALAZZO PRETORIO
Chiavenna, Piazza San Pietro, (Sondrio)
Chiavenna, Piazza San Pietro, (Sondrio)
Orario di apertura
martedì mercoledì venerdì
10-12; 16-19
giovedì
16-22
sabato e domenica
10-12; 15-19
Lunedì chiusura
Vernissage
17 Aprile 2010, ore 17
Editore
BELLATI EDITORE
Autore
Curatore