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Dalla figurazione alla libera astrazione
rassegna di opere contemporanee
Comunicato stampa
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Roma- venerdì 9 aprile alle ore 18, presso la galleria “Cassiopea”, si inaugura la rassegna d’arte “DALLA FIGURAZIONE ALLA LIBERA ASTRAZIONE”, nell’ambito della quale sarà premiato, per le sue qualità morali e capacità artistiche, il maestro di fama internazionale, lo scultore SILVIO AMELIO, esponente significativo dell’UNIPAX (Unione mondiale x la pace), il quale sarà presente con una serie di sculture emblemetiche del suo “fare arte”, quale “Dualità Esistenziale” dedicata a Mandela .
Sotto il titolo “DALLA FIGURAZIONE ALLA LIBERA ASTRAZIONE” figurano Artisti che con la loro attività sono interpreti, ciascuno a suo modo, delle diverse sintassi formali che vanno sotto il termine”FIGURAZIONE”, quando include sia autori di tipo classico, rappresentativi di particolari rivisitazioni della realtà naturale, improntate a uno spiccato gusto descrittivo, sia Artisti capaci di raffigurazioni più fantastiche, a volte visionarie, ma sempre legate al “vero”.
Anche la sezione della “LIBERA ASTRAZIONE include tipologie espressive diversificate ma si tratta o di Artisti che trovano la loro ragione nella riflessione sulla specificità della ricerca formale e della percezione visiva, o di Autori che tendono alla rifondazione del loro campo d’azione, riformulando le fondamenta sintattiche del linguaggio visivo, innescando un processo di sempre più radicale semplificazione e scomposizione delle forme.
Evaldo Amatizi, come sempre estraneo a qualsiasi tipo di formalismo estetico, espone una serie di opere di grande suggestione, proprio per la qualità delle sue scelte formali e contenutistiche.
Alvaro Caponi, dotato di perizia tecnica e capacità introspettiva, formalizza una sintassi formale di configurazione astratta-materica, dalla quale emerge il gusto dell’”avventura pittorica”, oltre i limiti della forma.
Giorgio Chiogna espone una serie di “scatti” finalizzati all’esplorazione delle infinite potenzialità della comunicazione fotografica, puntando non tanto sulle tematiche quanto sulla “tecnè”che in greco significa “arte”.
Con Vittorio del Prato si entra nell’ambito di una figurazione altamente personalizzata, lontana dal semplice riproponimento della realtà, ad espressione di una paesaggistica “del profondo”, quale vera indagine introspettiva.
Ceasare Di Caro è presente con una teoria di opere legate al “vero profondo”, una sorta di ricezione-restituzione, attraverso visioni interiori, non solo come “prelievo percettivo” della realtà, ma anche come proiezioni del suo sé, in qualità di autore.
Con Ginob si entra in una metodologia espressiva assai coinvolgente; attraverso una serie di sculture, ad assemblaggio di materiale da recupero, l’autore stratifica una serie di figurazioni suggestive, secondo un gioco dialettico dal forte impatto visivo.
Diverso è il codice espressivo di Susanna Gonczy fortemente legato alla paesaggistica , carica di forti cromatismi a contrasto e più ancora, a suggestive formulazioni figurative, ad espressione del suo complesso mondo interiore.
Anche Giovanni Lo Po’ stratifica una sintassi formale legata al “vero”, ma la sua indagine si concentra prevalentemente sullo studio della luce e delle sue infinite applicazioni, arrivando a formalizzare una poetica capace di connotarlo.
Diverso e il linguaggio di Lena Matarozzo che ,operando in nuovi ambiti della ricerca,realizza particolari composizioni astratto-geometriche dove le campiture essenzializzate, scandiscono il ritmo di una speculazione tutta giocata sul filo della semplificazione.
Con Ignacio Matte Bon il geometrismo-figurativo si fa espressione di una precisa poetica dalle forti connotazioni lirico-giocose, dove emerge chiaramente una grande capacità espressiva unita ad un forte senso del colore.
Il pittore Giogio Turchetti è presente con soggetti legati al” vero”, dove le unità espressive, inserite in contesti originali,perdono la loro connotazione iniziale di semplice rappresentazione, per farsi espressione di valori e valenze superiori.
Anny Baldissera
Sotto il titolo “DALLA FIGURAZIONE ALLA LIBERA ASTRAZIONE” figurano Artisti che con la loro attività sono interpreti, ciascuno a suo modo, delle diverse sintassi formali che vanno sotto il termine”FIGURAZIONE”, quando include sia autori di tipo classico, rappresentativi di particolari rivisitazioni della realtà naturale, improntate a uno spiccato gusto descrittivo, sia Artisti capaci di raffigurazioni più fantastiche, a volte visionarie, ma sempre legate al “vero”.
Anche la sezione della “LIBERA ASTRAZIONE include tipologie espressive diversificate ma si tratta o di Artisti che trovano la loro ragione nella riflessione sulla specificità della ricerca formale e della percezione visiva, o di Autori che tendono alla rifondazione del loro campo d’azione, riformulando le fondamenta sintattiche del linguaggio visivo, innescando un processo di sempre più radicale semplificazione e scomposizione delle forme.
Evaldo Amatizi, come sempre estraneo a qualsiasi tipo di formalismo estetico, espone una serie di opere di grande suggestione, proprio per la qualità delle sue scelte formali e contenutistiche.
Alvaro Caponi, dotato di perizia tecnica e capacità introspettiva, formalizza una sintassi formale di configurazione astratta-materica, dalla quale emerge il gusto dell’”avventura pittorica”, oltre i limiti della forma.
Giorgio Chiogna espone una serie di “scatti” finalizzati all’esplorazione delle infinite potenzialità della comunicazione fotografica, puntando non tanto sulle tematiche quanto sulla “tecnè”che in greco significa “arte”.
Con Vittorio del Prato si entra nell’ambito di una figurazione altamente personalizzata, lontana dal semplice riproponimento della realtà, ad espressione di una paesaggistica “del profondo”, quale vera indagine introspettiva.
Ceasare Di Caro è presente con una teoria di opere legate al “vero profondo”, una sorta di ricezione-restituzione, attraverso visioni interiori, non solo come “prelievo percettivo” della realtà, ma anche come proiezioni del suo sé, in qualità di autore.
Con Ginob si entra in una metodologia espressiva assai coinvolgente; attraverso una serie di sculture, ad assemblaggio di materiale da recupero, l’autore stratifica una serie di figurazioni suggestive, secondo un gioco dialettico dal forte impatto visivo.
Diverso è il codice espressivo di Susanna Gonczy fortemente legato alla paesaggistica , carica di forti cromatismi a contrasto e più ancora, a suggestive formulazioni figurative, ad espressione del suo complesso mondo interiore.
Anche Giovanni Lo Po’ stratifica una sintassi formale legata al “vero”, ma la sua indagine si concentra prevalentemente sullo studio della luce e delle sue infinite applicazioni, arrivando a formalizzare una poetica capace di connotarlo.
Diverso e il linguaggio di Lena Matarozzo che ,operando in nuovi ambiti della ricerca,realizza particolari composizioni astratto-geometriche dove le campiture essenzializzate, scandiscono il ritmo di una speculazione tutta giocata sul filo della semplificazione.
Con Ignacio Matte Bon il geometrismo-figurativo si fa espressione di una precisa poetica dalle forti connotazioni lirico-giocose, dove emerge chiaramente una grande capacità espressiva unita ad un forte senso del colore.
Il pittore Giogio Turchetti è presente con soggetti legati al” vero”, dove le unità espressive, inserite in contesti originali,perdono la loro connotazione iniziale di semplice rappresentazione, per farsi espressione di valori e valenze superiori.
Anny Baldissera
09
aprile 2010
Dalla figurazione alla libera astrazione
Dal 09 al 20 aprile 2010
arte contemporanea
Location
Orario di apertura
ore 11/13 ---17/19.30; esclusi: sabato pom./ lunedì matt. e festivi.
Vernissage
9 Aprile 2010, ore 18
Autore