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Cristina Crippa – Abitare il confine
Mostra personale dell’artista Cristina Crippa, per l’occasione l’artista espone tele, fotografie, installazioni.
Durante l’inaugurazione si terrà una performance diretta dall’artista.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Cristina abita su un confine, in punta di piedi, con i muscoli delle gambe contratti, in tensione. Il movimento cresce, da dentro, lentamente, e si espande fino ad esplodere, poi si ferma, si calma appena sfiora il limite. È un gioco di possibilità: dentro o fuori, chiuso o aperto. Indagini: sguardi si insinuano in spazi sconosciuti, privati e quindi intimi, riservati; osservano oggetti, muri, stanze vuote o abitate. Storie di sguardi e sguardi su storie che evaporano dagli infissi delle finestre e aleggiano nell’aria, libere di migrare verso posti lontani o abitare le chiuse stanze di una casa.
Che cos'è una casa? Un luogo? Forse un non-luogo. Può sembrare una tautologia, ma non lo è se ci riferiamo alla definizione di non-luogo di Michael Foucault in merito al concetto di “eterotopia”, ossia una realtà spaziale che attua il distacco dall’abitudine. L’eterotopia ha la peculiarità di essere un luogo esistente che ospita concretamente la vita dell’uomo, ma in pratica un non-luogo, un ambiente che propone una realtà differente, estranea alla quotidianità, in cui realtà e immaginazione si fondono insieme.
La casa di Cristina è reale, c’è davvero una donna in piedi su una sedia davanti a una finestra, balla davvero davanti allo specchio eppure la sua realtà è una sur-realtà. Sopra il reale, o forse sotto, o ancora a destra e a sinistra; l’importante è guardare da un punto di vista diverso, per scrutare e carpire ciò che è celato, ciò che si nasconde dietro il confine. Vuole trovare qualcosa? Il senso? Credo che non cerchi nulla di preciso, ma cerca e questo le basta. Stratificazioni di senso da indagare attraverso i sensi. Quel che conta è l'attesa; non aspetta nessuno, perché ha capito che i Tartari non arrivano mai. Nell'attesa ha scelto di abitare (il) con-fine, affacciata alla finestra, sulla tela. Il fine è la sovrapposizione, la stratificazione, l'osmosi intellettuale e fisica con il non-luogo, epidermide di ogni luogo.
Che cos'è una casa? Un luogo? Forse un non-luogo. Può sembrare una tautologia, ma non lo è se ci riferiamo alla definizione di non-luogo di Michael Foucault in merito al concetto di “eterotopia”, ossia una realtà spaziale che attua il distacco dall’abitudine. L’eterotopia ha la peculiarità di essere un luogo esistente che ospita concretamente la vita dell’uomo, ma in pratica un non-luogo, un ambiente che propone una realtà differente, estranea alla quotidianità, in cui realtà e immaginazione si fondono insieme.
La casa di Cristina è reale, c’è davvero una donna in piedi su una sedia davanti a una finestra, balla davvero davanti allo specchio eppure la sua realtà è una sur-realtà. Sopra il reale, o forse sotto, o ancora a destra e a sinistra; l’importante è guardare da un punto di vista diverso, per scrutare e carpire ciò che è celato, ciò che si nasconde dietro il confine. Vuole trovare qualcosa? Il senso? Credo che non cerchi nulla di preciso, ma cerca e questo le basta. Stratificazioni di senso da indagare attraverso i sensi. Quel che conta è l'attesa; non aspetta nessuno, perché ha capito che i Tartari non arrivano mai. Nell'attesa ha scelto di abitare (il) con-fine, affacciata alla finestra, sulla tela. Il fine è la sovrapposizione, la stratificazione, l'osmosi intellettuale e fisica con il non-luogo, epidermide di ogni luogo.
10
aprile 2010
Cristina Crippa – Abitare il confine
Dal 10 aprile al 09 maggio 2010
arte contemporanea
Location
APEIRON
Sovico, Via Giovanni Da Sovico, 96, (Monza E Brianza)
Sovico, Via Giovanni Da Sovico, 96, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 16.00 19.00
Vernissage
10 Aprile 2010, ore 18.30
Autore
Curatore