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Davide Pradelli – Memoria
Memoria: misura e mantiene ogni ricordo in attesa. Quanto più un ricercatore è dotato di memoria, tanto più è un narratore: i bei racconti, le belle opere, sono frutto di memoria. È una questione di intimità con le cose, perché il tutto avviene attraverso il pensiero.
Comunicato stampa
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Dittici. Immagini legate da un rapporto di casualità, o simultaneità. Cornici scure, unite con una cerniera, che si aprono come un libro. Le immagini collegate dalla forma strutturale dei dittici stanno alle origini del principio del montaggio al cinema. Davide Pradelli vi iscrive storie sconnesse, caotiche, come frame di sogno conservati dentro teche. Tre teste prive di corpo, che osservano un corpo senza braccia, affiancate da un paesaggio di campagna. Un vampiro itterico con la cravatta, collegato a una muta di cani che digrigna i denti dietro a una rete. Un corpo ruminante, atlante di apparati anatomici, di fianco ad un ometto con gli occhiali e una teiera in mano. Un albero, un pesce col muso da cavallo. Tacchi a spillo, mani protese. Questi libri dei sogni hanno la stessa natura dell’attività onirica: sono privi di principio di causalità, di individuazione, di non contraddizione, e raccontano di paure e desideri.
Pradelli realizza lo scudo araldico di una spaventosa chimera. Volto di donna, braccia nerborute, corona, artigli da predatore e coda da ermafrodito. Il manufatto è uno scudo, un ritratto da opporre a Medusa. Al posto dello specchio.
L’artista costruisce dispositivi di sicurezza stregati, serrature chiuse con pietre e catene. Come la porta di una prigione, in cui tenere qualcosa di molto prezioso.
Busti femminili d’argilla. Di varie grandezze e forme. Cadenti, svettanti, a punta, con capezzoli piccoli, grandi, scuri, rosa. Potrebbero essere dei trofei, o anche degli ex voto. Gli ex voto riproducono le parti del corpo che hanno catalizzato la grazia ricevuta, e sono spesso feticci di cattivo gusto, a forma di piedi, gabbie toraciche, orecchie, organi genitali. Se la tradizione degli ultimi secoli li ha preferiti forgiare in metallo o argento, fino al Diciottesimo secolo i materiali preferiti per gli ex voto erano la cera e l’argilla, per la loro natura plastica e modificabile. La morbidezza era la stessa della carne, mentre la natura duttile di questi materiali era di ottimo auspicio rispetto al cambiamento richiesto alla divinità.
L’archetipo del cavallo è per molti versi connesso a quello della Madre, ed a quello del tempo, dei grandi orologi naturali. Riflette l’impetuosità del desiderio.
La donna, nell’opera di Pradelli, viene declinata attraverso diverse sfumature ed accezioni: maternità e sensualità (i busti d’argilla), sessualità polimorfa e predatoria (l’arpia araldica), desiderio (i cavalli), desiderio di possesso esclusivo (le serrature stregate). L’archetipo femminile è presente anche quando sembra assente. Negli esperimenti sul formato e sul supporto, Pradelli ha confezionato scatole dal contenuto misterioso, inaccessibili ed affascinanti, oppure i libri dei sogni: dispositivi da aprire, per vedere cosa c’è dentro.
Luiza Samanda Turrini
Pradelli realizza lo scudo araldico di una spaventosa chimera. Volto di donna, braccia nerborute, corona, artigli da predatore e coda da ermafrodito. Il manufatto è uno scudo, un ritratto da opporre a Medusa. Al posto dello specchio.
L’artista costruisce dispositivi di sicurezza stregati, serrature chiuse con pietre e catene. Come la porta di una prigione, in cui tenere qualcosa di molto prezioso.
Busti femminili d’argilla. Di varie grandezze e forme. Cadenti, svettanti, a punta, con capezzoli piccoli, grandi, scuri, rosa. Potrebbero essere dei trofei, o anche degli ex voto. Gli ex voto riproducono le parti del corpo che hanno catalizzato la grazia ricevuta, e sono spesso feticci di cattivo gusto, a forma di piedi, gabbie toraciche, orecchie, organi genitali. Se la tradizione degli ultimi secoli li ha preferiti forgiare in metallo o argento, fino al Diciottesimo secolo i materiali preferiti per gli ex voto erano la cera e l’argilla, per la loro natura plastica e modificabile. La morbidezza era la stessa della carne, mentre la natura duttile di questi materiali era di ottimo auspicio rispetto al cambiamento richiesto alla divinità.
L’archetipo del cavallo è per molti versi connesso a quello della Madre, ed a quello del tempo, dei grandi orologi naturali. Riflette l’impetuosità del desiderio.
La donna, nell’opera di Pradelli, viene declinata attraverso diverse sfumature ed accezioni: maternità e sensualità (i busti d’argilla), sessualità polimorfa e predatoria (l’arpia araldica), desiderio (i cavalli), desiderio di possesso esclusivo (le serrature stregate). L’archetipo femminile è presente anche quando sembra assente. Negli esperimenti sul formato e sul supporto, Pradelli ha confezionato scatole dal contenuto misterioso, inaccessibili ed affascinanti, oppure i libri dei sogni: dispositivi da aprire, per vedere cosa c’è dentro.
Luiza Samanda Turrini
10
aprile 2010
Davide Pradelli – Memoria
Dal 10 aprile al 02 maggio 2010
arte contemporanea
Location
MAGAZZINI CRIMINALI
Sassuolo, Piazzale Domenico Gazzadi, 4, (Modena)
Sassuolo, Piazzale Domenico Gazzadi, 4, (Modena)
Orario di apertura
sabato e domenica dalle 16 alle 19
Vernissage
10 Aprile 2010, ore 18,30
Ufficio stampa
ALIAS
Autore