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Franco Mauro Franchi – Viaggi mediterranei
presentazione del catalogo d’arte
Comunicato stampa
Segnala l'evento
presentazione del catalogo d'arte
Franco Mauro Franchi
Viaggi mediterranei
a cura di
Giorgia Govoni
Testi di
Graziano Campanini
Giorgia Govoni
Alessandro Rossi
Fotografie di
Andrea Samaritani
Aula magna dell'Accademia di Belle Arti di Bologna
Via Belle Arti, 54 - Bologna
(See attached file: INVITO presentazione catalogo.pdf)
«... Una grande maga (n.d.r.Circe), una principessa giovanissima (n.d.r.
Nausicaa), una ninfa che può dare l’immortalità (n.d.r. Calipso), una
moglie fedele (n.d.r. Penelope). Quando Franchi in queste sue belle pose
chiama le sue figure di donna Isola, o Gea o Mediterranea, credo non possa
non pensare alle caratteristiche fisiche, morali e psicologiche delle donne
che prima ho descritto; quasi diventassero archetipi del suo modo di
operare in scultura.
Le sue donne sono allegre e giocose; gettano le gambe in aria quasi
giocassero e si rotolassero sulla sabbia o in riva al mare. Le sue donne ci
guardano, noi tutti, ammaliatrici, misteriose, magiche. Le sue donne sono
regali, e con un portamento principesco: non altero o superbo ma superiore.
Anche se sono nude hanno un’eleganza che è innata e si capisce che
immolandosi a loro egli potrebbe davvero trovare l’immortalità dell’anima.
Infine sono il simbolo stesso della maternità, non solo quello religioso di
cui abbiamo parlato prima. Hanno proprio quella floridezza che per migliaia
di anni ha contraddistinto le abitanti di Pilo, quelle di Kuşadasi,
Populonia, Djerba o Marsiglia. Il mondo mediterraneo nel lavoro di Franchi
si trova concentrato in modelli di donna che “rappresentano” una lunga
serie di storie, di miti, di trame che da oltre cinquemila anni raccontano
l’evoluzione di un mondo europeo, asiatico e africano di cui il Mare
Mediterraneo è stato il raccontatore, il raccoglitore, la strada e il mezzo
per far conoscere storie, leggende, persone. ...» (da Viaggi mediterranei
di Graziano Campanini)
«...Volumi così imponenti e ampi nascono dall’esperienza della lavorazione
della pietra, dai blocchi di marmo dai quali cercavo di liberare la forma
intravista. Poi nel tempo questi volumi sono diventati la mia cifra
stilistica, il mio codice artistico per raccontare in maniera predominante
la donna in quanto incarnazione della fecondità, della vitalità, della
forza generatrice che permea tutto l’universo. Un’osservazione che spesso
mi viene rivolta riguarda la sproporzione tra il corpo vistosamente
poderoso e oserei dire ipertrofico e invece la piccola dimensione della
testa. Osservazione che alcuni hanno utilizzato in maniera capziosa per
attribuirmi una scarsa considerazione delle donne. In realtà le mie figure
femminili sono delle isole, dei paesaggi: in particolare, il paesaggio
collinare toscano, la sua elegante armonia fatta di dolci declivi e in
fondo, in lontananza, piccola piccola, una casa, un focolare, un cipresso,
il corrispettivo delle piccole teste. Le mie sculture vogliono essere un
omaggio alla donna le cui irripetibili qualità tra cui la forza generatrice
ne fanno un’epifania del divino. ...» (dall'intervista Tappa alle isole di
Franchi di Giorgia Govoni).
«... La donna di Franchi è il luogo della misura della poetica scultorea
dell’artista, è figura consapevole di sé, sprezzante, ma anche solo
semplicemente presente nello spazio, con l’idea che per essere, per
esistere, è sufficiente l’aria che separa un corpo dall’altro. La donna di
Franchi si offre allo sguardo e talvolta, solo quando vuole, lo ricambia,
delimitandolo massicciamente anche nelle sculture di piccole dimensioni.
Sguardo che è costretto a sagomarsi lungo le asperità vibranti della carne
della donna, trascinandosi lungo la superficie plasmata dalle mani
dell’artista e, come per uno strano effetto di “sinestesia mimetica”, anche
l’occhio aderendo alla materia si fa tattile ripercorrendo il tracciato
dell’impronta che origina. ...» (da Luogo di misure: un'esperienza
d'insiemistica bizzarra di Alessandro Rossi).
Franco Mauro Franchi
Viaggi mediterranei
a cura di
Giorgia Govoni
Testi di
Graziano Campanini
Giorgia Govoni
Alessandro Rossi
Fotografie di
Andrea Samaritani
Aula magna dell'Accademia di Belle Arti di Bologna
Via Belle Arti, 54 - Bologna
(See attached file: INVITO presentazione catalogo.pdf)
«... Una grande maga (n.d.r.Circe), una principessa giovanissima (n.d.r.
Nausicaa), una ninfa che può dare l’immortalità (n.d.r. Calipso), una
moglie fedele (n.d.r. Penelope). Quando Franchi in queste sue belle pose
chiama le sue figure di donna Isola, o Gea o Mediterranea, credo non possa
non pensare alle caratteristiche fisiche, morali e psicologiche delle donne
che prima ho descritto; quasi diventassero archetipi del suo modo di
operare in scultura.
Le sue donne sono allegre e giocose; gettano le gambe in aria quasi
giocassero e si rotolassero sulla sabbia o in riva al mare. Le sue donne ci
guardano, noi tutti, ammaliatrici, misteriose, magiche. Le sue donne sono
regali, e con un portamento principesco: non altero o superbo ma superiore.
Anche se sono nude hanno un’eleganza che è innata e si capisce che
immolandosi a loro egli potrebbe davvero trovare l’immortalità dell’anima.
Infine sono il simbolo stesso della maternità, non solo quello religioso di
cui abbiamo parlato prima. Hanno proprio quella floridezza che per migliaia
di anni ha contraddistinto le abitanti di Pilo, quelle di Kuşadasi,
Populonia, Djerba o Marsiglia. Il mondo mediterraneo nel lavoro di Franchi
si trova concentrato in modelli di donna che “rappresentano” una lunga
serie di storie, di miti, di trame che da oltre cinquemila anni raccontano
l’evoluzione di un mondo europeo, asiatico e africano di cui il Mare
Mediterraneo è stato il raccontatore, il raccoglitore, la strada e il mezzo
per far conoscere storie, leggende, persone. ...» (da Viaggi mediterranei
di Graziano Campanini)
«...Volumi così imponenti e ampi nascono dall’esperienza della lavorazione
della pietra, dai blocchi di marmo dai quali cercavo di liberare la forma
intravista. Poi nel tempo questi volumi sono diventati la mia cifra
stilistica, il mio codice artistico per raccontare in maniera predominante
la donna in quanto incarnazione della fecondità, della vitalità, della
forza generatrice che permea tutto l’universo. Un’osservazione che spesso
mi viene rivolta riguarda la sproporzione tra il corpo vistosamente
poderoso e oserei dire ipertrofico e invece la piccola dimensione della
testa. Osservazione che alcuni hanno utilizzato in maniera capziosa per
attribuirmi una scarsa considerazione delle donne. In realtà le mie figure
femminili sono delle isole, dei paesaggi: in particolare, il paesaggio
collinare toscano, la sua elegante armonia fatta di dolci declivi e in
fondo, in lontananza, piccola piccola, una casa, un focolare, un cipresso,
il corrispettivo delle piccole teste. Le mie sculture vogliono essere un
omaggio alla donna le cui irripetibili qualità tra cui la forza generatrice
ne fanno un’epifania del divino. ...» (dall'intervista Tappa alle isole di
Franchi di Giorgia Govoni).
«... La donna di Franchi è il luogo della misura della poetica scultorea
dell’artista, è figura consapevole di sé, sprezzante, ma anche solo
semplicemente presente nello spazio, con l’idea che per essere, per
esistere, è sufficiente l’aria che separa un corpo dall’altro. La donna di
Franchi si offre allo sguardo e talvolta, solo quando vuole, lo ricambia,
delimitandolo massicciamente anche nelle sculture di piccole dimensioni.
Sguardo che è costretto a sagomarsi lungo le asperità vibranti della carne
della donna, trascinandosi lungo la superficie plasmata dalle mani
dell’artista e, come per uno strano effetto di “sinestesia mimetica”, anche
l’occhio aderendo alla materia si fa tattile ripercorrendo il tracciato
dell’impronta che origina. ...» (da Luogo di misure: un'esperienza
d'insiemistica bizzarra di Alessandro Rossi).
29
marzo 2010
Franco Mauro Franchi – Viaggi mediterranei
29 marzo 2010
presentazione
Location
ACCADEMIA DI BELLE ARTI
Bologna, Via Delle Belle Arti, 54, (Bologna)
Bologna, Via Delle Belle Arti, 54, (Bologna)
Vernissage
29 Marzo 2010, ore 17 presso l’Aula Magna
Curatore