Venerdi 26 Marzo, alle ore 18, presso il “Museo Dinamico del Laterizio e delle Terrecotte” di Marsciano (Pg) si inaugura, alla presenza del Sindaco del Comune di Marsciano Alfio Todini e dell’Assessore alla cultura Valentina Bonomi, la mostra “Incursione d’Arte” dello scultore perugino Prof. Massmo Arzilli.

Arzilli ha realizzato il progetto espositivo pensandolo come una “incursione d’arte” nel territorio, scegliendo anche un luogo pubblico in cui collocare una sua installazione scultorea.

Luogo di appartenenza, ma anche luogo di ri-partenza per nuove speranze umane, spazio da interpretare ed esaltare, con la sensibilità di artista, come simbolo di umana tenacia contro la sventura dell’ultimo sisma ed offrirlo a nuove memorie con la incredibile voce della creazione artistica.

“Incursione d’arte”, una idea, un progetto e una sfida: opere “mostrate e installate” le quali vivranno nei locali del Museo di Marsciano, ma si confronteranno anche con lo spazio architettonico dei borghi, collocate in specifica relazione con il contesto.

Le opere mostrate a Marsciano e installate nella rotonda della strada per Settevalli, al bivio per Spina, sono state pensate per diventare parte integrante del paesaggio urbano, senza sovrapporsi ad esso in maniera monumentale o invasiva, nell'intento di stabilire un legame naturale, istintivo, tra lo spazio e l'intervento artistico.

I borghi medievali del comprensorio marscianese sono per definizione luoghi magici e spesso anche luoghi misteriosi in cui la presenza umana, attiva e produttiva, è divenuta nel tempo simbolo di solidarietà, fratellanza e creatività.

Questi borghi racchiudono i sogni dei loro abitanti, con una doppia valenza: borghi-scrigno in cui si custodiscono i sogni, ma anche luoghi sognati, luoghi in cui ciascuno di noi può trovare la sua dimensione segreta.

Massimo Arzilli, artista e uomo dotato di sapere, vive con la passione costante verso tutto ciò che è fantastico ed assuma i caratteri di genuina meraviglia.

Le sue opere, realizzate con laterizio di questo territorio, attraverso la forma totemica a cui inevitabilmente richiamano dialogano col cielo, escono dalla terra, essi stessi terra, argilla, silenziose, eppure chiassose per la densità dei significati segreti, per il contrappunto armonizzato con le sale del Museo e gli spazi aperti dei borghi.

Esse dialogano con noi con un linguaggio solo apparentemente rigido, tanto è il loro richiamo alle emozioni, alle riflessioni più approfondite, alle ragioni dello spirito e della mente. Sono presenze possenti e custodi di una emozionalità coinvolgente, corpi e visi appartenuti a un tempo del mistero e dei simboli arcani.