Le predelle rappresentano un piccolo spazio di libertà. In genere stanno sotto, o sorreggono, dipende dai punti di vista, la “roba seria”, i santi, le madonne, i troni, tutti compresi in un ruolo così difficile da mantenere che hanno spesso bisogno di essere circondati da un denso strato d’oro. Nelle predelle invece le scene si animano in ambienti più reali, i santi qui salvano i bambini indemoniati o caduti dalle finestre, mentre le donne sono chine a lavare pavimenti a quadrettoni: il racconto del miracolo offre l’occasione per rappresentare gli interni, con i letti e gli asciugamani piegati, così come le strade e le architetture, normali scenari del paranormale.

Nel ciclo delle “Predelle di Garino Hamilton”, il neo fiammingo pittore Giorgio Poppi, che lavora un po’ nell’isola di Panarea e un po’ a Bertinoro in Romagna, rappresenta con estrema libertà allegorie personali, leggende familiari e situazioni oniriche: quel che risulta impossibile e talvolta noioso da raccontare, è bello e affascinante da vedere, dipinto. I personaggi mostrano la naturale e serena nudità propria dei sogni, e si muovono in spazi verosimili, dove l’assurdo e lo straordinario convivono con i gesti del quotidiano. Così un gruppo di amici, in una calda serata estiva, assiste impassibile dalla terrazza allo spettacolo di una decina di navi che bruciano, forse più incuriositi da alcune scimmiette chiuse in gabbia, un treno arriva nella grande stazione di un isola, il quadro storico è rivissuto attraverso un banchetto di Erode dove le Salomè sono tre, ognuna con in mano il lugubre bottino.

“Le predelle di Garino Hamilton” è un ciclo pittorico composto da oltre cinquanta opere, tutte esposte nelle sale del Florido Esercizio, rappresentative della produzione recente del pittore Giorgio Poppi.

Giorgio Poppi è nato a Bologna; vive e lavora a Bertinoro (in Romagna) e a Panarea (Isole Eolie). Ha esposto in varie gallerie in Italia e all’estero; un’importante mostra antologica è stata organizzata dal Musée des Beaux Arts di Caen, in Normandia.