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Tadeusz Kantor – Una visione universale
Al grande artista polacco Trieste Contemporanea dedica una mostra dedicata alle opere su carta (1947-1990) e una serie di approfondimenti filmici e di conversazioni. L’iniziativa è promossa nella ricorrenza del 95esimo della nascita e del ventennale della morte di Tadeusz Kantor.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Al grande artista polacco, una delle figure più emblematiche ed eclettiche della scena teatrale del
novecento, Trieste Contemporanea dedica una mostra e una serie di approfondimenti filmici e di
conversazioni. L’iniziativa è promossa nella ricorrenza del 95esimo della nascita e del ventennale della
morte di Tadeusz Kantor.
Realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia, l'Associazione Culturale Artspace, la
Galerie de France di Parigi e lo Studio Tommaseo di Trieste, la mostra, a cura di Gabriella Cardazzo,
presenterà 45 opere su carta concepite dal grande maestro fra il 1947 e il 1990. Si tratta di disegni che
Tadeusz Kantor usava pensare come preparatori all’evento teatrale e perfino come parte integrante
dell'allestimento scenico. Fra di essi un gruppo di disegni legati a ‘Crepino gli artisti’, spettacolo che nel
1985 mette in scena il tema della creazione artistica e il rapporto fra memoria, oblio e identità.
La densa giornata dedicata sabato 20 marzo da Trieste a Tadeusz Kantor inizierà alle ore 16 con le
proiezioni di:
‘Umarla Klasa’ (la classe morta) di Andrzej Wajda (durata 72 minuti), Polonia 1976;
‘Kantor’ di Duncan Ward e Gabriella Cardazzo (durata 40 minuti), Londra 1987.
Andrej Wajda, il celebre regista della scuola nazionale di cinematografia di Lodz, trae liberamente
un’emozionante interpretazione filmica dall’opera teatrale ‘La classe morta’ che, dopo il debutto a
Cracovia nel 1975, ebbe un enorme successo diventando un punto di riferimento per la drammaturgia dei
decenni successivi.
Come si inserisce nel percorso kantoriano questa rappresentazione opprimente e catartica in cui affiorano
ossessioni personali, reminiscenze e nodi irrisolti e irrisolvibili senza apparente soluzione di continuità –
così definiva lo stesso Kantor la ‘La classe morta’ – e come Kantor si colloca nel percorso delle
avanguardie post-belliche saranno i temi del discorso introduttivo ai filmati proposto dal giornalista e
studioso del teatro contemporaneo Roberto Canziani docente al DAMS dell’Università di Udine.
Il film documentario ‘Kantor’ di Gabriella Cardazzo e Duncan Ward è una densa e coinvolgente
immersione dello spettatore sul palcoscenico e nelle macchine teatrali della scena reale: nelle prove, nelle
indicazioni registiche, nella teoria drammaturgica di Kantor raccontata dal regista stesso in una intensa
intervista.
A Gabriella Cardazzo, che è stata per diversi anni testimone diretta della creatività del regista, viaggiando
con lui e filmando le produzioni teatrali, si devono anche due importanti apparati di approfondimento che
accompagneranno la mostra triestina: una serie di fotografie che ritraggono Kantor e la scena teatrale
durante diverse lavorazioni e spettacoli a partire dal 1985 e il video programma ‘Tadeusz Kantor.
TEATR’ realizzato dalla curatrice per Artspace.
I rari materiali kantoriani esposti sono parte di una importante collezione parigina e arrivano a Trieste
dopo la mostra che si è appena conclusa ai Magazzini del Sale di Venezia, organizzata dall’Accademia
di Belle Arti. Sarà proprio il direttore della storica istituzione veneziana Carlo Montanaro a passare il
testimone a Trieste Contemporanea aprendo ufficialmente la mostra triestina alle ore 18.
Seguirà la conversazione ‘La scena tangibile’, di Valentina Valentini, studiosa dei problemi dello
spettacolo nel Novecento e docente di Teoriche dell'immagine elettronica per lo spettacolo presso il
dipartimento di Arti e Scienze dello Spettacolo dell'Università La Sapienza di Roma, che ci ha anticipato le
relazioni che intende rintracciare il suo intervento: l’attività di Tadeusz Kantor si dilata e si articola in una
serie di pratiche – pittura, disegno, scultura, happening, spettacolo teatrale, senza soluzione di continuità,
anticipatrici di tendenze e movimenti ben tratteggiati nell’arte euro-americana. Così i disegni ci riportano a
personaggi dei suoi spettacoli, come ai suoi Emballages (1962), agli oggetti che si trasformano e
defunzionalizzano (le macchine di tortura).
Concepire lo spettacolo secondo i procedimenti figurativi dell’astrazione e dell’informale per Kantor ha
significato trasferire sulla scena teatrale concetti quali spazio, tensione, movimento, figure geometriche,
come la linea retta e il punto, affermare l’autonomia dello spettacolo dalla mimesi naturalistica, opera
autosufficiente, puro prodotto della mente e del cervello umano. Nello stesso tempo ha significato
rappresentare l’organico, l’azione che scaturisce da situazioni psicologiche ed emozionali primarie come
paura, vergogna, sofferenza, violenza; stati patologici come le malattie, la vecchiaia, la morte; fatti veri e
luoghi reali.
Il teatro di Kantor esprime pienamente la coincidenza di astrazione e realismo, in quanto sottrae il
convenzionale rivestimento artistico e la fungibilità familiare dell’oggetto.
Trieste Contemporanea. Dialoghi con l’arte dell’Europa centro orientale 2010
OMAGGIO A TADEUSZ KANTOR. UNA VISIONE UNIVERSALE
TADEUSZ KANTOR. OPERE SU CARTA 1947-1990
Trieste, Studio Tommaseo, via del Monte 2/1
sabato, 20 marzo 2010
ore 16.00 – proiezioni:
‘Umarla Klasa’ (la classe morta) di Andrzej Wajda (durata 72 minuti), Polonia 1976;
‘Kantor’ di Duncan Ward e Gabriella Cardazzo (durata 40 minuti), Londra 1987.
conversazione di Roberto Canziani
ore 18.00 – inaugurazione della mostra a cura di Gabriella Cardazzo
prolusione di Carlo Montanaro
conversazione di Valentina Valentini
apparati: fotografie di Gabriella Cardazzo;
video programma ‘Tadeusz Kantor. TEATR’ di Gabriella Cardazzo, realizzato per Artspace.
novecento, Trieste Contemporanea dedica una mostra e una serie di approfondimenti filmici e di
conversazioni. L’iniziativa è promossa nella ricorrenza del 95esimo della nascita e del ventennale della
morte di Tadeusz Kantor.
Realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia, l'Associazione Culturale Artspace, la
Galerie de France di Parigi e lo Studio Tommaseo di Trieste, la mostra, a cura di Gabriella Cardazzo,
presenterà 45 opere su carta concepite dal grande maestro fra il 1947 e il 1990. Si tratta di disegni che
Tadeusz Kantor usava pensare come preparatori all’evento teatrale e perfino come parte integrante
dell'allestimento scenico. Fra di essi un gruppo di disegni legati a ‘Crepino gli artisti’, spettacolo che nel
1985 mette in scena il tema della creazione artistica e il rapporto fra memoria, oblio e identità.
La densa giornata dedicata sabato 20 marzo da Trieste a Tadeusz Kantor inizierà alle ore 16 con le
proiezioni di:
‘Umarla Klasa’ (la classe morta) di Andrzej Wajda (durata 72 minuti), Polonia 1976;
‘Kantor’ di Duncan Ward e Gabriella Cardazzo (durata 40 minuti), Londra 1987.
Andrej Wajda, il celebre regista della scuola nazionale di cinematografia di Lodz, trae liberamente
un’emozionante interpretazione filmica dall’opera teatrale ‘La classe morta’ che, dopo il debutto a
Cracovia nel 1975, ebbe un enorme successo diventando un punto di riferimento per la drammaturgia dei
decenni successivi.
Come si inserisce nel percorso kantoriano questa rappresentazione opprimente e catartica in cui affiorano
ossessioni personali, reminiscenze e nodi irrisolti e irrisolvibili senza apparente soluzione di continuità –
così definiva lo stesso Kantor la ‘La classe morta’ – e come Kantor si colloca nel percorso delle
avanguardie post-belliche saranno i temi del discorso introduttivo ai filmati proposto dal giornalista e
studioso del teatro contemporaneo Roberto Canziani docente al DAMS dell’Università di Udine.
Il film documentario ‘Kantor’ di Gabriella Cardazzo e Duncan Ward è una densa e coinvolgente
immersione dello spettatore sul palcoscenico e nelle macchine teatrali della scena reale: nelle prove, nelle
indicazioni registiche, nella teoria drammaturgica di Kantor raccontata dal regista stesso in una intensa
intervista.
A Gabriella Cardazzo, che è stata per diversi anni testimone diretta della creatività del regista, viaggiando
con lui e filmando le produzioni teatrali, si devono anche due importanti apparati di approfondimento che
accompagneranno la mostra triestina: una serie di fotografie che ritraggono Kantor e la scena teatrale
durante diverse lavorazioni e spettacoli a partire dal 1985 e il video programma ‘Tadeusz Kantor.
TEATR’ realizzato dalla curatrice per Artspace.
I rari materiali kantoriani esposti sono parte di una importante collezione parigina e arrivano a Trieste
dopo la mostra che si è appena conclusa ai Magazzini del Sale di Venezia, organizzata dall’Accademia
di Belle Arti. Sarà proprio il direttore della storica istituzione veneziana Carlo Montanaro a passare il
testimone a Trieste Contemporanea aprendo ufficialmente la mostra triestina alle ore 18.
Seguirà la conversazione ‘La scena tangibile’, di Valentina Valentini, studiosa dei problemi dello
spettacolo nel Novecento e docente di Teoriche dell'immagine elettronica per lo spettacolo presso il
dipartimento di Arti e Scienze dello Spettacolo dell'Università La Sapienza di Roma, che ci ha anticipato le
relazioni che intende rintracciare il suo intervento: l’attività di Tadeusz Kantor si dilata e si articola in una
serie di pratiche – pittura, disegno, scultura, happening, spettacolo teatrale, senza soluzione di continuità,
anticipatrici di tendenze e movimenti ben tratteggiati nell’arte euro-americana. Così i disegni ci riportano a
personaggi dei suoi spettacoli, come ai suoi Emballages (1962), agli oggetti che si trasformano e
defunzionalizzano (le macchine di tortura).
Concepire lo spettacolo secondo i procedimenti figurativi dell’astrazione e dell’informale per Kantor ha
significato trasferire sulla scena teatrale concetti quali spazio, tensione, movimento, figure geometriche,
come la linea retta e il punto, affermare l’autonomia dello spettacolo dalla mimesi naturalistica, opera
autosufficiente, puro prodotto della mente e del cervello umano. Nello stesso tempo ha significato
rappresentare l’organico, l’azione che scaturisce da situazioni psicologiche ed emozionali primarie come
paura, vergogna, sofferenza, violenza; stati patologici come le malattie, la vecchiaia, la morte; fatti veri e
luoghi reali.
Il teatro di Kantor esprime pienamente la coincidenza di astrazione e realismo, in quanto sottrae il
convenzionale rivestimento artistico e la fungibilità familiare dell’oggetto.
Trieste Contemporanea. Dialoghi con l’arte dell’Europa centro orientale 2010
OMAGGIO A TADEUSZ KANTOR. UNA VISIONE UNIVERSALE
TADEUSZ KANTOR. OPERE SU CARTA 1947-1990
Trieste, Studio Tommaseo, via del Monte 2/1
sabato, 20 marzo 2010
ore 16.00 – proiezioni:
‘Umarla Klasa’ (la classe morta) di Andrzej Wajda (durata 72 minuti), Polonia 1976;
‘Kantor’ di Duncan Ward e Gabriella Cardazzo (durata 40 minuti), Londra 1987.
conversazione di Roberto Canziani
ore 18.00 – inaugurazione della mostra a cura di Gabriella Cardazzo
prolusione di Carlo Montanaro
conversazione di Valentina Valentini
apparati: fotografie di Gabriella Cardazzo;
video programma ‘Tadeusz Kantor. TEATR’ di Gabriella Cardazzo, realizzato per Artspace.
20
marzo 2010
Tadeusz Kantor – Una visione universale
Dal 20 marzo al 12 maggio 2010
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
STUDIO TOMMASEO
Trieste, Via Del Monte, 2/1, (Trieste)
Trieste, Via Del Monte, 2/1, (Trieste)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 17-20
Vernissage
20 Marzo 2010, ore 18.00
Autore
Curatore