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La bellezza nuda
Il corpo femminile visto attraverso l’obiettivo di sei diversi artisti.
Comunicato stampa
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La mostra mette a confronto le diverse rappresentazioni del corpo femminile presentando alcune immagini fotografiche di sei artisti che ne hanno voluto sottolineare un particolare aspetto.
La fotografia di Man Ray "Nudo" del 1934 ritrae una donna sdraiata dall'aria assorta in uno scatto quasi casuale. Come in tutti i nudi che l’artista fotografò, anche qui l'erotismo emanato dall'immagine è raffinato ed elegante dove la sinuosità delle forme del corpo disteso è accentuata dal sapiente uso del bianco e nero e dai contrasti di luce ed ombra.
Nelle immagini di Saudek come la "Donna bianca" del 1985 e "Pavla posa per la prima e ultima volta" del 1995, la messa in posa dei soggetti è volutamente accentuata e crea un forte effetto di teatralità tanto che le sue fotografie sono state inserite all’interno di quel genere chiamato stage photography: fotografia messa in scena. I corpi che Saudek ritrae mostrano le loro imperfezioni, i loro difetti in una bellezza sfinita e malinconica. L’artista ritrae i suoi amori e le sue passioni davanti al muro che è diventato lo sfondo caratteristico di tutte le sue opere. Le fotografie sono state colorate a mano con l'acquerello direttamente sulla pellicola ricreando così l’effetto di una vecchia cartolina, che è accentuato dall’abitudine dell’artista di retrodatare tutti i suoi lavori di un secolo. La "Donna bianca", ad esempio, reca come data 1885. In quest’immagine compare anche l’unico soggetto maschile che Saudek abbia immortalato: ossia se stesso.
Sono presenti in mostra anche tre fotografie di Araki che ritraggono tre giovani donne i cui corpi sono legati con delle corde in modo da impedirne e limitarne il movimento, per mezzo di una tecnica che in Giappone è considerata una vera e propria forma d’arte apprezzata ed immortalata sia tramite la fotografia sia tramite la pittura: il bondage. Nelle due polaroid le donne indossano il kimono, l’abito tradizionale giapponese, emanando una sensualità ed un erotismo forse maggiore rispetto a quando il corpo ritratto è completamente nudo. I soggetti sono in posa, la donna diventa un oggetto di piacere per lo sguardo maschile.
L’immagine di Andres Serrano che viene proposta, fa parte della serie Bodybuilders e ritrae il corpo sformato dall’esercizio fisico della body builder Lesa Lewis. I muscoli tesi mostrano un corpo portato all’estremo, che a fatica si riesce a distinguere come corpo femminile, soprattutto perché nell’immagine non compare il volto della donna. L’artista stesso ha detto di essersi interessato a questo tipo di soggetto per curiosità e per stupore, di essere rimasto affascinato dall’ambiguità insita in questi corpi, da quella che può essere la mascolinità e la femminilità e dal potere e l’erotismo che queste donne incarnano.
L’immagine di Paolo Gioli "Seno in cera" del 1993, come tutte quelle che l’artista fa riferire al corpo umano, ne mostra solo un particolare: in questo caso un seno, che è ripreso in maniera molto ravvicinata e che è inserito all’interno di una delimitazione spaziale dai margini irregolari. Il seno sembra quindi essere qualcosa a se stante quasi non appartenente ad un corpo vero e proprio. Gioli usa la classica polaroid a colori, la trasferisce su carta e vi interviene creando una composizione dall’effetto molto suggestivo.
Infine la fotografia di Vanessa Beecroft. In "vb21", come in molte dell’artista, i corpi femminili semivestiti diventano degli oggetti che si offrono allo sguardo degli spettatori. Le modelle seguono delle specifiche norme che l’artista indica loro in quella che diventa una vera e propria coreografia.
Queste immagini mostrano come ogni artista abbia trovato, nel ritrarre lo stesso tipo di soggetto (il corpo nudo femminile), una personale concezione di bellezza che viene rivelata secondo modalità molto diverse tra loro.
Nobuyoshi Araki: nato a Tokyo nel 1940, ha al suo attivo oltre 400 pubblicazioni tra cataloghi, monografie, mostre in musei e gallerie internazionali. Famoso per i ritratti di giovani donne, ha mostrato tramite le sue immagini i lati più nascosti del Giappone.
Vanessa Beecroft: nata a Genova nel 1979 è una delle artiste italiane più conosciute al mondo, si è dedicata fin dai suoi primi lavori alla performance usando delle modelle come fossero manichini. Queste devono seguire una precisa coreografia dettata dall’artista in quelli che diventano dei veri e propri quadri viventi.
Paolo Gioli: nasce a Sarzano di Rovigo nel 1942. Dopo un primo periodo dedicato principalmente alla pittura, verso la fine degli anni sessanta inizia a lavorare con il cinema e poi con la fotografia, utilizzando camere con foro stenopeico. I suoi lavori si caratterizzano per la commistione di tecniche diverse che li rendono molto particolari.
Man Ray: (Filadelfia 1890 – Parigi 1976) è uno dei più importanti fotografi al mondo che ha fatto la storia delle fotografia stessa elevandola a forma d’arte. Vicino all’avanguardia surrealista, fu famoso per i rayogrammes (immagini ottenute da materiali fotosensibili impressionati senza l’aiuto di obiettivi e di fotocamere).
Jan Saudek: nasce a Praga nel 1935. Costretto a lavorare in uno scantinato per evitare i controlli della polizia, si dedica principalmente alla fotografia di nudi femminili. Le prime foto erano in bianco e nero o virate in seppia, successivamente inizia a colorarle ad acquerello portandolo ad uno stile particolare e riconoscibile.
Andres Serrano: nato a New York nel 1950, è famoso per le foto che ritraggono corpi umani. I suoi lavori sono spesso stati molto controversi, soprattutto quelli in cui venivano usati liquidi corporei come sangue, latte materno e sperma.
La fotografia di Man Ray "Nudo" del 1934 ritrae una donna sdraiata dall'aria assorta in uno scatto quasi casuale. Come in tutti i nudi che l’artista fotografò, anche qui l'erotismo emanato dall'immagine è raffinato ed elegante dove la sinuosità delle forme del corpo disteso è accentuata dal sapiente uso del bianco e nero e dai contrasti di luce ed ombra.
Nelle immagini di Saudek come la "Donna bianca" del 1985 e "Pavla posa per la prima e ultima volta" del 1995, la messa in posa dei soggetti è volutamente accentuata e crea un forte effetto di teatralità tanto che le sue fotografie sono state inserite all’interno di quel genere chiamato stage photography: fotografia messa in scena. I corpi che Saudek ritrae mostrano le loro imperfezioni, i loro difetti in una bellezza sfinita e malinconica. L’artista ritrae i suoi amori e le sue passioni davanti al muro che è diventato lo sfondo caratteristico di tutte le sue opere. Le fotografie sono state colorate a mano con l'acquerello direttamente sulla pellicola ricreando così l’effetto di una vecchia cartolina, che è accentuato dall’abitudine dell’artista di retrodatare tutti i suoi lavori di un secolo. La "Donna bianca", ad esempio, reca come data 1885. In quest’immagine compare anche l’unico soggetto maschile che Saudek abbia immortalato: ossia se stesso.
Sono presenti in mostra anche tre fotografie di Araki che ritraggono tre giovani donne i cui corpi sono legati con delle corde in modo da impedirne e limitarne il movimento, per mezzo di una tecnica che in Giappone è considerata una vera e propria forma d’arte apprezzata ed immortalata sia tramite la fotografia sia tramite la pittura: il bondage. Nelle due polaroid le donne indossano il kimono, l’abito tradizionale giapponese, emanando una sensualità ed un erotismo forse maggiore rispetto a quando il corpo ritratto è completamente nudo. I soggetti sono in posa, la donna diventa un oggetto di piacere per lo sguardo maschile.
L’immagine di Andres Serrano che viene proposta, fa parte della serie Bodybuilders e ritrae il corpo sformato dall’esercizio fisico della body builder Lesa Lewis. I muscoli tesi mostrano un corpo portato all’estremo, che a fatica si riesce a distinguere come corpo femminile, soprattutto perché nell’immagine non compare il volto della donna. L’artista stesso ha detto di essersi interessato a questo tipo di soggetto per curiosità e per stupore, di essere rimasto affascinato dall’ambiguità insita in questi corpi, da quella che può essere la mascolinità e la femminilità e dal potere e l’erotismo che queste donne incarnano.
L’immagine di Paolo Gioli "Seno in cera" del 1993, come tutte quelle che l’artista fa riferire al corpo umano, ne mostra solo un particolare: in questo caso un seno, che è ripreso in maniera molto ravvicinata e che è inserito all’interno di una delimitazione spaziale dai margini irregolari. Il seno sembra quindi essere qualcosa a se stante quasi non appartenente ad un corpo vero e proprio. Gioli usa la classica polaroid a colori, la trasferisce su carta e vi interviene creando una composizione dall’effetto molto suggestivo.
Infine la fotografia di Vanessa Beecroft. In "vb21", come in molte dell’artista, i corpi femminili semivestiti diventano degli oggetti che si offrono allo sguardo degli spettatori. Le modelle seguono delle specifiche norme che l’artista indica loro in quella che diventa una vera e propria coreografia.
Queste immagini mostrano come ogni artista abbia trovato, nel ritrarre lo stesso tipo di soggetto (il corpo nudo femminile), una personale concezione di bellezza che viene rivelata secondo modalità molto diverse tra loro.
Nobuyoshi Araki: nato a Tokyo nel 1940, ha al suo attivo oltre 400 pubblicazioni tra cataloghi, monografie, mostre in musei e gallerie internazionali. Famoso per i ritratti di giovani donne, ha mostrato tramite le sue immagini i lati più nascosti del Giappone.
Vanessa Beecroft: nata a Genova nel 1979 è una delle artiste italiane più conosciute al mondo, si è dedicata fin dai suoi primi lavori alla performance usando delle modelle come fossero manichini. Queste devono seguire una precisa coreografia dettata dall’artista in quelli che diventano dei veri e propri quadri viventi.
Paolo Gioli: nasce a Sarzano di Rovigo nel 1942. Dopo un primo periodo dedicato principalmente alla pittura, verso la fine degli anni sessanta inizia a lavorare con il cinema e poi con la fotografia, utilizzando camere con foro stenopeico. I suoi lavori si caratterizzano per la commistione di tecniche diverse che li rendono molto particolari.
Man Ray: (Filadelfia 1890 – Parigi 1976) è uno dei più importanti fotografi al mondo che ha fatto la storia delle fotografia stessa elevandola a forma d’arte. Vicino all’avanguardia surrealista, fu famoso per i rayogrammes (immagini ottenute da materiali fotosensibili impressionati senza l’aiuto di obiettivi e di fotocamere).
Jan Saudek: nasce a Praga nel 1935. Costretto a lavorare in uno scantinato per evitare i controlli della polizia, si dedica principalmente alla fotografia di nudi femminili. Le prime foto erano in bianco e nero o virate in seppia, successivamente inizia a colorarle ad acquerello portandolo ad uno stile particolare e riconoscibile.
Andres Serrano: nato a New York nel 1950, è famoso per le foto che ritraggono corpi umani. I suoi lavori sono spesso stati molto controversi, soprattutto quelli in cui venivano usati liquidi corporei come sangue, latte materno e sperma.
16
marzo 2010
La bellezza nuda
Dal 16 marzo al 15 aprile 2010
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA ANTI
Venezia, Via Mestrina, 58, (Venezia)
Venezia, Via Mestrina, 58, (Venezia)
Orario di apertura
Lunedì 15,30 – 19,30
da martedì a sabato 10,00 – 12,30 / 15,30 – 19,30
Vernissage
16 Marzo 2010, no vernissage
Autore
Curatore