Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Flavio Lucchini – Burqa. Today/Tomorrow
Non debba stupire la nuova visione dell’abito contemporaneo, abituale terreno di indagine e sperimentazione, di Flavio Lucchini. Oggi sono burqa e niqab, dopo gli anni della plasticità haute couture, dell’allegria del teen-dress, della magia dell’oro, di tutti i desiderabilia della modernità che lui ha trasferito dalle pagine patinate dei suoi giornali alla persistenza e all’emozione dell’arte.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Non debba stupire la nuova visione dell’abito contemporaneo, abituale terreno di indagine e sperimentazione, di Flavio Lucchini. Oggi sono burqa e niqab, dopo gli anni della plasticità haute couture, dell’allegria del teen-dress, della magia dell’oro, di tutti i desiderabilia della modernità che lui ha trasferito dalle pagine patinate dei suoi giornali alla persistenza e all’emozione dell’arte.
Queste donne velate, donne-oggetto molto più di quelle rivestite come bambole dagli stilisti, sono oggi l’immagine più controversa della femminilità, il simbolo di un passato che non svanisce, anzi ritorna imperioso e sembra addirittura segnare un percorso per il domani.
“I miei Burqa sono i fantasmi di un passato che vive ancora oggi e sembra non progredire mai”: Flavio Lucchini le osserva, queste donne misteriose, che anche sotto le fitte coltri azzurre o nere, apparentemente tutte uguali, non perdono invece la loro individualità, il loro essere donne, celate e negate, che rivelano comunque una sensibilità al dettaglio e una irrinunciabile vanità.
Gli spessi veli celesti afgani, a guardarli bene, hanno tonalità diverse, ricamini, la stessa grata che copre gli occhi permette delle variazioni. Niqab e abaya mediorientali, rigorosamente neri e informi, hanno smerli, decorazioni, a volte persino paillettes, che tolgono severità e aggiungono “moda”.
“Anche i burqa sono lo specchio dei nostri tempi, un abito che, come quelli hippy o i jeans, testimonia una realtà sociale, che, come artista, non poteva lasciarmi indifferente” spiega Lucchini, che, sia che abbia dipinto, col mouse o col pennello, figure singole o moltitudini, le ha trattate con la abituale astrazione e raffinatezza.
Le figure nere, eleganti, sembrano posare come su un set di Vogue, i burqa più inquietanti diventano copertine impossibili (o forse possibili?) di testate di opinione, ritratti d’autore o l’ultima proposta di una grande griffe della moda. Il mondo si è fatto piccolo. Gli artisti dell’Islam – dopo i cinesi, gli indiani - entrano nei nostri musei, i nostri artisti si interrogano sull’Islam. In un modo o nell’altro quei veli ci inquietano, ci interrogano. Ancora una volta l’abito fa la differenza.
Gisella Borioli
Queste donne velate, donne-oggetto molto più di quelle rivestite come bambole dagli stilisti, sono oggi l’immagine più controversa della femminilità, il simbolo di un passato che non svanisce, anzi ritorna imperioso e sembra addirittura segnare un percorso per il domani.
“I miei Burqa sono i fantasmi di un passato che vive ancora oggi e sembra non progredire mai”: Flavio Lucchini le osserva, queste donne misteriose, che anche sotto le fitte coltri azzurre o nere, apparentemente tutte uguali, non perdono invece la loro individualità, il loro essere donne, celate e negate, che rivelano comunque una sensibilità al dettaglio e una irrinunciabile vanità.
Gli spessi veli celesti afgani, a guardarli bene, hanno tonalità diverse, ricamini, la stessa grata che copre gli occhi permette delle variazioni. Niqab e abaya mediorientali, rigorosamente neri e informi, hanno smerli, decorazioni, a volte persino paillettes, che tolgono severità e aggiungono “moda”.
“Anche i burqa sono lo specchio dei nostri tempi, un abito che, come quelli hippy o i jeans, testimonia una realtà sociale, che, come artista, non poteva lasciarmi indifferente” spiega Lucchini, che, sia che abbia dipinto, col mouse o col pennello, figure singole o moltitudini, le ha trattate con la abituale astrazione e raffinatezza.
Le figure nere, eleganti, sembrano posare come su un set di Vogue, i burqa più inquietanti diventano copertine impossibili (o forse possibili?) di testate di opinione, ritratti d’autore o l’ultima proposta di una grande griffe della moda. Il mondo si è fatto piccolo. Gli artisti dell’Islam – dopo i cinesi, gli indiani - entrano nei nostri musei, i nostri artisti si interrogano sull’Islam. In un modo o nell’altro quei veli ci inquietano, ci interrogano. Ancora una volta l’abito fa la differenza.
Gisella Borioli
23
febbraio 2010
Flavio Lucchini – Burqa. Today/Tomorrow
Dal 23 febbraio al 02 marzo 2010
arte contemporanea
Location
MY OWN GALLERY
Milano, Via Tortona, 27, (Milano)
Milano, Via Tortona, 27, (Milano)
Orario di apertura
Lun. - Ven. 11.00-13.00/16.00-18.30/ Sabato e Domenica su appuntamento
Sito web
www.flaviolucchiniart.com
Autore
Curatore