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Michelangelo – La facciata di San Lorenzo
La facciata della basilica di San Lorenzo verrà illuminata con la proiezione del modello virtuale pensato da Michelangelo. Questa spettacolare visualizzazione tridimensionale del progetto michelangiolesco per la facciata di San Lorenzo, elaborata a computer, verrà proiettata sulla fronte stessa della chiesa.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il modello virtuale pensato da Michelangelo apparirà sulla facciata della basilica di San Lorenzo il 18 e 20 febbraio
Oltre alla visualizzazione luminosa è stata presentata stamattina anche la realizzazione della facciata effimera per cui si cercano fondi
Firenze, 16 febbraio 2010
La facciata della basilica di San Lorenzo verrà illuminata con la proiezione del modello virtuale pensato da Michelangelo. Questa spettacolare visualizzazione tridimensionale del progetto michelangiolesco per la facciata di San Lorenzo, elaborata a computer, verrà proiettata sulla fronte stessa della chiesa.
Presentato stamattina dal presidente del Comitato della facciata della basilica di San Lorenzo di Firenze Eugenio Giani, in collaborazione con Confindustria, il Consorzio Firenze Albergo e con un contributo della Camera di Commercio di Firenze di 15.000 euro, l’evento si svolgerà dopodomani, giovedì 18 e sabato 20 febbraio con due proiezioni che saranno visibili dalle 21 alle 23.
“Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica per arrivare alla futura realizzazione del plastico in materiali leggeri che riproduca la facciata michelangiolesca: una rappresentazione scenografica che venga posta davanti all’attuale fronte grezza della basilica laurenziana per qualche settimana e poi collocata in qualche luogo espositivo consono all’opera – ha spiegato Giani -. L’opera potrebbe essere realizzata nell’ambito delle manifestazioni per la Biennale della Cultura ma abbiamo bisogno di 250.000 euro: invitiamo perciò imprenditori, associazioni e privati a farsi avanti per finanziare il progetto”.
La storia vuole che, Michelangelo, per volontà di papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico, progettò una grandiosa facciata per San Lorenzo, chiesa di famiglia dei Medici che la avevano completamente rinnovata nel corso del Quattrocento in forme brunelleschiane.
Il Buonarroti, allora quarantenne e già grandissimo in pittura e in scultura, si cimentò per la prima volta con un tema architettonico di grande impegno e, tra il 1516 e il 1519, approvvigionò una grande quantità di marmi dalle cave delle Alpi Apuane. Molti blocchi giunsero a Firenze già sbozzati e pronti per essere montati in quella che, lo stesso artista definiva un’opera che “di architettura e di scultura” sarebbe stato “lo specchio di tutta Italia”.
Ma il Pontefice cambiò ben presto idea, impegnando Michelangelo in altre commissioni sempre per San Lorenzo, quali la Sagrestia Nuova e, poi, la Libreria Medicea; abbandonando invece il progetto della facciata, la cui mancata realizzazione venne giudicata dal grande artista una vera “rovina”, un “vituperio grandissimo”.
Con i nuovi mezzi della realtà virtuale viene oggi proposta l’immagine della facciata marmorea mai realizzata, proiettata sulla fronte del monumento medesimo e commentata da alcuni Ragionamenti che si immaginano svolgersi, intorno al 1560, tra Giorgio Vasari, poliedrico artista al servizio del Granduca Cosimo I e il figlio di lui, il Principe Francesco, grande amatore d’arte.
Un dialogo dove, tra l’altro, appare alla fine evocato quell’intervento di restauro e di completamento del complesso laurenziano che, intorno al 1740, intese realizzare Anna Maria Luisa de’ Medici, generosa mecenate che legò per sempre alla città di Firenze tutte le opere d’arte di proprietà della sua famiglia. Intervento che comprendeva, anche, una nuova, moderna facciata della chiesa che, però, una volta ancora, non vide la luce. Quella luce che, giovedì sera, restituirà al pubblico l’aspetto dell’opera immaginata da Michelangelo.
L’evento ripropone le proiezioni già realizzate ed eseguite con grande successo nel febbraio e nel marzo del 2007 e anche quest’anno, sempre per ricordare l’anniversario della scomparsa (18 febbraio 1743) di Anna Maria Luisa de’Medici, l’elettrice Palatina, ultima erede della grande casata che lasciò per testamento a Firenze l’immenso patrimonio artistico di proprietà della famiglia. Principessa “saggia” che, tra l’altro, fu anche munifica restauratrice del complesso laurenziano e promotrice dell’esecuzione di una nuova facciata per la Basilica (che anch’essa non venne però mai eseguita).
La realizzazione grafica del modello è di Paolo Bertoncini Sabatini, la proiezione è realizzata da Natali Multimedia s.r.l., la cura scientifica dell’evento è di Gabriele Morolli (Ordinario di Storia dell’Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze), su un’idea di Massimo Ruffilli (Ordinario di Disegno Industriale presso la medesima Università).
Approfondimento
MICHELANGELO E LA FACCIATA DI SAN LORENZO:
DAI PROGETTI ALLA REALTA’ VIRTUALE
Il ’concorso’ del 1515
Nel 1515 Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico (per rendere più gradito il giogo mediceo che recentissimamente era stato ricollocato sulle spalle dei fiorentini dopo un ultimo ventennio di libertà repubblicana) decise di erigere una monumentale facciata marmorea per la Basilica di San Lorenzo.
L'antichissimo edificio era già stato, nel corso del Quattrocento, ricostruito ex novo a spese della casata, su disegno di Filippo Brunelleschi e dei continuatori, in quanto prestigiosa “chiesa di famiglia” posta ad un passo dal Palazzo mediceo di Via Larga.
Il Pontefice bandì un ‘concorso’ cui parteciparono i principali artisti del momento, Raffaello, Andrea e Jacopo Sansovino, Baccio d'Agnolo, Giuliano da Sangallo e allo stesso Michelangelo.
Il progetto di Michelangelo
Fu Michelangelo ad aggiudicarsi la vittoria e, tra il 1516 e il 1518, subito si recò prima a Carrara e poi nelle nuove cave di Seravezza (che i Medici erano intenzionati a promuovere in quanto poste in un territorio appartenente allo Stato Fiorentino), per l'estrazione dei tantissimi marmi necessari a questa ciclopica impresa (il cui costo sarebbe ammontato ad alcune decine di milioni di odierni euro).
Lettere e disegni autografi dell'artista, oltre a numerose testimonianze dei contemporanei, documentano questa intensa attività preparatoria per il grande cantiere: membrature marmoree già sbozzate quali stipiti di porte, architravi, cornicioni o grandiosi fusti di colonne giunsero, infatti, precocemente a Firenze per via d'acqua, discendendo prima lungo la costa tirrenica sino a Pisa e poi risalendo l'Arno, allora navigabile a mezzo di “navicelli” sino a Signa.
Per la realizzazione del progetto erano stati anche eseguiti più modelli, in creta, in cera e in legno: si sarebbe trattato di una straordinaria fronte tridimensionale, integralmente marmorea, comprendente un vasto atrio (grande e magnifica quale nessuna facciata di chiesa rinascimentale poteva vantare) ornata da una ventina fra statue (alte il doppio del naturale) e bassorilievi (probabilmente in bronzo dorato).
Tale facciata, se realizzata, sarebbe stata per l’architettura e per la scultura una vera e propria “scuola del mondo” (così come per la pittura avrebbero dovuto essere gli affreschi, purtroppo anch’essi non realizzati, che una decina di anni prima lo stesso Michelangelo e Leonardo erano stati incaricati di eseguire per la Sala Grande, poi dei Cinquecento, nel Palazzo della Signoria).
Della fronte marmorea di San Lorenzo l’artista stesso aveva dichiarato infatti, con orgoglio, al Papa che “a me basta l’animo [di] far questa opera della facciata di San Lorenzo [così] che sia di architettura e di scultura lo specchio di tutta Italia [… e] farò la più bella opera che si sia mai fatta, se Dio m’aiuta”.
Restituzione prospettica del presumibile aspetto della facciata
L’abbandono dell’impresa e il ‘tesoro’ dei marmi
Le ambizioni di Leone X crescevano intanto con il consolidarsi del dominio mediceo sulla città, così che il Pontefice pensò di incaricare lo stesso Michelangelo della realizzazione di una nuova cappella sepolcrale per i propri familiari (la Sagrestia Nuova) e della concezione di una moderna biblioteca (la Libreria Medicea Laurenziana) per ospitare i libri delle raccolte medicee, ora destinati alla consultazione di tutti i fiorentini.
L'impresa della facciata venne così abbandonata, al pari dei tantissimi marmi che, pure, con grande entusiasmo Michelangelo aveva cavato dal seno del monte Altissimo sopra Seravezza, ricorrendo anche a straordinari interventi di ingegneria (costruì tra l’altro una vera e propria “strada dei marmi” in condizioni proibitive) e che con tanto dispendio tecnologico erano stati prima “collati” dalle cave e poi trasportati per via d’acqua a Firenze.
Tale ‘tesoro’ architettonico andò in gran parte disperso: le pezzature minori riutilizzate in altre fabbriche dopo essere state sezionate e rilavorate (ad esempio nel nuovo pavimento a motivi geometrici della Cattedrale fiorentina), le membrature maggiori accantonate e abbandonate per secoli poiché le loro stesse dimensioni ciclopiche (fusti alti quasi sette metri che, con base e capitello, sarebbero divenuti colonne di circa nove) le rendevano inadatte ad essere reimpiegate in edifici ‘normali’.
In effetti Giorgio Vasari (nella Vita di Michelangelo del 1568) ricorda come alcuni fusti di colonne giacessero ancora abbandonati “alla marina”, cioè sulla costa nei pressi di Pietrasanta, al porto delle cave apuane fiorentine, mentre “una colonna è sopra la Piazza di San Lorenzo, abbozzata fuor della porta di detta chiesa”.
Una notizia confermata anche da altre testimonianze che ci dicono che tale colonna era stata poi interrata “insieme con altri pezzi architettonici in una fossa fatta sulla piazza lungo il fianco della chiesa” perché, col tempo, divenuta solo un gigantesco ingombro dietro al quale si ammassavano le immondizie.
Le colonne ritrovate, la colonna da ricercare
Vi sono, quindi, forti ragioni storiche per ritenere che sotto il sagrato della Basilica laurenziana giaccia almeno uno dei fusti marmorei di colonna che il grande Michelangelo aveva predisposto per ornare la facciata della chiesa.
In anni recenti, poi, tre fusti marmorei, fortunosamente ritrovati (dal Prof.Gabriele Morolli, Ordinario di Storia dell’Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze) in un deposito di marmi di Pietrasanta e destinati alla vendita, si sono rivelati esattamente delle stesse dimensioni che i disegni michelangioleschi assegnavano alle colonne della facciata, suggerendo l’ipotesi che tali grandiose membrature (quasi sette metri di purissimo marmo del Monte Altissimo) altro non fossero che tre delle “cinque colonne di giusta grandezza, una delle quali si vede in sulla piazza di San Lorenzo, da lui fatta condurre a Firenze; l’altre quattro, per avere il papa cangiato voluntà e vòlto il pensiero altrove, ancora in sulla marina se giaceno” (così ribadisce Ascanio Condivi, primo biografo di Michelangelo, nel 1553).
Il fusto di colonna oggi ‘tornato’ a Firenze e collocato per l’occasione a fianco della facciata della Basilica, uno dei tre monoliti marmorei acquistati dal Gruppo Teseco di Pisa dell’Ing.Gualtiero Masini ed oggi conservati presso la Fondazione Teseco per l’Arte di Pisa diretta dall’Avv.Maria Paoletti, ed ancora oggetto di studio, permetterà auspicabilmente un allargamento della discussione sull’intera vicenda, oltre ad offrire certamente al pubblico l’emozione di ‘rivedere’ una così grandiosa membratura architettonica nella medesima posizione in cui la osservarono i nostri antenati del XVI secolo: nuovamente ai piedi della facciata, quasi ad invocare, per una seconda volta, ‘giustizia’ per l’opera incompiuta del grande Michelangelo.
18
febbraio 2010
Michelangelo – La facciata di San Lorenzo
Dal 18 al 20 febbraio 2010
serata - evento
Location
BASILICA DI SAN LORENZO
Firenze, Piazza Di San Lorenzo, 9, (Firenze)
Firenze, Piazza Di San Lorenzo, 9, (Firenze)
Orario di apertura
giovedì 18 e sabato 20 febbraio con due proiezioni che saranno visibili dalle 21 alle 23.
Autore