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Francesca Leone – Flussi Immobili
La galleria Valentina Moncada inaugura la mostra personale dell’artista Francesca Leone dal titolo Flussi Immobili.
Grande interprete della rinata corrente figurativa, Francesca Leone approda alla Galleria Valentina Moncada con una nuova ricerca pittorica documentata da una rassegna di 8 dipinti.
Comunicato stampa
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La galleria Valentina Moncada inaugura il 10 marzo 2010 la mostra personale dell’artista Francesca Leone dal titolo Flussi Immobili. Da sempre interessata a dare ampio riconoscimento al lavoro degli artisti di grande spessore, la Galleria Moncada prosegue la sua attività celebrando la maturità artistica di una delle pittrici più interessanti del panorama contemporaneo italiano.
Dopo la personale Primo Piano tenutasi a Palazzo Venezia nel 2008, seguita nel 2009 dall’esposizione al Castel dell’Ovo a Napoli e presso il MMOMA (Museum of Modern Art di Mosca) quest’ultima curata da Maurizio Calvesi, Francesca Leone approda alla Galleria Valentina Moncada con una nuova ricerca pittorica documentata da una rassegna di 8 dipinti.
Grande interprete della rinata corrente figurativa, Francesca apprende dal padre Sergio Leone il senso per l’immagine e, dopo aver collaborato come giovane assistente alla realizzazione di alcuni dei grandi capolavori della cinematografia, frequenta, dapprima un corso di scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, poi, avendo deciso di dedicarsi interamente alla pittura, completa i suoi studi con il quadriennio di pittura conseguito alla Libera Accademia di Belle Arti della Rome University of Fine Arts. Nella sua attività espositiva iniziale si annoverano, tra l’altro, la mostra curata dal prof. Claudio Strinati ai Musei Capitolini nel 2007 e la personale al loggiato di San Bartolomeo di Palermo nell’aprile 2008.
L’inedito ciclo di opere presentate da Francesca Leone, ha il suo incipit nell’opera Respiro/Breath elaborata in occasione della mostra di Palazzo Venezia, che rappresenta da un lato un punto di chiusura con i ritratti precedentemente realizzati, e dall’altro denota una linea di svolta. Il soggetto, il cui volto appare solcato da una sottile pioggia, riemerge da una profondità oscura e il suo respiro liberatorio si trasforma in un vero e proprio atto di sopravvivenza. Quel sentirsi annegata, disorientata, alienata ha fatto si che la pittrice ponesse le basi per dare vita a nuova genesi artistica.
Da questo elemento biografico muove la ricerca di Flussi Immobili. Il titolo ha una doppia valenza: la prima rappresenta il flusso dell’acqua che crea un passaggio, un movimento; nella seconda si assiste all’esplosione dell’io colta in un istante per essere resa eterna. Ancora una volta il linguaggio di Francesca Leone porta avanti la sua ricerca sul ritratto e si esprime in una sacralità che diventa universale e abbraccia l’uomo comune. Tutti questi volti, che affiorano dietro una pioggia di acqua e nello stesso tempo ne vengono soffocati, sono portati alla realizzazione di se stessi tramite una vera e propria purificazione che cancella l’apparenza e abilita ad un incontro con quel carattere più introspettivo e inconscio, spesso celato da inibizioni e schemi sociali. In questo modo, l’artista elimina il superfluo e coglie l’essenziale nell’anima di ogni espressione narrata, dotando questo ritratto sulla fragilità umana, di una forte solennità e presenta una rassegna di inquadrature disposte nello spazio in un crescendo di emozioni. Tale conflitto tra l’essere e il non essere è evidente in questi primissimi piani e riporta spontaneamente a un significato profondo, antico ed eterno, connaturato all’esistenza stessa dell’uomo. Se l’acqua infatti, intesa junghianamente, è il simbolo del flusso dell'inconscio, questa rappresenta anche il risveglio in un processo che dalla morte torna alla vita.
Per Francesca Leone la fotografia è il principio per la realizzazione di un modello che rielabora e ricostruisce nel corso del procedimento pittorico. Rispetto alla produzione precedente infatti, l’artista non si serve più di immagini trovate, ma concepisce i suoi soggetti immortalandoli, assimilandoli per poi rielaborarli e renderli eterni.
L’espressività accesa solca i confini del surreale ed è sostenuta da una maturazione cromatica e un effetto plastico che rende i toni drammatici, incisi nel forte chiaroscuro che segna i volti. I colori sono fermi, vivi, luminosi e intensi. Ancora una volta l’occhio fotografico dell’artista prevale e si sviluppa ulteriormente grazie al suo estro pittorico generando una sintesi acuta e profonda già nota ma altrettanto innovativa.
Come ben ha scritto il prof. Claudio Strinati “La pittrice è così radicata nel nostro tempo da restituire, nelle sue immagini, quelle tensioni, quelle ansie, e quelle speranze che ognuno di noi non può non provare nel concreto della propria esperienza. È un’arte, insomma, che parla a tutti ma nel contempo è il prodotto di una complessa elaborazione scaturita dalla onnipresente dialettica tra positivo e negativo, tra entusiasmo e frustrazione, tra conoscenza vera del mondo intorno a noi e dubbio sulle concrete possibilità di esprimerci”.
Dopo la personale Primo Piano tenutasi a Palazzo Venezia nel 2008, seguita nel 2009 dall’esposizione al Castel dell’Ovo a Napoli e presso il MMOMA (Museum of Modern Art di Mosca) quest’ultima curata da Maurizio Calvesi, Francesca Leone approda alla Galleria Valentina Moncada con una nuova ricerca pittorica documentata da una rassegna di 8 dipinti.
Grande interprete della rinata corrente figurativa, Francesca apprende dal padre Sergio Leone il senso per l’immagine e, dopo aver collaborato come giovane assistente alla realizzazione di alcuni dei grandi capolavori della cinematografia, frequenta, dapprima un corso di scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, poi, avendo deciso di dedicarsi interamente alla pittura, completa i suoi studi con il quadriennio di pittura conseguito alla Libera Accademia di Belle Arti della Rome University of Fine Arts. Nella sua attività espositiva iniziale si annoverano, tra l’altro, la mostra curata dal prof. Claudio Strinati ai Musei Capitolini nel 2007 e la personale al loggiato di San Bartolomeo di Palermo nell’aprile 2008.
L’inedito ciclo di opere presentate da Francesca Leone, ha il suo incipit nell’opera Respiro/Breath elaborata in occasione della mostra di Palazzo Venezia, che rappresenta da un lato un punto di chiusura con i ritratti precedentemente realizzati, e dall’altro denota una linea di svolta. Il soggetto, il cui volto appare solcato da una sottile pioggia, riemerge da una profondità oscura e il suo respiro liberatorio si trasforma in un vero e proprio atto di sopravvivenza. Quel sentirsi annegata, disorientata, alienata ha fatto si che la pittrice ponesse le basi per dare vita a nuova genesi artistica.
Da questo elemento biografico muove la ricerca di Flussi Immobili. Il titolo ha una doppia valenza: la prima rappresenta il flusso dell’acqua che crea un passaggio, un movimento; nella seconda si assiste all’esplosione dell’io colta in un istante per essere resa eterna. Ancora una volta il linguaggio di Francesca Leone porta avanti la sua ricerca sul ritratto e si esprime in una sacralità che diventa universale e abbraccia l’uomo comune. Tutti questi volti, che affiorano dietro una pioggia di acqua e nello stesso tempo ne vengono soffocati, sono portati alla realizzazione di se stessi tramite una vera e propria purificazione che cancella l’apparenza e abilita ad un incontro con quel carattere più introspettivo e inconscio, spesso celato da inibizioni e schemi sociali. In questo modo, l’artista elimina il superfluo e coglie l’essenziale nell’anima di ogni espressione narrata, dotando questo ritratto sulla fragilità umana, di una forte solennità e presenta una rassegna di inquadrature disposte nello spazio in un crescendo di emozioni. Tale conflitto tra l’essere e il non essere è evidente in questi primissimi piani e riporta spontaneamente a un significato profondo, antico ed eterno, connaturato all’esistenza stessa dell’uomo. Se l’acqua infatti, intesa junghianamente, è il simbolo del flusso dell'inconscio, questa rappresenta anche il risveglio in un processo che dalla morte torna alla vita.
Per Francesca Leone la fotografia è il principio per la realizzazione di un modello che rielabora e ricostruisce nel corso del procedimento pittorico. Rispetto alla produzione precedente infatti, l’artista non si serve più di immagini trovate, ma concepisce i suoi soggetti immortalandoli, assimilandoli per poi rielaborarli e renderli eterni.
L’espressività accesa solca i confini del surreale ed è sostenuta da una maturazione cromatica e un effetto plastico che rende i toni drammatici, incisi nel forte chiaroscuro che segna i volti. I colori sono fermi, vivi, luminosi e intensi. Ancora una volta l’occhio fotografico dell’artista prevale e si sviluppa ulteriormente grazie al suo estro pittorico generando una sintesi acuta e profonda già nota ma altrettanto innovativa.
Come ben ha scritto il prof. Claudio Strinati “La pittrice è così radicata nel nostro tempo da restituire, nelle sue immagini, quelle tensioni, quelle ansie, e quelle speranze che ognuno di noi non può non provare nel concreto della propria esperienza. È un’arte, insomma, che parla a tutti ma nel contempo è il prodotto di una complessa elaborazione scaturita dalla onnipresente dialettica tra positivo e negativo, tra entusiasmo e frustrazione, tra conoscenza vera del mondo intorno a noi e dubbio sulle concrete possibilità di esprimerci”.
10
marzo 2010
Francesca Leone – Flussi Immobili
Dal 10 marzo al 21 aprile 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA VALENTINA MONCADA
Roma, Via Margutta, 54, (Roma)
Roma, Via Margutta, 54, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 10.00 - 19.00
Vernissage
10 Marzo 2010, ore 19.00
Autore