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fino al 30.I.2011 Filippo Lippi Milano, Museo Diocesano
milano
Un profilo luminoso tra colori autunnali. Chiaro anche il bimbo al centro da adorare. Su quel palcoscenico di rocce, musica e silenzio paiono convivere. L’ennesimo Capolavoro per Milano...
l’opera come punto d’arrivo, di libero incanto dopo un adeguato percorso di
conoscenza. Come per una complessa poesia: tradotta in parafrasi, analizzata
nei suoi ritmi, ben compresa per i riferimenti culturali, la storia del tema
affrontato, la vita dell’autore e le modalità espressive, ecco allora che ci si
può permettere che sfumi quanto appreso per lasciarsi catturare dai versi/dai
sensi, dall’emozione della bellezza che arriva però più chiara e intensa
proprio per quanto si è studiato e compreso, e poi anche scordato.
Questa l’idea,
semplice e vincente, di Un capolavoro per
Milano: per quest’ottava edizione l’appuntamento è con La Natività con San Giorgio e San Vincenzo Ferrer di Filippo Lippi (Firenze, 1406 ca. –
Spoleto, 1469). Schermi video per osservare prima i particolari, comprendere
ascoltando le condizioni di lavoro, i riferimenti alla vita dell’autore, le
diverse ipotesi per l’utilizzo della tavola (quei santi ai lati quasi
“aggiunti”), le influenze culturali (il paesaggio giottesco, le influenze
fiamminghe), gli interventi dei collaboratori, la lettura di alcuni elementi,
la complessa interpretazione per particolari presenze e importanti dettagli
(come per San Vincenzo Ferrer e quella scritta che s’impone, parole che ricordano
il giorno del giudizio).
Quindi
l’incontro. Per ritrovare/riconoscere quanto appreso. Per soffermarsi e stare:
un’unica opera che infine racconta, evoca, commuove in sé, dentro il suo tempo
e ancora dialogante oggi nella sua preziosità densità formale, come un classico
colmo di suggestioni.
Molti i punti
interrogativi ripresi nel catalogo: come mai il monaco domenicano sulla scena
del Lippi? Perché quel monito apocalittico? Rappresenta proprio san Giorgio la
figura a sinistra? Ma manca il drago, rappresentante il demonio, ai suoi piedi:
e se fosse invece l’arcangelo Michele? Pure è senz’ali…
Maria Pia Mannini
riprende la citazione di Bernard Berenson: “Fra’
Filippo dipinse pendici di sottobosco con una freschezza che evoca odore di
funghi, di erbe, di terra”, ricordando quindi che la humanitas/humilitas
derivano da ‘humus’, ‘terra’,
riconoscendo in questa Natività una
sensibilità nuova dell’autore, l’emozione del divino impastata alla terra, la
natura, la Grande Madre. Come un arazzo. Ma anche come un palcoscenico: i due
santi con funzione di quinte.
Sentimento magico
e realismo descrittivo. Il volto di Maria nella quiete contemplativa, il velo
trasparente sul capo, s’immagina sia quello di Lucrezia Buti, la giovane
novizia amata dal Lippi, forse quel bimbo anche ritratto del figlio Filippino,
nato a Prato nel 1457.
Lippi
agli Uffizi
valeria ottolenghi
mostra visitata il 4 gennaio 2011
dal 15 novembre 2010 al 30 gennaio 2011
Un Capolavoro per Milano – La Natività di Filippo Lippi
Museo Diocesano
Corso di Porta Ticinese, 95 (zona Colonne di San Lorenzo) – 20123 Milano
Orario: da martedì a domenica ore 10-18
Ingresso: intero € 8; ridotto € 5; martedì € 4
Catalogo Silvana Editoriale
Info: tel./fax +39 0289420019; info@museodiocesano.it;
www.museodiocesano.it
[exibart]