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Scultura Italiana Contemporanea
Mostra collettiva
Comunicato stampa
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"La materia - scriveva Fausto Melotti una cinquantina di anni fa - non m'interessa. Quello che conta è l'occupazione dello spazio. Il gusto della materia non porterà mai allo stile, anzi può portare fuori dello stile. L'invenzione non è difficile né facile: è un'altra cosa. è un giuoco che, quando riesce, è poesia". Dalla linea maestra della scultura tracciata da Medardo Rosso, Boccioni e Fontana, si formano generazioni di artisti a partire da Fausto Melotti ed a seguire, seppure con intenti ed esiti magistrali diversi, gli artisti che presentiamo in questa antologia certamente incompleta, ma comunque interessante per la qualità dei lavori esposti alcuni dei quali presentati in occasione delle mostre personali di alcuni artisti presso la nostra galleria dagli anni sessanta al duemila.
All'ingresso, un lavoro "ritrovato" di Paolo Icaro del 1972 dal titolo "Tre palmi quadri", acciaio di grandi dimensioni, ci parla di un bisogno concettuale dell'artista di relazionarsi, connettersi in qualche modo con una spessa lastra di acciaio trovata sul pavimento di un'officina "vi posai semplicemente sopra la mia mano sinistra aperta: risultava così un mio palmo quadro...misura fisica del mio modo di essere e di relazionarmi alla cosa.."
Oppure, sempre del 1972, una scultura periscopica di Eliseo Mattiacci, fusione in alluminio
Alta due metri, che sorge dal pavimento come dalla torretta di un sottomarino per osservare l'intorno col suo occhio di specchio e farlo proprio.
E poi il ferro dell'opera di Spagnulo, in cui anche la ruggine contribuisce alla rudezza ed alla forza dell'artista che, dalla propria terra di Puglia sembra aver raccolto pezzi di classicismo greco arrugginiti dalla salsedine adriatica, il grande cemento di Uncini datato 1989 e ancora, la scultura in marmo travertino di Lucilla Catania, piccoli bronzi dei fratelli Pomodoro, di Alik Cavaliere e di Antonio Trotta ed il bellissimo ferro degli anni cinquanta del torinese Franco Garelli.
Un'installazione a parete in acciaio e vetro di grandi dimensioni degli anni novanta del meranese Eduard Habicher ed una "misura" in legno di Aldo Ferrara chiudono la mostra.
All'ingresso, un lavoro "ritrovato" di Paolo Icaro del 1972 dal titolo "Tre palmi quadri", acciaio di grandi dimensioni, ci parla di un bisogno concettuale dell'artista di relazionarsi, connettersi in qualche modo con una spessa lastra di acciaio trovata sul pavimento di un'officina "vi posai semplicemente sopra la mia mano sinistra aperta: risultava così un mio palmo quadro...misura fisica del mio modo di essere e di relazionarmi alla cosa.."
Oppure, sempre del 1972, una scultura periscopica di Eliseo Mattiacci, fusione in alluminio
Alta due metri, che sorge dal pavimento come dalla torretta di un sottomarino per osservare l'intorno col suo occhio di specchio e farlo proprio.
E poi il ferro dell'opera di Spagnulo, in cui anche la ruggine contribuisce alla rudezza ed alla forza dell'artista che, dalla propria terra di Puglia sembra aver raccolto pezzi di classicismo greco arrugginiti dalla salsedine adriatica, il grande cemento di Uncini datato 1989 e ancora, la scultura in marmo travertino di Lucilla Catania, piccoli bronzi dei fratelli Pomodoro, di Alik Cavaliere e di Antonio Trotta ed il bellissimo ferro degli anni cinquanta del torinese Franco Garelli.
Un'installazione a parete in acciaio e vetro di grandi dimensioni degli anni novanta del meranese Eduard Habicher ed una "misura" in legno di Aldo Ferrara chiudono la mostra.
05
febbraio 2010
Scultura Italiana Contemporanea
Dal 05 febbraio al 15 marzo 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA MARTANO
Torino, Via Principe Amedeo, 29, (Torino)
Torino, Via Principe Amedeo, 29, (Torino)
Orario di apertura
da lunedì a sabato orario 15:30 - 19:30
mattino su appuntamento
Vernissage
5 Febbraio 2010, ore 18
Autore
Curatore