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Luca Zanta – Ordine Classico
L’artista presenta le sue sperimentazioni nell’ambito dell’arte digitale, con due serie di opere: “Ordine classico” e “Attestazione di presenza”, realizzate a sei anni l’una dall’altra, e dagli esiti formali molto diversi. Il tema in comune è l’appropriazione di uno spazio tramite il linguaggio.
Comunicato stampa
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Nella serie Ordine Classico, Luca Zanta utilizza una tecnica che sfrutta la fotografia come elemento fondativo; la ambienta e la trasforma in uno spazio tridimensionale, inquadrando all’interno di esso dei punti, da cui generare nuove immagini. Un procedimento simile alla composizione di certa musica elettronica, basata sull’utilizzo di campionamenti.
In Ordine Classico le opere vertono su un soggetto in particolare, la tag (firma) un fenomeno underground molto diffuso. La tag non è mai improvvisata, vi è dietro un esercizio costante che in un secondo momento permette l’immediatezza e la spontaneità del gesto nella continuità del ritmo, è il modo in cui la parola è scritta, non il suo significato, che esprime l’intensità e l’energia di chi ne ha tracciato il segno.
Zanta si accorge della comunicazione che avviene tra lui che osserva e il segno ormai fisso ma ancora vibrante della tag.
Una comunicazione che permette in un istante di entrare in una dimensione senza tempo fatta di attimi infiniti.
In Ordine Classico l’artista porta questo processo ad un’estremizzazione, ad un’espansione alla quadra.
Ne crea un magma, capace di sprofondare improvvisamente in un solo punto e altre volte di spingersi verso l’emersione quasi a voler oltrepassare la bidimensionalità.
Un movimento danzante e coinvolgente.
Le tag nuotano nelle sue opere, l’una accanto all’altra a volte strisciandosi o sorreggendosi altre si uniscono in un solo segno.
La cosa sorprendente è che nell’asimmetria e nello sbilanciamento dei caratteri vi è comunque la presenza di una struttura stabile che lega ogni elemento e ne costituisce l’armonia d’insieme.
(Adriana Carta)
In Ordine Classico le opere vertono su un soggetto in particolare, la tag (firma) un fenomeno underground molto diffuso. La tag non è mai improvvisata, vi è dietro un esercizio costante che in un secondo momento permette l’immediatezza e la spontaneità del gesto nella continuità del ritmo, è il modo in cui la parola è scritta, non il suo significato, che esprime l’intensità e l’energia di chi ne ha tracciato il segno.
Zanta si accorge della comunicazione che avviene tra lui che osserva e il segno ormai fisso ma ancora vibrante della tag.
Una comunicazione che permette in un istante di entrare in una dimensione senza tempo fatta di attimi infiniti.
In Ordine Classico l’artista porta questo processo ad un’estremizzazione, ad un’espansione alla quadra.
Ne crea un magma, capace di sprofondare improvvisamente in un solo punto e altre volte di spingersi verso l’emersione quasi a voler oltrepassare la bidimensionalità.
Un movimento danzante e coinvolgente.
Le tag nuotano nelle sue opere, l’una accanto all’altra a volte strisciandosi o sorreggendosi altre si uniscono in un solo segno.
La cosa sorprendente è che nell’asimmetria e nello sbilanciamento dei caratteri vi è comunque la presenza di una struttura stabile che lega ogni elemento e ne costituisce l’armonia d’insieme.
(Adriana Carta)
01
febbraio 2010
Luca Zanta – Ordine Classico
Dal primo al 22 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
MULTISALA PORTO ASTRA
Padova, Via Santa Maria Assunta, 204, (Padova)
Padova, Via Santa Maria Assunta, 204, (Padova)
Orario di apertura
in orario di apertura della sala (in genere dalle ore 20,30 alle ore 23,30).
Vernissage
1 Febbraio 2010, ore 20.30
Autore
Curatore