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Günter Demnig – Memorie d’inciampo a Roma
L’artista sceglie il marciapiede prospiciente la casa in cui hanno vissuto uno o più deportati e vi installa altrettante “pietre d’inciampo”, sampietrini del tipo comune e di dimensioni standard (cm. 10×10). Li distingue solo la superficie superiore, a livello stradale, poiché di ottone lucente. Su di essa sono incisi: nome e cognome del deportato, anno di nascita, data e luogo di deportazione e, quando nota, data di morte.
Comunicato stampa
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Per la prima volta in Italia l’artista tedesco Günter Demnig posizionerà a Roma, il 28 gennaio 2010, in occasione della Giornata della Memoria, 30 Stolpersteine (pietre d’inciampo) in sei MUNICIPI: I Municipio, Centro Storico; II Municipio, Flaminio; VI Municipio, Quadraro; IX Municipio, Appio Tuscolano; XVI Municipio, Monteverde; XVII Municipio, Prati) per ricordare deportati razziali, politici e militari.
Memorie d’inciampo a Roma è promosso da: ANED (Associazione Nazionale ex Deportati), ANEI (Associazione Nazionale ex Internati), CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane Italiane, Museo Storico della Liberazione, e organizzato da Incontri Internazionali d’Arte.
Il progetto, che è posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, ha il Patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Roma e il sostegno dei sei MUNICIPI.
A cura di Adachiara Zevi, si avvale di un Comitato scientifico costituito dagli storici Anna Maria Casavola, Annabella Gioia, Antonio Parisella, Liliana Picciotto, Micaela Procaccia e Michele Sarfatti.
L’idea di Demnig risale al 1993 quando l’artista è invitato a Colonia per un’installazione sulla deportazione di cittadini rom e sinti. All’obiezione di un’anziana signora secondo la quale a Colonia non avrebbero mai abitato rom, l’artista decide di dedicare tutto il suo lavoro successivo alla ricerca e alla testimonianza dell’esistenza di cittadini scomparsi a seguito delle persecuzioni naziste: ebrei, politici, rom, omosessuali.
I primi Stolpersteine risalgono al 1995, a Colonia; da allora ne sono stati installati più di 22.000 in Germania, Austria, Ungheria, Ucraina, Cecoslovacchia, Polonia, Paesi Bassi.
L’artista sceglie il marciapiede prospiciente la casa in cui hanno vissuto uno o più deportati e vi installa altrettante “pietre d’inciampo”, sampietrini del tipo comune e di dimensioni standard (cm. 10x10). Li distingue solo la superficie superiore, a livello stradale, poiché di ottone lucente. Su di essa sono incisi: nome e cognome del deportato, anno di nascita, data e luogo di deportazione e, quando nota, data di morte.
L’inciampo non è fisico ma visivo e mentale, costringe chi passa a interrogarsi su quella diversità e agli attuali abitanti della casa a ricordare quanto accaduto in quel luogo e a quella data, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità.
Gli Stolpersteine sono un segno concreto e tangibile, ma discreto e antimonumentale, che diviene parte della città, a conferma che la memoria non può risolversi in un appuntamento occasionale e celebrativo, ma costituire parte integrante della vita quotidiana.
Gli Stolpersteine sono finanziati da sottoscrizioni private; il costo di ognuno, compresa l’installazione, si aggira tra i 75 e i 95 euro.
L’intera giornata del 28 gennaio sarà impegnata nell’installazione delle “pietre d’inciampo”. A partire dalle ore 9.30 a via della Reginella 2, al Ghetto, in memoria della famiglia Spizzichino: Grazia Di Segni di 54 anni, le figlie Giuditta di 21 anni, Ada di 28 e la piccola Rossana Calò, figlia di Ada, di due anni.
Seguirà alle ore 11.30 via Flaminia 21, dove abitava la famiglia Levi: il padre Mario di 55 anni, la madre Alba Sofia Ravenna di 52 anni e il figlio Giorgio di 18 anni. Sarà presente Alberta Levi Temin, unica sopravvissuta della famiglia e Rosetta Loy.
Alle ore 12.30, davanti alla Caserma allievi carabinieri di viale Giulio Cesare, saranno ricordati invece i dodici carabinieri da lì deportati il 7 ottobre 1943 perché giudicati inaffidabili in vista della deportazione degli ebrei la settimana successiva. Un picchetto dei Carabinieri presenzierà il posizionamento degli Stolpersteine.
Alle ore 14.00 a piazza Rosolino Pilo 17 Demnig installerà le “pietre” in ricordo della famiglia Terracina: il nonno Leone David di 84 anni, il padre Giovanni di 56 anni, la madre Lidia Ascoli di 57 anni, la figlia Anna di 23, il figlio Leo di 21, Cesare di 20 anni e Amedeo, di 49 anni. Sarà presente Piero Terracina e Miriam Mafai.
A via Flaminia, a viale Giulio Cesare e a piazza Rosolino Pio Ottavia Piccolo leggerà dei brani di testi riguardanti le persecuzioni.
Alle ore 16.00 l’artista sarà invece a via Taranto 178, dove abitava il colonnello Eugenio Paladini.
Il giro si concluderà al Quadraro con l’installazione delle pietre d’inciampo in memoria dei deportati politici: Fernando Nuccetelli alle ore 17,30 in via Romanello da Forlì 34, Ferdinando Persiani alle ore 18.15 in via E. Giovenale 95 e Antonio Attori alle ore 19.00 a via Ascoli Piceno 18.
Il progetto proseguirà, dopo il 28 gennaio, con l’apertura presso la Casa della Memoria e della Storia di uno “sportello” cui potranno rivolgersi quanti intendono ricordare familiari o amici deportati attraverso la collocazione di un Stolpersteine davanti alla loro abitazione. L’obiettivo è la costruzione di una grande mappa urbana della memoria.
All’iniziativa è affiancato un progetto didattico: ogni Municipio, coadiuvato dal Progetto Memoria della Fondazione CDEC e dal Centro di Cultura Ebraica della Comunità Ebraica di Roma, dalla FNISM (Federazione Nazionale Insegnanti) – Sezione Roma e Regione Lazio, dall’Irsifar (Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza), dalla sezione didattica del Museo Storico della Liberazione di Via Tasso, ha scelto alcune scuole affidando loro la ricerca storica sui deportati alla cui memoria sono dedicati i sampietrini. Il 28 gennaio, nel corso dell’installazione di Demnig, gli studenti leggeranno i primi risultati del loro lavoro.
Memorie d’inciampo a Roma sarà documentato in un volume che conterrà testi storici e critici, biografie dei deportati redatte dagli studenti, illustrazione fotografica delle installazioni, CD con le riprese filmate della giornata del 28 gennaio.
La presentazione del volume è prevista per il 16 ottobre 2010, anniversario della deportazione degli ebrei romani.
Roma, gennaio 2010
UFFICIO STAMPA: Novella Mirri e Maria Bonmassar Tel. 06-32652596; ufficiostampa@novellamirri.it
SCHEDA INFORMATIVA
PROGETTO: Memorie d’inciampo a Roma
ARTISTA: Günter Demnig
PRESENTAZIONE STAMPA: martedì 26 gennaio 2010, ore 11.00
Casa della Memoria e della Storia
Roma, via San Francesco di Sales 5
INAUGURAZIONE: giovedì 28 gennaio 2010, ore 9.30
Roma, via della Reginella 2
a seguire:
: ore 11.30 via Flaminia 21
ore 12.30 viale Giulio Cesare
ore 14.00 piazza Rosolino Pilo 17
ore 16.00 via Taranto 178
ore 17.30 via Romanello da Forlì 34
ore 18.15 via E. Giovenale 95
ore 19.00 via Ascoli Piceno 18
CURATORE: Adachiara Zevi
COMITATO SCIENTIFICO: Anna Maria Casavola, Annabella Gioia, Antonio
Parisella, Liliana Picciotto, Micaela Procaccia e Michele
Sarfatti.
Memorie d’inciampo a Roma è promosso da: ANED (Associazione Nazionale ex Deportati), ANEI (Associazione Nazionale ex Internati), CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane Italiane, Museo Storico della Liberazione, e organizzato da Incontri Internazionali d’Arte.
Il progetto, che è posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, ha il Patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Roma e il sostegno dei sei MUNICIPI.
A cura di Adachiara Zevi, si avvale di un Comitato scientifico costituito dagli storici Anna Maria Casavola, Annabella Gioia, Antonio Parisella, Liliana Picciotto, Micaela Procaccia e Michele Sarfatti.
L’idea di Demnig risale al 1993 quando l’artista è invitato a Colonia per un’installazione sulla deportazione di cittadini rom e sinti. All’obiezione di un’anziana signora secondo la quale a Colonia non avrebbero mai abitato rom, l’artista decide di dedicare tutto il suo lavoro successivo alla ricerca e alla testimonianza dell’esistenza di cittadini scomparsi a seguito delle persecuzioni naziste: ebrei, politici, rom, omosessuali.
I primi Stolpersteine risalgono al 1995, a Colonia; da allora ne sono stati installati più di 22.000 in Germania, Austria, Ungheria, Ucraina, Cecoslovacchia, Polonia, Paesi Bassi.
L’artista sceglie il marciapiede prospiciente la casa in cui hanno vissuto uno o più deportati e vi installa altrettante “pietre d’inciampo”, sampietrini del tipo comune e di dimensioni standard (cm. 10x10). Li distingue solo la superficie superiore, a livello stradale, poiché di ottone lucente. Su di essa sono incisi: nome e cognome del deportato, anno di nascita, data e luogo di deportazione e, quando nota, data di morte.
L’inciampo non è fisico ma visivo e mentale, costringe chi passa a interrogarsi su quella diversità e agli attuali abitanti della casa a ricordare quanto accaduto in quel luogo e a quella data, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità.
Gli Stolpersteine sono un segno concreto e tangibile, ma discreto e antimonumentale, che diviene parte della città, a conferma che la memoria non può risolversi in un appuntamento occasionale e celebrativo, ma costituire parte integrante della vita quotidiana.
Gli Stolpersteine sono finanziati da sottoscrizioni private; il costo di ognuno, compresa l’installazione, si aggira tra i 75 e i 95 euro.
L’intera giornata del 28 gennaio sarà impegnata nell’installazione delle “pietre d’inciampo”. A partire dalle ore 9.30 a via della Reginella 2, al Ghetto, in memoria della famiglia Spizzichino: Grazia Di Segni di 54 anni, le figlie Giuditta di 21 anni, Ada di 28 e la piccola Rossana Calò, figlia di Ada, di due anni.
Seguirà alle ore 11.30 via Flaminia 21, dove abitava la famiglia Levi: il padre Mario di 55 anni, la madre Alba Sofia Ravenna di 52 anni e il figlio Giorgio di 18 anni. Sarà presente Alberta Levi Temin, unica sopravvissuta della famiglia e Rosetta Loy.
Alle ore 12.30, davanti alla Caserma allievi carabinieri di viale Giulio Cesare, saranno ricordati invece i dodici carabinieri da lì deportati il 7 ottobre 1943 perché giudicati inaffidabili in vista della deportazione degli ebrei la settimana successiva. Un picchetto dei Carabinieri presenzierà il posizionamento degli Stolpersteine.
Alle ore 14.00 a piazza Rosolino Pilo 17 Demnig installerà le “pietre” in ricordo della famiglia Terracina: il nonno Leone David di 84 anni, il padre Giovanni di 56 anni, la madre Lidia Ascoli di 57 anni, la figlia Anna di 23, il figlio Leo di 21, Cesare di 20 anni e Amedeo, di 49 anni. Sarà presente Piero Terracina e Miriam Mafai.
A via Flaminia, a viale Giulio Cesare e a piazza Rosolino Pio Ottavia Piccolo leggerà dei brani di testi riguardanti le persecuzioni.
Alle ore 16.00 l’artista sarà invece a via Taranto 178, dove abitava il colonnello Eugenio Paladini.
Il giro si concluderà al Quadraro con l’installazione delle pietre d’inciampo in memoria dei deportati politici: Fernando Nuccetelli alle ore 17,30 in via Romanello da Forlì 34, Ferdinando Persiani alle ore 18.15 in via E. Giovenale 95 e Antonio Attori alle ore 19.00 a via Ascoli Piceno 18.
Il progetto proseguirà, dopo il 28 gennaio, con l’apertura presso la Casa della Memoria e della Storia di uno “sportello” cui potranno rivolgersi quanti intendono ricordare familiari o amici deportati attraverso la collocazione di un Stolpersteine davanti alla loro abitazione. L’obiettivo è la costruzione di una grande mappa urbana della memoria.
All’iniziativa è affiancato un progetto didattico: ogni Municipio, coadiuvato dal Progetto Memoria della Fondazione CDEC e dal Centro di Cultura Ebraica della Comunità Ebraica di Roma, dalla FNISM (Federazione Nazionale Insegnanti) – Sezione Roma e Regione Lazio, dall’Irsifar (Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza), dalla sezione didattica del Museo Storico della Liberazione di Via Tasso, ha scelto alcune scuole affidando loro la ricerca storica sui deportati alla cui memoria sono dedicati i sampietrini. Il 28 gennaio, nel corso dell’installazione di Demnig, gli studenti leggeranno i primi risultati del loro lavoro.
Memorie d’inciampo a Roma sarà documentato in un volume che conterrà testi storici e critici, biografie dei deportati redatte dagli studenti, illustrazione fotografica delle installazioni, CD con le riprese filmate della giornata del 28 gennaio.
La presentazione del volume è prevista per il 16 ottobre 2010, anniversario della deportazione degli ebrei romani.
Roma, gennaio 2010
UFFICIO STAMPA: Novella Mirri e Maria Bonmassar Tel. 06-32652596; ufficiostampa@novellamirri.it
SCHEDA INFORMATIVA
PROGETTO: Memorie d’inciampo a Roma
ARTISTA: Günter Demnig
PRESENTAZIONE STAMPA: martedì 26 gennaio 2010, ore 11.00
Casa della Memoria e della Storia
Roma, via San Francesco di Sales 5
INAUGURAZIONE: giovedì 28 gennaio 2010, ore 9.30
Roma, via della Reginella 2
a seguire:
: ore 11.30 via Flaminia 21
ore 12.30 viale Giulio Cesare
ore 14.00 piazza Rosolino Pilo 17
ore 16.00 via Taranto 178
ore 17.30 via Romanello da Forlì 34
ore 18.15 via E. Giovenale 95
ore 19.00 via Ascoli Piceno 18
CURATORE: Adachiara Zevi
COMITATO SCIENTIFICO: Anna Maria Casavola, Annabella Gioia, Antonio
Parisella, Liliana Picciotto, Micaela Procaccia e Michele
Sarfatti.
28
gennaio 2010
Günter Demnig – Memorie d’inciampo a Roma
28 gennaio 2010
arte contemporanea
serata - evento
serata - evento
Location
VIA DELLA REGINELLA
Roma, Via Della Reginella, 2, (Roma)
Roma, Via Della Reginella, 2, (Roma)
Vernissage
28 Gennaio 2010, dalle ore 9.30 alle ore 19.00 a seguire: ore 11.30 via Flaminia 21 ore 12.30 viale Giulio Cesare
ore 14.00 piazza Rosolino Pilo 17 ore 16.00 via Taranto 178 ore 17.30 via Romanello da Forlì 34 ore 18.15 via E. Giovenale 95 ore 19.00 via Ascoli Piceno 18
Ufficio stampa
NOVELLA MIRRI
Ufficio stampa
MARIA BONMASSAR
Autore
Curatore