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E son visioni argentate
Mostra collettiva
Comunicato stampa
Segnala l'evento
e son visioni argentate
da un'idea di Ivan Piano, a cura di Salvatore Passeggio
in collaborazione con il corso di Fotografia Off Camera
del Biennio Specialistico di Fotografia
dell'Accademia di Belle Arti di Napoli
Man Ray: "… Bisogna guardar lavorare la luce. È la luce che crea…"
Volano gli artisti come circensi acrobati nel virtuoso ed imprevedibile saliscendi a mezz'aria. Si soggiace al piacer delle visioni, ci inoltriamo poco a poco sempre più perdutamente nel mondo fantastico della luminosa scrittura. Questa è l’arena ove vi è l'apparir d'universi paralleli a volte sfuggenti ed impalpabili altre assai concreti e tangibili, si impressiona un'altra esistenza, una primaria magnifica vita detta fotografia. Un verso luminoso per questo percorso fotografico ove si scorgono suggestivi scenari, si penetra nei meandri profondi della coscienza, giungono emozioni e si esaltano sensazioni. Gli allievi del corso di Fotografia Off Camera del Biennio Specialistico di Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Napoli rivivono e rivisitano l’abbraccio della luce coi sali d’argento, ritrovano nell’obscura camera il profondo sentir di questa nobile pratica artistica. Il sale luminescente rende piacevole il soffermarsi affinché si riviva l'emozione del gesto autentico, dolce e armonioso, splendente e riflettente ma anche riflessivo e lievemente trasognato. In queste opere l'armonia del creato fugge all’ipocrisia visiva, emerge il gusto della trasparenza, onesta e radiosa, l'essere bacia la necessità dell'apparire. Non vi son compromessi ma chiare visioni ed efficaci puri mondi, vi è l’abbandonarsi in dimensioni interiori, in sensazioni fotografiche semplici e sensibili. Dall’oscurità emergono fotografie elaborate con purezza interiore, volano nell’aria come l’acrobata sui nostri visi, nelle opere di questi giovani artisti la semplicità d'esposizione è dunque la forza di questa mostra, ed allora si osservino queste fotografie sognanti, sogni per chi osserva, visioni per chi scruta, performance per chi si cala nel cuore del singolo artista con un approccio originale. Poesia argentata come pura onestà intellettuale, nel non dover dimostrare nulla, perché l'emozione dei sali d’argento basta a se stessa e l'immagine diviene primaria, matrimonio per un costrutto fotografico a mio avviso energetico. (Ivan Piano)
La citazione estrapolata da Man Ray: "… Bisogna guardar lavorare la luce. È la luce che crea…" non è un concetto preso a caso, infatti il termine fotografia ha origine da due parole greche: phos (foto) e graphis (grafia), letteralmente quindi fotografia significa scrivere con la luce. Questa convergenza ebbe origine dai risultati ottenuti da numerosi sperimentatori, scienziati e artisti sia nel campo dell'ottica, con lo sviluppo della camera oscura, sia in quello della chimica, con lo studio delle sostanze fotosensibili. Questa convergenza acquistata dagli artisti ha prodotto i lavori presenti in questo ambiente espositivo, queste opere trasudano sudore, lavoro ed immensa passione per l’arte di fotografare, riuscendo a comunicare la profonda passione che ci trascina e ci avvolge come un vortice, si ottiene un favoloso connubio fra le molteplici tecniche fotografiche che vanno dal fotomontaggio al pirogramma, dal bleaching al chimigramma, dalla solarizzazione alla sovrimpressione. Coniugando tutte le tecniche da loro sperimentate questi giovani artisti arrivano ad una poetica, elemento basilare di ogni artista, che esprime indaga e sogna con i suoi strumenti che siano una macchina fotografica o il dipingere letteralmente con la luce e la chimica. La poetica e la ricerca fotografica sono riscontrabili in tutti i lavori esposti, i giovani artisti che come acrobati circensi si destreggiano volano fra un concetto di ricerca e una meditazione a mio avviso dolce e fantasiosa capaci di destare emozioni e visioni argentate, gli artisti presenti si dimostrano padroni di un linguaggio fotografico proprio alternando il loro mondo fantastico, fatto di dimensioni interiori ad un mondo fatto di ricerca e percezioni fotografiche, fra strutture architettoniche irreali e rievocazioni di utopie. La mostra è stata possibile grazie a due figure quali Ivan Piano fotografo, video artista e docente del corso di Fotografia Off Camera del Biennio Specialistico di Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e al D77 Fotografi fucina fotografica, che ospita appunto la mostra e son visioni argentate. (Salvatore Passeggio)
da un'idea di Ivan Piano, a cura di Salvatore Passeggio
in collaborazione con il corso di Fotografia Off Camera
del Biennio Specialistico di Fotografia
dell'Accademia di Belle Arti di Napoli
Man Ray: "… Bisogna guardar lavorare la luce. È la luce che crea…"
Volano gli artisti come circensi acrobati nel virtuoso ed imprevedibile saliscendi a mezz'aria. Si soggiace al piacer delle visioni, ci inoltriamo poco a poco sempre più perdutamente nel mondo fantastico della luminosa scrittura. Questa è l’arena ove vi è l'apparir d'universi paralleli a volte sfuggenti ed impalpabili altre assai concreti e tangibili, si impressiona un'altra esistenza, una primaria magnifica vita detta fotografia. Un verso luminoso per questo percorso fotografico ove si scorgono suggestivi scenari, si penetra nei meandri profondi della coscienza, giungono emozioni e si esaltano sensazioni. Gli allievi del corso di Fotografia Off Camera del Biennio Specialistico di Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Napoli rivivono e rivisitano l’abbraccio della luce coi sali d’argento, ritrovano nell’obscura camera il profondo sentir di questa nobile pratica artistica. Il sale luminescente rende piacevole il soffermarsi affinché si riviva l'emozione del gesto autentico, dolce e armonioso, splendente e riflettente ma anche riflessivo e lievemente trasognato. In queste opere l'armonia del creato fugge all’ipocrisia visiva, emerge il gusto della trasparenza, onesta e radiosa, l'essere bacia la necessità dell'apparire. Non vi son compromessi ma chiare visioni ed efficaci puri mondi, vi è l’abbandonarsi in dimensioni interiori, in sensazioni fotografiche semplici e sensibili. Dall’oscurità emergono fotografie elaborate con purezza interiore, volano nell’aria come l’acrobata sui nostri visi, nelle opere di questi giovani artisti la semplicità d'esposizione è dunque la forza di questa mostra, ed allora si osservino queste fotografie sognanti, sogni per chi osserva, visioni per chi scruta, performance per chi si cala nel cuore del singolo artista con un approccio originale. Poesia argentata come pura onestà intellettuale, nel non dover dimostrare nulla, perché l'emozione dei sali d’argento basta a se stessa e l'immagine diviene primaria, matrimonio per un costrutto fotografico a mio avviso energetico. (Ivan Piano)
La citazione estrapolata da Man Ray: "… Bisogna guardar lavorare la luce. È la luce che crea…" non è un concetto preso a caso, infatti il termine fotografia ha origine da due parole greche: phos (foto) e graphis (grafia), letteralmente quindi fotografia significa scrivere con la luce. Questa convergenza ebbe origine dai risultati ottenuti da numerosi sperimentatori, scienziati e artisti sia nel campo dell'ottica, con lo sviluppo della camera oscura, sia in quello della chimica, con lo studio delle sostanze fotosensibili. Questa convergenza acquistata dagli artisti ha prodotto i lavori presenti in questo ambiente espositivo, queste opere trasudano sudore, lavoro ed immensa passione per l’arte di fotografare, riuscendo a comunicare la profonda passione che ci trascina e ci avvolge come un vortice, si ottiene un favoloso connubio fra le molteplici tecniche fotografiche che vanno dal fotomontaggio al pirogramma, dal bleaching al chimigramma, dalla solarizzazione alla sovrimpressione. Coniugando tutte le tecniche da loro sperimentate questi giovani artisti arrivano ad una poetica, elemento basilare di ogni artista, che esprime indaga e sogna con i suoi strumenti che siano una macchina fotografica o il dipingere letteralmente con la luce e la chimica. La poetica e la ricerca fotografica sono riscontrabili in tutti i lavori esposti, i giovani artisti che come acrobati circensi si destreggiano volano fra un concetto di ricerca e una meditazione a mio avviso dolce e fantasiosa capaci di destare emozioni e visioni argentate, gli artisti presenti si dimostrano padroni di un linguaggio fotografico proprio alternando il loro mondo fantastico, fatto di dimensioni interiori ad un mondo fatto di ricerca e percezioni fotografiche, fra strutture architettoniche irreali e rievocazioni di utopie. La mostra è stata possibile grazie a due figure quali Ivan Piano fotografo, video artista e docente del corso di Fotografia Off Camera del Biennio Specialistico di Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e al D77 Fotografi fucina fotografica, che ospita appunto la mostra e son visioni argentate. (Salvatore Passeggio)
23
gennaio 2010
E son visioni argentate
Dal 23 gennaio al 23 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
D77 FOTOGRAFI
Napoli, Via Duomo, 77, (Napoli)
Napoli, Via Duomo, 77, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì su appuntamento
Vernissage
23 Gennaio 2010, ore 18
Autore
Curatore