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Giovanna Galota – Sparizioni
Protagonista del primo evento è la pittrice Giovanna Galota, che si inserisce tra gli artisti contemporanei selezionati da Arte FieraOFF e sponsorizzati dall’Associazione Zucchelli. La mostra, intitolata Sparizioni, è una serie di opere dal carattere minimalista che, paradossalmente, si incastrano alla perfezione con l’architettura ricca e complessa del della Basilica nel suo susseguirsi di cappelle e chiostri secolari.
Comunicato stampa
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Dal 25 gennaio al 15 febbraio 2010, sarà di scena l’arte presso la Basilica di Santo Stefano a Bologna. Un appuntamento annuale all’insegna della cultura, che apre la rassegna artistica voluta dai Monaci Benedettini Olivetani. Un momento che coinvolge cittadini bolognesi e non e che abbraccia tutta una serie di iniziative per sottolineare il ruolo fondamentale del complesso stefaniano in città.
Protagonista del primo evento è la pittrice Giovanna Galota, che si inserisce tra gli artisti contemporanei selezionati da Arte FieraOFF e sponsorizzati dall’Associazione Zucchelli. La mostra, intitolata Sparizioni, è una serie di opere dal carattere minimalista che, paradossalmente, si incastrano alla perfezione con l’architettura ricca e complessa del della Basilica nel suo susseguirsi di cappelle e chiostri secolari. La vocazione del complesso monumentale di Santo Stefano è quella di raccontare con la sua struttura e la relazione tra i suoi spazi, vissuti come momento di raccolta, riflessione o peregrinazione, la storia di una città ed è all’interno di queste strutture architettoniche millenarie che maggiormente si esalta, per un gioco di contrasti, il lavoro di Giovanna Galota.
Sparizioni è il risultato di un personale percorso artistico che ha portato la pittrice a una collezione basata sull’estetica dell’assenza caratterizzata da un minimalismo estremo. Grandi stanze vuote, forse ingressi di labirinti, dalle pareti lisce e monocrome attraversati da silenzi forti, quasi urlati. Spazi colmi di colore ma allo stesso tempo impregnati di un vuoto denso e palpabile. Sebbene ogni velatura di pittura, infatti, sia stata realizzata materialmente attraverso il “porre”, l’impressione che ne deriva è che ogni opera sia nata invece “levando” spazio e materia. Lo si vede dalle superfici ossessivamente mute e vuote dei suoi quadri che, attraverso l’utilizzo di colori acidi o non-colori, spesso danno un’idea di instabilità e precarietà, come un castello di carte prossimo a sgretolarsi. Una perfetta distribuzione e definizione dei piani resa in bilico da grigi acromatici, in una generale tendenza al monocromo. Grigi reali di nebbia, cemento e smog, ma talvolta anche lunari e ingannevoli. E ancora verdi aspri, blu intensi e porpora ambivalenti: tutti colori incerti, mai squillanti, che non smentiscono l’urlo silenzioso che caratterizza queste opere. Interni asettici e spaziali, traditi ogni tanto da un indizio, da una piccola esca visiva (un fascio di luce o un filo di buio), strategicamente voluta per indicare una presenza nascosta nell’ombra. Un indumento o un telo, tratto enigmatico del suo lavoro, quale cifra stilistica della pittrice che rivela che è passato qualcuno, che il lavoro è vivo, anche se indissolubilmente muto e disabitato.
Un progetto di ricerca calibrato e attento tra ombre, vuoti e assordanti silenzi e che ha trovato il suo equilibrio nel titolo “Sparizioni”. Un ottimo esordio per la rassegna artistica della Basilica, che oggi più che mai scegliendo l’arte moderna come punta di diamante delle sue esposizioni, sottolinea il suo ruolo attuale e fondamentale all’interno della società.
Protagonista del primo evento è la pittrice Giovanna Galota, che si inserisce tra gli artisti contemporanei selezionati da Arte FieraOFF e sponsorizzati dall’Associazione Zucchelli. La mostra, intitolata Sparizioni, è una serie di opere dal carattere minimalista che, paradossalmente, si incastrano alla perfezione con l’architettura ricca e complessa del della Basilica nel suo susseguirsi di cappelle e chiostri secolari. La vocazione del complesso monumentale di Santo Stefano è quella di raccontare con la sua struttura e la relazione tra i suoi spazi, vissuti come momento di raccolta, riflessione o peregrinazione, la storia di una città ed è all’interno di queste strutture architettoniche millenarie che maggiormente si esalta, per un gioco di contrasti, il lavoro di Giovanna Galota.
Sparizioni è il risultato di un personale percorso artistico che ha portato la pittrice a una collezione basata sull’estetica dell’assenza caratterizzata da un minimalismo estremo. Grandi stanze vuote, forse ingressi di labirinti, dalle pareti lisce e monocrome attraversati da silenzi forti, quasi urlati. Spazi colmi di colore ma allo stesso tempo impregnati di un vuoto denso e palpabile. Sebbene ogni velatura di pittura, infatti, sia stata realizzata materialmente attraverso il “porre”, l’impressione che ne deriva è che ogni opera sia nata invece “levando” spazio e materia. Lo si vede dalle superfici ossessivamente mute e vuote dei suoi quadri che, attraverso l’utilizzo di colori acidi o non-colori, spesso danno un’idea di instabilità e precarietà, come un castello di carte prossimo a sgretolarsi. Una perfetta distribuzione e definizione dei piani resa in bilico da grigi acromatici, in una generale tendenza al monocromo. Grigi reali di nebbia, cemento e smog, ma talvolta anche lunari e ingannevoli. E ancora verdi aspri, blu intensi e porpora ambivalenti: tutti colori incerti, mai squillanti, che non smentiscono l’urlo silenzioso che caratterizza queste opere. Interni asettici e spaziali, traditi ogni tanto da un indizio, da una piccola esca visiva (un fascio di luce o un filo di buio), strategicamente voluta per indicare una presenza nascosta nell’ombra. Un indumento o un telo, tratto enigmatico del suo lavoro, quale cifra stilistica della pittrice che rivela che è passato qualcuno, che il lavoro è vivo, anche se indissolubilmente muto e disabitato.
Un progetto di ricerca calibrato e attento tra ombre, vuoti e assordanti silenzi e che ha trovato il suo equilibrio nel titolo “Sparizioni”. Un ottimo esordio per la rassegna artistica della Basilica, che oggi più che mai scegliendo l’arte moderna come punta di diamante delle sue esposizioni, sottolinea il suo ruolo attuale e fondamentale all’interno della società.
27
gennaio 2010
Giovanna Galota – Sparizioni
Dal 27 gennaio al 15 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
BASILICA DI SANTO STEFANO
Bologna, Via Santo Stefano, 24, (Bologna)
Bologna, Via Santo Stefano, 24, (Bologna)
Orario di apertura
ore 10-12 15-19
Vernissage
27 Gennaio 2010, ore 18.30
Autore
Curatore