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Presentazione del nuovo catalogo della collezione Mario Rimoldi
Presentazione del nuovo catalogo del Museo Mario Rimoldi delle Regole d’Ampezzo, a cura di Renato Balsamo e Federica Luser, edizionitrart, Dolo-Trieste,
Comunicato stampa
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UN NUOVO CATALOGO PER UNA DELLE COLLEZIONI PRIVATE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA PIÙ IMPORTANTI IN ITALIA. Quella del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Mario Rimoldi delle Regole d’Ampezzo
54 dipinti di de Pisis, 32 di Sironi, 11 di de Chirico, 6 di Campigli, 4 di Music, 2 di Savinio. E ancora opere di Borgonzoni, Carrà, Carena, Garbari, Guttuso, Marussig, Martini, Marini, Messina, Moggioli, Morandi, Mafai, Pirandello, Scipione, Semeghini, Santomaso.
Il 29 dicembre alle ore 17.00 nella sede del Museo Mario Rimoldi delle Regole d’Ampezzo, la presentazione del volume.
Cortina d’Ampezzo, 25 novembre 2009_”Viva Rimoldi è il titolo di un dipinto di Filippo de Pisis presentato nella mostra antologica tenutasi nel 1969 nelle sale della Gran Guardia a Verona. Una dedica? Un ringraziamento? Credo piuttosto la testimonianza sincera di chi ha avuto la possibilità di conoscere da vicino la straordinaria avventura di questo singolare mecenate delle arti, nato tra le aspre guglie dolomitiche proprio all’alba del nuovo secolo, il 1900.
Il quadro ci riporta indietro di molti anni e precisamente all’estate del 1929: è in questa data, infatti, che il giovane albergatore cortinese Mario Rimoldi conosce Filippo de Pisis, una figura già di grande spicco nel panorama artistico italiano di quegli anni, alle spalle ha un debutto importante nel sodalizio dei pittori metafisici riuniti negli anni 1916-1917 a Ferrara, sua città natale, e soprattutto una lunga frequentazione del milieu intellettuale e artistico parigino, città dove de Pisis risiede quasi permanente dal 1925 al 1939. Mario Rimoldi all’epoca non è ancora trentenne, ma a sua volta già mostra una spiccata vocazione per l’arte, che ha iniziato timidamente a comprare durante il soggiorno romano, nei primissimi anni Venti”.
Comincia così il saggio introduttivo di Gabriella Belli, direttore del Mart, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, al nuovo catalogo del Museo Mario Rimoldi delle Regole d’Ampezzo, a cura di Renato Balsamo e Federica Luser, edizionitrart, Dolo-Trieste, che il 29 dicembre sarà presentato al pubblico.
L’uscita del volume accompagnerà il cammino del Museo Mario Rimoldi che da quest’anno presenta un nuovo, elegante e raffinato allestimento alla Ciasa de Ra Regoles nel cuore di Cortina d’Ampezzo. A trentacinque anni dalla prima inaugurazione, l’Amministrazione delle Regole d’Ampezzo ha voluto così porre l’accento sull’importanza della collezione che conserva al suo interno dei veri e propri capolavori dell’arte del Novecento - dagli anni ’20 fino alle esperienze informali e astratte di Santomaso e Vedova - simboli dello sviluppo dell’arte contemporanea italiana.
Alcuni stralci del testo di presentazione di Renato Balsamo per scoprire la figura di MARIO RIMOLDI
“Parto da un assunto che può sembrare un paradosso, ma così non è: Mario Rimoldi era più noto nel resto d’Italia che a Cortina, dove non tutti comprendevano l’importanza della sua figura nella storia dell’arte del Novecento. Verso la metà degli anni Cinquanta mi trovavo a Torino, studente presso l’Accademia Albertina di Belle Arti, presieduta da Felice Casorati e diretta da Enrico Paulucci. Era prassi dell’Accademia organizzare incontri con affermati pittori che provenivano da Milano, dall’Accademia di Brera, si trattava di uno scambio di cortesie tra artisti. L’istituzione ci dava così l’opportunità di incontrare maestri del calibro di Achille Funi, Mario Sironi o Francesco Messina. Le discussioni, ovviamente, vertevano sui movimenti artistici dell’epoca, ma non solo, si parlava anche del mercato dell’arte e si facevano i nomi di alcuni collezionisti, figure imprescindibili per il sostentamento del movimento artistico. Venivano così menzionati diversi appassionati raccoglitori di opere d’arte. Si discuteva di Mattioli, Jesi, Jucher, Mazzotta, Gualino, Giovanardi, Della Ragione, tanto per citarne alcuni. Tra i vari nomi quello che ritornava con maggiore frequenza era Mario Rimoldi. Fu a Torino quindi che appresi per la prima volta l’esistenza di questo importante collezionista cortinese. La sua fama, va detto, si alimentava in un modo di operare non usuale. Egli infatti oltre ad acquistare le opere di maestri affermati e quotati, sosteneva i più giovani. A quel tempo Rimoldi godeva di una fama notevole: era certamente il più importante collezionista di opere di Filippo de Pisis, pittore fra i tanti che la sua collezione annoverava e sinceramente il più amato. Si diceva fosse riuscito a raccoglierne, fra disegni, acquerelli e oli, circa seicento pezzi.
Proprio la notorietà di questo illustre collezionista fu uno dei motivi del mio approdo a Cortina. A Milano in quegli anni molti giovani pittori di Brera, quali a esempio Gianni Dova o Roberto Crippa, gli spedivano casse contenenti alcune loro opere, con un biglietto che recitava: “Rimoldi scelga”. Lui sceglieva quelle che gli piacevano e rispediva le altre più il compenso pattuito per quelle trattenute.
Rimoldi conobbe un numero enorme di artisti, molti passarono dal suo ufficio di Corso Italia o dall’Hotel Corona, ma quelli a lui più vicini, con i quali era più in sintonia, per non dire in amicizia, furono sostanzialmente cinque: de Pisis, “lo strambo pittore, poeta, marchesino di Ferrara”, come Rimoldi soleva qualificarlo; Mario Sironi “un gran signore e un innamorato di Cortina, la cui aria sortiva in lui effetti benefici, salutari”; Massimo Campigli, “ l’enigmatico uomo taciturno, l’artista dell’incognita”; Giorgio de Chirico, “il grande inventore di forme, pittore ancora oggi non ben definito o non ben capito” ; infine Zoran Music, segnalatogli alla metà degli anni Quaranta da de Pisis e da lui molto amato e apprezzato. Oltre a raccogliere opere d’arte, Rimoldi avviò al collezionismo importanti figure, quali a esempio Sante Astaldi, che spesso gli chiedeva consiglio prima di acquistare un’opera di Sironi, e così numerosi politici, con i quali si incontrava a Roma o a Cortina.
Come detto, ho frequentato Rimoldi per undici anni e conosco buona parte della sua vita, gli aspetti felici e quelli difficili del suo percorso. Grazie a lui ebbi modo di incontrare numerose personalità del mondo dell’arte e della cultura in genere. Da de Chirico a Campigli, da Cadorin a Music, da Saetti a Guttuso, Casorati, Menzio, Basaldella, Santomaso, Mascherini, Cesetti, Murer, o ancora, Giuseppe Marchiori, Rodolfo Pallucchini, Neri Pozza, il collezionista Pietro Cavellini e tanti altri.
Spesso verso le diciotto ci si incontrava nell’ufficio di Rimoldi di Corso Italia, divenuto punto di ritrovo obbligato per molti artisti e letterati. Si parlava di arte, di mercato e poi si andava a prendere il “rabarbaro” al bar Flora. A quel tempo ero molto giovane, pur tuttavia devo riconoscere che venivo sempre ben accettato da quelle personalità.
La bontà dell’attività di collezionista di Rimoldi era comprovata da diverse pubblicazioni, tuttavia il mantenimento a Cortina di parte di questa eccezionale collezione fu, come detto, tutt’altro che agevole. La moglie Rosa Braun nel 1973, a un anno dalla scomparsa del marito, espresse il desiderio di preservarne memoria offrendo alle istituzioni locali parte di questa cospicua e affascinante eredità.
IL NUOVO CATALOGO
Nuovo nella veste grafica con copertina in brossura e oltre 240 pagine interamente a colori, il volume uscirà nel mese di dicembre 2009 per le edizionitrart a cura di Renato Balsamo, direttore del Museo, e Federica Luser, responsabile delle edizionitrart. Aggiornato con le nuove acquisizioni per donazione entrate ad impreziosire la già ricca collezione del Museo Mario Rimoldi, il volume sarà diviso in 3 sezioni:
- collezione Mario Rimoldi con 122 autori e oltre 360 opere del Novecento, dipinti antichi, antiquariato, oggettistica e artigianato
- nuove acquisizioni per donazione
- donazione Lia Cohen con oltre 300 opere di Alis Levi.
Lo studio della collezione risulta particolarmente approfondito grazie all’accurato lavoro del prof. Renato Balsamo che ne traccia la storia, narrando le vicende anche umane che hannno accompagnato lo sviluppo di una delle collezioni private d’arte contemporanea più importanti in Italia e al prezioso contributo offerto dalla dottoressa Gabriella Belli, direttrice del MART, che sottolinea il grande valore della collezione nella storia dell’arte italiana quale strumento fondamentale per la diffusione della nostra cultura in Italia e all’estero.
Il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Mario Rimoldi rappresenta dunque un prezioso scrigno, un importante esempio e, soprattutto, un fondamento di memoria senza la quale sarebbe difficile, per non dire impossibile, creare una propria identità culturale.
54 dipinti di de Pisis, 32 di Sironi, 11 di de Chirico, 6 di Campigli, 4 di Music, 2 di Savinio. E ancora opere di Borgonzoni, Carrà, Carena, Garbari, Guttuso, Marussig, Martini, Marini, Messina, Moggioli, Morandi, Mafai, Pirandello, Scipione, Semeghini, Santomaso.
Il 29 dicembre alle ore 17.00 nella sede del Museo Mario Rimoldi delle Regole d’Ampezzo, la presentazione del volume.
Cortina d’Ampezzo, 25 novembre 2009_”Viva Rimoldi è il titolo di un dipinto di Filippo de Pisis presentato nella mostra antologica tenutasi nel 1969 nelle sale della Gran Guardia a Verona. Una dedica? Un ringraziamento? Credo piuttosto la testimonianza sincera di chi ha avuto la possibilità di conoscere da vicino la straordinaria avventura di questo singolare mecenate delle arti, nato tra le aspre guglie dolomitiche proprio all’alba del nuovo secolo, il 1900.
Il quadro ci riporta indietro di molti anni e precisamente all’estate del 1929: è in questa data, infatti, che il giovane albergatore cortinese Mario Rimoldi conosce Filippo de Pisis, una figura già di grande spicco nel panorama artistico italiano di quegli anni, alle spalle ha un debutto importante nel sodalizio dei pittori metafisici riuniti negli anni 1916-1917 a Ferrara, sua città natale, e soprattutto una lunga frequentazione del milieu intellettuale e artistico parigino, città dove de Pisis risiede quasi permanente dal 1925 al 1939. Mario Rimoldi all’epoca non è ancora trentenne, ma a sua volta già mostra una spiccata vocazione per l’arte, che ha iniziato timidamente a comprare durante il soggiorno romano, nei primissimi anni Venti”.
Comincia così il saggio introduttivo di Gabriella Belli, direttore del Mart, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, al nuovo catalogo del Museo Mario Rimoldi delle Regole d’Ampezzo, a cura di Renato Balsamo e Federica Luser, edizionitrart, Dolo-Trieste, che il 29 dicembre sarà presentato al pubblico.
L’uscita del volume accompagnerà il cammino del Museo Mario Rimoldi che da quest’anno presenta un nuovo, elegante e raffinato allestimento alla Ciasa de Ra Regoles nel cuore di Cortina d’Ampezzo. A trentacinque anni dalla prima inaugurazione, l’Amministrazione delle Regole d’Ampezzo ha voluto così porre l’accento sull’importanza della collezione che conserva al suo interno dei veri e propri capolavori dell’arte del Novecento - dagli anni ’20 fino alle esperienze informali e astratte di Santomaso e Vedova - simboli dello sviluppo dell’arte contemporanea italiana.
Alcuni stralci del testo di presentazione di Renato Balsamo per scoprire la figura di MARIO RIMOLDI
“Parto da un assunto che può sembrare un paradosso, ma così non è: Mario Rimoldi era più noto nel resto d’Italia che a Cortina, dove non tutti comprendevano l’importanza della sua figura nella storia dell’arte del Novecento. Verso la metà degli anni Cinquanta mi trovavo a Torino, studente presso l’Accademia Albertina di Belle Arti, presieduta da Felice Casorati e diretta da Enrico Paulucci. Era prassi dell’Accademia organizzare incontri con affermati pittori che provenivano da Milano, dall’Accademia di Brera, si trattava di uno scambio di cortesie tra artisti. L’istituzione ci dava così l’opportunità di incontrare maestri del calibro di Achille Funi, Mario Sironi o Francesco Messina. Le discussioni, ovviamente, vertevano sui movimenti artistici dell’epoca, ma non solo, si parlava anche del mercato dell’arte e si facevano i nomi di alcuni collezionisti, figure imprescindibili per il sostentamento del movimento artistico. Venivano così menzionati diversi appassionati raccoglitori di opere d’arte. Si discuteva di Mattioli, Jesi, Jucher, Mazzotta, Gualino, Giovanardi, Della Ragione, tanto per citarne alcuni. Tra i vari nomi quello che ritornava con maggiore frequenza era Mario Rimoldi. Fu a Torino quindi che appresi per la prima volta l’esistenza di questo importante collezionista cortinese. La sua fama, va detto, si alimentava in un modo di operare non usuale. Egli infatti oltre ad acquistare le opere di maestri affermati e quotati, sosteneva i più giovani. A quel tempo Rimoldi godeva di una fama notevole: era certamente il più importante collezionista di opere di Filippo de Pisis, pittore fra i tanti che la sua collezione annoverava e sinceramente il più amato. Si diceva fosse riuscito a raccoglierne, fra disegni, acquerelli e oli, circa seicento pezzi.
Proprio la notorietà di questo illustre collezionista fu uno dei motivi del mio approdo a Cortina. A Milano in quegli anni molti giovani pittori di Brera, quali a esempio Gianni Dova o Roberto Crippa, gli spedivano casse contenenti alcune loro opere, con un biglietto che recitava: “Rimoldi scelga”. Lui sceglieva quelle che gli piacevano e rispediva le altre più il compenso pattuito per quelle trattenute.
Rimoldi conobbe un numero enorme di artisti, molti passarono dal suo ufficio di Corso Italia o dall’Hotel Corona, ma quelli a lui più vicini, con i quali era più in sintonia, per non dire in amicizia, furono sostanzialmente cinque: de Pisis, “lo strambo pittore, poeta, marchesino di Ferrara”, come Rimoldi soleva qualificarlo; Mario Sironi “un gran signore e un innamorato di Cortina, la cui aria sortiva in lui effetti benefici, salutari”; Massimo Campigli, “ l’enigmatico uomo taciturno, l’artista dell’incognita”; Giorgio de Chirico, “il grande inventore di forme, pittore ancora oggi non ben definito o non ben capito” ; infine Zoran Music, segnalatogli alla metà degli anni Quaranta da de Pisis e da lui molto amato e apprezzato. Oltre a raccogliere opere d’arte, Rimoldi avviò al collezionismo importanti figure, quali a esempio Sante Astaldi, che spesso gli chiedeva consiglio prima di acquistare un’opera di Sironi, e così numerosi politici, con i quali si incontrava a Roma o a Cortina.
Come detto, ho frequentato Rimoldi per undici anni e conosco buona parte della sua vita, gli aspetti felici e quelli difficili del suo percorso. Grazie a lui ebbi modo di incontrare numerose personalità del mondo dell’arte e della cultura in genere. Da de Chirico a Campigli, da Cadorin a Music, da Saetti a Guttuso, Casorati, Menzio, Basaldella, Santomaso, Mascherini, Cesetti, Murer, o ancora, Giuseppe Marchiori, Rodolfo Pallucchini, Neri Pozza, il collezionista Pietro Cavellini e tanti altri.
Spesso verso le diciotto ci si incontrava nell’ufficio di Rimoldi di Corso Italia, divenuto punto di ritrovo obbligato per molti artisti e letterati. Si parlava di arte, di mercato e poi si andava a prendere il “rabarbaro” al bar Flora. A quel tempo ero molto giovane, pur tuttavia devo riconoscere che venivo sempre ben accettato da quelle personalità.
La bontà dell’attività di collezionista di Rimoldi era comprovata da diverse pubblicazioni, tuttavia il mantenimento a Cortina di parte di questa eccezionale collezione fu, come detto, tutt’altro che agevole. La moglie Rosa Braun nel 1973, a un anno dalla scomparsa del marito, espresse il desiderio di preservarne memoria offrendo alle istituzioni locali parte di questa cospicua e affascinante eredità.
IL NUOVO CATALOGO
Nuovo nella veste grafica con copertina in brossura e oltre 240 pagine interamente a colori, il volume uscirà nel mese di dicembre 2009 per le edizionitrart a cura di Renato Balsamo, direttore del Museo, e Federica Luser, responsabile delle edizionitrart. Aggiornato con le nuove acquisizioni per donazione entrate ad impreziosire la già ricca collezione del Museo Mario Rimoldi, il volume sarà diviso in 3 sezioni:
- collezione Mario Rimoldi con 122 autori e oltre 360 opere del Novecento, dipinti antichi, antiquariato, oggettistica e artigianato
- nuove acquisizioni per donazione
- donazione Lia Cohen con oltre 300 opere di Alis Levi.
Lo studio della collezione risulta particolarmente approfondito grazie all’accurato lavoro del prof. Renato Balsamo che ne traccia la storia, narrando le vicende anche umane che hannno accompagnato lo sviluppo di una delle collezioni private d’arte contemporanea più importanti in Italia e al prezioso contributo offerto dalla dottoressa Gabriella Belli, direttrice del MART, che sottolinea il grande valore della collezione nella storia dell’arte italiana quale strumento fondamentale per la diffusione della nostra cultura in Italia e all’estero.
Il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Mario Rimoldi rappresenta dunque un prezioso scrigno, un importante esempio e, soprattutto, un fondamento di memoria senza la quale sarebbe difficile, per non dire impossibile, creare una propria identità culturale.
29
dicembre 2009
Presentazione del nuovo catalogo della collezione Mario Rimoldi
29 dicembre 2009
presentazione
Location
MUSEO D’ARTE MODERNA MARIO RIMOLDI
Cortina D'ampezzo, Corso Italia, 69, (Belluno)
Cortina D'ampezzo, Corso Italia, 69, (Belluno)
Vernissage
29 Dicembre 2009, ore 17
Ufficio stampa
OMNIA RELATIONS
Curatore