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Sensibili energie
La mostra si concentra su un gruppo esiguo ma rappresentativo di opere che, dagli anni Sessanta del Novecento al presente, hanno variamente affrontato il tema dell’energia, della luce, dell’entropia, dell’uomo in rapporto all’energia come risorsa.
Comunicato stampa
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EVENTI COLLATERALI:
Dal 12 dicembre 2009 al 28 febbraio 2010: mostra La Bastanzetti. Da fabbrica a Casa dell’Energia, allestita
presso la Sala di Sant’Ignazio, via Carducci (a 50m dalla Galleria di San Francesco). Orario: 10-13 /
15.30-18. Chiuso il pomeriggio di lunedì e martedì.
18 dicembre, ore 19: anteprima a invito dello spettacolo VAUDEVILLE. Venti anni tra due secoli. dalle
candele alla luce elettrica, Teatro Pietro Aretino, Via Bicchieraia, 32.
22 dicembre, ore 10: visita della mostra e dibattito con gli studenti di Storia dell’Arte Contemporanea
del Corso di Laurea Magistrale, Facoltà di Lettere di Arezzo, Università degli Studi di Siena.
11 gennaio, ore 21: replica spettacolo VAUDEVILLE. Venti anni tra due secoli. dalle candele alla luce
elettrica, Teatro Pietro Aretino, Via Bicchieraia, 32.
14 gennaio 2010, ore 17.30: “Serata Elettrica” in Galleria Serata con esperienze, dal titolo: Energia
elettrica, una recente storia. Auditorium Aldo Ducci, Museo dei Mezzi di Comunicazione, via Ricasoli.
6 febbraio 2010, ore 17.30: Presentazione del film in via di conclusione Vita futurista o la fuga dell’arte e
incontro col regista e sceneggiatore di Giovanni Maria Rossi, produzione “Movie e Sound” per
l’Accademia di Belle Arti di Firenze, mediometraggio di finzione tratto dalla sceneggiatura dell’originale
e omonimo film di Arnaldo Ginna, 1916 (attori Marinetti, Corra, Settimelli, Balla)
La mostra si concentra su un gruppo esiguo ma rappresentativo di opere che, dagli anni Sessanta del
Novecento al presente, hanno variamente affrontato il tema dell’energia, della luce, dell’entropia,
dell’uomo in rapporto all’energia come risorsa. L’approccio a questi temi è suggerito dalla sensibilità
individuale degli interpreti, ma anche dal clima degli anni, dal dibattito culturale, dal grado di attenzione
per i temi ambientali e per le fonti di energia, nella varietà delle loro manifestazioni. E se negli anni
sessanta e settanta il tema dell’energia si poneva al centro della polemica avanzata dalle nuove
generazioni in contrapposizione al sistema della civiltà consumistica e massificata, esso appare oggi non
meno coinvolgente e apre nuove riflessioni. La proposta espositiva si sviluppa in due distinte sezioni,
articolate rispettivamente nel primo e nel secondo piano della Galleria Comunale di Arte
Contemporanea di Arezzo.
Nel primo piano della Galleria Comunale di Arte Contemporanea, nella sezione curata da Giovanna
Uzzani, si snodano quattro distinte stazioni o ambienti, che evocano alcuni dei nodi centrali del
dibattito del tardo Novecento, tra linguaggi minimalisti e concettuali, utopie radicali, imagerie pop,
esperienze di video ambientazioni e ambienti sensibili. Il primo ambiente si presenta come un nero
cubo abitabile, firmato nel 1963 da Gianni Colombo: esso rimanda alla ricerca cinetica e visuale degli
anni Sessanta e alla volontà dell’artista di superare la concezione tradizionale di opera d’arte, alla ricerca
di nuove strutture percettive attraverso giochi di luce, forme e movimenti virtuali, interventi con
animazione elettromeccanica. L’artista sperimenta dunque equilibri inediti per modificare la percezione
dello spettatore, attraverso la creazione di campi d’interazione tra i vari organi sensoriali. Il secondo
ambiente si presenta nella sua algida essenzialità, abitato da un’ opera di Piero Manzoni, precursore e
insieme rappresentante tra i più alti della tendenza poverista e concettuale italiana, presente in mostra
con un suo purissimo Achrome del 1964. Dunque l’opera come emanazione disincarnata e immateriale
dell’idea e della mente, pura energia in potenza, aliena da qualsiasi compromesso con la materia. A
pendant di tale assolutezza interviene una pittura dello stesso periodo di Carla Accardi, dove il tema
dell’energia è reso attraverso il potenziale esplosivo del colore/segno, come nella più alta tradizione
dell’astrattismo italiano del dopoguerra. Il terzo ambiente si contrappone al nero e al bianco degli altri
ambienti con il trionfo pop del colore, delle nuove esaltanti mitologie giovanili della beat generation,
con l’immaginario spalancato sul sogno di un universo totalmente giovanile: è la Superarchitettura,
riprodotta in una fedele ricostruzione dal Centro Studi Poltronova sotto la direzione di Gilberto
Corretti, che nella piccola galleria Jolly2 di Pistoia debuttava con successo nel 1966, riscuotendo
l’interesse di Ettore Sottsass e della pionieristica Poltronova, e aprendo le nuove frontiere del fenomeno
italiano dell’architetura radicale, attraverso la ricerca dei gruppi Archizoom e Superstudio. Chiude il
percorso un ambiente primi anni novanta di Studio Azzurro, Il giardino delle cose, nel suo valore altamente
estetico ed evocativo: grazie ad una ripresa a raggi infrarossi la video ambientazione propone e realizza
il senso dell’uomo creatore e taumaturgo, che con il semplice contatto della mano partorisce
l’immagine, in effetti di grande suggestione.
Al secondo piano il percorso è definito da un attraversamento tra diverse modalità di sentire l’energia
grazie a cinque installazioni prodotte in occasione della mostra.
Il viaggio inizia con il lavoro di Andrea Caretto e Raffaella Spagna che ci introducono, da un punto di
vista privilegiato, ai processi generativi di un ecosistema. Camminando, come se ci trovassimo sotto la
superficie terrestre, a testa in su, possiamo vedere come piante, minerali animali producono un perfetto
meccanismo di vita e come tutto intorno a noi sia energia, intesa come fonte di vita. Passiamo poi al
lavoro di Emanuele Becheri che ha filmato la rifrazione di un raggio di luce sull’acqua della laguna di
Venezia il quale genera un’immagine viva in movimento. Il risultato è quello di un senso di stupefazione
nell’astante, si domanda quale effetto sia stato usato per generare una così magica situazione, la risposta
è molto semplice: nient’altro che luce!
Stupefacente è poi l’installazione di Luca Pozzi che rende omaggio, con l’uovo di alluminio specchiato
in levitazione, al grande vicino di casa Piero della Francesca, che ha i suoi affreschi a pochi metri da
dove gli artisti hanno lavorato. La metafisica posizione e magia dell’uovo che ha segnato uno dei
capolavori di Piero, La sacra conversazione del 1472 oggi a Brera, è qui riproposta grazie ad un sistema di
magneti che permettono ad un solido di levitare dal pavimento, un tatami, superficie questa dedicata
alla disciplina e alla spiritualità delle arti marziali. Il quarto ambiente è segnato invece da un’installazione
di Riccardo Benassi: le onde pervadono lo spazio a costituire una sorta di colonna sonora dell’intero
piano. Postazioni di ascolto sono state realizzate grazie ad una reinterpretazione di sedute per
pianoforte, costituendo un nuovo oggetto destinato alla captazione di segnali emanati centralmente da
un diffusore sonoro. Infine dopo aver esplorato diverse forme di energia chiude il percorso un’opera di
Giovanni Ozzola che ci rimanda al mistero mai risolto dell’origine della vita, alla solitudine necessaria
all’uomo per sentirsi parte di qualcosa di più grande. Un uomo, leggero come solo nell’acqua può
esserlo, incede verso un infinito del quale niente sa e dal quale niente può aspettarsi se non una magica
attrazione.
Dal 12 dicembre 2009 al 28 febbraio 2010: mostra La Bastanzetti. Da fabbrica a Casa dell’Energia, allestita
presso la Sala di Sant’Ignazio, via Carducci (a 50m dalla Galleria di San Francesco). Orario: 10-13 /
15.30-18. Chiuso il pomeriggio di lunedì e martedì.
18 dicembre, ore 19: anteprima a invito dello spettacolo VAUDEVILLE. Venti anni tra due secoli. dalle
candele alla luce elettrica, Teatro Pietro Aretino, Via Bicchieraia, 32.
22 dicembre, ore 10: visita della mostra e dibattito con gli studenti di Storia dell’Arte Contemporanea
del Corso di Laurea Magistrale, Facoltà di Lettere di Arezzo, Università degli Studi di Siena.
11 gennaio, ore 21: replica spettacolo VAUDEVILLE. Venti anni tra due secoli. dalle candele alla luce
elettrica, Teatro Pietro Aretino, Via Bicchieraia, 32.
14 gennaio 2010, ore 17.30: “Serata Elettrica” in Galleria Serata con esperienze, dal titolo: Energia
elettrica, una recente storia. Auditorium Aldo Ducci, Museo dei Mezzi di Comunicazione, via Ricasoli.
6 febbraio 2010, ore 17.30: Presentazione del film in via di conclusione Vita futurista o la fuga dell’arte e
incontro col regista e sceneggiatore di Giovanni Maria Rossi, produzione “Movie e Sound” per
l’Accademia di Belle Arti di Firenze, mediometraggio di finzione tratto dalla sceneggiatura dell’originale
e omonimo film di Arnaldo Ginna, 1916 (attori Marinetti, Corra, Settimelli, Balla)
La mostra si concentra su un gruppo esiguo ma rappresentativo di opere che, dagli anni Sessanta del
Novecento al presente, hanno variamente affrontato il tema dell’energia, della luce, dell’entropia,
dell’uomo in rapporto all’energia come risorsa. L’approccio a questi temi è suggerito dalla sensibilità
individuale degli interpreti, ma anche dal clima degli anni, dal dibattito culturale, dal grado di attenzione
per i temi ambientali e per le fonti di energia, nella varietà delle loro manifestazioni. E se negli anni
sessanta e settanta il tema dell’energia si poneva al centro della polemica avanzata dalle nuove
generazioni in contrapposizione al sistema della civiltà consumistica e massificata, esso appare oggi non
meno coinvolgente e apre nuove riflessioni. La proposta espositiva si sviluppa in due distinte sezioni,
articolate rispettivamente nel primo e nel secondo piano della Galleria Comunale di Arte
Contemporanea di Arezzo.
Nel primo piano della Galleria Comunale di Arte Contemporanea, nella sezione curata da Giovanna
Uzzani, si snodano quattro distinte stazioni o ambienti, che evocano alcuni dei nodi centrali del
dibattito del tardo Novecento, tra linguaggi minimalisti e concettuali, utopie radicali, imagerie pop,
esperienze di video ambientazioni e ambienti sensibili. Il primo ambiente si presenta come un nero
cubo abitabile, firmato nel 1963 da Gianni Colombo: esso rimanda alla ricerca cinetica e visuale degli
anni Sessanta e alla volontà dell’artista di superare la concezione tradizionale di opera d’arte, alla ricerca
di nuove strutture percettive attraverso giochi di luce, forme e movimenti virtuali, interventi con
animazione elettromeccanica. L’artista sperimenta dunque equilibri inediti per modificare la percezione
dello spettatore, attraverso la creazione di campi d’interazione tra i vari organi sensoriali. Il secondo
ambiente si presenta nella sua algida essenzialità, abitato da un’ opera di Piero Manzoni, precursore e
insieme rappresentante tra i più alti della tendenza poverista e concettuale italiana, presente in mostra
con un suo purissimo Achrome del 1964. Dunque l’opera come emanazione disincarnata e immateriale
dell’idea e della mente, pura energia in potenza, aliena da qualsiasi compromesso con la materia. A
pendant di tale assolutezza interviene una pittura dello stesso periodo di Carla Accardi, dove il tema
dell’energia è reso attraverso il potenziale esplosivo del colore/segno, come nella più alta tradizione
dell’astrattismo italiano del dopoguerra. Il terzo ambiente si contrappone al nero e al bianco degli altri
ambienti con il trionfo pop del colore, delle nuove esaltanti mitologie giovanili della beat generation,
con l’immaginario spalancato sul sogno di un universo totalmente giovanile: è la Superarchitettura,
riprodotta in una fedele ricostruzione dal Centro Studi Poltronova sotto la direzione di Gilberto
Corretti, che nella piccola galleria Jolly2 di Pistoia debuttava con successo nel 1966, riscuotendo
l’interesse di Ettore Sottsass e della pionieristica Poltronova, e aprendo le nuove frontiere del fenomeno
italiano dell’architetura radicale, attraverso la ricerca dei gruppi Archizoom e Superstudio. Chiude il
percorso un ambiente primi anni novanta di Studio Azzurro, Il giardino delle cose, nel suo valore altamente
estetico ed evocativo: grazie ad una ripresa a raggi infrarossi la video ambientazione propone e realizza
il senso dell’uomo creatore e taumaturgo, che con il semplice contatto della mano partorisce
l’immagine, in effetti di grande suggestione.
Al secondo piano il percorso è definito da un attraversamento tra diverse modalità di sentire l’energia
grazie a cinque installazioni prodotte in occasione della mostra.
Il viaggio inizia con il lavoro di Andrea Caretto e Raffaella Spagna che ci introducono, da un punto di
vista privilegiato, ai processi generativi di un ecosistema. Camminando, come se ci trovassimo sotto la
superficie terrestre, a testa in su, possiamo vedere come piante, minerali animali producono un perfetto
meccanismo di vita e come tutto intorno a noi sia energia, intesa come fonte di vita. Passiamo poi al
lavoro di Emanuele Becheri che ha filmato la rifrazione di un raggio di luce sull’acqua della laguna di
Venezia il quale genera un’immagine viva in movimento. Il risultato è quello di un senso di stupefazione
nell’astante, si domanda quale effetto sia stato usato per generare una così magica situazione, la risposta
è molto semplice: nient’altro che luce!
Stupefacente è poi l’installazione di Luca Pozzi che rende omaggio, con l’uovo di alluminio specchiato
in levitazione, al grande vicino di casa Piero della Francesca, che ha i suoi affreschi a pochi metri da
dove gli artisti hanno lavorato. La metafisica posizione e magia dell’uovo che ha segnato uno dei
capolavori di Piero, La sacra conversazione del 1472 oggi a Brera, è qui riproposta grazie ad un sistema di
magneti che permettono ad un solido di levitare dal pavimento, un tatami, superficie questa dedicata
alla disciplina e alla spiritualità delle arti marziali. Il quarto ambiente è segnato invece da un’installazione
di Riccardo Benassi: le onde pervadono lo spazio a costituire una sorta di colonna sonora dell’intero
piano. Postazioni di ascolto sono state realizzate grazie ad una reinterpretazione di sedute per
pianoforte, costituendo un nuovo oggetto destinato alla captazione di segnali emanati centralmente da
un diffusore sonoro. Infine dopo aver esplorato diverse forme di energia chiude il percorso un’opera di
Giovanni Ozzola che ci rimanda al mistero mai risolto dell’origine della vita, alla solitudine necessaria
all’uomo per sentirsi parte di qualcosa di più grande. Un uomo, leggero come solo nell’acqua può
esserlo, incede verso un infinito del quale niente sa e dal quale niente può aspettarsi se non una magica
attrazione.
18
dicembre 2009
Sensibili energie
Dal 18 dicembre 2009 al 28 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
GCAC – GALLERIA COMUNALE DI ARTE CONTEMPORANEA
Arezzo, Piazza San Francesco, 4, (Arezzo)
Arezzo, Piazza San Francesco, 4, (Arezzo)
Biglietti
5 euro intero, 3 euro ridotto
Orario di apertura
(eccetto 25 dicembre e 1° gennaio)
con orario: 10.00-18.30
Vernissage
18 Dicembre 2009, ore 17.30
Editore
POLISTAMPA
Ufficio stampa
EVENTI PAGLIAI
Autore
Curatore