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Ogni limite ha una pazienza (esperienze non lineari del tempo) / BPMq2
ClasAv – Laboratorio di Arti Visive di Cesare Pietroiusti e Filipa Ramos – Università IUAV di Venezia – mostra di fine corso.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
ScalaMata - exhibition space
in collaborazione con Cecilia Tirelli
è lieta di presentare, giovedì 21 gennaio 2010, ore 18.30
doppio appuntamento
BPMq2
di Giacomo Artusi, Andrea Cazzagon, Enrico Wilsch - BPMq2 è un’installazione interattiva tra suono e spazio, una forma di architettura estemporanea. Lo spettatore è invitato all'interno di un perimetro tracciato dal suono periodico dello scorrere dei secondi, ad ogni loro accelerazione, ripetizione, ritardo indotto dagli artisti, corrisponderà un cambiamento dello spazio percepito.
Di minuto in minuto la dimensione dell’ambiente, che avvolge il pubblico, viene modificata, il suo ascolto porta ad uno stato di disorientamento che continuamente sollecitato nega ogni possibilità di messa a fuoco, i confini si sfaldano anche dell’intuizione della loro cadenza e la condizione di spaesamento creata, è la perdita di qualsiasi definizione spaziale.
FINISSAGE - Ogni limite ha una pazienza (esperienze non lineari del tempo) - lavori di Nico Angiuli, Claire Bosi, Elisa Caldana, Antonella Campisi, Andrea Cazzagon, Ivana Ivanova, Francesco Locatelli, Michela Lupieri - Valeria Mancinelli - Stefania Rispoli, Elena Mazzi, Enrico Poli, Claudia Reato, Manuela Romanato, Claudia Rossini, Jenny Sangiorgio, Chiara Vitali.
ClasAv - Laboratorio di Arti Visive di Cesare Pietroiusti e Filipa Ramos.
Università IUAV di Venezia – mostra di fine corso.
La parte di Ogni limite ha una pazienza (esperienze non lineari del tempo) allestita presso gli spazi della Gervasuti Foundation resterà aperta sino il 31 gennaio 2010, con orari d’apertura: dal martedi al sabato, dalle 15.00 alle 19.00.
---
ScalaMata prossimi eventi: inaugurazione, giovedì 11 febbraio 2010, ore 18.00 - Riflessi di Rita Visonà, con lavori di Eloide Barattucci, Nicola Buzzolan, Sara Cavallin, Mauro Corti, Pietro Mingotti, Enrico Sambenini, Eugenia Torelli. Laboratorio di Pittura di Luigi Viola - Accademia di Belle Arti di Venezia.
Si informa che a conclusione della mostra, la ScalaMata chiuderà per lavori di restauro.
Ogni limite ha una pazienza (esperienze non lineari del tempo)
Interventi di: Nico Angiuli, Claire Bosi, Elisa Caldana, Antonella Campisi, Andrea Cazzagon, Ivana
Ivanova, Francesco Locatelli, Michela Lupieri - Valeria Mancinelli - Stefania Rispoli, Elena Mazzi, Enrico
Poli, Claudia Reato, Manuela Romanato, Claudia Rossini, Jenny Sangiorgio, Chiara Vitali.
ClasAv - Laboratorio di Arti Visive di Cesare Pietroiusti e Filipa Ramos - Università IUAV di Venezia –
mostra di fine corso.
Nico Angiuli
Incarnatio duabus rotis rotatis (Reincarnazione a due ruote), 2009
maschera di Pino Pascali usata per Requiescat in pace Conradinus nel 1965 presso galleria La salita
Roma, suono di motocicletta, stampe b/n da fotocopie di fotografie, un giovane artista pugliese.
“Amo questa ricchezza di possibilità, mi restituisce la mia presenza al mondo, mi permette di non essere
angosciato da un'immagine di me stesso che mi sono fissato in precedenza. Mi guardo ancora una volta
allo specchio, vedo la mia immagine - strana o no - una nuova immagine inutile:
‘sì, sono io, Pino Pascali; porto le basette un centimetro sotto l'orecchio; i baffi? può essere che li porterò
sino alla fine dei miei giorni’. È facendo queste cose che ho coscienza del tempo. È veramente ciò che
penso e sono sicuro di una cosa, che facendo questo lavoro io riesco ad esistere.” (da una
conversazione di Pino Pascali con Carla Lonzi pubblicata su Autoritratto 1969)
Claire Bosi
Modello A, 2009
Marca da bollo, 9 fogli A4, dvd, busta di spedizione
Il diritto di scegliere il cognome, in quanto diritto alla personalità (art. 2 Cost.), dovrebbe appartenere al
soggetto che lo deve portare. Secondo quanto sostenuto dalla sentenza 2572/2004 del Consiglio di
Stato: non sussiste divieto nel caso in cui il richiedente chieda di aggiungere al proprio cognome quello
della madre (Par. III, n. 1374/84); che il principio di tendenziale stabilità del cognome, presente nel
nostro ordinamento, non implica l’assoluta assenza di deroghe alla regola della riconoscibilità
dell’individuo attraverso il solo cognome paterno.
Elisa Caldana
Senza titolo, 2009
performance
“Ciò che maggiormente mi interessa è il fare niente, o fare qualcosa per poter non fare niente, ed
osservare come questo decidere di fare nulla si possa ripiegare comunque in un qualcosa, in un
cambiamento di atteggiamento, o portare a qualcosa di imprevisto, nel mio o altrui pensiero.
Nel tentativo di risolvere il paradosso del non fare, o fare niente, mi faccio ingessare entrambi gli arti
superiori, per un periodo di venti giorni.”
Antonella Campisi
Spazio-tempo di un ricordo fragile, 2009
6 tele di carta velina formato A1e libro con raccolta dei racconti riscritti a macchina con carta carbone su
carta velina.
Il progetto nasce da una riflessione riguardo le possibilità d’interpretazione del tempo di un racconto. La
tipologia di racconti scelta è quella del viaggio di nozze, da sempre tappa fondamentale nella vita una
donna. L’intrecciarsi del tempo vissuto dalle narratrici e del tempo immaginario dell’artista che le ascolta
è reso attraverso un utilizzo progressivamente crescente di una peculiare punteggiatura.
Andrea Cazzagon
Intercapedo, 2009
videoinstallazione
Due video in loop sono riprodotti contemporaneamente, e due diversi tragitti ripresi dall'automobile si
incontrano in un breve passaggio per poi tornare a percorrere percorsi propri. Questo momento di
sincronia è assimilabile all’impalpabilità di certe esperienze-sensazioni che si vivono nei sogni.
SCALA MATA - exhibition space
Ivana Ivanova
C`era un volta…, 2009
performance di scrittura
L`artista riflette sulla della favola come genere, e sulla sua particolare dimensione atemporale. C`era una
volta è una performance di scrittura: l`artista crea una propria favola nella quale esiste soltanto l`inizio
della storia. Il finale è aperto e sarà commissionato ad altre persone. I lettori potranno, alla fine, leggere
una stessa favola con molti finali diversi – o molte favole, con lo stesso inizio.
Francesco Locatelli
Non vi sarà più notte, 2009
disegni
“Il problema critico della rappresentazione ha a che fare con una questione di tempo: ogni volta che
traduciamo l’esperienza in forma siamo i protagonisti di un presente animato dall’esigenza di
compimento.
Il linguaggio dell'Apocalisse, che è il tempo della fine, interpretato nelle tavole di Gioacchino da Fiore, ha
ispirato una serie di disegni che vedono come protagonista l'Agave, una pianta che, nella forma del suo
ciclo vitale, incarna un congegno temporale teso fin dall'inizio verso la propria fine.”
Un’esposizione di Michela Lupieri, Valeria Mancinelli, Stefania Rispoli
I LOVE MUSEUM, 2009
Esperienze in mostra.
Siamo certi di non credere più nel museo-monumento? Ricerca e sperimentazione in alcuni musei di
arte contemporanea italiani.
Elena Mazzi
Intra parietes meos, 2009
audio installazione
“Intra parietes meos prende forma dalla mia personale esperienza del terremoto avvenuto nell’aquilano
lo scorso aprile. L’installazione sonora si articola in due parti: Solo voice, un testo da me scritto durante
quelle notti, incentrato sulla tematica dell’attesa, e Radio, un montaggio di frammenti radiofonici sullo
stesso tema dell’attesa, ma nella declinazione dei media, che se ne servono per creare audience.
L’installazione era stata pensata per uno spazio preciso di Scala Mata, una stanza con una particolare
struttura claustrofobica che restituiva la doppia sensazione di protezione e prigionia provata da molti
aquilani nei confronti delle proprie abitazioni dopo il terremoto. Per ironia della sorte la struttura di quella
stanza nel frattempo è crollata.”
Enrico Poli
Senza titolo, 2009
intervento diffuso
"Ho chiuso con le grandi cose e i grandi progetti, le grandi istituzioni e i grandi successi. Sono per quelle
piccole, invisibili, amorevoli forze umane che operano da individuo a individuo, strisciando tra le fessure
del mondo come tante piccole radici o come il capillare trasudo dell’acqua, che, se gli viene dato tempo,
perforerà in due i più forti monumenti dell’umano orgoglio."
Claudia Reato
LIMBO SHOJO: uno spazio nel tempo, 2009
performance
“Adolescenza. Uno spazio liminale, tra candore e malizia, coscienza e ingenuità.
Per 24 ore, con tela e filo, creo un limbo temporale: di giorno ricamo su una tela bianca un soggetto
erotico, proibito, con un candido filo bianco; poi di notte disfo il lavoro (inutilmente perché le tracce
asciate sono più evidenti del filo), nell’illusione di tornare allo stato di innocenza.”
Manuela Romanato
Omaggio a Roman Opalka, 1965/1 - !, Details 99940 – 1017875, 2009
acrilico su foglio di tela, 196x135 cm
Il progetto consiste nel rifacimento di una tela di Roman Opalka in cui però le cifre sono sostituite dalla
trascrizione delle parole corrispondenti. La dilatazione spazio-temporale provocata da questa forma di
traduzione viene però alterata da alcuni fenomeni di esecuzione: errori ed eventi che interrompono il
flusso lineare della traduzione stessa.
SCALA MATA - exhibition space
Claudia Rossini
Ora ambigua, 2009
600 foto digitali
“Ora ambigua” è un termine del gergo informatico che indica l'anomalia nel calcolo dell'orario che si
verifica nella transizione da ora legale a ora solare, un'operazione che si effettua la notte tra il sabato e
l'ultima domenica di ottobre, spostando indietro di un'ora le lancette dell'orologio, in una duplicazione
temporale che produce un giorno di 25 ore. L’artista registra questo “giorno più lungo” da 24 webcam,
una per ogni Fuso Orario, con un frame per ogni webcam per ogni ora. Il monitoraggio è iniziato a
mezzogiorno di sabato 24 ottobre e si è concluso alle 10 del 26, catalogando le foto raccolte secondo
l'ora locale italiana.
Jenny Sangiorgio
Time is what you make of it. Experiment n°1, 2009
performance
L’artista, in una azione ossessivamente ripetitiva, traccia per un intero giorno sulle pareti di una stanza
dei piccoli segni tentando di compiere dei gesti che durino esattamente un secondo.
I segni-secondi scandiscono la durata della performance e riempiono visivamente lo spazio in un
tentativo consciamente fallimentare di emulare il funzionamento di un cronometro, o forse di evidenziare
la convenzionalità della misurazione del tempo.
Chiara Vitali
Anatomia dell’infinito, 2009
video b/w, 2’25’’
Un percorso circolare che inizia e finisce in un indefinito liquido primordiale, e uno straniante moto di
saliscendi sui gradini vuole evocare la percezione dell’infinito attraverso l’annullamento dei concetti
stessi di inizio e fine e la dilatazione dei limiti spazio-temporali.
ScalaMata – exhibiton space
in collaborazione con Cecilia Tirelli
Ghetto Vecchio 1236 – Cannaregio 30121
Venezia - Italia
www.scalamata.com - scalamata@gmail.com
Tel/fax +39 (0)41/520 89 97
in collaborazione con Cecilia Tirelli
è lieta di presentare, giovedì 21 gennaio 2010, ore 18.30
doppio appuntamento
BPMq2
di Giacomo Artusi, Andrea Cazzagon, Enrico Wilsch - BPMq2 è un’installazione interattiva tra suono e spazio, una forma di architettura estemporanea. Lo spettatore è invitato all'interno di un perimetro tracciato dal suono periodico dello scorrere dei secondi, ad ogni loro accelerazione, ripetizione, ritardo indotto dagli artisti, corrisponderà un cambiamento dello spazio percepito.
Di minuto in minuto la dimensione dell’ambiente, che avvolge il pubblico, viene modificata, il suo ascolto porta ad uno stato di disorientamento che continuamente sollecitato nega ogni possibilità di messa a fuoco, i confini si sfaldano anche dell’intuizione della loro cadenza e la condizione di spaesamento creata, è la perdita di qualsiasi definizione spaziale.
FINISSAGE - Ogni limite ha una pazienza (esperienze non lineari del tempo) - lavori di Nico Angiuli, Claire Bosi, Elisa Caldana, Antonella Campisi, Andrea Cazzagon, Ivana Ivanova, Francesco Locatelli, Michela Lupieri - Valeria Mancinelli - Stefania Rispoli, Elena Mazzi, Enrico Poli, Claudia Reato, Manuela Romanato, Claudia Rossini, Jenny Sangiorgio, Chiara Vitali.
ClasAv - Laboratorio di Arti Visive di Cesare Pietroiusti e Filipa Ramos.
Università IUAV di Venezia – mostra di fine corso.
La parte di Ogni limite ha una pazienza (esperienze non lineari del tempo) allestita presso gli spazi della Gervasuti Foundation resterà aperta sino il 31 gennaio 2010, con orari d’apertura: dal martedi al sabato, dalle 15.00 alle 19.00.
---
ScalaMata prossimi eventi: inaugurazione, giovedì 11 febbraio 2010, ore 18.00 - Riflessi di Rita Visonà, con lavori di Eloide Barattucci, Nicola Buzzolan, Sara Cavallin, Mauro Corti, Pietro Mingotti, Enrico Sambenini, Eugenia Torelli. Laboratorio di Pittura di Luigi Viola - Accademia di Belle Arti di Venezia.
Si informa che a conclusione della mostra, la ScalaMata chiuderà per lavori di restauro.
Ogni limite ha una pazienza (esperienze non lineari del tempo)
Interventi di: Nico Angiuli, Claire Bosi, Elisa Caldana, Antonella Campisi, Andrea Cazzagon, Ivana
Ivanova, Francesco Locatelli, Michela Lupieri - Valeria Mancinelli - Stefania Rispoli, Elena Mazzi, Enrico
Poli, Claudia Reato, Manuela Romanato, Claudia Rossini, Jenny Sangiorgio, Chiara Vitali.
ClasAv - Laboratorio di Arti Visive di Cesare Pietroiusti e Filipa Ramos - Università IUAV di Venezia –
mostra di fine corso.
Nico Angiuli
Incarnatio duabus rotis rotatis (Reincarnazione a due ruote), 2009
maschera di Pino Pascali usata per Requiescat in pace Conradinus nel 1965 presso galleria La salita
Roma, suono di motocicletta, stampe b/n da fotocopie di fotografie, un giovane artista pugliese.
“Amo questa ricchezza di possibilità, mi restituisce la mia presenza al mondo, mi permette di non essere
angosciato da un'immagine di me stesso che mi sono fissato in precedenza. Mi guardo ancora una volta
allo specchio, vedo la mia immagine - strana o no - una nuova immagine inutile:
‘sì, sono io, Pino Pascali; porto le basette un centimetro sotto l'orecchio; i baffi? può essere che li porterò
sino alla fine dei miei giorni’. È facendo queste cose che ho coscienza del tempo. È veramente ciò che
penso e sono sicuro di una cosa, che facendo questo lavoro io riesco ad esistere.” (da una
conversazione di Pino Pascali con Carla Lonzi pubblicata su Autoritratto 1969)
Claire Bosi
Modello A, 2009
Marca da bollo, 9 fogli A4, dvd, busta di spedizione
Il diritto di scegliere il cognome, in quanto diritto alla personalità (art. 2 Cost.), dovrebbe appartenere al
soggetto che lo deve portare. Secondo quanto sostenuto dalla sentenza 2572/2004 del Consiglio di
Stato: non sussiste divieto nel caso in cui il richiedente chieda di aggiungere al proprio cognome quello
della madre (Par. III, n. 1374/84); che il principio di tendenziale stabilità del cognome, presente nel
nostro ordinamento, non implica l’assoluta assenza di deroghe alla regola della riconoscibilità
dell’individuo attraverso il solo cognome paterno.
Elisa Caldana
Senza titolo, 2009
performance
“Ciò che maggiormente mi interessa è il fare niente, o fare qualcosa per poter non fare niente, ed
osservare come questo decidere di fare nulla si possa ripiegare comunque in un qualcosa, in un
cambiamento di atteggiamento, o portare a qualcosa di imprevisto, nel mio o altrui pensiero.
Nel tentativo di risolvere il paradosso del non fare, o fare niente, mi faccio ingessare entrambi gli arti
superiori, per un periodo di venti giorni.”
Antonella Campisi
Spazio-tempo di un ricordo fragile, 2009
6 tele di carta velina formato A1e libro con raccolta dei racconti riscritti a macchina con carta carbone su
carta velina.
Il progetto nasce da una riflessione riguardo le possibilità d’interpretazione del tempo di un racconto. La
tipologia di racconti scelta è quella del viaggio di nozze, da sempre tappa fondamentale nella vita una
donna. L’intrecciarsi del tempo vissuto dalle narratrici e del tempo immaginario dell’artista che le ascolta
è reso attraverso un utilizzo progressivamente crescente di una peculiare punteggiatura.
Andrea Cazzagon
Intercapedo, 2009
videoinstallazione
Due video in loop sono riprodotti contemporaneamente, e due diversi tragitti ripresi dall'automobile si
incontrano in un breve passaggio per poi tornare a percorrere percorsi propri. Questo momento di
sincronia è assimilabile all’impalpabilità di certe esperienze-sensazioni che si vivono nei sogni.
SCALA MATA - exhibition space
Ivana Ivanova
C`era un volta…, 2009
performance di scrittura
L`artista riflette sulla della favola come genere, e sulla sua particolare dimensione atemporale. C`era una
volta è una performance di scrittura: l`artista crea una propria favola nella quale esiste soltanto l`inizio
della storia. Il finale è aperto e sarà commissionato ad altre persone. I lettori potranno, alla fine, leggere
una stessa favola con molti finali diversi – o molte favole, con lo stesso inizio.
Francesco Locatelli
Non vi sarà più notte, 2009
disegni
“Il problema critico della rappresentazione ha a che fare con una questione di tempo: ogni volta che
traduciamo l’esperienza in forma siamo i protagonisti di un presente animato dall’esigenza di
compimento.
Il linguaggio dell'Apocalisse, che è il tempo della fine, interpretato nelle tavole di Gioacchino da Fiore, ha
ispirato una serie di disegni che vedono come protagonista l'Agave, una pianta che, nella forma del suo
ciclo vitale, incarna un congegno temporale teso fin dall'inizio verso la propria fine.”
Un’esposizione di Michela Lupieri, Valeria Mancinelli, Stefania Rispoli
I LOVE MUSEUM, 2009
Esperienze in mostra.
Siamo certi di non credere più nel museo-monumento? Ricerca e sperimentazione in alcuni musei di
arte contemporanea italiani.
Elena Mazzi
Intra parietes meos, 2009
audio installazione
“Intra parietes meos prende forma dalla mia personale esperienza del terremoto avvenuto nell’aquilano
lo scorso aprile. L’installazione sonora si articola in due parti: Solo voice, un testo da me scritto durante
quelle notti, incentrato sulla tematica dell’attesa, e Radio, un montaggio di frammenti radiofonici sullo
stesso tema dell’attesa, ma nella declinazione dei media, che se ne servono per creare audience.
L’installazione era stata pensata per uno spazio preciso di Scala Mata, una stanza con una particolare
struttura claustrofobica che restituiva la doppia sensazione di protezione e prigionia provata da molti
aquilani nei confronti delle proprie abitazioni dopo il terremoto. Per ironia della sorte la struttura di quella
stanza nel frattempo è crollata.”
Enrico Poli
Senza titolo, 2009
intervento diffuso
"Ho chiuso con le grandi cose e i grandi progetti, le grandi istituzioni e i grandi successi. Sono per quelle
piccole, invisibili, amorevoli forze umane che operano da individuo a individuo, strisciando tra le fessure
del mondo come tante piccole radici o come il capillare trasudo dell’acqua, che, se gli viene dato tempo,
perforerà in due i più forti monumenti dell’umano orgoglio."
Claudia Reato
LIMBO SHOJO: uno spazio nel tempo, 2009
performance
“Adolescenza. Uno spazio liminale, tra candore e malizia, coscienza e ingenuità.
Per 24 ore, con tela e filo, creo un limbo temporale: di giorno ricamo su una tela bianca un soggetto
erotico, proibito, con un candido filo bianco; poi di notte disfo il lavoro (inutilmente perché le tracce
asciate sono più evidenti del filo), nell’illusione di tornare allo stato di innocenza.”
Manuela Romanato
Omaggio a Roman Opalka, 1965/1 - !, Details 99940 – 1017875, 2009
acrilico su foglio di tela, 196x135 cm
Il progetto consiste nel rifacimento di una tela di Roman Opalka in cui però le cifre sono sostituite dalla
trascrizione delle parole corrispondenti. La dilatazione spazio-temporale provocata da questa forma di
traduzione viene però alterata da alcuni fenomeni di esecuzione: errori ed eventi che interrompono il
flusso lineare della traduzione stessa.
SCALA MATA - exhibition space
Claudia Rossini
Ora ambigua, 2009
600 foto digitali
“Ora ambigua” è un termine del gergo informatico che indica l'anomalia nel calcolo dell'orario che si
verifica nella transizione da ora legale a ora solare, un'operazione che si effettua la notte tra il sabato e
l'ultima domenica di ottobre, spostando indietro di un'ora le lancette dell'orologio, in una duplicazione
temporale che produce un giorno di 25 ore. L’artista registra questo “giorno più lungo” da 24 webcam,
una per ogni Fuso Orario, con un frame per ogni webcam per ogni ora. Il monitoraggio è iniziato a
mezzogiorno di sabato 24 ottobre e si è concluso alle 10 del 26, catalogando le foto raccolte secondo
l'ora locale italiana.
Jenny Sangiorgio
Time is what you make of it. Experiment n°1, 2009
performance
L’artista, in una azione ossessivamente ripetitiva, traccia per un intero giorno sulle pareti di una stanza
dei piccoli segni tentando di compiere dei gesti che durino esattamente un secondo.
I segni-secondi scandiscono la durata della performance e riempiono visivamente lo spazio in un
tentativo consciamente fallimentare di emulare il funzionamento di un cronometro, o forse di evidenziare
la convenzionalità della misurazione del tempo.
Chiara Vitali
Anatomia dell’infinito, 2009
video b/w, 2’25’’
Un percorso circolare che inizia e finisce in un indefinito liquido primordiale, e uno straniante moto di
saliscendi sui gradini vuole evocare la percezione dell’infinito attraverso l’annullamento dei concetti
stessi di inizio e fine e la dilatazione dei limiti spazio-temporali.
ScalaMata – exhibiton space
in collaborazione con Cecilia Tirelli
Ghetto Vecchio 1236 – Cannaregio 30121
Venezia - Italia
www.scalamata.com - scalamata@gmail.com
Tel/fax +39 (0)41/520 89 97
17
dicembre 2009
Ogni limite ha una pazienza (esperienze non lineari del tempo) / BPMq2
Dal 17 dicembre 2009 al 21 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
SCALAMATA EXHIBITION SPACE
Venezia, Cannaregio, 1236, (Venezia)
Venezia, Cannaregio, 1236, (Venezia)
Vernissage
17 Dicembre 2009, ore 18-21
Autore
Curatore