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Gianmaria Colognese – Sì. Viaggiare…1984-2009
Scultore, pittore e designer C. insegna presso l’Accademia di BA di Verona e presenta una selezione delle sue opere plastiche più recenti:terrecotte, raku, installazioni e pitture polimateriche. L’universo di C. si declina attraverso una gamma di “gesti” rivolte soprattutto ai materiali e al colore.
Comunicato stampa
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Gianmaria Colognese, (Verona, 1947) Breve biografia
Negli anni ’60 partecipa a una collettiva tenutasi alla Galleria Notes e alla rassegna nel Palazzo della Gran Guardia organizzata da associazioni universitarie. La frequentazione della veronese Galleria Ferrari offre l’occasione per incontrare artisti italiani tra cui Lucio Fontana ed Emilio Vedova, frequentato a Venezia durante gli studi universitari. Laureatosi in Architettura a Venezia nel 1972, dove ha modo di frequentare le lezioni di Carlo Scarpa e Mario De Luigi, intraprende l’attività di architetto, designer, pittore e scultore. Il viaggio a Chicago e a New York nel 1983, l’amicizia con lo scultore Virginio Ferrari ivi residente offrono stimoli fondamentali per maturare e consolidare una nuova coscienza artistica. Nel 1986, dopo la personale Immagine, Progetto, Tessitura a cura di Luca Massimo Barbero tenutasi alla Galleria Cinquetti di Verona, espone in Svizzera alla Galerie Farel a Aigle con cui proseguirà il rapporto di collaborazione. Nasce in questo periodo l’amicizia con Ugo La Pietra, Alessandro Mendini e Nanda Vigo, con cui parteciperà a molte esposizioni di arte-design. Dopo aver sperimentato la ceramica, nel 1990 propone una selezione di sculture in raku alla Galleria Ricci Oddi di Piacenza. Nel 1993 sperimenta per la prima volta il plexiglas nell’opera Mandala esposta al Museo d’Arte Moderna dell’Alto Mantovano a Gazoldo degli Ippoliti, nella mostra Le Materie Inventate: la plastica nell’arte, che riunisce lavori tra gli altri di Arman, Bonalumi, Cesar, Gilardi, Munari e Vedova. In questi anni sviluppa interessi verso nuove tecniche e materiali quali l’alabastro a Volterra, il mosaico a Spilimbergo e il vetro a Murano.
Dal 1994 è docente presso l’Accademia Cignaroli di Verona, dove dal 1998 è titolare della Cattedra di Plastica Ornamentale e negli anni 1998-99 e 2002-03 è Vice Direttore. Dal 1996 è corrispondente della rivista “Artigianato”. Nel 2001 fonda con due colleghi la Scuola dì Design approvata dal MIUR. Dal 1989 partecipa, come designer e artista, alle mo¬stre culturali della fiera veronese “Abitare il tempo” in qualità di autore e curatore e a manifestazioni nazionali ed estere. Sue opere sono nelle collezio¬ni della Fondazione Domus per l'Arte Moderna e Con¬temporanea, nelle sedi del Gruppo Manni e della Ditta Biondani a Verona, nel Parco Hotel Bellevue S. Lorenzo a Malcesine, nel parco sculture Ditta Menin a Treviso, nella collezione del Gabinetto Stampe e Disegni del Museo di Castelvecchio a Verona, al MAAM Museo delle Arti Applicate nel Mobile Contemporaneo, Fondazione Aldo Morelato, Villa Dionisi a Cerea (VR), nella Pinacoteca Civica del Comune di Russi (RA), nella Collezione di Cà la Ghironda (Fondazione Martani) Bologna, al MAGI 900 (museo d’arte delle generazioni italiane del ‘900) – Pieve di Cento–BO e in varie collezioni private italiane e straniere.
Gianmaria Colognese, (Verona, 1947) Note critiche
Scultore, pittore e designer, Colognese insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Verona e presenta una selezione delle sue opere plastiche più recenti: terrecotte, raku, installazioni e pitture polimateriche.
L’universo di Colognese si declina attraverso una gamma quanto mai complessa di “gesti” che tuttavia hanno almeno due cose in comune.
In primo luogo, l’attenzione per i materiali. Materiali nobili e materiali d’uso, materie classiche – come in vetro, la terra cotta, il ferro – se non addirittura immateriali, come la luce, e materie ritrovate, riassemblate, restituite ad un’originale configurazione capace di sfruttare le loro memorie, ma anche di ordinare sorprendenti simulazioni.
Materie restituite in immagini dove i processi di contaminazione sembrano capaci di modificare costantemente la loro stessa vita fisica.
In secondo luogo, il colore. Ogni “gesto” di Gianmaria Colognese è consegnato alle vibrazioni del colore. Un colore che, lungi dall’essere un cosmetico che riordina ed esalta le qualità dei materiali, diventa elemento centrale che struttura il progetto dell’immagine plastica e pittorica. Un colore-luce che investe e che dà vita alle forme, per restituirle nella loro fragranza, nella loro risoluta e gioiosa modulazione.
Bruno Bandini
Negli anni ’60 partecipa a una collettiva tenutasi alla Galleria Notes e alla rassegna nel Palazzo della Gran Guardia organizzata da associazioni universitarie. La frequentazione della veronese Galleria Ferrari offre l’occasione per incontrare artisti italiani tra cui Lucio Fontana ed Emilio Vedova, frequentato a Venezia durante gli studi universitari. Laureatosi in Architettura a Venezia nel 1972, dove ha modo di frequentare le lezioni di Carlo Scarpa e Mario De Luigi, intraprende l’attività di architetto, designer, pittore e scultore. Il viaggio a Chicago e a New York nel 1983, l’amicizia con lo scultore Virginio Ferrari ivi residente offrono stimoli fondamentali per maturare e consolidare una nuova coscienza artistica. Nel 1986, dopo la personale Immagine, Progetto, Tessitura a cura di Luca Massimo Barbero tenutasi alla Galleria Cinquetti di Verona, espone in Svizzera alla Galerie Farel a Aigle con cui proseguirà il rapporto di collaborazione. Nasce in questo periodo l’amicizia con Ugo La Pietra, Alessandro Mendini e Nanda Vigo, con cui parteciperà a molte esposizioni di arte-design. Dopo aver sperimentato la ceramica, nel 1990 propone una selezione di sculture in raku alla Galleria Ricci Oddi di Piacenza. Nel 1993 sperimenta per la prima volta il plexiglas nell’opera Mandala esposta al Museo d’Arte Moderna dell’Alto Mantovano a Gazoldo degli Ippoliti, nella mostra Le Materie Inventate: la plastica nell’arte, che riunisce lavori tra gli altri di Arman, Bonalumi, Cesar, Gilardi, Munari e Vedova. In questi anni sviluppa interessi verso nuove tecniche e materiali quali l’alabastro a Volterra, il mosaico a Spilimbergo e il vetro a Murano.
Dal 1994 è docente presso l’Accademia Cignaroli di Verona, dove dal 1998 è titolare della Cattedra di Plastica Ornamentale e negli anni 1998-99 e 2002-03 è Vice Direttore. Dal 1996 è corrispondente della rivista “Artigianato”. Nel 2001 fonda con due colleghi la Scuola dì Design approvata dal MIUR. Dal 1989 partecipa, come designer e artista, alle mo¬stre culturali della fiera veronese “Abitare il tempo” in qualità di autore e curatore e a manifestazioni nazionali ed estere. Sue opere sono nelle collezio¬ni della Fondazione Domus per l'Arte Moderna e Con¬temporanea, nelle sedi del Gruppo Manni e della Ditta Biondani a Verona, nel Parco Hotel Bellevue S. Lorenzo a Malcesine, nel parco sculture Ditta Menin a Treviso, nella collezione del Gabinetto Stampe e Disegni del Museo di Castelvecchio a Verona, al MAAM Museo delle Arti Applicate nel Mobile Contemporaneo, Fondazione Aldo Morelato, Villa Dionisi a Cerea (VR), nella Pinacoteca Civica del Comune di Russi (RA), nella Collezione di Cà la Ghironda (Fondazione Martani) Bologna, al MAGI 900 (museo d’arte delle generazioni italiane del ‘900) – Pieve di Cento–BO e in varie collezioni private italiane e straniere.
Gianmaria Colognese, (Verona, 1947) Note critiche
Scultore, pittore e designer, Colognese insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Verona e presenta una selezione delle sue opere plastiche più recenti: terrecotte, raku, installazioni e pitture polimateriche.
L’universo di Colognese si declina attraverso una gamma quanto mai complessa di “gesti” che tuttavia hanno almeno due cose in comune.
In primo luogo, l’attenzione per i materiali. Materiali nobili e materiali d’uso, materie classiche – come in vetro, la terra cotta, il ferro – se non addirittura immateriali, come la luce, e materie ritrovate, riassemblate, restituite ad un’originale configurazione capace di sfruttare le loro memorie, ma anche di ordinare sorprendenti simulazioni.
Materie restituite in immagini dove i processi di contaminazione sembrano capaci di modificare costantemente la loro stessa vita fisica.
In secondo luogo, il colore. Ogni “gesto” di Gianmaria Colognese è consegnato alle vibrazioni del colore. Un colore che, lungi dall’essere un cosmetico che riordina ed esalta le qualità dei materiali, diventa elemento centrale che struttura il progetto dell’immagine plastica e pittorica. Un colore-luce che investe e che dà vita alle forme, per restituirle nella loro fragranza, nella loro risoluta e gioiosa modulazione.
Bruno Bandini
17
dicembre 2009
Gianmaria Colognese – Sì. Viaggiare…1984-2009
Dal 17 dicembre 2009 al 07 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
SPAZIO 6
Verona, Via Santa Maria In Organo, 6, (Verona)
Verona, Via Santa Maria In Organo, 6, (Verona)
Orario di apertura
ore 16,30-19,30
Vernissage
17 Dicembre 2009, ore 18,00
Autore
Curatore