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Feriancovà | Kenderovà | Varga – Exit ghost
Mostra collettiva Exit Ghost con i lavori di tre artisti slovacchi: Petra Feriancovà, Dorota Kenderovà e Jaroslav Varga che si interrogano sulla concettualizzazione delle percezioni soggettive, così come di quelle di ordine generale, mettendo in discussione le nostre comuni abitudini nel percepire chi e che cosa rappresenti un’opera d’arte e cercando un modello per una possibile diversa lettura.
Comunicato stampa
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La Galleria VALENTINA MONCADA inaugura il 9 dicembre 2009 la mostra collettiva EXIT GHOST con i lavori di tre artisti slovacchi: Petra Feriancovà, Dorota Kenderovà e Jaroslav Varga che si interrogano sulla concettualizzazione delle percezioni soggettive, così come di quelle di ordine generale, mettendo in discussione le nostre comuni abitudini nel percepire chi e che cosa rappresenti un’opera d’arte e cercando un modello per una possibile diversa lettura.
EXIT GHOST, che intitola la mostra e che si ispira ad un passaggio dell’opera Play di Petra Feriancovà, rappresenta un eroe, un eroe perfetto e immortale - secondo la tradizione più classica e profonda della nostra cultura occidentale.
Le opere ci accolgono già sin dall’ingresso della galleria, dove, sulla vetrata esterna, Dorota Kenderovà realizza appositamente un lavoro dal titolo Is There Any Objective Reality? (C'è una realtà oggettiva?). Kenderovà si serve di una vetrata sulla quale distribuisce un liquido chimico (glycerol) che crea l’effetto della condensa dell’acqua. La vista attraverso il vetro diventa dunque deformata e poco chiara. Quest’opera si raccorda al tema dell’esistenza di una verità oggettiva e delle contraddizioni tra vari contesti culturali e la complessità della nostra soggettività.
Kenderovà nasce a Ruzomberok (Slovacchia) nel 1981.
Si forma presso l’Accademia di Belle Arti e Design di Bratislava (AFAD) al dipartimento di pittura, scultura, Intermedia e Multimedia. È fondatore e coordinatore della HIT Gallery a Bratislava (dal 2007 con Varga). Tra le principali mostre e partecipazioni: ‘Commentary’, Voitech Loffler Museum, Kosice (2004), 3 Biennale di Praga, Karlin Hall, Praga (2007), ‘Scenthesis’, Raum 26, Berlino (2007), Salon of the Young, Zlin (2009).
Nella sala principale, lungo i muri della galleria, è visibile Play il lavoro di Petra Feriancovà che prende spunto dalla celebre storia di Hamlet di W. Shakespeare.
L’istallazione si compone di una prima parte intitolata 2/3 che consiste nella proiezione di un dialogo tra le Graie cieche e nella quale lo spettatore è invitato a prendere parte diventando un terzo partecipante della conversazione. Attraverso un personalissimo uso degli strumenti di conoscenza più classici, Feriancovà tende così a demitizzare il ruolo e la figura dell’artista.
La seconda parte dell’istallazione dal titolo Play, è creata da un set di fogli verticali fissati sui muri. Qui l’artista si interroga sui parametri temporali comprimendo il tempo della narrazione attraverso lo spazio della galleria, non intervenendo mai sul contenuto del testo di Shakesperae ma semmai sulla sua struttura e sulla sua forma, indicando soltanto il movimento dei protagonisti intorno alla scena o a un’azione in particolare. In questo modo l’opera è sganciata dalla storia e dagli eventi determinando dunque una diversa percezione del tempo reale e di quello formale dell’opera.
Feriancovà nasce nel 1977 a Bratislava, dove vive e lavora. Si forma presso l’Accademia di Belle Arti e Design di Bratislava (AFAD), successivamente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Tra le sue numerose mostre e partecipazioni di ricorda: ‘By the Way…’ (con Jesper Alvaer), Jiri Svestka Gallery, Praga (2006), 3 Biennale di Praga, Praga (2007), 7 Bulgarian Biennal of Contemporary Art, Varna (2008). Ha esposto presso la Galleria Valentina Moncada con ‘Greetings from Liliputtania’ (personale, 2001), ‘Polis’ (collettiva, 2007) ‘Tropismi’ (collettiva, 2008), ‘Video Exchange’ (collettiva, 2008).
La mostra si conclude nella seconda sala dove è proiettato un video di Jaroslav Varga dal titolo Biblioteca 2009. In questo video l’artista presenta una libreria virtuale metodicamente ordinata in base ai titoli che contengono la parola “fine”, per esempio: LA FINE DELLA RAGIONE, LA FINE DELLA CITTA’, LA FINE DELLA SCIENZA, LA FINE DELLA STORIA DELL’ARTE.
Lo spettatore non può esplorare il contenuto di ogni libro con i suoi specifici argomenti (sociale, storico, politico, religioso). I suoi occhi possono fermarsi solo sulla superficie delle cose e sono in grado di svelare il messaggio della biblioteca come un universo.
Varga nasce nel 1982 a Trebisov, Slovacchia. Si forma presso l’università di Scienze Umanistiche di Prestov e successivamente presso l’Accademia di Belle Arti di Bratislava, Dipartimento di Intermedia e Multimedia. Dal 2003 ha esposto in diverse galleria europee. Tra le sue mostre e partecipazioni si ricorda: International Film Festival UNICA, Luxembourgh (2003), International Media Art Biennale WRO 07, Wroclaw (2007), ‘Bratislava’, Slovak Cultural Institute, Roma (2009), ‘Dangerous sequences’, Gallery HIT, Bratislava (2009).
EXIT GHOST, che intitola la mostra e che si ispira ad un passaggio dell’opera Play di Petra Feriancovà, rappresenta un eroe, un eroe perfetto e immortale - secondo la tradizione più classica e profonda della nostra cultura occidentale.
Le opere ci accolgono già sin dall’ingresso della galleria, dove, sulla vetrata esterna, Dorota Kenderovà realizza appositamente un lavoro dal titolo Is There Any Objective Reality? (C'è una realtà oggettiva?). Kenderovà si serve di una vetrata sulla quale distribuisce un liquido chimico (glycerol) che crea l’effetto della condensa dell’acqua. La vista attraverso il vetro diventa dunque deformata e poco chiara. Quest’opera si raccorda al tema dell’esistenza di una verità oggettiva e delle contraddizioni tra vari contesti culturali e la complessità della nostra soggettività.
Kenderovà nasce a Ruzomberok (Slovacchia) nel 1981.
Si forma presso l’Accademia di Belle Arti e Design di Bratislava (AFAD) al dipartimento di pittura, scultura, Intermedia e Multimedia. È fondatore e coordinatore della HIT Gallery a Bratislava (dal 2007 con Varga). Tra le principali mostre e partecipazioni: ‘Commentary’, Voitech Loffler Museum, Kosice (2004), 3 Biennale di Praga, Karlin Hall, Praga (2007), ‘Scenthesis’, Raum 26, Berlino (2007), Salon of the Young, Zlin (2009).
Nella sala principale, lungo i muri della galleria, è visibile Play il lavoro di Petra Feriancovà che prende spunto dalla celebre storia di Hamlet di W. Shakespeare.
L’istallazione si compone di una prima parte intitolata 2/3 che consiste nella proiezione di un dialogo tra le Graie cieche e nella quale lo spettatore è invitato a prendere parte diventando un terzo partecipante della conversazione. Attraverso un personalissimo uso degli strumenti di conoscenza più classici, Feriancovà tende così a demitizzare il ruolo e la figura dell’artista.
La seconda parte dell’istallazione dal titolo Play, è creata da un set di fogli verticali fissati sui muri. Qui l’artista si interroga sui parametri temporali comprimendo il tempo della narrazione attraverso lo spazio della galleria, non intervenendo mai sul contenuto del testo di Shakesperae ma semmai sulla sua struttura e sulla sua forma, indicando soltanto il movimento dei protagonisti intorno alla scena o a un’azione in particolare. In questo modo l’opera è sganciata dalla storia e dagli eventi determinando dunque una diversa percezione del tempo reale e di quello formale dell’opera.
Feriancovà nasce nel 1977 a Bratislava, dove vive e lavora. Si forma presso l’Accademia di Belle Arti e Design di Bratislava (AFAD), successivamente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Tra le sue numerose mostre e partecipazioni di ricorda: ‘By the Way…’ (con Jesper Alvaer), Jiri Svestka Gallery, Praga (2006), 3 Biennale di Praga, Praga (2007), 7 Bulgarian Biennal of Contemporary Art, Varna (2008). Ha esposto presso la Galleria Valentina Moncada con ‘Greetings from Liliputtania’ (personale, 2001), ‘Polis’ (collettiva, 2007) ‘Tropismi’ (collettiva, 2008), ‘Video Exchange’ (collettiva, 2008).
La mostra si conclude nella seconda sala dove è proiettato un video di Jaroslav Varga dal titolo Biblioteca 2009. In questo video l’artista presenta una libreria virtuale metodicamente ordinata in base ai titoli che contengono la parola “fine”, per esempio: LA FINE DELLA RAGIONE, LA FINE DELLA CITTA’, LA FINE DELLA SCIENZA, LA FINE DELLA STORIA DELL’ARTE.
Lo spettatore non può esplorare il contenuto di ogni libro con i suoi specifici argomenti (sociale, storico, politico, religioso). I suoi occhi possono fermarsi solo sulla superficie delle cose e sono in grado di svelare il messaggio della biblioteca come un universo.
Varga nasce nel 1982 a Trebisov, Slovacchia. Si forma presso l’università di Scienze Umanistiche di Prestov e successivamente presso l’Accademia di Belle Arti di Bratislava, Dipartimento di Intermedia e Multimedia. Dal 2003 ha esposto in diverse galleria europee. Tra le sue mostre e partecipazioni si ricorda: International Film Festival UNICA, Luxembourgh (2003), International Media Art Biennale WRO 07, Wroclaw (2007), ‘Bratislava’, Slovak Cultural Institute, Roma (2009), ‘Dangerous sequences’, Gallery HIT, Bratislava (2009).
09
dicembre 2009
Feriancovà | Kenderovà | Varga – Exit ghost
Dal 09 dicembre 2009 al 12 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA VALENTINA MONCADA
Roma, Via Margutta, 54, (Roma)
Roma, Via Margutta, 54, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 19.00
Vernissage
9 Dicembre 2009, ore 19.00
Autore
Curatore