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di Gianni Politi (nato a Roma nel
1986) non c’è tanto la sardonica ironia della serie Tools, in cui accostava armi letali ai suoi attrezzi di lavoro, né
tanto meno la denuncia politica di Red
flags, ma piuttosto la “conseguenza” quasi obbligata di queste due istanze:
il dolore.
Si tratta qui di un dolore personale,
propriamente fisico, provato, che si esprime con una tecnica approfondita e
rinnovata anche nei mezzi e nei materiali rispetto alla precedente personale
del 2009.
A
brief history of pain si serve di opere in vernice su tela, di appunti grafici
su carta e della scultura in gesso per raccontare, come in un diario intimo,
l’esperienza personale del dolore, che si intuisce realmente provata da chi
crea.
Permane il riferimento agli attrezzi,
agli oggetti meccanici e metallici che si annidano perfino nel corpo di una
farfalla, come in One day my suffering
will fly high che riproduce le ali di una farfalla, appunto, ibridata con
una pinza Schroeder, strumento ginecologico. 27 days of pain rievoca visivamente, come un calendario su cui
spuntare i giorni che lo separano dalla fine della sofferenza, i sintomi e gli
elementi di un quadro clinico che si delinea come un diario non del corpo, ma
dell’anima, poiché ogni foglio reca una sagoma a metà strada tra una farfalla e
una macchia del celebre test di Rorschach.
L’interesse “scientifico” è confermato
dalla presenza di tre teche trasparenti da museo che conservano, come reperti
di un se stesso precedente, calchi in gesso di parti del corpo dell’artista: da
una parte mezzo per staccarsi da un passato sofferente, dall’altra espediente
per ricordare in futuro come si era in questo preciso frammento di spazio e
tempo.
Politi, recente vincitore del Premio Celeste, continua il suo percorso
creativo che, partito dagli studi di filosofia, gli ha permesso di sviluppare
un interesse profondo per la modernità che ha indagato dapprima tramite la
trasformazione di armi, contrapposte ad attrezzi e oggetti utili nel vero senso
della parola in totem, arrivando oggi a una svolta più personale nei suoi
lavori, che mantengono costante l’interesse per gli oggetti, i “tool”
propriamente, ma se ne servono per esprimere contenuti emotivi.
Politi si presenta già come un giovane
artista dal profilo internazionale, ma di cui per fortuna ci si sta accorgendo
anche in Italia, dato che le sue opere nel giro di due anni sono già entrate a
far parte di numerose collezioni, sperando che non si tratti del fugace e
mondano interesse per chi invece sembra promettere un’evoluzione continua.
La
prima prova di Politi
chiara
ciolfi
mostra visitata il 14 gennaio 2011
dal 14 gennaio al 5 marzo 2011
Gianni
Politi – A brief history of pain
a cura di Gianluca Marziani e Maria
Letizia Bixio
Co2 Contemporary Art
Via Piave, 66 (zona Macro) – 00187 Roma
Orario: da lunedì a venerdì ore 11-19; sabato ore 16-19
Ingresso libero
Catalogo Cu.ra
Info: tel. +39 0645471209; fax +39 0645473415; info@co2gallery.com; www.co2gallery.com
[exibart]