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Tino Stefanoni – Metafisica del quotidiano
Stefanoni è un metafisico che vede con gli occhi e con la mente. La pittura è la sua caverna dentro la quale le essenze delle cose, allungano la propria ombra.
Comunicato stampa
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Tino Stefanoni viene dalla scuola di Carlo Carrà e dal Novecento che ha messo d’accordo la solidità delle forme con l’incanto magico delle atmosfere. L’artista nel corso della sua cinquantennale carriera ha sperimentato la volontà e l'ambizione della pittura a diventare traduzione del mondo. Così come è importante sottolineare che la sua pittura è caratterizzata da elementi fortemente concettuali, di riflessione sulla pittura stessa, sulla storia dell’arte e sul ruolo dell’artista come testimone e creatore della realtà. Ha sempre messo d’accordo gli aspetti teorici del dipingere, con la straordinaria manualità, l’accuratezza del segno, la sostanzialità del colore.
I paesaggi, spesso in opere di piccolo formato, che lo hanno reso famoso dagli anni Novanta in avanti, sono il risultato di un percorso cominciato negli anni Sessanta, la cristallizzazione di un’idea di pittura serena, aulica, controllata, essenziale. Nonostante abbia avuto una sintonia con la Pop art negli anni giusti, cioè a cavallo degli anni Sessanta-Settanta, le sue preferenze restano metafisiche, vanno in direzione di una referenzialità esclusivamente pittorica e di un’icasticità figurativa che si è resa ancora più evidente nelle sinopie , in cui gli oggetti si riconoscono solo dai contorni.
Stefanoni è un metafisico che vede con gli occhi e con la mente. La pittura è la sua caverna dentro la quale le essenze delle cose, allungano la propria ombra.
Per questo i suoi lavori sono preziosi, lucidi, possiedono una geometria interiore che li illumina. Gli oltre 20 lavori realizzati in occasione della mostra a Prato, sono una perfetta sintesi degli ultimi 15 anni del suo lavoro, un inno alla pittura come rigore e consapevolezza, una dichiarazione d’intenti sul valore della ricerca in equilibrio con la tradizione.
I paesaggi, spesso in opere di piccolo formato, che lo hanno reso famoso dagli anni Novanta in avanti, sono il risultato di un percorso cominciato negli anni Sessanta, la cristallizzazione di un’idea di pittura serena, aulica, controllata, essenziale. Nonostante abbia avuto una sintonia con la Pop art negli anni giusti, cioè a cavallo degli anni Sessanta-Settanta, le sue preferenze restano metafisiche, vanno in direzione di una referenzialità esclusivamente pittorica e di un’icasticità figurativa che si è resa ancora più evidente nelle sinopie , in cui gli oggetti si riconoscono solo dai contorni.
Stefanoni è un metafisico che vede con gli occhi e con la mente. La pittura è la sua caverna dentro la quale le essenze delle cose, allungano la propria ombra.
Per questo i suoi lavori sono preziosi, lucidi, possiedono una geometria interiore che li illumina. Gli oltre 20 lavori realizzati in occasione della mostra a Prato, sono una perfetta sintesi degli ultimi 15 anni del suo lavoro, un inno alla pittura come rigore e consapevolezza, una dichiarazione d’intenti sul valore della ricerca in equilibrio con la tradizione.
03
dicembre 2009
Tino Stefanoni – Metafisica del quotidiano
Dal 03 dicembre 2009 al 28 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
ARMANDA GORI CASA D’ARTE
Prato, Viale Della Repubblica, 64, (Prato)
Prato, Viale Della Repubblica, 64, (Prato)
Vernissage
3 Dicembre 2009, ore 21
Autore
Curatore