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John Hilliard
La galleria Artra presenta la prima esposizione personale di John Hilliard (Lancaster, 1945. Vive e lavora a Londra) ed il libro dedicato al suo lavoro con Jemima Stheli con testi di Simon Baker, Mark Francis e Giorgio Verzotti, edito da ARTRA e Fine Art Untermehmen Books.
Comunicato stampa
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Dopo la mostra di fotografie a quattro mani con Jemima Stehli, la galleria Artra presenta la prima esposizione personale di JOHN HILLIARD (Lancaster, 1945. Vive e lavora a Londra). La mostra propone una selezione di fotografie appartenenti alla più recente produzione.
Hilliard, esponente dell'arte concettuale inglese, ci consegna nei suoi scatti un'idea di fotografia che narra la sua specificità in quanto mezzo, la sua funzione rappresentativa e il suo rapporto con altri dispositivi visuali come la pittura.
Le fotografie esposte appariranno come una complessità riunita in un'unica inquadratura. Esse sono il risultato di sovrapposizioni, tecnica specifica della fotografia, in cui la macchina fotografica rimane nella medesima posizione per più scatti. L’utilizzo di questa tecnica, che data dall’inizio degli anni Novanta, è stata elaborata dall’artista “affinché all’interno di un unico scenario l’informazione, su piani focali diversi, venga separata e sovrapposta”. Il risultato ottenuto è una nuova possibilità di lettura tra i campi nitidi, come se fossero quest’ultimi esposti uno accanto all’altro.
Simultaneità, equivalente della sovrapposizione fotografica, è diversità temporale di campi. Fissità, intesa come assolutismo, non appartiene alla fotografia di Hilliard. Come lui stesso ci fa sapere “l’intuizione cubista, basata sulla simultaneità delle posizioni spaziali e su momenti temporali alternativi eppure ugualmente possibili di un determinato soggetto (…), trova diffusione in un clima come quello presente, che in modo analogo rifiuta ogni assolutismo”. Ne consegue un fare che impone all’artista di interrogarsi di continuo (“E’ davvero così? O forse è il contrario?”) ed un elemento nuovo nella pratica della rappresentazione fotografica: la variazione. “Il tentativo insistito di fornire una resa definitiva e completa al di là dell’ortodossia del singolo scatto - ci spiega Hilliard - viene trasposto sulla superficie sensibile della stampa finita in un coro discontinuo di affermazioni lievemente fuori registro, volta dopo volta, e poi una volta ancora, again and again and again”. (dal testo di John Hilliard apparso sulla rivista “Temporale”, Edizioni Studio Dabbeni, Lugano, n. 60-61, 2005).
Hilliard, esponente dell'arte concettuale inglese, ci consegna nei suoi scatti un'idea di fotografia che narra la sua specificità in quanto mezzo, la sua funzione rappresentativa e il suo rapporto con altri dispositivi visuali come la pittura.
Le fotografie esposte appariranno come una complessità riunita in un'unica inquadratura. Esse sono il risultato di sovrapposizioni, tecnica specifica della fotografia, in cui la macchina fotografica rimane nella medesima posizione per più scatti. L’utilizzo di questa tecnica, che data dall’inizio degli anni Novanta, è stata elaborata dall’artista “affinché all’interno di un unico scenario l’informazione, su piani focali diversi, venga separata e sovrapposta”. Il risultato ottenuto è una nuova possibilità di lettura tra i campi nitidi, come se fossero quest’ultimi esposti uno accanto all’altro.
Simultaneità, equivalente della sovrapposizione fotografica, è diversità temporale di campi. Fissità, intesa come assolutismo, non appartiene alla fotografia di Hilliard. Come lui stesso ci fa sapere “l’intuizione cubista, basata sulla simultaneità delle posizioni spaziali e su momenti temporali alternativi eppure ugualmente possibili di un determinato soggetto (…), trova diffusione in un clima come quello presente, che in modo analogo rifiuta ogni assolutismo”. Ne consegue un fare che impone all’artista di interrogarsi di continuo (“E’ davvero così? O forse è il contrario?”) ed un elemento nuovo nella pratica della rappresentazione fotografica: la variazione. “Il tentativo insistito di fornire una resa definitiva e completa al di là dell’ortodossia del singolo scatto - ci spiega Hilliard - viene trasposto sulla superficie sensibile della stampa finita in un coro discontinuo di affermazioni lievemente fuori registro, volta dopo volta, e poi una volta ancora, again and again and again”. (dal testo di John Hilliard apparso sulla rivista “Temporale”, Edizioni Studio Dabbeni, Lugano, n. 60-61, 2005).
30
novembre 2009
John Hilliard
Dal 30 novembre 2009 al 14 gennaio 2010
fotografia
Location
GALLERIA ARTRA
Milano, Via Francesco Burlamacchi, 1, (Milano)
Milano, Via Francesco Burlamacchi, 1, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10.30 - 13 e 15 - 19
Vernissage
30 Novembre 2009, ore 18,00
Autore
Curatore