Espone per la prima volta a Como l'artista Stefano Sabà, veneto, autodidatta, amante dell'opera di Castellani da cui ne trae, seppur vagamente, spunto per le sue opere, una sorta di pittosculture create con bulloni, viti, listelli, cavi d'acciaio, tela, tondini d'acciaio e profilati d'alluminio. Le sue opere appaiono di grande ed immediato impatto visivo, facilmente fruibili a tutti. Il lavoro di Sabà rappresenta un modello esemplificabile e riassuntivo di quelle leggi generali che regolano dal profondo l'universo. Se l'arte astratta in senso lato a-strae le forme generali dai corpi individuali, nei quadri di Sabà possiamo avere l'impressione di venire a diretta conoscenza di quelle strutture basilari che sorreggono l'intelaiatura dell'universo.