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Giulio Piazzi – Visi Strappati
Protagonisti sono i volti e le espressioni che dominano i manifesti di personaggi della moda,della pubblicità, alcuni riconoscibili, giunti al termine del loro breve ciclo di vita; esaurita la loro funzione promozionale, sono ormai fatti oggetto di strappi per essere infine coperti definitivamente.
Comunicato stampa
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Le opere fotografiche di Piazzi, tutte di media dimensione, sono sopratutto "storie di visi strappati" che ci guardano, ci osservano, dopo il loro ruolo di manifesto al sole ed alle intemperie.
--
Visi Strappati
di Guido Cagnoni
Nasce dalla curiosità e si sviluppa grazie alla passione, trasformandosi in forma espressiva nuova e originale: è con queste parole che si può tentare di sintetizzare la produzione artistica di Giulio Piazzi, oggi riunita nella rassegna “Visi Strappati”.
Protagonisti sono i volti e le espressioni che campeggiano sui manifesti di personaggi della moda e della pubblicità, alcuni piuttosto riconoscibili, giunti al termine del loro breve ciclo di vita; esaurita la loro funzione promozionale, sono ormai fatti oggetto di strappi, in procinto di essere coperti e sostituiti da altri visi, più nuovi, così come nuovi saranno i beni e i servizi da pubblicizzare a cui saranno collegati.
È a questo punto che scatta l’originalità dell’autore: come un reporter o un investigatore, inizia la sua operazione, che consta di reperimento degli scenari originali, girando per la città, in quelle vie dove più facile è trovare alti muri decorati con mega pannelli; qui, alle volte anche inconsapevolmente e in maniera non programmata, l’osservatore/autore comincia a immaginare tagli e zoom particolari su di essi, così da cogliere elementi non immediatamente visibili, facendo emergere contrasti e diversità che a uno sguardo disattento, come quello di un comune automobilista, non sarebbe possibile comprendere.
L’elemento così inquadrato e individuato sarà infine oggetto di un lavoro di tecnica fotografica, teso a portarne in evidenza le caratteristiche salienti di forma, colore e contrasto, tale da renderlo ancora più singolare e particolare nel suo essere suggestivo.
Gli scatti di Piazzi si situano dunque in quell’ambito che si trova a metà tra la semplice osservazione e l’intervento tecnico e personale dell’autore, tra l’approccio passivo e quello attivo: senza dubbio ritrae la realtà, ma quest’ultima è oggetto di un processo di re-interpretazione di singoli dettagli che, grazie al taglio particolare, assumono nuovi significati: quei volti che fino a pochi giorni prima erano associati a qualcosa di bello e attraente, adesso ci appaiono impoveriti, svuotati di attrattività, indifesi, e forse, proprio grazie agli strappi, assumono connotati di maggiore umanità e familiarità.
Senza intervenire dunque sulle strutture delle immagini in sé, ma piuttosto sul senso che quelle possono assumere per un comune osservatore, viene trovato il compimento del procedimento creativo dell’autore, che spinge così a interrogarci sul reale valore di quanto si svela ai nostri occhi; In tal modo trasforma ciò che fino a poco prima poteva essere percepito come qualcosa di freddo creato appositamente in laboratorio per attrarre le nostre attenzioni, in un elemento nuovo che stuzzichi la nostra curiosità e ci spinga a una maggiore rilassatezza, quella stessa sensazione che l’autore afferma di vivere quando coglie questi volti e li riporta all’attenzione di quegli stessi osservatori che fino a poco prima, li avevano ignorati.
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Visi Strappati
di Guido Cagnoni
Nasce dalla curiosità e si sviluppa grazie alla passione, trasformandosi in forma espressiva nuova e originale: è con queste parole che si può tentare di sintetizzare la produzione artistica di Giulio Piazzi, oggi riunita nella rassegna “Visi Strappati”.
Protagonisti sono i volti e le espressioni che campeggiano sui manifesti di personaggi della moda e della pubblicità, alcuni piuttosto riconoscibili, giunti al termine del loro breve ciclo di vita; esaurita la loro funzione promozionale, sono ormai fatti oggetto di strappi, in procinto di essere coperti e sostituiti da altri visi, più nuovi, così come nuovi saranno i beni e i servizi da pubblicizzare a cui saranno collegati.
È a questo punto che scatta l’originalità dell’autore: come un reporter o un investigatore, inizia la sua operazione, che consta di reperimento degli scenari originali, girando per la città, in quelle vie dove più facile è trovare alti muri decorati con mega pannelli; qui, alle volte anche inconsapevolmente e in maniera non programmata, l’osservatore/autore comincia a immaginare tagli e zoom particolari su di essi, così da cogliere elementi non immediatamente visibili, facendo emergere contrasti e diversità che a uno sguardo disattento, come quello di un comune automobilista, non sarebbe possibile comprendere.
L’elemento così inquadrato e individuato sarà infine oggetto di un lavoro di tecnica fotografica, teso a portarne in evidenza le caratteristiche salienti di forma, colore e contrasto, tale da renderlo ancora più singolare e particolare nel suo essere suggestivo.
Gli scatti di Piazzi si situano dunque in quell’ambito che si trova a metà tra la semplice osservazione e l’intervento tecnico e personale dell’autore, tra l’approccio passivo e quello attivo: senza dubbio ritrae la realtà, ma quest’ultima è oggetto di un processo di re-interpretazione di singoli dettagli che, grazie al taglio particolare, assumono nuovi significati: quei volti che fino a pochi giorni prima erano associati a qualcosa di bello e attraente, adesso ci appaiono impoveriti, svuotati di attrattività, indifesi, e forse, proprio grazie agli strappi, assumono connotati di maggiore umanità e familiarità.
Senza intervenire dunque sulle strutture delle immagini in sé, ma piuttosto sul senso che quelle possono assumere per un comune osservatore, viene trovato il compimento del procedimento creativo dell’autore, che spinge così a interrogarci sul reale valore di quanto si svela ai nostri occhi; In tal modo trasforma ciò che fino a poco prima poteva essere percepito come qualcosa di freddo creato appositamente in laboratorio per attrarre le nostre attenzioni, in un elemento nuovo che stuzzichi la nostra curiosità e ci spinga a una maggiore rilassatezza, quella stessa sensazione che l’autore afferma di vivere quando coglie questi volti e li riporta all’attenzione di quegli stessi osservatori che fino a poco prima, li avevano ignorati.
14
novembre 2009
Giulio Piazzi – Visi Strappati
Dal 14 al 28 novembre 2009
fotografia
Location
GALLERIA DEL CARBONE
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 17.00-20.00; sabato e festivi 17.00-20.00 martedì chiuso
Vernissage
14 Novembre 2009, ore 18.00
Autore
Curatore