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Luciano Pivotto – Inediti
Gli “Inediti“ di Luciano Pivotto (Trivero/Biella ’51). Sarà presente anche Alberto Casiraghy con le preziose edizioni del “Pulcinoelefante” i piccoli libri per chi ama la poesia
Comunicato stampa
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Luciano Pivotto ( Trivero/Biella ’51)
“Inediti”, sono le opere di Luciano Pivotto che non sono ancora mai state esposte. (fino ad ora). Continuano a raccontare quelle storie dedicate al quotidiano, con quella particolare attenzione che l’artista rivolge da anni ai media. Sono opere successive o coeve alle mostre da MARIA CILENA, "HELP" del 2005 e quella più recente "Quotidiano" dal pennino al BIT / dal BIT al pennino (2007). Luciano Pivotto come abbiamo visto nelle precedenti esposizioni, per un continuo aggiornamento del suo lavoro prende “a prestito” le immagini dai giornali e dai media, cogliendo i profili e le trasformazioni degli stili di vita.
Il suo (di)segno è scrittura, la base su cui lavora è cera, qualche volta a strati perché sono strati di cera quelli che adopera per i quadri. Sono opere impegnative, “invitano e obbligano chi guarda a non fermarsi al primo impatto ma ad andare oltre alla ricerca del messaggio”. Per un inganno dei sensi la cera appare come schermo invalicabile che obbliga a guardare a distanza, poi da vicino si scopre che i segni incisi per dare vita alle immagini non sono semplici linee, ma frasi. Il primo impatto è legato all’estetica dell’opera, il successivo più nascosto è quello del messaggio. Come dice Roberto Borghi: “ Il messaggio nelle opere di Luciano Pivotto, non si identifica con il medium, con il linguaggio. Per l’artista il medium è spesso un codice linguistico figurato, che ha come singoli idiomi le bandiere navali o i gesti con cui comunicano i sordomuti. Talvolta il messaggio “mezzo di trasmissione“ dek messaggio è la semplice, consueta scrittura: o, meglio, dei frammenti di scrittura, sottratti da pagine di giornali, riviste, ecc. Il suo messaggio è un invito a non limitarsi al medium, a cercare nelle trame della comunicazione un senso che travalica il meccanismo, il funzionamento del codice e i suoi affascinanti ingranaggi. L’enigma del visibile è nascosto. Ogni tavola “dipinta” è una prosa unita all’altra dalla scrittura, che è l’ossatura poetica.
Esempi come “Pour les enfants” opera eseguita tra il 2008 e il 2009, che riporta in testo i preamboli dei trenta articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, “Fiore" del 2009 che (di)segna il testo: “perché le torture?” (La Repubblica 05.05.2009, pag.16) e “35 mq, giardino” del 2007, dittico (cm.55x137), il cui testo scrive tutte le superfici di vendita, usate per i centri commerciali in Italia, tra le sue opere sono solo una piccola parte ma indicativa dell’immane progetto che Luciano Pivotto sta sviluppando da anni e che lo tiene in frequentazione continua con le parole e in complicità con il “Quotidiano sentire”. Dal suo primo “Help” (1993). Invocazione o grido? Sollecitazione, segnalazione, invito a un “darsi da fare ” per….. (forse anche invito a vedere)?
Pivotto continua nella trascrizione di testi ed immagini.
Nella sua opera ci sono tutti i presupposti per riflettere su i tempi dell’arte, (sia per il contesto storico in cui nasce che per il tempo operativo del fare) e i confini dell’invisibile, che si raggiungono attraverso sguardi di immagini familiari.
“Inediti”, sono le opere di Luciano Pivotto che non sono ancora mai state esposte. (fino ad ora). Continuano a raccontare quelle storie dedicate al quotidiano, con quella particolare attenzione che l’artista rivolge da anni ai media. Sono opere successive o coeve alle mostre da MARIA CILENA, "HELP" del 2005 e quella più recente "Quotidiano" dal pennino al BIT / dal BIT al pennino (2007). Luciano Pivotto come abbiamo visto nelle precedenti esposizioni, per un continuo aggiornamento del suo lavoro prende “a prestito” le immagini dai giornali e dai media, cogliendo i profili e le trasformazioni degli stili di vita.
Il suo (di)segno è scrittura, la base su cui lavora è cera, qualche volta a strati perché sono strati di cera quelli che adopera per i quadri. Sono opere impegnative, “invitano e obbligano chi guarda a non fermarsi al primo impatto ma ad andare oltre alla ricerca del messaggio”. Per un inganno dei sensi la cera appare come schermo invalicabile che obbliga a guardare a distanza, poi da vicino si scopre che i segni incisi per dare vita alle immagini non sono semplici linee, ma frasi. Il primo impatto è legato all’estetica dell’opera, il successivo più nascosto è quello del messaggio. Come dice Roberto Borghi: “ Il messaggio nelle opere di Luciano Pivotto, non si identifica con il medium, con il linguaggio. Per l’artista il medium è spesso un codice linguistico figurato, che ha come singoli idiomi le bandiere navali o i gesti con cui comunicano i sordomuti. Talvolta il messaggio “mezzo di trasmissione“ dek messaggio è la semplice, consueta scrittura: o, meglio, dei frammenti di scrittura, sottratti da pagine di giornali, riviste, ecc. Il suo messaggio è un invito a non limitarsi al medium, a cercare nelle trame della comunicazione un senso che travalica il meccanismo, il funzionamento del codice e i suoi affascinanti ingranaggi. L’enigma del visibile è nascosto. Ogni tavola “dipinta” è una prosa unita all’altra dalla scrittura, che è l’ossatura poetica.
Esempi come “Pour les enfants” opera eseguita tra il 2008 e il 2009, che riporta in testo i preamboli dei trenta articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, “Fiore" del 2009 che (di)segna il testo: “perché le torture?” (La Repubblica 05.05.2009, pag.16) e “35 mq, giardino” del 2007, dittico (cm.55x137), il cui testo scrive tutte le superfici di vendita, usate per i centri commerciali in Italia, tra le sue opere sono solo una piccola parte ma indicativa dell’immane progetto che Luciano Pivotto sta sviluppando da anni e che lo tiene in frequentazione continua con le parole e in complicità con il “Quotidiano sentire”. Dal suo primo “Help” (1993). Invocazione o grido? Sollecitazione, segnalazione, invito a un “darsi da fare ” per….. (forse anche invito a vedere)?
Pivotto continua nella trascrizione di testi ed immagini.
Nella sua opera ci sono tutti i presupposti per riflettere su i tempi dell’arte, (sia per il contesto storico in cui nasce che per il tempo operativo del fare) e i confini dell’invisibile, che si raggiungono attraverso sguardi di immagini familiari.
26
novembre 2009
Luciano Pivotto – Inediti
Dal 26 novembre al 22 dicembre 2009
arte contemporanea
Location
MARIA CILENA ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Via Carlo Farini, 6, (Milano)
Milano, Via Carlo Farini, 6, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì dalle ore 15,30
Vernissage
26 Novembre 2009, Inaugurazione: dalle ore 18,30 alle 21
Autore
Curatore