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Santissimi – Settimo Cielo
Il gruppo SANTISSIMI, capitanati da Sara Renzetti & Antonello Serra, presenta l’opera “Settimo Cielo”, un’installazione che racconta la relazione che intercorre tra l’uomo e l’ambiente, tra mondo interno e mondo esterno, tra l’aria e il suo respiro.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 07 al 22 Novembre, “Dictart Associazione per l’Arte Contemporanea”, organizza al Lazzaretto di Cagliari la manifestazione “Nuovi interpreti e nuovi linguaggi dell’arte contemporanea”: il gruppo SANTISSIMI, capitanati da Sara Renzetti & Antonello Serra, presenta l’opera “Settimo Cielo”, un’installazione che racconta la relazione che intercorre tra l’uomo e l’ambiente, tra mondo interno e mondo esterno, tra l’aria e il suo respiro.
L’opera, finalista alla seconda edizione del Premio Terna 2009, sviluppa il concetto di eco-logia affidando all’atmosfera il senso, proprio degli artisti che l’hanno concepita, dell’“essere al mondo”; rivelandosi attenta a catturare e riciclare l’aria per dar forma ad una nuova estetica ambientale.
L’installazione si compone di una camera chiusa, ambiente iperbarico, dai perimetri trasparenti che proteggono al suo interno la vita umana. Il corpo umano, sdraiato a terra, è il punto focale della composizione: il suo respiro -generato da un meccanismo di ventilazione che filtra l’aria dall’esterno per portare all’interno tutti i movimenti e i meccanismi della respirazione- sarà l’unione e la continuità tra vita interna e realtà esterna.
Si assiste quindi al ritmo polmonare come ad un passaggio, in cui è la dilatazione dei muscoli a creare la stretta relazione tra le parti e a dare vita a quella compenetrazione tra gli elementi, visibile in tutto ciò che esiste.
TESTO DELL’OPERA:
VII CIELO
L’opera “Settimo Cielo” contempla uno stato di grazia in cui l’uomo e l’ambiente si congiungono al respiro di una realtà ancor più grande. Il rapporto tra interno ed esterno, tra la vita e il vivere, tra le stelle e il cielo si afferma indispensabile e congiunto, aperto alle forme cospiranti un mondo fatto di reciproche relazioni.
Sviluppata in un contesto circoscritto in un ambiente sterile e sterilizzato, come può essere una camera iperbarica, l’opera VII Cielo mostra, in fieri, il processo di scambio presente in ogni sfera del reale; chiamando a se gli organi dialettici del divenire, o meglio le forme costanti, continue e durevoli, del mutevole.
Rivela due realtà e due ambienti differenti, uno chiuso e protetto e l’altro infinito e preda degli eventi, entrambi uniti dal corpo, questa volta umano, in cui transita, d’aria, il respiro a cui è data la vita. All’interno della camera iperbarica l’uomo giace a terra, vissuto dalla beatitudine di uno spazio finito e stabile che presto aprirà il varco ai paesaggi dialettici dell’atmosfera.
Dentro e fuori la mia vita.
È all’interno del corpo quindi che si manifestano le ragioni del transito, il campo in cui i poteri cadono abbattuti dalle logiche della relazione, è nel corpo che si accorda il percorso del respiro, che si sostiene il miracolo del pianto alla vita e dove si manifestano le gesta di una realtà finalmente complice ed unitaria.
Dentro e fuori la mia vita.
L’opera, finalista alla seconda edizione del Premio Terna 2009, sviluppa il concetto di eco-logia affidando all’atmosfera il senso, proprio degli artisti che l’hanno concepita, dell’“essere al mondo”; rivelandosi attenta a catturare e riciclare l’aria per dar forma ad una nuova estetica ambientale.
L’installazione si compone di una camera chiusa, ambiente iperbarico, dai perimetri trasparenti che proteggono al suo interno la vita umana. Il corpo umano, sdraiato a terra, è il punto focale della composizione: il suo respiro -generato da un meccanismo di ventilazione che filtra l’aria dall’esterno per portare all’interno tutti i movimenti e i meccanismi della respirazione- sarà l’unione e la continuità tra vita interna e realtà esterna.
Si assiste quindi al ritmo polmonare come ad un passaggio, in cui è la dilatazione dei muscoli a creare la stretta relazione tra le parti e a dare vita a quella compenetrazione tra gli elementi, visibile in tutto ciò che esiste.
TESTO DELL’OPERA:
VII CIELO
L’opera “Settimo Cielo” contempla uno stato di grazia in cui l’uomo e l’ambiente si congiungono al respiro di una realtà ancor più grande. Il rapporto tra interno ed esterno, tra la vita e il vivere, tra le stelle e il cielo si afferma indispensabile e congiunto, aperto alle forme cospiranti un mondo fatto di reciproche relazioni.
Sviluppata in un contesto circoscritto in un ambiente sterile e sterilizzato, come può essere una camera iperbarica, l’opera VII Cielo mostra, in fieri, il processo di scambio presente in ogni sfera del reale; chiamando a se gli organi dialettici del divenire, o meglio le forme costanti, continue e durevoli, del mutevole.
Rivela due realtà e due ambienti differenti, uno chiuso e protetto e l’altro infinito e preda degli eventi, entrambi uniti dal corpo, questa volta umano, in cui transita, d’aria, il respiro a cui è data la vita. All’interno della camera iperbarica l’uomo giace a terra, vissuto dalla beatitudine di uno spazio finito e stabile che presto aprirà il varco ai paesaggi dialettici dell’atmosfera.
Dentro e fuori la mia vita.
È all’interno del corpo quindi che si manifestano le ragioni del transito, il campo in cui i poteri cadono abbattuti dalle logiche della relazione, è nel corpo che si accorda il percorso del respiro, che si sostiene il miracolo del pianto alla vita e dove si manifestano le gesta di una realtà finalmente complice ed unitaria.
Dentro e fuori la mia vita.
07
novembre 2009
Santissimi – Settimo Cielo
Dal 07 al 22 novembre 2009
arte contemporanea
arte etnica
arte etnica
Location
CENTRO COMUNALE D’ARTE E CULTURA LAZZARETTO DI SANT’ELIA
Cagliari, Via Dei Navigatori, (Cagliari)
Cagliari, Via Dei Navigatori, (Cagliari)
Autore