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Italo Griselli – Tra Futurismo e Novecento
Opere dalle collezioni di Palazzo Reale di Pisa
Comunicato stampa
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Nato nel 1880 a Montescudaio, una cittadina delle colline pisane tra Volterra e il mare, Italo Orlando Griselli si dedicò prima da autodidatta agli studi artistici, poi, dal 1903 frequentò la Scuola di Nudo dell’Accademia di Firenze e iniziò la sua feconda attività di ritrattista e la sua altrettanto positiva partecipazione a concorsi per monumenti pubblici a Roma.
Nell’humus vivace dei movimenti artistici toscani fin de siècle che trovano accoglienza e stimolo nelle riviste “Il Marzocco”, “Leonardo” e “La Voce”e del primo Novecento, il Griselli si avvia in un percorso parallelo a quello del coetaneo Libero Andreotti e come lui si muove tra le suggestioni di Bistolfi, di Trentacoste, di Auguste Rodine, di Meunier, aggiornandosi sulla conoscenza di Maillol, Bourdelle e Mestrovic. Nascono così le sue prime opere innovatrici come la serie straordinaria delle Ballerine presentata alla sua prima personale del 1912.
Nel 1913 compie un secondo viaggio in Russia, dove già era stato in occasione del concorso per il monumento allo zar Alessandro II: ottenuta la cattedra di Scultura alla Scuola d’Arte di Sanpietroburgo, vi rimarrà fino al 1921 così da entrare in contatto con le esperienze del cubofuturismo del nuovo stato sovietico.
Tra 1921 e 1923 inoltre si registra il suo lungo soggiorno a Berlino prima del rientro in Italia, avvenuto nel novembre dello stesso anno, a Firenze, dove entrò in contatto col nuovo Ente Attività Toscane proprio allora costituito, poi nell’ambito della rivista “Solaria” nata nel 1925.
In questi anni partecipa alle più importanti esposizioni, comprese le Biennali veneziane, e riscuote gli apprezzamenti dello stesso Carrà; partecipa con Libero Andreotti alla produzione di ceramiche della fabbrica di Doccia della Richard-Ginori diretta da Giò Ponti.
Negli anni Trenta espone alla X Biennale di Venezia( 1932) e realizza importanti opere per lo Stadio dei Marmi del Foro Mussolini, la Stazione di Firenze e la Palazzina Reale del Michelucci (1935), il ritratto della Regina Margherita per il monumento di Bordighera (1936-38).
I venti anni successivi, in cui si registra la sua nomina alla cattedra di Scultura presso l’Accademia di Firenze nel 1941, sono caratterizzati da una prevalente attività di decorazione scultorea ad uso cimiteriale e religioso: la Cappella dei Caduti nella chiesa di sant’Antimo a Piombino (1940), la Cappella Vivanti ad Ancona (1941), il monumentale San Leonardo per Porto Maurizio (1949) e la statua del San Giovanni Battista per il fonte del battistero di Pisa (1950) sua ultima opera.
Muore a Firenze nel 1958.
La gipsoteca di Italo Griselli nel Museo nazionale di Palazzo Reale a Pisa
di Mariagiulia Burresi
A seguito del lascito testamentario della vedova dell’artista e grazie anche a depositi dell’Accademia Pisana dell’ Ussero, con complesse vicende, il Museo nazionale di Palazzo Reale a Pisa dispone oggi di un nucleo di oltre 200 sculture, bozzetti, studi e modelli in gesso, opere in bronzo, ceramica, marmo, di eccezionale rilevanza storico-artistica in quanto documenta con ampiezza l’attività di uno dei maggiori scultori del primo Novecento italiano il cui contributo, e in particolare la sua moderna sensibilità di ritrattista, si sta man mano riscoprendo.
Ciò avviene a seguito del progetto di recupero e valorizzazione della collezione ideato dalla scrivente che ha promosso la campagna di catalogazione sistematica, il restauro e l’esposizione permanente delle sculture e di quella del nucleo di 75 opere pittoriche tra dipinti a olio e disegni pervenuti al Museo insieme alla gipsoteca.
L’ordinamento, per la particolare configurazione della raccolta e la dimensione degli spazi a disposizione, intende richiamare allusivamente l’atélier dell’artista dove non è tanto la sequenza cronologica che è sottesa alla disposizione delle opere, ma la compresenza di fasi e direzioni di ricerca diversificati rilegati piuttosto, anche attraverso i dipinti e alcune carrellate tematiche, dal filo della memoria e delle emozioni: ad alcuni flash iniziali che intendono offrire al visitatore la dimensione della forza espressiva e innovativa del Griselli, calandolo in medias res nell’atélier al termine delle sale della collezione di Antonio Ceci, succede ad esempio la panoramica dei ritratti, una sorta di vetrina di Accademia, che permette di indagare la straordinaria capacità d’individuazione fisionomica e psicologica dello scultore.
Sono consultabili nel G.D.S. del Museo le sue opere di grafica e alcuni dipinti di minori dimensioni.
Italo Griseli: San Pietroburgo – Berlino – Firenze.
di Dario Matteoni
Nel 1905 Italo Griselli, trasferitosi a Firenze per studiare alla Scuola del Nudo presso l’Accademia di Firenze, espone alla Promotrice di Belle Arti. Appartengono a questi anni l’Autoritratto e il Ritratto del fratello Albizzo, opere emblematiche dei primi interessi del giovane artista e riferibili alla frequentazione di Plinio Nomellini.
Alla prima grande mostra personale del 1912 tre piccole sculture, imperniate sul tema della danza, le Ballerine scosciate, suscitano polemiche e scalpore per l’evidente ricerca di modernità e di audacia formale. E’ possibile, come è stato proposto dalla critica recente, avvicinare tali bronzetti, ancora attenti alla lezione di Rodin, alle posizioni assunte dalla rivista “Lacerba” alla cui fondazione partecipa anche Griselli insieme con altri artisti, Soffici, Rosai, Conti e, sul versante della letteratura, Papini e Palazzeschi, che formeranno la compagine futurista fiorentina.
In seguito alla vittoria conseguita al concorso internazionale per il monumento dello zar Alessandro II Griselli si reca nel 1913 in Russia; vi rimarrà fino al 1921, trattenuto dallo scoppio della guerra e dalle vicende della Rivoluzione. Rientrato in Italia nel 1921 viaggerà ancora per due anni tra la Francia e la Germania attratto dalle novità della cultura internazionale: di tale curiosità rimane una serie di raffinati acquerelli conservati nel Fondo Griselli del Museo nazionale di Palazzo Reale di Pisa.
Le opere a noi note confermano come Griselli negli anni russi assuma progressivamente i modi delle avanguardie e, in particolare, maturi una propria particolare adesione agli schemi del futurismo e del cubismo. Espressione compiuta di tale adesione si ritrova nel monumento, distrutto poco dopo la sua realizzazione, dedicato all’eroina della Rivoluzione Sofia Periovskaia e di cui rimangono alcune significative testimonianze fotografiche. Evidenti appaiono i riferimenti a Boccioni: Griselli si dimostra attento alla dimensione psicologica della figura e a un tempo mantiene un riferimento realistico poi sconvolto e alterato dalla sovrapporsi e dall’intersecarsi di piani plastici. La componente realistica permane nell’Autoritratto o nel Ritratto dello scultore T. Zalkans, opere entrambe ascrivibili al 1918: il variare della luce, la semplificazione costruttiva delle forme del viso aspirano a una sintesi delle molteplici espressioni psichiche della persona. Un piccolo Ritratto maschile, riconducibile agli stessi anni e presentato in questa mostra per la prima volta, dimostra una maggiore consapevolezza degli schemi cubisti nell’affievolirsi dell’aspetto realistico a favore di una più decisa scomposizione formale.
In una serie di acquerelli datati tra il 1915 e il 1922 l’artista sembra sondare, a margine dell’esperienza cubo-futurista, possibili suggestioni sorte dall’incontro con altre avanguardie europee. Si tratta di raffinate composizioni di piani e linee sostenute da una delicata gamma cromatica. Non è senza significato che proprio in un acquerello dal titolo Il bacio del 1918 Griselli adotti una composizione di rigoroso astrattismo e vi apponga la scritta “l’uomo moderno”. Emergono le molteplici curiosità di Griselli: dall’indagine sulla figura umana, restituita attraverso le linee di contorno così da dilatarne l’effetto di elasticità, alla ricerca di linee e geometrie che richiamano esperienze di matrice costruttivista o ancora al purismo francese .
Nel 1923 Griselli torna definitivamente a Firenze e si lega a un gruppo di giovani artisti riunito sotto la sigla di Novecento Toscano, nome suggerito da Raffaello Franchi che ne sarà principale animatore e critico. Appartengono a tali anni i tre nudi femminili qui presentati, dove le morbide nudità mostrano una calda sensualità arricchita dell’intensità dei colori. Si conferma la ricerca di una modernità che in un’opera come Nudo femminile con cappello del 1927 sfiora un’eleganza decisamente déco.
05
novembre 2009
Italo Griselli – Tra Futurismo e Novecento
Dal 05 novembre 2009 al 25 aprile 2010
arte contemporanea
Location
MUSEO NAZIONALE DI PALAZZO REALE
Pisa, Lungarno Antonio Pacinotti, 46, (Pisa)
Pisa, Lungarno Antonio Pacinotti, 46, (Pisa)
Orario di apertura
lunedi-venerdi 9,00-15,00 (chiusura biglietteria 14,30)
sabato 9,00-14,00 (chiusura biglietteria 13,30)
chiuso martedi e festivi
Vernissage
5 Novembre 2009, ore 11.30
Autore
Curatore