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Una sconosciuta artista genovese, Adria Sartore, pare aver beffato l’organizzazione della grande mostra genovese dedicata alla pittura russa. Sabato ha dichiarato che uno dei quadri in esposizione altro non è che una sua copia. “Non pensvo di essere così brava ad imitare Vrubel’”, ha dichiarato, “ma basterebbe un’analisi dell’olio per capire che l’opera non risale a 100 anni fa”. Il curatore della mostra Franco Ragazzi nega tutto e si dice disposto a fornire le analisi preventivamente eseguite sul quadro. Reale gaffe dei curatori o operazione pubblicitaria della ambiziosa pittrice trentaduenne Adria Sartore che dichiara anche “spero che ora il mondo si accorga di me” ? (m.t.)
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La situazione per il curatore Ragazzi sembra prendere una brutta piega. Il quadro è stato ritirato, il curatore indagato.
Siccome lo conosco come persona seria e soprattutto onesta, vedo la cosa in una maniera diversa. A me pare che la signorina che vuole la fama, abbia voluto proteggersi da eventuali procedure giudiziarie a suo carico: E’ una copia il Vrubel, uno studio dice lei: come mai allora sul retro della tela, d’epoca (se è un semplice studio, che bisogno c’è di farlo su una tela originale) , c’è un bollino di una galleria londinese che ha chiuso definitivamente nel 1908? Non è che la signorina invece è un’emerita falsaria che lavora per le case d’asta antiquaria ed ha agito a suo favore sporgendo denuncia prima d’essere accusata? Perché non si è rivolta subito e direttamente ai curatori della mostra e invece si è fiondata dall’avvocato?
Inoltre il fatto che Sgarbi dai giornali dica che “bisogna cambiare i soliti personaggi che da anni sono gli unici a potersi occupare di cultura a Genova” mi suggerisce che tutto possa essere stato architettato in modo da favorire nuove nomine, a patto che provengano dalle scuderie della destra (il padre della Sartore è un “consulente d’arte” a detta della figlia…)
Uno, due, tre, ecco Franco Ragazzi si è dimesso.
Complimenti alla signorina “Vrubel”,si è guadagnata gli onori della cronaca! Quanto alla stima della sua “arte”, quello è tutto un altro affare…
La questione mi pare sia piuttosto interessante, e la cronaca di Tableaunoir è quantomai avvincente.
Spero continuiate a tenerci informati.
Anche se devo confessare di non aver ben compreso una cosa: se la signora in questione è una falsaria, a cui prova si porta un bollino precedente il 1908, questa furbacchiona quanti anni ha?
Ciao, Biz.
Lo stesso Ragazzi afferma di aver acquistato l’opera in una galleria privata per £ 500.000… magra valutazione per l’artista-falsaria!
La furbastra ha 32 anni, ex studentessa dell’Accademia di Brera, tira avanti facendo copie d’autore, ma ora vuole fare quadri originali: si è improvvisamente redenta.
Ci sono posti dove si possono trovare tele d’epoca, quella che preferisci: servono ai restauratori in prevalenza, poi Genova è un posto d’antiquarii… Rivendere però un’opera del genere alle case d’asta non è un’operazione tanto pulita.
Per Roberta: la tela non è stata acquistata in galleria ma in una casa d’aste genovese alla quale era stato portato un lotto dal padre della signorina mani di fata, consulente d’arte e non è importante il prezzo: ci sono autori che non avendo un mercato e un giro nelle aste, hanno valutazioni sottostimate, per questo si fanno gli affaroni.
Comunque, Roberta, non sembra strana anche a te la faccenda o sono la solita visionaria?
(qualunque sia la risposta non ti preoccupare che non mi offendo).
La faccenda è sicuramente molto complessa ed intricata ma non credo di avere abbastanza elementi per avvicinarmi ad una conclusione. Forse sono un’ingenua, ma ciò che mi stupisce maggiormente è che un professionista possa rischiare di chiudere definitivamente la sua carriera per avere in mostra un’opera falsa…
Qual’è, invece, la tua opinine in proposito Tableaunoir, credi che sia stato raggirato? Ciao
Non sei ingenua e comunque l’ingenuità non è un difetto.
Credo di sì che Ragazzi sia stato raggirato, per non dire altro, perché di indole sono sospettosa.
Comunque è di oggi la dichiarazione di Rotta (un gallerista noto a Genova) a proposito di un altro falso proveniente dalla cantina della solita famiglia (chissà se un giorno troveranno un Mantegna, un Cambiaso, un Caravaggio, quella cantina sembra l’Ermitage) che, mesi fa, il padre della giovane cercava di vendere come buono e a prova dell’autenticità del pezzo faceva figurare bollini e controbollini di una galleria francese d’inizio novecento. Il gallerista non c’è cascato.
Ragazzi sì, ma della sua buona fede è prova il gesto che ha fatto, le sue dimissioni.
Vorrei sapere se in Italia non è più un reato fare falsi e venderli poi come opere autentiche.
Aggiornatemi, e scusate ancora se vi ho tartassato con le mie cronache genovesi.
Ciao Roberta e grazie d’aver risposto!