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Futurismo – Moda – Design. La ricostruzione futurista dell’universo quotidiano
La mostra indaga il tema dell’impatto del Futurismo nella moda e nelle arti applicate.
Comunicato stampa
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Per la prima volta le tre piu' rilevanti istituzioni di Gorizia - il Comune, la Provincia e la Fondazione Cassa di Risparmio - si sono messe insieme per dar vita ad un progetto culturale organico: tre mostre, incontri, manifestazioni tutte intorno ad un tema -Gorizia, Futurismi di Frontiera-. Dove la frontiera e' da un lato quella geografica, con la vicina Slovenia e piu' in generale con il vicino oriente europeo, ma anche culturale, seguendo la linea di demarcazione segnata dal futurismo tra modi diversissimi di interpretare la realtà.
Ad aprire l'importante sequenza di eventi espositivi sarà, il 27 novembre, l'inaugurazione di -Futurismo. Filippo Tommaso Marinetti, l'avanguardia giuliana e i rapporti internazionali-, ospitata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, nella sua sede di Palazzo Della Torre, via Carducci,2, e di -Gli anni Trenta. Omaggio a Tullio Crali-, allestita al Castello di Gorizia. Le mostre, promosse dal Comune di Gorizia e dalla Fondazione Carigo, e dirette da Marino De Grassi, saranno aperte dal 28 novembre 2009 al 28 febbraio 2010.
La terza esposizione, promossa dalla Provincia di Gorizia, indaga il tema dell'impatto del Futurismo nella moda e nelle arti applicate. Titolo della mostra -Futurismo - Moda - Design. La ricostruzione futurista dell'universo quotidiano-. Ad ospitare la mostra curata da Raffaella Sgubin e Carla Cerutti saranno i Musei Provinciali in Borgo Castello dal 19 dicembre 2009 al primo maggio 2010.
A completare le proposte del progetto Gorizia, Futurismi di Frontiera saranno incontri, laboratori didattici, letture, in un susseguirsi di proposte ed iniziative che contribuiranno a fare di Gorizia la città di riferimento per le celebrazioni futuriste per un territorio ampio, italiano certo ma anche dei Paesi contermini. Cio' che le mostre goriziane evidenziano e' infatti la dimensione internazionale del grande movimento italiano, il suo influsso sull'avanguardia tedesca, la nascita e lo sviluppo dei movimenti d'avanguardia collegati al Futurismo nell'area giuliana e in particolare nel mondo culturale sloveno, nonche' i rapporti (ricchi e quasi inesplorati) con il mondo dell'avanguardia europea.
FUTURISMO - MODA - DESIGN
La ricostruzione futurista dell'universo quotidiano
a cura di Raffaella Sgubin e Carla Cerutti
Se l'abito non fa il monaco, certo fa il Futurista. Ne era ben convinto Giacomo Balla: -si pensa e si agisce come si veste-, scrisse nel suo Manifesto per il vestito antineutrale del 1914. Cosi' giu' picconate ai simboli stessi del decoro maschile: demolita la simmetria delle giacche, ficcati in un dimenticato cassetto i colori nero e marrone d'ordinanza, via libera a panciotti che sono un tripudio di colori a scarpe e sciarpe pluricolorate. La cravatta, aboliti i nodi scorsoi -da impiccato-, diventa oggetto di un apposito Manifesto futurista sulla cravatta italiana. Intanto Thayaht inventa la -tuta-, dall'aggettivo -tutta- cui viene tolta una T, lettera che rappresenta graficamente il semplice taglio bidimensionale di un nuovo capo di vestiario che si vuole alla portata di tutti, confezionabile in casa. Un abito universale in grado di sostituire un intero guardaroba, sia in versione maschile che femminile. Futuristi sono anche gli ombrelli (in mostra tre di rarissimi), le borsette, i cappelli, ma non la biancheria intima perche', costringendo il corpo, dai futuristi era aborrita.
Alla moda e alla -Ricostruzione futurista dell'universo quotidiano-, meglio domestico, i Musei Provinciali di Gorizia dedicano una originalissima esposizione curata da Raffaella Sgubin e Carla Cerutti, che sarà allestita al Museo della Moda e delle Arti Applicate dei Musei Provinciali dal 19 dicembre al primo maggio.
Ad essere esposti saranno un centinaio di pezzi originali, alcuni dei capi in mostra sono concessi da coloro che oggi fanno la moda: Laura Biagiotti Cigna oppure Ottavio e Rosita Missoni, ad esempio, collezionisti di vestiti futuristi. Roberto Capucci, a conclusione della rassegna, e' presente con un'anteprima del suo abito-omaggio al Futurismo.
Ma la mostra, come indica il sottotitolo - che fa riferimento all'ennesimo -Manifesto- quello dedicato a -La ricostruzione futurista dell'universo- firmato nel 1915 da Balla e Depero - non si ferma alla moda. Indaga infatti anche il mondo delle cosiddette arti applicate, oggetti ed arredi della quotidianità. Oggetti tutt'altro che secondari dato che attraverso loro, la rivoluzione modernista proclamata dal movimento puo' avere una diffusione piu' estesa e capillare, entrare a far parte della realtà, del vissuto. -Quegli uomini - scrive Marinetti riferendosi alle esperienze moderniste internazionali - hanno finalmente la gioia di vivere fra pareti di ferro. Hanno mobili d'acciaio, venti volte piu' leggeri e meno costosi dei nostri. Sono finalmente liberati dall'esempio di fragilità e di mollezza debilitante che ci danno il legno e le stoffe coi loro ornamenti agresti-. Non e' un caso, infatti, che vi sia un gran proliferare di Case d'Arte, da nord a sud, negli anni Dieci, Venti e Trenta: da Balla a Prampolini, a Depero, a Giannattasio, Tato, Rizzo, Corona, Dal Monte, Diulgheroff, Andreoni, Pizzo e Azari.
La loro produzione e' vasta, varia e diversificata, per quanto omogenea nello stile: dal mobile al componente d'arredo, agli arazzi, alle stoffe, ai pannelli decorativi, ai tappeti, alle ceramiche, ai metalli, nel tentativo di ridare dignità artistica all'oggetto d'uso. La trasposizione della dinamicità dalle arti figurative a quelle decorative investe sia le forme che le decorazioni, improntate su plastiche combinazioni astratte cinetiche. I risultati variano da tipologia a tipologia, a seconda dei materiali utilizzati e dell'artista stesso. Balla e', infatti, piu' dinamico, Depero apparentemente piu' statico ma comunque vitale grazie al suo colorismo rutilante, Prampolini piu' severo e modernista.
Se la produzione ceramica, sviluppatasi soprattutto ad Albisola, grazie ai fratelli Torido e Tullio Mazzotti, e' sicuramente quella piu' conosciuta e rappresentativa del movimento, con esempi calzantissimi come l'alzata destrutturata di Diulgheroff e Tullio d'Albisola, non sono da meno i mobili, per lo piu' in legno dipinto, dove la decorazione e' solitamente piu' -futurista- della forma, fatta eccezione per qualche esempio di Balla e di Depero (si pensi alle seggioline rosse del Cabaret del Diavolo) e per il sorprendente tavolino -readymade- di Thayaht. Interessante anche il capitolo delle stoffe e degli arazzi, dove la tecnica a tarsia di panno, diffusa da Depero e dalla sua Casa d'Arte in Rovereto, trova applicazioni mirabili in diversi artisti-artigiani, come la veneziana Bice Lazzari, pittrice e decoratrice, abilissima nella tessitura al telaio e nella realizzazione di arazzi e cuscini in panno Lenci tagliato e ricucito.
Ad aprire l'importante sequenza di eventi espositivi sarà, il 27 novembre, l'inaugurazione di -Futurismo. Filippo Tommaso Marinetti, l'avanguardia giuliana e i rapporti internazionali-, ospitata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, nella sua sede di Palazzo Della Torre, via Carducci,2, e di -Gli anni Trenta. Omaggio a Tullio Crali-, allestita al Castello di Gorizia. Le mostre, promosse dal Comune di Gorizia e dalla Fondazione Carigo, e dirette da Marino De Grassi, saranno aperte dal 28 novembre 2009 al 28 febbraio 2010.
La terza esposizione, promossa dalla Provincia di Gorizia, indaga il tema dell'impatto del Futurismo nella moda e nelle arti applicate. Titolo della mostra -Futurismo - Moda - Design. La ricostruzione futurista dell'universo quotidiano-. Ad ospitare la mostra curata da Raffaella Sgubin e Carla Cerutti saranno i Musei Provinciali in Borgo Castello dal 19 dicembre 2009 al primo maggio 2010.
A completare le proposte del progetto Gorizia, Futurismi di Frontiera saranno incontri, laboratori didattici, letture, in un susseguirsi di proposte ed iniziative che contribuiranno a fare di Gorizia la città di riferimento per le celebrazioni futuriste per un territorio ampio, italiano certo ma anche dei Paesi contermini. Cio' che le mostre goriziane evidenziano e' infatti la dimensione internazionale del grande movimento italiano, il suo influsso sull'avanguardia tedesca, la nascita e lo sviluppo dei movimenti d'avanguardia collegati al Futurismo nell'area giuliana e in particolare nel mondo culturale sloveno, nonche' i rapporti (ricchi e quasi inesplorati) con il mondo dell'avanguardia europea.
FUTURISMO - MODA - DESIGN
La ricostruzione futurista dell'universo quotidiano
a cura di Raffaella Sgubin e Carla Cerutti
Se l'abito non fa il monaco, certo fa il Futurista. Ne era ben convinto Giacomo Balla: -si pensa e si agisce come si veste-, scrisse nel suo Manifesto per il vestito antineutrale del 1914. Cosi' giu' picconate ai simboli stessi del decoro maschile: demolita la simmetria delle giacche, ficcati in un dimenticato cassetto i colori nero e marrone d'ordinanza, via libera a panciotti che sono un tripudio di colori a scarpe e sciarpe pluricolorate. La cravatta, aboliti i nodi scorsoi -da impiccato-, diventa oggetto di un apposito Manifesto futurista sulla cravatta italiana. Intanto Thayaht inventa la -tuta-, dall'aggettivo -tutta- cui viene tolta una T, lettera che rappresenta graficamente il semplice taglio bidimensionale di un nuovo capo di vestiario che si vuole alla portata di tutti, confezionabile in casa. Un abito universale in grado di sostituire un intero guardaroba, sia in versione maschile che femminile. Futuristi sono anche gli ombrelli (in mostra tre di rarissimi), le borsette, i cappelli, ma non la biancheria intima perche', costringendo il corpo, dai futuristi era aborrita.
Alla moda e alla -Ricostruzione futurista dell'universo quotidiano-, meglio domestico, i Musei Provinciali di Gorizia dedicano una originalissima esposizione curata da Raffaella Sgubin e Carla Cerutti, che sarà allestita al Museo della Moda e delle Arti Applicate dei Musei Provinciali dal 19 dicembre al primo maggio.
Ad essere esposti saranno un centinaio di pezzi originali, alcuni dei capi in mostra sono concessi da coloro che oggi fanno la moda: Laura Biagiotti Cigna oppure Ottavio e Rosita Missoni, ad esempio, collezionisti di vestiti futuristi. Roberto Capucci, a conclusione della rassegna, e' presente con un'anteprima del suo abito-omaggio al Futurismo.
Ma la mostra, come indica il sottotitolo - che fa riferimento all'ennesimo -Manifesto- quello dedicato a -La ricostruzione futurista dell'universo- firmato nel 1915 da Balla e Depero - non si ferma alla moda. Indaga infatti anche il mondo delle cosiddette arti applicate, oggetti ed arredi della quotidianità. Oggetti tutt'altro che secondari dato che attraverso loro, la rivoluzione modernista proclamata dal movimento puo' avere una diffusione piu' estesa e capillare, entrare a far parte della realtà, del vissuto. -Quegli uomini - scrive Marinetti riferendosi alle esperienze moderniste internazionali - hanno finalmente la gioia di vivere fra pareti di ferro. Hanno mobili d'acciaio, venti volte piu' leggeri e meno costosi dei nostri. Sono finalmente liberati dall'esempio di fragilità e di mollezza debilitante che ci danno il legno e le stoffe coi loro ornamenti agresti-. Non e' un caso, infatti, che vi sia un gran proliferare di Case d'Arte, da nord a sud, negli anni Dieci, Venti e Trenta: da Balla a Prampolini, a Depero, a Giannattasio, Tato, Rizzo, Corona, Dal Monte, Diulgheroff, Andreoni, Pizzo e Azari.
La loro produzione e' vasta, varia e diversificata, per quanto omogenea nello stile: dal mobile al componente d'arredo, agli arazzi, alle stoffe, ai pannelli decorativi, ai tappeti, alle ceramiche, ai metalli, nel tentativo di ridare dignità artistica all'oggetto d'uso. La trasposizione della dinamicità dalle arti figurative a quelle decorative investe sia le forme che le decorazioni, improntate su plastiche combinazioni astratte cinetiche. I risultati variano da tipologia a tipologia, a seconda dei materiali utilizzati e dell'artista stesso. Balla e', infatti, piu' dinamico, Depero apparentemente piu' statico ma comunque vitale grazie al suo colorismo rutilante, Prampolini piu' severo e modernista.
Se la produzione ceramica, sviluppatasi soprattutto ad Albisola, grazie ai fratelli Torido e Tullio Mazzotti, e' sicuramente quella piu' conosciuta e rappresentativa del movimento, con esempi calzantissimi come l'alzata destrutturata di Diulgheroff e Tullio d'Albisola, non sono da meno i mobili, per lo piu' in legno dipinto, dove la decorazione e' solitamente piu' -futurista- della forma, fatta eccezione per qualche esempio di Balla e di Depero (si pensi alle seggioline rosse del Cabaret del Diavolo) e per il sorprendente tavolino -readymade- di Thayaht. Interessante anche il capitolo delle stoffe e degli arazzi, dove la tecnica a tarsia di panno, diffusa da Depero e dalla sua Casa d'Arte in Rovereto, trova applicazioni mirabili in diversi artisti-artigiani, come la veneziana Bice Lazzari, pittrice e decoratrice, abilissima nella tessitura al telaio e nella realizzazione di arazzi e cuscini in panno Lenci tagliato e ricucito.
18
dicembre 2009
Futurismo – Moda – Design. La ricostruzione futurista dell’universo quotidiano
Dal 18 dicembre 2009 al primo maggio 2010
design
arte contemporanea
arti decorative e industriali
arte contemporanea
arti decorative e industriali
Location
MUSEI PROVINCIALI
Gorizia, Località Borgo Castello, (Gorizia)
Gorizia, Località Borgo Castello, (Gorizia)
Biglietti
3,50 intero, 2,50 il ridotto
Presentando alla cassa il biglietto delle altre mostre del progetto "Futurismi di Frontiera" si ha diritto all'ingresso ridotto.
Orario di apertura
ore 9-19 lunedi' chiuso
Vernissage
18 Dicembre 2009, ore 18 per la stampa
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore
Curatore