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La terra vivente. Il paesaggio nelle collezioni veronesi a Palazzo Forti
La Natura, quindi, e il suo paesaggio divengono il filo conduttore di un excursus espositivo che intende indagare quelle espressioni artistiche che, senza prescindere dalle proprie radici locali, hanno saputo rivendicare un rilievo nazionale di più ampio respiro, nel periodo che va da metà Ottocento fino agli anni ’70 del secolo scorso.
Comunicato stampa
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La terra vivente. Il paesaggio nelle collezioni veronesi a Palazzo Forti è il titolo della nuova proposta espositiva della Galleria d’Arte Moderna collegata alla valorizzazione del proprio patrimonio artistico.
Si tratta di un’ampia ed articolata rassegna in cui saranno presentati più di 100 lavori pittorici sul tema del paesaggio, la maggior parte provenienti dalla collezione civica - in molti casi opere inedite - a cui si aggiungono preziosi dipinti di proprietà della Fondazione Cariverona, della Fondazione Pio Semeghini e di altre raccolte veronesi private.
Il percorso è articolato in sezioni storico-tematiche, ad iniziare dalla prima metà dell’800 - con i preannunci del naturalismo espresso con i significativi lavori di Giuseppe Cannella, dei fratelli Palizzi, Induno, e G.Valentini – per proseguire con i dipinti di Mosè Bianchi, Emilio Praga, E.Sorio in cui il paesaggio, da luogo-sfondo delle vicende storiche ed umane, si avvia a diventare soggetto degno “di per sé” di essere rappresentato in pittura.
Le opere di Dall’Oca Bianca, Zoccatelli, Cabianca, Signorini, Michetti, Vittorio Avanzi introducono la sezione in cui la Natura si offre come scenario simbolico, sia per restituire dignità ai temi tratti dalla realtà quotidiana sia per riversare le inquietudini e gli smarrimenti dell’anima.
La sezione della Modernità – qui intesa come il periodo in cui gli artisti si avviano ad esplorare nuovi territori formali e linguistici per una pittura che non può che “raccontare” se stessa: la magia del colore, le tensioni della forma, l’incanto della luce, la ricchezza della materia - è rappresentata da autentici capolavori di artisti quali Casorati, Balla, Baldassare Longoni, de Pisis Gino Rossi e molti altri.
Ma una tappa significativa del percorso è quella riservata all’interessante produzione pittorica veronese, con due sale dedicate ai protagonisti della prima metà del ‘900, da Trentini a Semeghini, da Zamboni a Stringa, da Beraldini a Nardi, e poi ancora Farina, Pigato, Vitturi, Morando.
La mostra si conclude alla fine degli anni ‘60 del secolo scorso, con le visioni di maestri quali Arturo Tosi, Birolli, Morlotti, Morandi, Vedova, Tancredi, Afro, Santomaso, Licini, Schifano, Ceroli nelle quali la natura diventa sempre più espressione della partecipazione dell’artista all’esistenza umana, viva manifestazione delle problematiche e delle pulsioni della cultura moderna.
Nel cuore della mostra, infine, a suggerire e testimoniare anche il senso della ricerca contemporanea, impegnata da tempo nel dialogo con i linguaggi del passato, l’opera del giovane Giovanni Frangi, realizzata per l’occasione. E’ un’installazione che ben si adatta alla misura ambientale del suggestivo spazio storico di Palazzo Forti e, allo stesso tempo - realizzata con grandi immagini di cieli nuvolosi, che risentono di una tradizione figurativa che va da Mantegna a Constable, e colorati elementi a simulare la terra sul pavimento - ricorda la semplicità e la pregnanza proprie dell’arte che si confronta con la Natura, così come è illustrata lungo tutto il percorso espositivo.
Un lavoro prezioso ed emozionante, dunque, di ricognizione e recupero per un’esposizione che funge anche da naturale completamento della grande rassegna Corot e l’arte moderna. Souvenirs et impressions – in corso alla Gran Guardia – permettendo al pubblico di conoscere espressioni storiche del tessuto artistico locale, nonché di confrontarsi con coeve opere di respiro nazionale.
Si tratta di un’ampia ed articolata rassegna in cui saranno presentati più di 100 lavori pittorici sul tema del paesaggio, la maggior parte provenienti dalla collezione civica - in molti casi opere inedite - a cui si aggiungono preziosi dipinti di proprietà della Fondazione Cariverona, della Fondazione Pio Semeghini e di altre raccolte veronesi private.
Il percorso è articolato in sezioni storico-tematiche, ad iniziare dalla prima metà dell’800 - con i preannunci del naturalismo espresso con i significativi lavori di Giuseppe Cannella, dei fratelli Palizzi, Induno, e G.Valentini – per proseguire con i dipinti di Mosè Bianchi, Emilio Praga, E.Sorio in cui il paesaggio, da luogo-sfondo delle vicende storiche ed umane, si avvia a diventare soggetto degno “di per sé” di essere rappresentato in pittura.
Le opere di Dall’Oca Bianca, Zoccatelli, Cabianca, Signorini, Michetti, Vittorio Avanzi introducono la sezione in cui la Natura si offre come scenario simbolico, sia per restituire dignità ai temi tratti dalla realtà quotidiana sia per riversare le inquietudini e gli smarrimenti dell’anima.
La sezione della Modernità – qui intesa come il periodo in cui gli artisti si avviano ad esplorare nuovi territori formali e linguistici per una pittura che non può che “raccontare” se stessa: la magia del colore, le tensioni della forma, l’incanto della luce, la ricchezza della materia - è rappresentata da autentici capolavori di artisti quali Casorati, Balla, Baldassare Longoni, de Pisis Gino Rossi e molti altri.
Ma una tappa significativa del percorso è quella riservata all’interessante produzione pittorica veronese, con due sale dedicate ai protagonisti della prima metà del ‘900, da Trentini a Semeghini, da Zamboni a Stringa, da Beraldini a Nardi, e poi ancora Farina, Pigato, Vitturi, Morando.
La mostra si conclude alla fine degli anni ‘60 del secolo scorso, con le visioni di maestri quali Arturo Tosi, Birolli, Morlotti, Morandi, Vedova, Tancredi, Afro, Santomaso, Licini, Schifano, Ceroli nelle quali la natura diventa sempre più espressione della partecipazione dell’artista all’esistenza umana, viva manifestazione delle problematiche e delle pulsioni della cultura moderna.
Nel cuore della mostra, infine, a suggerire e testimoniare anche il senso della ricerca contemporanea, impegnata da tempo nel dialogo con i linguaggi del passato, l’opera del giovane Giovanni Frangi, realizzata per l’occasione. E’ un’installazione che ben si adatta alla misura ambientale del suggestivo spazio storico di Palazzo Forti e, allo stesso tempo - realizzata con grandi immagini di cieli nuvolosi, che risentono di una tradizione figurativa che va da Mantegna a Constable, e colorati elementi a simulare la terra sul pavimento - ricorda la semplicità e la pregnanza proprie dell’arte che si confronta con la Natura, così come è illustrata lungo tutto il percorso espositivo.
Un lavoro prezioso ed emozionante, dunque, di ricognizione e recupero per un’esposizione che funge anche da naturale completamento della grande rassegna Corot e l’arte moderna. Souvenirs et impressions – in corso alla Gran Guardia – permettendo al pubblico di conoscere espressioni storiche del tessuto artistico locale, nonché di confrontarsi con coeve opere di respiro nazionale.
11
dicembre 2009
La terra vivente. Il paesaggio nelle collezioni veronesi a Palazzo Forti
Dall'undici dicembre 2009 al 03 ottobre 2010
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE MODERNA ACHILLE FORTI
Verona, Cortile Del Mercato Vecchio, (Verona)
Verona, Cortile Del Mercato Vecchio, (Verona)
Biglietti
intero € 6; ridotto € 5
Orario di apertura
Da martedì a venerdì dalle 9.00 alle 19.00 sabato e domenica dalle 10.30 alle 19.00 lunedì chiuso
Vernissage
11 Dicembre 2009, ore 18.30
Autore