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Nino Caffè – La lezione storica di Nino Caffè
Omaggio a Nino Caffè (1909-1975) nel centenario della nascita.Evento che celebra il centenario della nascita dell’artista pesarese; una mostra di dipinti e acquarelli,che raccontano il mondo papale romano con stile e ironia,fantasia e colori.
Comunicato stampa
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E' un evento di singolare importanza la celebrazione del centenario della nascita di NINO CAFFE’(1909-1975) con una mostra a Roma nella sede istituzionale di Palazzo Giustiniani per conto del Senato della Repubblica. L'artista scomparso, conosciuto in Italia e all'estero per i suoi richiestissimi pretini e carabinieri ,è da anni ormai indicato della critica internazionale come una delle figure più significative e vere dell’arte italiana .
La mostra voluta dall’editor Vittorio Viola che ha editato i tre cataloghi generali dell’artista , vede il Prof. Carlo Franza ,illustre Storico dell’Arte di piano internazionale, firmatario del testo che appare nel catalogo dell’esposizione ,dal titolo “La lezione di Nino Caffè. Omaggio a Nino Caffè nel centenario della nascita”; e contiene pure un regesto fortemente storico che apre a un mondo tra istituzionale e privato e un nutrito apparato iconografico di opere tra dipinti e acquerelli ,taluni provenienti da collezioni private e pubbliche,che illustrano il percorso singolare di uno dei più fortunati e mitici artisti dell’arte figurale italiana del novecento.
All’inaugurazione interverranno illustri Personalità dello Stato,intellettuali e figure di peso della cultura italiana e collezionisti italiani e stranieri.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Il singolare e mirato lavoro che da qualche anno l’editor Vittorio Viola compie sull’intero materiale pittorico di quel grande maestro del Novecento, quale è stato Nino Caffè(Alfedena 1909-Pesaro 1975),anche con la pubblicazione di ben tre Cataloghi d’Archivio, che hanno trovato fortuna nell’interesse di innumerevoli collezionisti italiani e stranieri,trova oggi una maggiore accensione,in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita,con una grande mostra istituzionale che si tiene in novembre a Roma nella Biblioteca del Palazzo del Senato della Repubblica. Evento che infiora culturalmente le scelte culturali del Governo Berlusconi e che danno idea chiara di come certa e nobile figurazione italiana,cui Nino Caffè rappresenta uno dei vertici, non sia mai stata retrò ma abbia segnato favorevolmente e registrato coloristicamente quegli svolgimenti del costume,delle idee e della stessa politica italiana,compreso l’apparato papale e monarchico della Roma cattolica.
Non, dunque, Nino Caffè un pittore fumettistico e di maniera, ma un grande artista italiano che ha disegnato la storia delle storie, quella storia che esalta e dà forza alle radici cristiane della nostra terra,in quanto il pittore ha insistito su valori istituzionali ed è stato capace persino di competere con quei grandi affreschi moderni dell’americano Norman Rockwell.“Il pennello di Pesaro”, come lo chiamò Irene Brin giornalista colta e titolare della galleria L’Obelisco di Roma negli anni Cinquanta del Novecento,ha saputo in modo unico tradurre pittoricamente elementi non solo innervati nella storia italiana(vedi i carabinieri in divisa) ma nella storia della capitale italiana, la Roma dei Papi,quella Roma di Bonifacio VIII,Celestino V,Giulio II, Clemente VII, Pio IX, Pio XII,e quella Roma gerarchica fatta di cardinali,vescovi,preti e suore; scoppiettante e giocosa,tragica e caravaggesca,vegliarda e fanciullesca.
L’ostensione scenografica di Roma da parte di Nino Caffè è degna dei migliori paesaggisti europei,quella Roma barocca con le sue basiliche,quella Roma che lascia sempre leggere all’orizzonte il Cupolone,quella Roma con le larghe terrazze ,le piazze con fontane e obelischi ,e preti ,seminaristi,monsignori e suore in ogni angolo di strada.Una Roma cristiana di secoli e secoli che trasuda di religiosità da tutti i muri e monumenti,con tutto quel campionario di storia dottrinale e del costume,di sacro e cattolico,che ha dato motivo al pittore italiano di riprendere con segni veloci ed elegantissimi e colori intrisi di vitalità e malinconia, una grande saga in essa circolante,un racconto a più voci che sale tra canti latino-gregoriani e odori d’incenso, fra liturgie tridentine e tonache svolazzanti. In queste tavole dipinte ad olio c’è il bene e il male,il diavolo l’acquasanta, il breviario di norme varate dal Concilio di Trento con i seminari e il catechismo,di più quella grande storia che realisticamente Nino Caffè ha tradotto e affrontato con fantasia,acume,intelligenza e ironia.
La sua è stata, pittoricamente, la più grande lezione sulle nostre radici,sulle radici dell’Europa cristiana, una lezione per tutti i politici europei e per l’intero establishement che intorno vi ruota; lezione tra il buffo e il serio ancor più valida oggi se un’opera cardinale dal titolo “siamo tutti fratelli”(lectio magistralis che vive nel vangelo) diventa una sorta di tragicomica torre di babele. Colleghi critici illustri e scrittori di chiara fama hanno raccontato l’intera e unica storia a colori del pittore marchigiano,visto che le Marche e Urbino facevano parte dello stato pontificio prima del Regno d’Italia;da Buzzati a Rèpaci, da Alberico Sala a Aldo Palazzeschi.Tutti concordi nel ritenerlo raffinatissimo inventore di un mondo tutto italiano,umano e romantico,psicologico e ironico,sacrale e misterioso, drammatico e sensuale, scenografico e architettonico, fantastico e colorato.Con l’occasione del centenario della nascita,celebrato oggi onorevolmente a Roma dove per tanti anni Nino Caffè visse e lavorò, si rivaluta non solo la figura ma l’intera opera dell’artista italiano che rimane la punta di diamante dell’intera figurazione italiana del dopoguerra”.
Cenni biografici
Nasce ad Alfedena(L’Aquila) nel 1909. Tra il 1925 e il 1930 studia disegno presso scultori e pittori operanti nelle Marche. Nel 1930 si trasferisce a Pesaro con i suoi familiari iniziando dal ’31 l’attività artistica,ed esponendo un grande dipinto alla Mostra d’Arte Sacra di Padova. Dal 1931 è presente alle Sindacali Marchigiane ,alle Intersindacali Nazionali di Roma,Firenze ,Napoli,ecc. Dal 1934 espone alle Biennali Veneziane e alle Quadriennali romane. Nel 1935 si diploma all’Istituto Superiore di Belle Arti di Urbino,insegnando negli anni ’43-‘44Dal ’37 partecipa per invito a rassegne in Italia e all’estero,Berna(1938),Zagabria,Monaco(1939),ecc.,vincendo premi a San Remo,Bergamo e Verona. Alterna il suo lavoro tra Pesaro e Roma dove ha lo studio tra il ’43 e il ’44 e poi dal 1958 al 1963. Dal 1950 attraverso la galleria L’Obelisco le sue opere entrano nelle maggiori collezioni pubbliche e private. Presente anche nei maggiori Musei italiani ed esteri. Firme illustri hanno scritto della sua pittura. Muore a Pesaro nel 1975.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci critici d’arte più importanti d’Europa. Giornalista, critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato e diretto da Vittorio Feltri. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000, di cui è presidente di giuria dal 2001.
La mostra voluta dall’editor Vittorio Viola che ha editato i tre cataloghi generali dell’artista , vede il Prof. Carlo Franza ,illustre Storico dell’Arte di piano internazionale, firmatario del testo che appare nel catalogo dell’esposizione ,dal titolo “La lezione di Nino Caffè. Omaggio a Nino Caffè nel centenario della nascita”; e contiene pure un regesto fortemente storico che apre a un mondo tra istituzionale e privato e un nutrito apparato iconografico di opere tra dipinti e acquerelli ,taluni provenienti da collezioni private e pubbliche,che illustrano il percorso singolare di uno dei più fortunati e mitici artisti dell’arte figurale italiana del novecento.
All’inaugurazione interverranno illustri Personalità dello Stato,intellettuali e figure di peso della cultura italiana e collezionisti italiani e stranieri.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Il singolare e mirato lavoro che da qualche anno l’editor Vittorio Viola compie sull’intero materiale pittorico di quel grande maestro del Novecento, quale è stato Nino Caffè(Alfedena 1909-Pesaro 1975),anche con la pubblicazione di ben tre Cataloghi d’Archivio, che hanno trovato fortuna nell’interesse di innumerevoli collezionisti italiani e stranieri,trova oggi una maggiore accensione,in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita,con una grande mostra istituzionale che si tiene in novembre a Roma nella Biblioteca del Palazzo del Senato della Repubblica. Evento che infiora culturalmente le scelte culturali del Governo Berlusconi e che danno idea chiara di come certa e nobile figurazione italiana,cui Nino Caffè rappresenta uno dei vertici, non sia mai stata retrò ma abbia segnato favorevolmente e registrato coloristicamente quegli svolgimenti del costume,delle idee e della stessa politica italiana,compreso l’apparato papale e monarchico della Roma cattolica.
Non, dunque, Nino Caffè un pittore fumettistico e di maniera, ma un grande artista italiano che ha disegnato la storia delle storie, quella storia che esalta e dà forza alle radici cristiane della nostra terra,in quanto il pittore ha insistito su valori istituzionali ed è stato capace persino di competere con quei grandi affreschi moderni dell’americano Norman Rockwell.“Il pennello di Pesaro”, come lo chiamò Irene Brin giornalista colta e titolare della galleria L’Obelisco di Roma negli anni Cinquanta del Novecento,ha saputo in modo unico tradurre pittoricamente elementi non solo innervati nella storia italiana(vedi i carabinieri in divisa) ma nella storia della capitale italiana, la Roma dei Papi,quella Roma di Bonifacio VIII,Celestino V,Giulio II, Clemente VII, Pio IX, Pio XII,e quella Roma gerarchica fatta di cardinali,vescovi,preti e suore; scoppiettante e giocosa,tragica e caravaggesca,vegliarda e fanciullesca.
L’ostensione scenografica di Roma da parte di Nino Caffè è degna dei migliori paesaggisti europei,quella Roma barocca con le sue basiliche,quella Roma che lascia sempre leggere all’orizzonte il Cupolone,quella Roma con le larghe terrazze ,le piazze con fontane e obelischi ,e preti ,seminaristi,monsignori e suore in ogni angolo di strada.Una Roma cristiana di secoli e secoli che trasuda di religiosità da tutti i muri e monumenti,con tutto quel campionario di storia dottrinale e del costume,di sacro e cattolico,che ha dato motivo al pittore italiano di riprendere con segni veloci ed elegantissimi e colori intrisi di vitalità e malinconia, una grande saga in essa circolante,un racconto a più voci che sale tra canti latino-gregoriani e odori d’incenso, fra liturgie tridentine e tonache svolazzanti. In queste tavole dipinte ad olio c’è il bene e il male,il diavolo l’acquasanta, il breviario di norme varate dal Concilio di Trento con i seminari e il catechismo,di più quella grande storia che realisticamente Nino Caffè ha tradotto e affrontato con fantasia,acume,intelligenza e ironia.
La sua è stata, pittoricamente, la più grande lezione sulle nostre radici,sulle radici dell’Europa cristiana, una lezione per tutti i politici europei e per l’intero establishement che intorno vi ruota; lezione tra il buffo e il serio ancor più valida oggi se un’opera cardinale dal titolo “siamo tutti fratelli”(lectio magistralis che vive nel vangelo) diventa una sorta di tragicomica torre di babele. Colleghi critici illustri e scrittori di chiara fama hanno raccontato l’intera e unica storia a colori del pittore marchigiano,visto che le Marche e Urbino facevano parte dello stato pontificio prima del Regno d’Italia;da Buzzati a Rèpaci, da Alberico Sala a Aldo Palazzeschi.Tutti concordi nel ritenerlo raffinatissimo inventore di un mondo tutto italiano,umano e romantico,psicologico e ironico,sacrale e misterioso, drammatico e sensuale, scenografico e architettonico, fantastico e colorato.Con l’occasione del centenario della nascita,celebrato oggi onorevolmente a Roma dove per tanti anni Nino Caffè visse e lavorò, si rivaluta non solo la figura ma l’intera opera dell’artista italiano che rimane la punta di diamante dell’intera figurazione italiana del dopoguerra”.
Cenni biografici
Nasce ad Alfedena(L’Aquila) nel 1909. Tra il 1925 e il 1930 studia disegno presso scultori e pittori operanti nelle Marche. Nel 1930 si trasferisce a Pesaro con i suoi familiari iniziando dal ’31 l’attività artistica,ed esponendo un grande dipinto alla Mostra d’Arte Sacra di Padova. Dal 1931 è presente alle Sindacali Marchigiane ,alle Intersindacali Nazionali di Roma,Firenze ,Napoli,ecc. Dal 1934 espone alle Biennali Veneziane e alle Quadriennali romane. Nel 1935 si diploma all’Istituto Superiore di Belle Arti di Urbino,insegnando negli anni ’43-‘44Dal ’37 partecipa per invito a rassegne in Italia e all’estero,Berna(1938),Zagabria,Monaco(1939),ecc.,vincendo premi a San Remo,Bergamo e Verona. Alterna il suo lavoro tra Pesaro e Roma dove ha lo studio tra il ’43 e il ’44 e poi dal 1958 al 1963. Dal 1950 attraverso la galleria L’Obelisco le sue opere entrano nelle maggiori collezioni pubbliche e private. Presente anche nei maggiori Musei italiani ed esteri. Firme illustri hanno scritto della sua pittura. Muore a Pesaro nel 1975.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci critici d’arte più importanti d’Europa. Giornalista, critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato e diretto da Vittorio Feltri. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000, di cui è presidente di giuria dal 2001.
09
novembre 2009
Nino Caffè – La lezione storica di Nino Caffè
Dal 09 al 13 novembre 2009
arte contemporanea
Location
SENATO DELLA REPUBBLICA – PALAZZO GIUSTINIANI
Roma, Via Della Dogana Vecchia, 29, (Roma)
Roma, Via Della Dogana Vecchia, 29, (Roma)
Orario di apertura
lunedì ore 14.30-19.00, da martedì a giovedì ore 10.00-19.00, venerdì ore 10.00-14.30
Vernissage
9 Novembre 2009, ore 18.00
Autore
Curatore