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Ferdinando Mandelli 1925-1993 – Un ritorno
Una mostra antologica nella chiesa dell’Angelo, integrata da un’esposizione di disegni e opere su carta all’Istituto Sperimentale Statale “Maffeo Vegio”, offre l’occasione di riscoprire a sedici anni dalla scomparsa Ferdinando Mandelli
Comunicato stampa
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Una mostra antologica nella chiesa dell’Angelo, integrata da un’esposizione di disegni e opere su carta all’Istituto Sperimentale Statale “Maffeo Vegio”, offre l’occasione di riscoprire a sedici anni dalla scomparsa Ferdinando Mandelli, che Lodi ha conosciuto come docente di disegno e storia dell’arte (in cattedra al “Maffeo Vegio” dal 1961 al 1978) e attraverso quattro personali (al Salone dei Notai del Museo civico nel 1962, 1968 e 1974; al centro culturale “Ezio Vanoni” nel 1979). Il “ritorno” di Mandelli, nato nel 1925 a Casirate d’Adda dove ha vissuto con la famiglia, avviene all’Angelo con una selezione di dipinti, incisioni e pirografie curata da Marina Arensi e Beppe Cremaschi, che hanno pure firmato il catalogo della mostra, corredato dalle tavole fotografiche di Alberto Prina ed edito per i tipi della lodigiana Sollicitudo arti grafiche.
La scelta espositiva punta a focalizzare la vicinanza di Mandelli, formatosi a Brera sotto la guida di Achille Funi e Carlo Carrà, al clima carico di fervore creativo della Milano della metà del ‘900: un’atmosfera sapientemente fissata in “Composizione con figure” del 1959, la grande tela proveniente dalla Permanente di Milano, alla quale il pittore ha legato il proprio nome con ben venti partecipazioni alle sue rassegne, e che lo vide vincitore della XXI Biennale nazionale.
L’evoluzione artistica di Mandelli, protagonista di un fitto calendario di personali (il debutto nel 1956 alla prestigiosa “Spotorno” milanese, che lo impose all’attenzione della critica più qualificata) e di mostre collettive, è documentato in una sessantina di opere, in gran parte messe a disposizione della famiglia e da collezionisti privati. Dalla stagione delle nature morte, dei paesaggi, delle figure
e dei nudi femminili interpretati con un rigoroso equilibrio tra forma e colore, ispirato alle più nobili lezioni del ‘900 italiano, mai rievocato con piatto accademismo, Mandelli passa alla ricerca di un linguaggio svincolato dalla rappresentazione oggettiva della realtà. E’ l’epoca delle “Metamorfosi”, dove il segno, che ha già caratterizzato le mirabili incisioni e brillanti episodi compositivi con l’insolita tecnica della pirografia, guida alla ricerca di nuove dimensioni.
Alla mostra dell’Angelo, che porta all’attenzione pure l’intervento realizzato tra il 1980 e il 1990 nella chiesa della Sacra Famiglia alla Motta Vigana di Massalengo (sue le vetrate policrome e i graffiti), si affianca una raccolta di opere grafiche e studi preparatori esposti al “Maffeo Vegio”: una mostra complementare di quello che vuol essere il meritato omaggio a un artista di solida impostazione e di forte carica creativa, fortemente incoraggiato dalla famiglia e sponsorizzato dal Comune di Lodi, con il contributo del Comune di Casirate d’Adda, dell’Istituto sperimentale statale “Maffeo Vegio” e dall’associazione “Amici del Maffeo”.
La scelta espositiva punta a focalizzare la vicinanza di Mandelli, formatosi a Brera sotto la guida di Achille Funi e Carlo Carrà, al clima carico di fervore creativo della Milano della metà del ‘900: un’atmosfera sapientemente fissata in “Composizione con figure” del 1959, la grande tela proveniente dalla Permanente di Milano, alla quale il pittore ha legato il proprio nome con ben venti partecipazioni alle sue rassegne, e che lo vide vincitore della XXI Biennale nazionale.
L’evoluzione artistica di Mandelli, protagonista di un fitto calendario di personali (il debutto nel 1956 alla prestigiosa “Spotorno” milanese, che lo impose all’attenzione della critica più qualificata) e di mostre collettive, è documentato in una sessantina di opere, in gran parte messe a disposizione della famiglia e da collezionisti privati. Dalla stagione delle nature morte, dei paesaggi, delle figure
e dei nudi femminili interpretati con un rigoroso equilibrio tra forma e colore, ispirato alle più nobili lezioni del ‘900 italiano, mai rievocato con piatto accademismo, Mandelli passa alla ricerca di un linguaggio svincolato dalla rappresentazione oggettiva della realtà. E’ l’epoca delle “Metamorfosi”, dove il segno, che ha già caratterizzato le mirabili incisioni e brillanti episodi compositivi con l’insolita tecnica della pirografia, guida alla ricerca di nuove dimensioni.
Alla mostra dell’Angelo, che porta all’attenzione pure l’intervento realizzato tra il 1980 e il 1990 nella chiesa della Sacra Famiglia alla Motta Vigana di Massalengo (sue le vetrate policrome e i graffiti), si affianca una raccolta di opere grafiche e studi preparatori esposti al “Maffeo Vegio”: una mostra complementare di quello che vuol essere il meritato omaggio a un artista di solida impostazione e di forte carica creativa, fortemente incoraggiato dalla famiglia e sponsorizzato dal Comune di Lodi, con il contributo del Comune di Casirate d’Adda, dell’Istituto sperimentale statale “Maffeo Vegio” e dall’associazione “Amici del Maffeo”.
31
ottobre 2009
Ferdinando Mandelli 1925-1993 – Un ritorno
Dal 31 ottobre al 29 novembre 2009
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
CHIESA DELL’ANGELO
Lodi, Via Tito Fanfulla, 22, (Lodi)
Lodi, Via Tito Fanfulla, 22, (Lodi)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 16-19 sabato e domenica 10-12,30 · 16-19 (lunedì chiuso)
Vernissage
31 Ottobre 2009, ore 17,30
Autore
Curatore