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Andrea Chisesi – Modelli unici per sognare più liberamente
All’asta due opere dell’artista milanese
Comunicato stampa
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Andrea Chisesi è un fotografato prestato alla pittura e viceversa. Andrea è un artista. Un Artista con la A maiuscola. Come maiuscoli sono i suoi esperimenti per stravolgere in maniera emozionale uno scatto estemporaneo. Che poi tanto esperimenti non sono. Sono la trasformazione di un pensiero, di un’emozione, di un bagliore interno che cerca sfogo sulla carta. Dal pennello di Chisesi scaturiscono non segni e colori ma parole celate sotto simboli. Una grafia a tratti scombussolata che lascia libera l’interpretazione dello sguardo.
Davanti all’arte di Andrea Chisesi si resta come rapiti da una forza magnetica e travolgente. Una forza che assorbe, che induce e conduce alla riflessione.
Dal silenzio all’osservazione. Dallo studio delle forme ai suoi opposti. Dalla dicotomia delle tecniche utilizzate all’immobilismo di uno scatto fotografico. Andrea dona movimento alle sue opere che interpretano per essere a loro volta interpretate. Come una balbuzie che viene corretta con morbidi segni di colore dalla congiunzione espressiva dell’arte pittorica.
Tutto in Chisesi riporta allo stato di sublimazione del pensiero, dell’emozione, della passione.
Le opere messe all’asta il 5 novembre presso la Galleria Rosenberg a Milano sono chiari esempi di quanto Andrea Chisesi abbia da offrire al proprio pubblico. Il soldato asino e Inside: due scatti fotografici che ritraggono figure maschili rimodellate e reinterpretate.
Andrea Chisesi ci offre un biglietto per la felicità emozionale. Ci consente di creare e assaporare modelli unici per consentirci di sognare più liberamente.
ANDREA CHISESI BIOGRAFIA
Nato a Roma nel 1972, dopo aver frequentato il Liceo Artistico Hayech e la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, città in cui vive dall’età di tre anni, Andrea Chisesi intraprende la professione di fotografo, dapprima al fianco di Cigognetti, Salpetre, Venturini e Guccione nel settore still-life e moda, poi individualmente, fondando nel 2001 lo Studio Andrea Chisesi Fashion Photographer e specializzandosi nel ritratto, attrazione fatale che lo porta nel tempo a fotografare grandi personalità dello spettacolo e della cultura internazionale, tra cui Harvey Keitel, Ken Follet, Ibrahim Kodra, James Ellroy, Vinicio Capossela, Vincent Schiavelli, Rutger Hauer, Remo Girone, Steven Tyler, Ornella Muti, Folco Orselli.
Parallelamente all'arte fotografica, e grazie all’assidua frequenza del maestro Beppe Madaudo e del suo atelier, figura che diventerà e rimane tuttora un modello e un “fratello” per Chisesi, rapporto maturato nelle lunghe ore trascorse nello studio ad osservare il maestro, egli alimenta con perseveranza e silenziosa convinzione una consuetudine che lo accompagna da sempre: la pittura.
Andrea Chisesi inizia a dipingere all’età di otto anni, quando riceve in regalo dal padre una macchina fotografica con l'obbiettivo storto a causa di una caduta.
Nonostante l'imperfezione scatta centinaia di fotografie, tutte con metà dell'immagine sfuocata.
E' proprio quella metà oscura che lo affascina, lasciando assoluta libertà alla sua immaginazione.
Egli disegna e reinterpreta i contorni delle figure che l'obbiettivo zoppo non è riuscito a impressionare sulla pellicola.
Pittura e Fotografia: questa la dialettica alla base dell’arte di Andrea Chisesi.
Due modalità espressive assai diverse che nella sua opera talvolta diventano conciliabili e complementari.
Esse vengono messe a confronto, sperimentate, l’immagine reale fusa con quella immaginaria, con processi dalla struttura variabile: un’ opera interamente pittorica viene fotografata, elaborata digitalmente, stampata su tela e nuovamente dipinta, oppure una fotografia viene elaborata, stampata su tela e su questa poi l’artista dipinge.
Questo processo di contaminazione gli permette una feroce sperimentazione e la reinterpretazione in chiave cromatica e lineare degli stessi soggetti.
Imperfezione: questa l’altra cifra stilistica della ricerca di Andrea Chisesi.
Se la tendenza attuale è quella di considerare l’imperfezione come un difetto da correggere, l’artista se ne fa invece sostenitore, restituendo all’imperfezione la sua dignità e il suo ruolo fondamentale di carattere distintivo tra una cosa e un’altra, tra una persona e un’altra.
E allora nelle sue opere le “sporcature”, qualora presenti, sono esasperate, talvolta fino al punto della deformazione vera e propria , al fine di rappresentare non qualcosa di esteticamente piacevole, ma la natura multiforme dell’anima, esaltandone a seconda dell’intenzione il bello o il brutto, il buono o il cattivo, la purezza o la corruzione.
Ne sono un esempio i personaggi con più volti/maschere o con più arti, con bocche fameliche o squarci nel corpo, con espressioni esasperate di dolore o di serenità, con corpi scomposti e articolazioni al rovescio.
Nonostante ciò, le opere di Andrea Chisesi non fanno orrore, anzi, le tele restituiscono un senso generale di calma e di intimità, sono popolate da personaggi dai connotati a volte contorti e disperati, ma incastonati in dimensioni sospese caratterizzate da una cromia esuberante e materica, che li rende quasi staccati da questa terra, come divinità a riposo.
Protagonista assoluta la figura umana, declinata in una serie di temi ricorrenti: gli ABBRACCI, i VORTICI, le DONNE, gli AUTORITRATTI, la MORTE.
Le tecniche usate sono l'olio su tela e su tavola, il gesso di Bologna, la pietra pomice, la foglia oro e bronzo, inserti di tessuto, matita, carboncino, penna e la fusione tra fotografia e pittura.
L’artista dice della sua opera: “la mia arte è fatta di lunghi silenzi, tempo trascorso ad osservare le immagini e duraturo almeno quanto quello necessario a realizzarle. E’ un momento intimo, che deve consumarsi in un luogo intimo”.
L’arte per Andrea Chisesi è la necessaria, l’intima espressione di una sensibilità assai ricettiva, la vitale amata àncora che gli permette di non smarrirsi e nella quale riversa con impeto le forme di un'anima inquieta e appassionata.
Davanti all’arte di Andrea Chisesi si resta come rapiti da una forza magnetica e travolgente. Una forza che assorbe, che induce e conduce alla riflessione.
Dal silenzio all’osservazione. Dallo studio delle forme ai suoi opposti. Dalla dicotomia delle tecniche utilizzate all’immobilismo di uno scatto fotografico. Andrea dona movimento alle sue opere che interpretano per essere a loro volta interpretate. Come una balbuzie che viene corretta con morbidi segni di colore dalla congiunzione espressiva dell’arte pittorica.
Tutto in Chisesi riporta allo stato di sublimazione del pensiero, dell’emozione, della passione.
Le opere messe all’asta il 5 novembre presso la Galleria Rosenberg a Milano sono chiari esempi di quanto Andrea Chisesi abbia da offrire al proprio pubblico. Il soldato asino e Inside: due scatti fotografici che ritraggono figure maschili rimodellate e reinterpretate.
Andrea Chisesi ci offre un biglietto per la felicità emozionale. Ci consente di creare e assaporare modelli unici per consentirci di sognare più liberamente.
ANDREA CHISESI BIOGRAFIA
Nato a Roma nel 1972, dopo aver frequentato il Liceo Artistico Hayech e la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, città in cui vive dall’età di tre anni, Andrea Chisesi intraprende la professione di fotografo, dapprima al fianco di Cigognetti, Salpetre, Venturini e Guccione nel settore still-life e moda, poi individualmente, fondando nel 2001 lo Studio Andrea Chisesi Fashion Photographer e specializzandosi nel ritratto, attrazione fatale che lo porta nel tempo a fotografare grandi personalità dello spettacolo e della cultura internazionale, tra cui Harvey Keitel, Ken Follet, Ibrahim Kodra, James Ellroy, Vinicio Capossela, Vincent Schiavelli, Rutger Hauer, Remo Girone, Steven Tyler, Ornella Muti, Folco Orselli.
Parallelamente all'arte fotografica, e grazie all’assidua frequenza del maestro Beppe Madaudo e del suo atelier, figura che diventerà e rimane tuttora un modello e un “fratello” per Chisesi, rapporto maturato nelle lunghe ore trascorse nello studio ad osservare il maestro, egli alimenta con perseveranza e silenziosa convinzione una consuetudine che lo accompagna da sempre: la pittura.
Andrea Chisesi inizia a dipingere all’età di otto anni, quando riceve in regalo dal padre una macchina fotografica con l'obbiettivo storto a causa di una caduta.
Nonostante l'imperfezione scatta centinaia di fotografie, tutte con metà dell'immagine sfuocata.
E' proprio quella metà oscura che lo affascina, lasciando assoluta libertà alla sua immaginazione.
Egli disegna e reinterpreta i contorni delle figure che l'obbiettivo zoppo non è riuscito a impressionare sulla pellicola.
Pittura e Fotografia: questa la dialettica alla base dell’arte di Andrea Chisesi.
Due modalità espressive assai diverse che nella sua opera talvolta diventano conciliabili e complementari.
Esse vengono messe a confronto, sperimentate, l’immagine reale fusa con quella immaginaria, con processi dalla struttura variabile: un’ opera interamente pittorica viene fotografata, elaborata digitalmente, stampata su tela e nuovamente dipinta, oppure una fotografia viene elaborata, stampata su tela e su questa poi l’artista dipinge.
Questo processo di contaminazione gli permette una feroce sperimentazione e la reinterpretazione in chiave cromatica e lineare degli stessi soggetti.
Imperfezione: questa l’altra cifra stilistica della ricerca di Andrea Chisesi.
Se la tendenza attuale è quella di considerare l’imperfezione come un difetto da correggere, l’artista se ne fa invece sostenitore, restituendo all’imperfezione la sua dignità e il suo ruolo fondamentale di carattere distintivo tra una cosa e un’altra, tra una persona e un’altra.
E allora nelle sue opere le “sporcature”, qualora presenti, sono esasperate, talvolta fino al punto della deformazione vera e propria , al fine di rappresentare non qualcosa di esteticamente piacevole, ma la natura multiforme dell’anima, esaltandone a seconda dell’intenzione il bello o il brutto, il buono o il cattivo, la purezza o la corruzione.
Ne sono un esempio i personaggi con più volti/maschere o con più arti, con bocche fameliche o squarci nel corpo, con espressioni esasperate di dolore o di serenità, con corpi scomposti e articolazioni al rovescio.
Nonostante ciò, le opere di Andrea Chisesi non fanno orrore, anzi, le tele restituiscono un senso generale di calma e di intimità, sono popolate da personaggi dai connotati a volte contorti e disperati, ma incastonati in dimensioni sospese caratterizzate da una cromia esuberante e materica, che li rende quasi staccati da questa terra, come divinità a riposo.
Protagonista assoluta la figura umana, declinata in una serie di temi ricorrenti: gli ABBRACCI, i VORTICI, le DONNE, gli AUTORITRATTI, la MORTE.
Le tecniche usate sono l'olio su tela e su tavola, il gesso di Bologna, la pietra pomice, la foglia oro e bronzo, inserti di tessuto, matita, carboncino, penna e la fusione tra fotografia e pittura.
L’artista dice della sua opera: “la mia arte è fatta di lunghi silenzi, tempo trascorso ad osservare le immagini e duraturo almeno quanto quello necessario a realizzarle. E’ un momento intimo, che deve consumarsi in un luogo intimo”.
L’arte per Andrea Chisesi è la necessaria, l’intima espressione di una sensibilità assai ricettiva, la vitale amata àncora che gli permette di non smarrirsi e nella quale riversa con impeto le forme di un'anima inquieta e appassionata.
05
novembre 2009
Andrea Chisesi – Modelli unici per sognare più liberamente
05 novembre 2009
asta
Location
CASA D’ASTE ROSENBERG
Milano, Via Ugo Bassi, 30, (Milano)
Milano, Via Ugo Bassi, 30, (Milano)
Vernissage
5 Novembre 2009, ore 21
Ufficio stampa
IL QUADRIFOGLIO COMUNICAZIONE
Autore