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scritta a mano in pennarello blu, al di sotto di due riccioli dorati appesi a
parete. “Uno è più carino dell’altro
benché l’altro sia più intelligente; il più pesante ha relativamente più curve
mentre l’altro possiede un maggior numero di foglie argento-dorate; quello con
maggior sense of humour è più stupido su base giornaliera; mentre quello con
una cattiva coscienza è lo stesso che vuole rimanere attaccato all’altro per
sempre e l’altro quasi probabilmente accetterà questo fatto”.
colloquiale, decorazioni lignee – in qualità di parti di altri parti –
raccontano le storie sul bello da parte di Nedko
Solakov (Tcherven Briag, 1957; vive a Sofia). Affabile e salmodiale,
l’artista bulgaro utilizza gli spazi bresciani per impressionare. Le sue brevi
favole sono messaggi e insegnamenti, ex voto formali che lavorano sull’essenza
evitando di peccare per eccesso e densità. Piccole parabole, infatti,
campeggiano scritte sul muro, recitando frasi in corsivo chiare come ricordi,
esempi sintetici di vite vissute. I lavori esposti sono pochi e ben
distribuiti. Il tema scelto, il vero filo conduttore del percorso è la
bellezza, Beauty, come recita il
titolo della personale.
I cantagloria allusivi, posti a
parete, neanche fossero un’antica galleria di ritratti, sono composti da dorati
riccioli decorativi e curiosi residui metonimici. Parti di sostegni e
abbellimenti usati da Solakov come pretesti oggettuali, passaggi per aderire al
registro descrittivo dell’invenzione. La doratura di alcuni elementi decorativi
lignei funge da elemento in sovrappiù attributore di bellezza, motore
fantasioso di ossessioni e gelosie.
A testimoniare lo scenario di
questo palcoscenico immaginato restano le parole tracciate sull’intonaco con il
pennarello blu. Frasi rigorosamente in inglese ed errori sintattici contornano
gli elementi pseudobarocchi estratti da Solakov per inventare a loro volta
cornici, contorni che mettono in dialogo riccioli e volute di vecchi mobili come
fossero volti di attori. Ma la vera première
beauté della mostra è un enorme cono peloso posto a terra (A Beauty 4). Un solido bianco e
morbidissimo all’interno del quale è possibile guardare all’interno, nella sua
pancia scura, solamente abbassandosi fino a rimanere in ginocchio.
Un altro insegnamento di Solakov
che poco oltre, su un angolo, scrive: “C’erano
una volta due belle scene pastorali (stese) su due pannelli verticali, ma un
giorno furono ricoperte d’oro, che è ugualmente bello benché li faccia sembrare
più freddi e distanti. I due ricchi ornamenti volanti sono stati fuori dai loro
contesti per molti anni e adesso, appesi qui, sembrano essere anche molto più
alieni al loro contesto. Loro non hanno scelta, benché ‘sorvolare’ i due
mediocri pannelli appena dorati sia l’unico lavoro che siano riusciti a trovare
(in 16 mesi). Tutti assieme hanno un raggio di speranza, dato che questo testo
potrebbe unificarli in un solo angolo sensibile, pezzo la cui sola intenzione è
quella di sembrare bello e di essere venduto perché denso di significato”.
Solakov
alla Galleria Borghese
ginevra bria
mostra visitata
il 12 febbraio 2011
dal 12
febbraio al 26 marzo 2011
Nedko Solakov – Beauty
Galleria Massimo Minini
Via Apollonio, 68 – 25128 Brescia
Orario: da lunedì a venerdì ore 10.30-19.30; sabato 15.30-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 030383034; fax +39 030392446; info@galleriaminini.it
; www.galleriaminini.it
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