Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Carlos Motta – La pesca milagrosa
Carlos, dopo il suo iniziale percorso di “evocazione viscerale dei sensi”, si dedica ad approfondire la “Pesca Milagrosa”, nome con cui i guerriglieri colombiani definiscono i rapimenti selettivi messi in atto con posti di blocco autostradali, grazie anche ad un supporto informatico che svela la capacità finanziaria della vittima.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Carlos Motta (Bogotà, Colombia, 1978, vive e lavora a New York), appartiene a un gruppo di artisti che al di là della loro provenienza geografica si incontrano sulla scena internazionale. Nati tutti negli anni Settanta, hanno maturato la loro personale ricerca intorno agli anni novanta, presenti da allora ad eventi internazionali, vincendo importanti premi, residenze, mostre in gallerie private e musei e partecipano a Biennali internazionali.
Carlos, dopo il suo iniziale percorso di “evocazione viscerale dei sensi”, si dedica ad approfondire la “Pesca Milagrosa”, nome con cui i guerriglieri colombiani definiscono i rapimenti selettivi messi in atto con posti di blocco autostradali, grazie anche ad un supporto informatico che svela la capacità finanziaria della vittima.
Centinaia di foto sfocate di volti innocenti, vittime di sparizioni forzate in questo gioco di "roulette disumane", si presentano come l’ assurda e feroce testimonianza di tutto ciò.
Che cosa significa questo raggruppamento apparentemente casuale di persone, che cosa hanno in comune?.
la Colombia è colpita da violenti conflitti che coinvolgono gruppi di ribelli armati gestiti dai i cartelli della droga. Il gruppo più conosciuto e violento, le FARC (Forze armate rivoluzionarie della Colombia), sin dalla sua nascita nella metà degli anni '60 non ha mai interrotto la sua agenda ribelle di traffico di droga e sequestro di
persone, da allora centinaia di migliaia di cittadini colombiani sono ancora tenuti in ostaggio, ricordiamo da poco la liberazione di Ingrid Betancourt, dopo cinque anni di prigionia. Questa terribile situazione è stata definita dalle Nazioni Unite come una delle peggiori crisi umanitarie.
Come dice l’Artista Jota Castro, “gli artisti hanno un obbligo, devono interpretare le informazioni, e sta forse in ciò, effettivamente, l’ultimo modo di essere radicale, essere contestatore. Semplicemente perché il potere merita un’interpretazione da parte degli artisti nella misura in cui essi non sono rappresentativi”. A Carlos Motta interessa porsi domande su questioni come il lutto e il dolore collettivo, l’intenzionalità politica, la responsabilità morale, l’impossibilità di rettificare il politico-sociale e la rappresentazione della violenza attraverso immagini poetiche che si allontanano da ogni riferimento esplicito.
Accompagna la mostra il video "Lettera a mio padre” (in piedi accanto alla recinzione delle ex Torri Gemelle), Motta utilizza il recinto che delimita Ground Zero e in quel luogo chiede a un numero di individui di rilasciare una registrazione vocale e parlare di "ciò che hanno visto". La narrazione presenta la conseguente "testimonianza" giustapposta ad un testo articolato (in prima persona) da un narratore che pone domande circa i pericoli di storicizzare il presente, il significato di un monumento in un luogo di grandi proiezioni economiche, l'anacronismo di un turismo di spettacolo e del sentire nazionalistico rispetto ad una identità "straniera", domande scaturite dalla sua esperienza personale di immigrato negli Stati Uniti.
Orari: dal martedì al venerdì ore 16.00 - 20.00 e su appuntamento
Fino al 5 gennaio 2010.
Carlos Motta (Bogotà, Colombia, 1978, vive a lavora a New York) è un artista che lavora soprattutto tramite la fotografia e le video installazioni, usando strategie di indagine documentaria e sociologica per analizzare eventi politici, nello sforzo di osservare i loro effetti e suggerire modi alternativi di scriverli e leggerli. Il suo lavoro è stato esposto in mostre personali: Institute of Contemporary Art (ICA), Philadelphia, PA, USA; Lower Manhattan Cultural Council, New York, NY, USA; rum46, Aarhus, Denmark; Real Art Ways, Hartford, CT, USA; Kevin Bruk Gallery, Miami, FL, USA; Winkleman Gallery, New York, NY, USA; e Alliance Française, Bogotá, Colombia.
Tra le mostre collettive: CCS Bard Hessel Museum of Art, New York, USA; Palazzo Papesse, Siena, Italia; Foam_Fotografie Museum, Amsterdam, Olanda; TEOR/éTica, San José, Costa Rica; Sara Meltzer Gallery, NY, USA; VideoBrasil, Sao Paolo, Brasile; Prometeo Associazione per l'Arte Contemporanea, Lucca, Italia; Artists Space, NY, USA; Museum of Modern Art, Bogota, Colombia; SF Camerawork, San Francisco, USA; e Fries Museum, Groningen, Olanda. I suoi video inoltre sono stati proiettati: International Short Film Festival Oberhausen, Oberhausen, Germania (2007); Festival des Cinémas Différents de Paris, Centre Culturel La Clef, Parigi, Francia (2006); 4ème Festival International du Cinéma Iranien en Exil, (Screening), Parigi, Francia (2006); e VideoBrasil, Sao Paolo, Brasile (2005).
Carlos, dopo il suo iniziale percorso di “evocazione viscerale dei sensi”, si dedica ad approfondire la “Pesca Milagrosa”, nome con cui i guerriglieri colombiani definiscono i rapimenti selettivi messi in atto con posti di blocco autostradali, grazie anche ad un supporto informatico che svela la capacità finanziaria della vittima.
Centinaia di foto sfocate di volti innocenti, vittime di sparizioni forzate in questo gioco di "roulette disumane", si presentano come l’ assurda e feroce testimonianza di tutto ciò.
Che cosa significa questo raggruppamento apparentemente casuale di persone, che cosa hanno in comune?.
la Colombia è colpita da violenti conflitti che coinvolgono gruppi di ribelli armati gestiti dai i cartelli della droga. Il gruppo più conosciuto e violento, le FARC (Forze armate rivoluzionarie della Colombia), sin dalla sua nascita nella metà degli anni '60 non ha mai interrotto la sua agenda ribelle di traffico di droga e sequestro di
persone, da allora centinaia di migliaia di cittadini colombiani sono ancora tenuti in ostaggio, ricordiamo da poco la liberazione di Ingrid Betancourt, dopo cinque anni di prigionia. Questa terribile situazione è stata definita dalle Nazioni Unite come una delle peggiori crisi umanitarie.
Come dice l’Artista Jota Castro, “gli artisti hanno un obbligo, devono interpretare le informazioni, e sta forse in ciò, effettivamente, l’ultimo modo di essere radicale, essere contestatore. Semplicemente perché il potere merita un’interpretazione da parte degli artisti nella misura in cui essi non sono rappresentativi”. A Carlos Motta interessa porsi domande su questioni come il lutto e il dolore collettivo, l’intenzionalità politica, la responsabilità morale, l’impossibilità di rettificare il politico-sociale e la rappresentazione della violenza attraverso immagini poetiche che si allontanano da ogni riferimento esplicito.
Accompagna la mostra il video "Lettera a mio padre” (in piedi accanto alla recinzione delle ex Torri Gemelle), Motta utilizza il recinto che delimita Ground Zero e in quel luogo chiede a un numero di individui di rilasciare una registrazione vocale e parlare di "ciò che hanno visto". La narrazione presenta la conseguente "testimonianza" giustapposta ad un testo articolato (in prima persona) da un narratore che pone domande circa i pericoli di storicizzare il presente, il significato di un monumento in un luogo di grandi proiezioni economiche, l'anacronismo di un turismo di spettacolo e del sentire nazionalistico rispetto ad una identità "straniera", domande scaturite dalla sua esperienza personale di immigrato negli Stati Uniti.
Orari: dal martedì al venerdì ore 16.00 - 20.00 e su appuntamento
Fino al 5 gennaio 2010.
Carlos Motta (Bogotà, Colombia, 1978, vive a lavora a New York) è un artista che lavora soprattutto tramite la fotografia e le video installazioni, usando strategie di indagine documentaria e sociologica per analizzare eventi politici, nello sforzo di osservare i loro effetti e suggerire modi alternativi di scriverli e leggerli. Il suo lavoro è stato esposto in mostre personali: Institute of Contemporary Art (ICA), Philadelphia, PA, USA; Lower Manhattan Cultural Council, New York, NY, USA; rum46, Aarhus, Denmark; Real Art Ways, Hartford, CT, USA; Kevin Bruk Gallery, Miami, FL, USA; Winkleman Gallery, New York, NY, USA; e Alliance Française, Bogotá, Colombia.
Tra le mostre collettive: CCS Bard Hessel Museum of Art, New York, USA; Palazzo Papesse, Siena, Italia; Foam_Fotografie Museum, Amsterdam, Olanda; TEOR/éTica, San José, Costa Rica; Sara Meltzer Gallery, NY, USA; VideoBrasil, Sao Paolo, Brasile; Prometeo Associazione per l'Arte Contemporanea, Lucca, Italia; Artists Space, NY, USA; Museum of Modern Art, Bogota, Colombia; SF Camerawork, San Francisco, USA; e Fries Museum, Groningen, Olanda. I suoi video inoltre sono stati proiettati: International Short Film Festival Oberhausen, Oberhausen, Germania (2007); Festival des Cinémas Différents de Paris, Centre Culturel La Clef, Parigi, Francia (2006); 4ème Festival International du Cinéma Iranien en Exil, (Screening), Parigi, Francia (2006); e VideoBrasil, Sao Paolo, Brasile (2005).
14
novembre 2009
Carlos Motta – La pesca milagrosa
Dal 14 novembre 2009 al 05 gennaio 2010
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
3)5 ARTE CONTEMPORANEA
Rieti, Via Dell'ospizio Cerroni, 3/5, (Rieti)
Rieti, Via Dell'ospizio Cerroni, 3/5, (Rieti)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì ore 16.00 - 20.00 e su appuntamento
Vernissage
14 Novembre 2009, ore 18.00
Autore
Curatore