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Grafton Architects – Incontro
Un’occasione per conoscere da vicino le progettiste del nuovo edificio dell’Università Bocconi di Milano, fondatrici dello studio Grafton Architects di Dublino.
Comunicato stampa
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Un’occasione per conoscere da vicino le progettiste del nuovo edificio dell’Università Bocconi di Milano, fondatrici dello studio Grafton Architects di Dublino.
Yvonne Farrell e Shelley McNamara ritornano al Politecnico di Milano dopo tre anni non solo per raccontare le vicende del cantiere dell’Università Bocconi, ma anche per esporre la storia del proprio itinerario creativo e professionale e gli sviluppi dopo le fortune milanesi.
Le due attivissime “dubliners”, da sempre affascinate dalla lezione di Le Corbusier, sono state anche molto influenzate dai modernisti inglesi che hanno insegnato e lavorato in Irlanda tra gli anni Sessanta e Settanta, tra i quali possiamo citare soprattutto i componenti del gruppo dei Flying Circus, giovani docenti che hanno lasciato un segno indelebile nella locale scuola di architettura, come Jeremy Dixon e Edward Jones, oggi noti per la realizzazione della Royal Opera House a Londra (1983-99).
Nell’esperienza di Grafton Architects emerge con chiarezza il debito verso la grande tradizione celtica delle costruzioni in pietra, come testimoniato a Dublino dagli edifici di Temple Bar square, il Dipartimento di ingegneria meccanica nel campus del Trinity College e la periferica Hall House (1997-99), fino all’edificio per l’Università Bocconi a Milano, l’ampliamento dei Government Buildings commissionato dall’Office of Public Works a Dublino e il Solstice Arts Center a Navan.
Sono “architetture per la città”, opere legate tra loro dai raffinati accostamenti materici (pietra, intonaco, legno, mattoni, metallo, vetro lucido e opaco), che attraverso le rigorose impaginazioni dei prospetti, definiti dalle geometrie delle aperture a tutt’altezza, vanno alla ricerca di un ritmo fatto di continuità e improvvise fratture con l’intorno urbano.
Yvonne Farrell e Shelley McNamara ritornano al Politecnico di Milano dopo tre anni non solo per raccontare le vicende del cantiere dell’Università Bocconi, ma anche per esporre la storia del proprio itinerario creativo e professionale e gli sviluppi dopo le fortune milanesi.
Le due attivissime “dubliners”, da sempre affascinate dalla lezione di Le Corbusier, sono state anche molto influenzate dai modernisti inglesi che hanno insegnato e lavorato in Irlanda tra gli anni Sessanta e Settanta, tra i quali possiamo citare soprattutto i componenti del gruppo dei Flying Circus, giovani docenti che hanno lasciato un segno indelebile nella locale scuola di architettura, come Jeremy Dixon e Edward Jones, oggi noti per la realizzazione della Royal Opera House a Londra (1983-99).
Nell’esperienza di Grafton Architects emerge con chiarezza il debito verso la grande tradizione celtica delle costruzioni in pietra, come testimoniato a Dublino dagli edifici di Temple Bar square, il Dipartimento di ingegneria meccanica nel campus del Trinity College e la periferica Hall House (1997-99), fino all’edificio per l’Università Bocconi a Milano, l’ampliamento dei Government Buildings commissionato dall’Office of Public Works a Dublino e il Solstice Arts Center a Navan.
Sono “architetture per la città”, opere legate tra loro dai raffinati accostamenti materici (pietra, intonaco, legno, mattoni, metallo, vetro lucido e opaco), che attraverso le rigorose impaginazioni dei prospetti, definiti dalle geometrie delle aperture a tutt’altezza, vanno alla ricerca di un ritmo fatto di continuità e improvvise fratture con l’intorno urbano.
21
ottobre 2009
Grafton Architects – Incontro
21 ottobre 2009
incontro - conferenza
Location
POLITECNICO DI MILANO – CAMPUS BOVISA
Milano, Via Giovanni Durando, 10, (Milano)
Milano, Via Giovanni Durando, 10, (Milano)
Vernissage
21 Ottobre 2009, Ore 11.00 Aula Carlo De Carli
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