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Il San Giovannino restaurato
Il busto in marmo di San Giovannino torna nella Pinacoteca comunale di Faenza dopo il restauro realizzato a Firenze presso l’Opificio delle Pietre dure, l’istituto di restauro delle opere d’arte più prestigioso al mondo. Per festeggiare questo gradito ritorno è stata realizzata una mostra nei locali della Pinacoteca di Faenza.
Comunicato stampa
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Il busto in marmo di San Giovannino torna nella Pinacoteca comunale di Faenza dopo il restauro realizzato a Firenze presso l’Opificio delle Pietre dure, l’istituto di restauro delle opere d’arte più prestigioso al mondo.
Per festeggiare questo gradito ritorno è stata realizzata una mostra nei locali della Pinacoteca di Faenza.
La mostra, organizzata in collaborazione con l’Associazione Amici della ceramica e del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, si inaugurerà venerdì 16 ottobre, alle ore 17.30, alla presenza del sindaco Claudio Casadio, di Anna Colombi Ferretti della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico per le province di Bologna, Ferrara e Forlì-Cesena, e di Isidoro Castello, direttore tecnico del settore restauro materiali lapidei dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze.
Il busto raffigurante San Giovannino è sempre stato considerato, fin dall’apertura al pubblico della Pinacoteca nel 1879, uno dei pezzi più importanti esposti, anche se la sua attribuzione è ancora oggi oggetto di contesa da parte degli specialisti di scultura quattrocentesca.
Secondo la maggioranza degli esperti di storia dell’arte, non si tratta di Donatello, come auspicava il suo primo collezionista, il letterato Fra’ Sabba da Castiglione, cavaliere dell’Ordine di Malta che intorno al 1515 si stabilì nella Commenda del Borgo Durbecco, o come scriveva, sempre nel Cinquecento, il Vasari.
L’opera può pur sempre riferirsi a uno dei maggiori protagonisti della scena artistica della Firenze del pieno Rinascimento. Forse Antonio Rossellino o piuttosto Benedetto da Maiano, e non manca chi sostiene un legame stretto con Desiderio da Settignano, con una datazione che sarebbe intorno al 1470-1480.
Il restauro realizzato dall’Opificio delle Pietre dure di Firenze, con la pulitura della superficie marmorea dalle incrostazioni grigiastre della parte inferiore e dai depositi di cere alterate miste a sporco, come pure l’eliminazione della base di epoca posteriore che ne alterava l’assetto compromettendone una giusta visione, consente di poter apprezzare nuovamente la scultura ora restituita alla Pinacoteca faentina.
Completano la mostra altre opere dedicate al San Giovannino:
Uno dei busti realizzati da Nero, artista faentino che nel suo percorso artistico porta avanti uno studio di rivisitazione del passato che nel 2006 l’ha avvicinato al suddetto capolavoro sul quale, attraverso l’utilizzo della terracotta smaltata, è intervenuto mediante una serie di trasformazioni plastiche e pittoriche donando al busto del San Giovannino una incredibile contemporaneità e forza scultorea.
Una copia in marmo realizzata da Giovanni Collina per la Congregazione di Carità nel 1843, una delle copie realizzate da Achille Farina probabilmente nel 1866-67, una copia in gesso, un antico stampo per la riproduzione in terracotta.
Dati immagine: Nero – Particolare da: La vera storia di San Giovannino ovvero Consumandosi dietro una coltre di vita - Cm 191 x 277 x 143 - Terracotta smaltata, legno, acciaio, poliuretano, ombrellini da cocktail – 2009
Per festeggiare questo gradito ritorno è stata realizzata una mostra nei locali della Pinacoteca di Faenza.
La mostra, organizzata in collaborazione con l’Associazione Amici della ceramica e del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, si inaugurerà venerdì 16 ottobre, alle ore 17.30, alla presenza del sindaco Claudio Casadio, di Anna Colombi Ferretti della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico per le province di Bologna, Ferrara e Forlì-Cesena, e di Isidoro Castello, direttore tecnico del settore restauro materiali lapidei dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze.
Il busto raffigurante San Giovannino è sempre stato considerato, fin dall’apertura al pubblico della Pinacoteca nel 1879, uno dei pezzi più importanti esposti, anche se la sua attribuzione è ancora oggi oggetto di contesa da parte degli specialisti di scultura quattrocentesca.
Secondo la maggioranza degli esperti di storia dell’arte, non si tratta di Donatello, come auspicava il suo primo collezionista, il letterato Fra’ Sabba da Castiglione, cavaliere dell’Ordine di Malta che intorno al 1515 si stabilì nella Commenda del Borgo Durbecco, o come scriveva, sempre nel Cinquecento, il Vasari.
L’opera può pur sempre riferirsi a uno dei maggiori protagonisti della scena artistica della Firenze del pieno Rinascimento. Forse Antonio Rossellino o piuttosto Benedetto da Maiano, e non manca chi sostiene un legame stretto con Desiderio da Settignano, con una datazione che sarebbe intorno al 1470-1480.
Il restauro realizzato dall’Opificio delle Pietre dure di Firenze, con la pulitura della superficie marmorea dalle incrostazioni grigiastre della parte inferiore e dai depositi di cere alterate miste a sporco, come pure l’eliminazione della base di epoca posteriore che ne alterava l’assetto compromettendone una giusta visione, consente di poter apprezzare nuovamente la scultura ora restituita alla Pinacoteca faentina.
Completano la mostra altre opere dedicate al San Giovannino:
Uno dei busti realizzati da Nero, artista faentino che nel suo percorso artistico porta avanti uno studio di rivisitazione del passato che nel 2006 l’ha avvicinato al suddetto capolavoro sul quale, attraverso l’utilizzo della terracotta smaltata, è intervenuto mediante una serie di trasformazioni plastiche e pittoriche donando al busto del San Giovannino una incredibile contemporaneità e forza scultorea.
Una copia in marmo realizzata da Giovanni Collina per la Congregazione di Carità nel 1843, una delle copie realizzate da Achille Farina probabilmente nel 1866-67, una copia in gesso, un antico stampo per la riproduzione in terracotta.
Dati immagine: Nero – Particolare da: La vera storia di San Giovannino ovvero Consumandosi dietro una coltre di vita - Cm 191 x 277 x 143 - Terracotta smaltata, legno, acciaio, poliuretano, ombrellini da cocktail – 2009
16
ottobre 2009
Il San Giovannino restaurato
Dal 16 ottobre al 29 novembre 2009
arte antica
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
PINACOTECA COMUNALE
Faenza, Via Santa Maria dell Angelo, 9, (RAVENNA)
Faenza, Via Santa Maria dell Angelo, 9, (RAVENNA)
Orario di apertura
sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 18
Vernissage
16 Ottobre 2009, ore 17.30
Autore
Curatore