Il progetto espositivo, a cura di Eva Czerkl, così come annunciato nel titolo, si configura come uno spazio fisico e mentale, aperto alle diverse forme espressive – pittura, scultura, fotografia, arte digitale, ecc. – nonché linguaggi stilistici. Scenari come rappresentazioni di paesaggi, spazi urbani, immagini della quotidianità, non solo in chiave naturalistica ma anche concettuale, se non fantastico-allegorica. Scenari noti, che si mimetizzano o sintetizzano nelle forme dell’astrazione, o che per un’esigenza strutturale della creatività, si trasformano in scenografie dell’impossibile, costruzioni oniriche per un teatro dell’illusione, dove il reale non finisce mai di specchiarsi.

Attraverso le opere di diciannove artisti contemporanei di diverse generazioni e aree geografiche, ognuno con la propria peculiarità e storia personale, ci si propone di coglierne e sottolinearne le caratteristiche individuali rispetto a quel crinale tra il visibile e il visionario. Uno spazio, dicevamo, fisico e mentale, dove accadono cose preziose, intriganti, magiche. Bandite le gabbie delle mode, non più necessariamente schierate – astratto o figurativo – ogni artista esalta la libertà di esprimersi secondo il proprio sentire e le proprie attitudini, lasciando libero sfogo alla creatività dell’istante magico e irripetibile. Uno spazio, dove l’arte vuole farsi propulsiva con le sue energie contaminate, intriganti e profonde, radicate in una memoria iconografica tra passato e futuro. Un’arte che unisce la classicità evoluta delle tecniche alla libertà espressiva dei temi e delle visioni individuali. Un viaggio pittorico, scultoreo, fotografico tra corpi, paesaggi, sentieri interiori, invenzioni fantastiche, derive surreali, astrazioni…