11 marzo 2011

Ma quale avanguardia?

 
Fra avanguardia e accademia un termine medio non è affatto escluso, basti guardare all'attrazione fatale che oggi l'una sente per l'altra.
E se a provarlo è quel furbacchione di Cattelan significa che anche le ultime pregiudiziali di tipo ideologico sono crollate ed è già logoro anche lo stile più fiammante e nuovo...

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Con le pezze di un governo senza soldi, Vittorio Sgarbi tenta in extremis un ripristino di accademia e arti belle…e magari finiremo con l’accorgerci che la scultura non è mai morta, né la nostra sete di verità e di dei, siano essi disinvolti, vivaci e di spettacolo, oppure siano seri e tetragoni come gli dei antichi ed austeri. Prendiamo il caso Cattelan. Il fachiro sepolto alle Corderie della Biennale veneziana 1997 piacque subito a tutti, e addirittura qualcuno vi trovò qualità, sempre più rare nell’arte contemporanea, come il bello e il poetico. Un paio di anni dopo, di fronte alla Nona Ora il pubblico internazionale colto e progressista delle biennali si domandava perché il suo papa caduto fosse caduto in maniera così goffa e scomposta: d’accordo era stato colpito dal meteorite, ma anche il cedimento di un arto può avere una sua armonia rispetto al resto del corpo. Quel Giovanni Paolo II, blasfemia e tutto il resto a parte, solo più tardi si venne a sapere che nei piani originari doveva essere in stazione eretta. Non pienamente convinto da quel fantoccio in sottana bianca, l’artista Maurizio Cattelan aveva pensato ad abbatterlo e conciarlo a quel modo appena un paio di giorni prima della Biennale. Artista folgorato, papa folgorato: come si risolve un’opera mal nata! E spuntarono un po’ dappertutto idee profonde e tutto sommato fuori moda come il colpo di genio.
Tant’è, La Nona Ora è stata poi venduta per 886.000 USD, perciò il mercato ha dato ragione all’artista italico. Forse quella mezza gamba ingessata esteticamente non era proprio perfetta, ma concettualmente era ineccepibile la potenza di un’immagine unica che condensava tutta la storia della chiesa, dalla condanna di Galileo ai preti simoniaci del medioevo fino ai guai di oggi.


E poi da Manzoni in giù a un grande artista sono concesse cose che a tutti quanti sono proibite, anche le insolenze: anzi, per essere in basta applicare a tutto una sanissima dose di sarcasmo, e aiuta anche a sentirsi bene, Vittoria Cabello e tutta la filosofia televisiva degli ultimissimi anni docet. Evviva il XXI secolo! Liberi di essere blasfemi e se necessario anche un po’ maleducati: ma chi l’ha detto che bisogna farsi mettere in croce o piegarsi all’altare degli ideali! Sembra che la piattezza sia d’obbligo dopo Nietzsche e dopo il crepuscolo di tutti gli idoli. Perciò aggiungeva al tutto un pizzico di folklore il fatto che alla mostra milanese del dicembre scorso qualche meneghino facesse le smorfie di fronte al dito medio così arrogante, un marmo da quasi 10 tonnellate piantato e assiso con spavalderia sul trono di un basamento da re.
Conclusione? Con buona pace della Fondazione Pomodoro e del buon Meneguzzo, sembra che non si smetta di parlare di scultura, finanche di monumenti, proprio nel bel mezzo di un’epoca di dei morti e senza stars che non siano quelle televisive. La bella novità di questa stagione autunno-inverno ci viene da Cattelan, ed è un revival del monumento, fenomeno che era sparito dall’arte contemporanea più o meno dalla morte della regina Vittoria d’Inghilterra. E’ come scrivere Fuck the System sullo zaino di un ragazzino delle scuole medie, ma rivolto alla Borsa dall’italiano più quotato e accreditato nello star system mondiale, e magari non a torto. Circolo vizioso  già osservato dagli antichi in relazione allo scetticismo e al relativismo che volevano ergersi a filosofie: ma mentre asserisci che non c’è nessuna verità, come puoi pretendere di stare asserendo una verità? 

Francesca Alix Nicoli
critica d’arte e direttrice dei Laboratori Artistici Nicoli di Carrara

 

 

 

4 Commenti

  1. io vorrei capire una cosa, essere apprezzati all’estero nel mondo dell’arte è sinonimo di qualità a prescindere? perchè cattelan è stato santificato e viene omaggiato continuamente, ma nella musica ad esempio laura pausini ed eros ramazzotti (che sono tra i pochissimi che vendono all’estero) non sono per niente beatificati come invece accade a copialan . anzi delle due sono considerati in modo patetico dalla critica .
    non capisco perchè invece nell’arte se uno è riconosciuto all’estero allora viene beatificato a prescindere, forse perchè nella musica ci sono centinaia di generi diversi mentre l’arte è un mondo molto più ristretto e banale, di questi argomenti lucarossi non ha mai parlato chissà come mai .

  2. Ma quale avanguardia? Qui, siamo alla fine della retroguardia! Cattelan e tanti nomi noti al mercato… sono solo dei nomi vuoti.E, se consideriamo la vastità di artisti in giro per il mondo, essi svaniscono come neve al sole. Oggi, il nuovo si trova solo nelle avanguardie storiche.

  3. Faccio notare il pressapochismo con cui, troppo spesso, ci si approccia criticamente alle opere; nella fattispecie la critica d’arte (? .. ribadisco il punto interrogativo) Francesca Alix Nicoli, commentando l’opera di Cattelan in Piazza Affari a Milano, afferma: “E’ come scrivere Fuck the System sullo zaino di un ragazzino delle scuole medie, ma rivolto alla Borsa dall’italiano più quotato e accreditato nello star system mondiale”. Ora, l’opera può piacere o meno, la si può trovare efficace o meno; ma per farlo con consapevolezza (cosa che vale per tutte le opere, ovviamente) si dovrebbe, quantomeno, aver osservato l’opera per più di 10 sec., quelli che basterebbero per notare che: il “dito medio” di Cattelan non è affatto rivolto ALLA borsa, bensì DALLA borsa. E’ chiaro che non accorgersene non è svista da poco qualora, prima di criticare, si intendesse svolgere una, almeno decente, operazione esegetica del testo artistico.

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