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Le fatiche delle donne
Il lavoro femminile nella pittura italiana dal settecento al novecento
Comunicato stampa
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Sabato 10 ottobre alle ore 17, nelle sale espositive del Centro Culturale Villa Soragna, suggestivo edificio del primo ottocento immerso nel verde del Parco Nevicati, inaugura la mostra “Le fatiche delle donne. Il lavoro femminile nella pittura italiana dal settecento al novecento”.
L’evento, promosso dall’Assessorato alla Cultura e alle Pari opportunità del Comune di Collecchio con il sostegno della Provincia di Parma, rientra in un esteso progetto dal titolo “Donne e lavoro: Testimonianze tra Arte e Storia” apertosi in settembre con il convegno dedicato alla ricostruzione della storia dell’Istituto religioso femminile Sacro Cuore di Collecchio.
L’esposizione, curata da Marzio Dall’Acqua, annovera un corpus di quaranta dipinti provenienti da importanti realtà museali nazionali, che raccontano, attraverso differenti stili pittorici, il lavoro della donna dal XVIII al XX secolo. La selezione delle opere consente di osservare l’evoluzione del lavoro muliebre e dei costumi sociali, connessa ai cambiamenti storico-culturali che attraversano i tre secoli, senza la volontà di tracciare una panoramica esaustiva delle diverse mansioni lavorative, ma con l’intento di raccontare brani di storie e vissuti di donne, narrati attraverso il filtro del punto di vista e dello stile dei vari autori. A tratti emerge un’idea di lavoro che è anche fatica, sudore, abnegazione, umiliazione, ben lontana da una lettura edulcorata e, a volte stereotipata, che molti artisti dell’ottocento ci hanno lasciato. Non solo pacate fanciulle ritratte in interni borghesi intente all’antica arte del ricamo o tenere pastorelle in un’Arcadia perduta, ma anche donne che conoscono l’asprezza dei campi e la durezza sociale dell’urbe in continua evoluzione.
Dal settecentesco dipinto “Le pollivendole” di Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini, si passa al secolo successivo con opere di importanti artisti della Scuola ottocentesca parmense, conservate all’Accademia Nazionale di Belle Arti di Parma, tra le quali ‘Donna all’arcolaio’ di Salvatore Marchesi, ‘La guardiana delle mucche’ di Daniele De Strobel o “La culla” di Cletofonte Preti. Dalla Collezione della Banca Federico Del Vecchio di Firenze provengono, invece, due significativi dipinti della Scuola toscana dei Macchiaioli firmati Francesco Gioli (Contadina del Gabbro) e Giorgio Kienerk (Giornata afosa in campagna toscana).
Il novecento porta con sé nuove suggestioni stilistiche e poetiche nelle immagini di lavori antichi e moderni: ne sono esempi significativi i dipinti “Riparatrici di reti” di Ennio Morlotti e “Scuola di pittura” di Mino Maccari, della Collezione Verzocchi di Forlì o l’olio su tela “Le trecciaiole” di Renzo Baraldi del Museo Civico di Carpi; cucitrici, sarte, mondine, dattilografe, modiste, lavandaie, sono i soggetti scelti dai dieci artisti presenti in mostra che hanno partecipato al ‘Premio Suzzara’, dagli anni quaranta agli anni sessanta del novecento, tra i quali si ricordano Trento Longaretti, Giulio Salvadori, Giovanni Cappelli. Dal collezionismo privato provengono altre significative opere di maestri contemporanei trai i quali Carlo Mattioli, Mario Delitala, Ernesto Treccani, Pompilio Mandelli, Renzo Barilli.
Al fine di integrare ed arricchire il progetto espositivo, un’intera sala della mostra sarà dedicata alla ricostruzione della storia dell’Istituto religioso femminile “Sacro Cuore” di Collecchio: i documenti originali, le fotografie d’epoca, e la proiezione di un video documentario, renderanno ancor più viva la ricostruzione di una storia che è patrimonio comune, specchio di una collettività.
L’esposizione, aperta al pubblico fino al 22 novembre 2009, è stata realizzata anche grazie al sostegno di Banca Monte Parma, Campus Innovative Food Ingredients, Keaton by Wonderland, e al contributo di, Pozzi Associati Luce e I.V.R.I.
L’evento, promosso dall’Assessorato alla Cultura e alle Pari opportunità del Comune di Collecchio con il sostegno della Provincia di Parma, rientra in un esteso progetto dal titolo “Donne e lavoro: Testimonianze tra Arte e Storia” apertosi in settembre con il convegno dedicato alla ricostruzione della storia dell’Istituto religioso femminile Sacro Cuore di Collecchio.
L’esposizione, curata da Marzio Dall’Acqua, annovera un corpus di quaranta dipinti provenienti da importanti realtà museali nazionali, che raccontano, attraverso differenti stili pittorici, il lavoro della donna dal XVIII al XX secolo. La selezione delle opere consente di osservare l’evoluzione del lavoro muliebre e dei costumi sociali, connessa ai cambiamenti storico-culturali che attraversano i tre secoli, senza la volontà di tracciare una panoramica esaustiva delle diverse mansioni lavorative, ma con l’intento di raccontare brani di storie e vissuti di donne, narrati attraverso il filtro del punto di vista e dello stile dei vari autori. A tratti emerge un’idea di lavoro che è anche fatica, sudore, abnegazione, umiliazione, ben lontana da una lettura edulcorata e, a volte stereotipata, che molti artisti dell’ottocento ci hanno lasciato. Non solo pacate fanciulle ritratte in interni borghesi intente all’antica arte del ricamo o tenere pastorelle in un’Arcadia perduta, ma anche donne che conoscono l’asprezza dei campi e la durezza sociale dell’urbe in continua evoluzione.
Dal settecentesco dipinto “Le pollivendole” di Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini, si passa al secolo successivo con opere di importanti artisti della Scuola ottocentesca parmense, conservate all’Accademia Nazionale di Belle Arti di Parma, tra le quali ‘Donna all’arcolaio’ di Salvatore Marchesi, ‘La guardiana delle mucche’ di Daniele De Strobel o “La culla” di Cletofonte Preti. Dalla Collezione della Banca Federico Del Vecchio di Firenze provengono, invece, due significativi dipinti della Scuola toscana dei Macchiaioli firmati Francesco Gioli (Contadina del Gabbro) e Giorgio Kienerk (Giornata afosa in campagna toscana).
Il novecento porta con sé nuove suggestioni stilistiche e poetiche nelle immagini di lavori antichi e moderni: ne sono esempi significativi i dipinti “Riparatrici di reti” di Ennio Morlotti e “Scuola di pittura” di Mino Maccari, della Collezione Verzocchi di Forlì o l’olio su tela “Le trecciaiole” di Renzo Baraldi del Museo Civico di Carpi; cucitrici, sarte, mondine, dattilografe, modiste, lavandaie, sono i soggetti scelti dai dieci artisti presenti in mostra che hanno partecipato al ‘Premio Suzzara’, dagli anni quaranta agli anni sessanta del novecento, tra i quali si ricordano Trento Longaretti, Giulio Salvadori, Giovanni Cappelli. Dal collezionismo privato provengono altre significative opere di maestri contemporanei trai i quali Carlo Mattioli, Mario Delitala, Ernesto Treccani, Pompilio Mandelli, Renzo Barilli.
Al fine di integrare ed arricchire il progetto espositivo, un’intera sala della mostra sarà dedicata alla ricostruzione della storia dell’Istituto religioso femminile “Sacro Cuore” di Collecchio: i documenti originali, le fotografie d’epoca, e la proiezione di un video documentario, renderanno ancor più viva la ricostruzione di una storia che è patrimonio comune, specchio di una collettività.
L’esposizione, aperta al pubblico fino al 22 novembre 2009, è stata realizzata anche grazie al sostegno di Banca Monte Parma, Campus Innovative Food Ingredients, Keaton by Wonderland, e al contributo di, Pozzi Associati Luce e I.V.R.I.
10
ottobre 2009
Le fatiche delle donne
Dal 10 ottobre al 22 novembre 2009
arte antica
arte moderna e contemporanea
arte moderna e contemporanea
Location
VILLA SORAGNA
Collecchio, Via Valli, 2, (Parma)
Collecchio, Via Valli, 2, (Parma)
Vernissage
10 Ottobre 2009, ore 17
Sito web
www.collecchioonline.it
Autore
Curatore